Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    25/06/2017    5 recensioni
Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»

La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi, Ackerman
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La volta in cui Levi progettò una "partenza intelligente"



Nome su efp e sul forum: Ellery || Ellery-EFP
Titolo: La volta in cui Levi progettò una “partenza intelligente”
Fandom: Shingeki no Kyojin
situazione scelta: X è in coda in autostrada e…

Note: la ff partecipa al contest "Situazioni XY", indetto sul forum di Efp da Biancarcano e Harriet.
Carattere testo: Verdana 14; ho scelto di utilizzare (come sempre) l'invio a capo dopo ogni frase per una migliore spaziatura del testo (che altrimenti risulterebbe tutto appiccicato; non so bene perchè, ma efp mi da sempre questo problema quando copio da Word).


 



L’idea era stata – ovviamente – sua. Aveva preso spunto da un volantino trovato nella cassetta delle lettere.

Non sai cosa fare d’estate? Il caldo torrido del Wall Sina ti opprime? Touring Club Mahaliano ti offre la soluzione:  soggiorno mezza pensione, con mini-club per i più piccoli e possibilità di escursioni a cavallo fino al mare. Un pacchetto completo, riservato a famiglie, gruppi e studenti in vacanze studio. Prenota ora!

L’offerta non era alla loro portata: nonostante gli sconti, la Legione Esplorativa non poteva permettersi un carico simile. Per cui aveva optato per qualcosa di più economico, prenotando un campeggio nelle pianure del sud, a solo duemila metri dal mare.

Avevano prelevato le tende disponibili, preparato i bagagli e il pranzo al sacco, caricando tutto in auto. Naturalmente, si erano divisi i compiti: Hanji e Moblit, sulla loro microscopica Yaris, avrebbero ospitato Sasha e Connie. Erwin aveva stipato le valigie nel bagagliaio del suo Suv, preferendo prendere con sé Nanaba, la migliore copilota che il Corpo di Ricerca possedesse; i due avevano già imbrigliato Jean, Ymir e Christa nei rispettivi seggiolini. A lui, dunque, era toccata la scomoda compagnia di Mike e della sua Panda a metano.

«Perché non abbiamo preso la mia? È più rapida» sbuffò Levi, abbassando il finestrino con la scomoda maniglia.

«Perché è una cazzo di Smart e in cinque non ci entravamo» colse il sarcasmo nella voce di Mike, mentre dal sedile posteriore proveniva un:
«Signor capitano» un ragazzino con un orrendo caschetto biondo aveva alzato la mano «Mi viene da vomitare. Possiamo fermarci?»

«No, Armin! Te l’avevo detto di non leggere in macchina!» allungò una mano, sequestrando immediatamente il volume nove dell’enciclopedia universale dalle mani del bambino. Lanciò il libro sotto al sedile, mentre la Panda sobbalzava improvvisamente durante un sorpasso «Quanto manca?»

«Troppo» Mike e la sua ironia non erano affatto d’aiuto «Spiegami perché siamo partiti alle due di notte, poi! Che diamine, pensavi di trovare traffico? Ci siamo solo noi e i grilli, in autostrada»

«Si chiama “Partenza intelligente”, Nasone! So che il tuo microcervello non arriverà mai a comprendere un concetto tanto semplice, ma…» non riuscì a terminare.
Oltre la curva, la barriera di Wall Maria Sud risplendeva illuminata dai fari delle auto in coda. Il grande esodo estivo era cominciato ed, evidentemente, tutti avevano pensato la stessa cosa: partire nel cuore della notte, per evitare ingorghi e colonne.

«Molto intelligente, vedo» sibiliò Mike, indicandogli le file interminabili di auto davanti al casello «D’altronde, è stata una tua idea…»

Il conducente frenò a pochi centimetri dal paraurti della macchina precedente, abbassando a propria volta il finestrino. Il caldo afoso della notte invase l’abitacolo della Panda.

«Caposquadra Zacharias» una vocetta fastidiosa dal sedile posteriore «Devo andare a fare pipì»

«Adesso non possiamo, Eren. Grazie a quello sveglione del tuo capitano, rimarremo bloccati qui per le prossime quarantotto ore. Quindi, cerca di rassegnarti…»

«Ma… mi scappa tanto»

«A Eren scappa la pipì»

«Abbiamo capito, ragazzina!» Levi tracannò velocemente l’ultima bottiglietta d’acqua, svuotandola completamente e passandola poi al sedile posteriore «Falla qui dentro, se non riesci a tenerla»

«Nella bottiglietta?»

«Beh, sì»

«Ma… mi vergogno!»

«Di che cazzo ti vergogni? Siamo tutti maschi, forza»

«Mikasa è una femmina»

«Per modo di dire… se non vuoi farla, si vede che non ti scappa abbastanza»

Tornò ad adagiare la schiena contro al sedile, spiando le macchine che ancora li precedevano:
«Quante saranno?» domandò, ricevendo in cambio uno sbuffo dall’autista.

«Preferisco non saperlo. Piuttosto… prendi il ticket di ingresso, che dovremo sicuramente mostrarlo e pagare»

Batté le palpebre, perplesso: quale ticket? Non ricordava assolutamente d’averlo ritirato e, meno che meno, messo da qualche parte. Non aveva neppure idea di come fosse fatto o dove cercarlo. Scosse piano il capo:
«Lo hai preso tu, Mike»

«Che cazzo dici? Ma se ti ho detto “mettilo da qualche parte, che dopo ci servirà”»

«Non lo hai dato a me!»

«Di certo non l’ho dato a quei mocciosi dietro»

«Ma non ce l’ho»

«Merda! Ci serve per pagare l’autostrada… vuoi che ci facciano pagare l’intera tratta? Da Mitras a qui?»

«Non ce l’ho!»

«E adesso cosa facciamo?»

«Chiamiamo il call center delle autostrade. Che diamine, non saremo mica i primi che perdono il biglietto!» si chinò a frugare nella borsa, cavandone un vecchio cellulare. Compose i numeri sul tastierino, ignorando il fastidioso Beep di sottofondo «C’è una musichetta» sussurrò, ricevendo in cambio uno sbuffo.

«Ora ci toccherà rimanere in attesa tre ore»

«Tattata tataaaa tataaattaatataaaa… tata tata taaammm»

«Puoi smetterla di canticchiare?»

«Che palle che s…Oh! Pronto?» un leggero sorriso apparve sulle sue labbra «Ho preso la linea! Pronto? Mi sente… ?»

Sono Angelo, come posso aiutarla?

«Salve Angelo, una informazione. Noi siamo alla barriera Wall Maria Sud, ma sfortunatamente non troviamo il biglietto di ingresso per l’autostrada. Come facciamo?»

Nessun problema. Dove siete entrati?

«A Trost»

Basta solo che lo diciate al casellante. Vi faranno un rapporto di mancato pagamento che vi verrà spedito comodamente a casa.

«Amh… non dobbiamo pagare tutta la tratta, vero?»

No, affatto.

«Grazie»

Un click mise fine alla conversazione.

«Ha detto solo di dirlo al casellante»

«Mh, speriamo bene…» Mike piegò lo sguardo alla propria sinistra, spiando oltre il finestrino «Certo che…Erwin?»

«Cosa?» il capitano drizzò immediatamente le orecchie, sporgendosi in avanti «Dove?»

«Qui»

Un Suv nero si accostò alla panda e le facce sorridenti del comandante e di Nanaba apparvero oltre il vetro oscurato. Il finestrino elettrico si abbassò poco dopo, con un leggero ronzio.

«Come va, ragazzi?» la voce di Erwin sovrastò il rumore dei motori, mentre la donna mimava un piccolo saluto «Noi tutto splendidamente, taffico a parte. I ragazzi dormono. Jean ogni tanto nitrisce nel sonno, mentre Ymir continua ad incollarsi a Christa. Non so come facciano, col caldo che fa, ma…»

«Erwin… perché sei in coda? Tu hai il Muropass»

«Sì, beh… volevo vedere come ve la stavate cavando. I ragazzi?»

«Mikasa è peggio di un disco incantato. Ripete Eren ogni due per tre. Eren ha fatto pipì nella bottiglietta dell’acqua e ora non abbiamo più nulla da bere. Armin vuole vomitare da venti chilometri, ma non troviamo neppure una piazzola dove fermarci»

«Beh, alla grande, allora»

«A te questo sembra “alla grande”?»

«Non proprio, ma sempre meglio che Hanji e MOblit»

«Che hanno combinato? ­»

«Hanno forato. Stanno aspettando il carro attrezzi. Connie e Sasha hanno mangiato tutte le scorte per il viaggio. Hanji forse ha preso una multa per eccesso di velocità»

«Ma… non guidava Moblit?»

«Sì, pare abbia guidato per i primi cinque chilometri… poi Hanji si è stufata di andare ad una velocità costante di quarantacinque km/h ed ha preso il controllo»

«Dobbiamo aspettarli o proseguiamo?»

«Ci troviamo all’Autowall che c’è dopo la barriera.»

«Sempre che arriviate prima di domani notte» il sarcasmo pungente di Nanaba si inserì in quella conversazione «Ah, non potete capire quanto sia figo questo Suv. Ha anche l’aria condizionata, che spettacolo!»

«Perché noi non abbiamo l’aria condizionata?» Levi si sporse un altro poco, intercettando lo sguardo della donna.

«Perché Mike ha voluto risparmiare sugli optional, quando ha comprato quell’orribile Panda color senape.»

«Ehi! La mia Panda è bellissima»

«Certo, come no…» Nanaba premette il pulsante, risollevando il vetro oscurato «Ci vediamo più tardi» salutò, mentre il comandante ingranava la marcia ed il Suv scattava agile verso la corsia preferenziale del Muropass.

«Dovevamo comprare anche noi il Muropass. E l’aria condizionata»

«Stai zitto, nanetto. La tua macchina è già tanto se ha quattro ruote!»
 

***
 

Attesero altri sessanta minuti, sforzandosi di ingannare il tempo con giochini di logica a cui nessuno dei due sapeva rispondere. Armin aveva cercato di aiutarli, prima che un altro attacco di vomito lo costringesse a sporcare fuori dal finestrino. La coda procedeva troppo lentamente ed al casello mancavano ancora diverse vetture.

«Che palle!» sbottò Levi, scorrendo per l’ennesima volta le colonne di un cruciverba vuoto «Non ne so nemmeno una!»

«Chissà perché la cosa non mi stupisce»

«Bartezzaghi è troppo complicato»

«Metti delle parole a caso, tanto… mica viene a controllare»

Mordicchiò nervosamente il fondo della matita, snocciolando poi ad alta voce:
«Quattro verticale: Ragazza titano»

«Mikasa?»

«Non ci sta»

«Christa?»

«Nemmeno»

«Sasha?»

«Quattro lettere»

«Annie!»

«Sono cinque»

«Mh… scrivi la doppia N in una sola casella»

«Mi stai suggerendo di imbrogliare?»

«Che te frega? Non verrà certo l’autore a controllare»

«Ymir» una voce pigolò dal sedile posteriore, ma venne prontamente ignorata.

«Non ci sta nemmeno Hanji» Levi sbuffò, abbandonando la schiena contro al sedile e fissando il vuoto «Petra non è un titano, ne sono sicuro. Marie?»

«La moglie di Nile? Ma figuriamoci»

«Io proverei Ymir» Armin non venne nuovamente considerato.

«Come si chiama quella tizia che sta nella guarnigione?»

«Riko?»

«La risposta credo sia Ymir, capitano»

«Riko! Lo sapevo che quella stronza non me la raccontava giusta.»

«Ci sta! Quattro lettere…vai alla successiva»

Levi scorse nuovamente le definizioni, individuando la seguente:
«Re delle mura, tre lettere»

«Ah, questa è difficile» colse Mike sbuffare nervosamente «Chi cazzo c’è con un nome di tre lettere? Erd?»

«Mh, Erd… dici che è un re delle mura? Sarebbe fantastico.»

«Chi altri ti viene in mente con tre lettere?»

«Uri Reiss, caposquadra»

«Armin, abbiamo capito che devi vomitare. Piantala di rompere! Siamo concentrati qui.» Mike picchiettò sul cruciverba «Scrivi Erd, è sicuramente giu…»

Non riuscì, tuttavia, a finire la frase. Un sonoro strombazzare di clacson lo costrinse a voltare il capo verso il finestrino abbassato: nella fila accanto alla loro, si era fermata una BMW (Best Motor of the Wall. NdT) decapottabile; la vernice nera riluceva davanti ai fari delle altre vetture, illuminando il conducente e il suo piccolo harem che si trascinava appresso.

«Chi cazzo è?» Levi si sporse ad osservare la macchina, non tardando a riconoscere l’autista: cappello nero, impermeabile nonostante i quarantacinque gradi, barba brizzolata e fascino da assassino in pensione.

«Yoh, Levi!» suo zio sfoggiò un sorriso smagliante, mentre le vallette accomodate sui sedili dell’auto emettevano degli squittii entusiasti «Come te la passi?»

«In coda, come tutti» sbuffò appena il capitano, alzando gli occhi al cielo. Perché Kenny doveva apparire proprio nei momenti peggiori? Li aspettava un’altra ora di coda e certo non desiderava passarla accanto al peggior parente di sempre! «Niente WallPass, per te?»

«Cosa vuoi che me ne faccia?»

«Per saltare le code, magari?» gli sfuggì una risatina sarcastica «Non posso credere che anche tu sia in colonna. Il grande Kenny Ackerman congestionato nel traffico, come tutti i comuni mortali?»

«Tsk. Non hai ancora imparato niente, vero? Sei una delusione continua, nipote» vide l’uomo estrarre una pistola da sotto il sedile e sparare due colpi in aria «Fate passare, maledetti figli di puttana! C’è gente che ha fretta, qui!» immediatamente, le macchine davanti alla BMW si sparpagliarono, aprendo la via per il casello «Visto? Sei un principiante» soffiò Kenny, infine, spianando l’arma in direzione della Panda.

«Che diamine vuoi fare?»

Uno scoppio risuonò nelle sue orecchie, seguite da un secco sibilo. Vide suo zio scoppiare in una fragorosa risata e sgommare verso la barriera; le ruote anteriori della Panda si afflosciarono lentamente, crivellate dai proiettili dello Squartatore.

Levi spiò con la coda dell’occhio verso Mike, che stringeva nervosamente il volante e fissava il vuoto davanti a sé:
«Amh… ci ha bucato le gomme…»

«Non dire un cazzo, Levi. Non dire un cazzo, per favore. Quando imparerai a stare zitto, sarà sempre troppo tardi»
 

***

 
Impiegarono quaranta minuti a cambiare la prima gomma e dovettero comprare la seconda da una Panda di passaggio. Diedero fondo a tutti i loro risparmi.

«Capitano… Ho sete»

«Eren, abbiamo finito l’acqua»

«Eren ha sete»

«Lo so! Non posso produrre acqua dal nulla» Levi osservò oltre il parabrezza. Ancora poche macchine e sarebbe stato il loro turno, finalmente «Tra poco passeremo il casello e ci fermeremo all’Autowall, va bene?»

«Ma io ho sete adesso»

«Eren ha sete adesso»

«Quanto manca, capitano? Io devo vomitare»

Sbatté la testa contro il cruscotto, mentre una sola domanda gli sgorgava dalle labbra:
«Perché non abbiamo preso il treno?» 

«Eh…» colse Mike abbassare il finestrino e la squillante voce di una casellante apostrofarli:

«Billieto prego»

«Come?» biascicò. Si era completamente dimenticato del Ticket smarrito! Cosa aveva detto l’operatore del call center? Ah, si… di farlo presente e ritirare il rapporto di mancato pagamento «Non ce lo abbiamo. Lo abbiamo perso, credo… o forse all’entrata non ci è stato erogato dalla macchinetta»

«Cosa vuolle dire?»

«Che non lo abbiamo»

«Ah ma voi no potere»

«Ma come parla questa?» sussurrò all’indirizzo di Mike che, nel mentre, stava cercando di spiegare la situazione:
«Vede, signora… quello che stiamo cercando di dire, è che non abbiamo il biglietto. Abbiamo chiamato il call center e il suo collega…»

«Chi mio collega?­»

«Il suo collega Angelo»

«Ma chi è Angelo?»

Era troppo. Levi slacciò la cintura, scattando oltre la leva del cambio, superando il freno a mano e sporgendosi dal finestrino, simile ad un cane rabbioso:
«MA che cazzo ne so io di chi è Angelo?! È un suo collega, mica mio. Io i miei colleghi li conosco. Allora, ti decidi a farci passare o dobbiamo stare qui tutta notte?» un suono di clacson infastiditi giunse a sottolineare quelle parole. Gli altri automobilisti si stavano spazientendo.

«Ah, ma io no posso…»

«Va bene, allora rimaniamo qui a fissarci nelle palle degli occhi»

«Va beh, allora voi paga e io apro sbarra…»

«Fai quel cazzo che ti pare, basta che ti muovi» colse la mano di Mike stringergli una spalla, come a consigliargli di tacere. Sbuffò, incrociando le braccia al petto con fare seccato. Lasciò all’altro il piacere di continuare la conversazione:
«Grazie, sì… quanto le dobbiamo?»

«Quarantacinque monete»

«Amh.. non le abbiamo»

«Allora voi no pasa»

«Scusi, ma da dove viene per parlare così male? Insomma… senza offesa, ma…»

«Da villaggio di caccatori, a nord di muro Rose»

«Ah, va beh… abbiamo capito. Comunque, non abbiamo soldi a sufficienza. Che ne direbbe di un baratto?»

Levi si fece immediatamente attento a quelle parole. Il cuore gli schizzò nel petto, mentre una orribile scena si dipanava ai suoi occhi: Mike che lo scaricava al casello, obbligandolo a diventare il tirocinante della terrificante e cocciuta casellante. Squadrò il volto arcigno della donna, abbronzato e incorniciato da unticci capelli neri. Una peluria rada copriva il mento e parte delle guance. Ma… era davvero una donna, quella? Mh, forse nel villaggio dei cacciatori tutte le donne erano così… poco male! Non intendeva, comunque, diventare merce di scambio e men che meno abbandonare la carriera di soldato per intraprendere quella del casellante in barriera.

«Non vorrai…» attaccò, ma il caposquadra lo bloccò con un gesto seccato.

«Sarei tentato, ma… ho una idea migliore»
 

***


Ripartirono pochi minuti dopo aver preso i dati della donna. Come previsto, Maria Rodriguez Gonzales era una fan accanita di Kenny Ackerman. La signora Rodriguez Gonzales sarebbe stata così gentile da lasciarli passare, in cambio di un autografo di Kenny lo Squartatore?
Ma certo! Sessanta giorni di tempo per riuscire a recuperare la agognatissima firma, dopo di che… sarebbe scattato il rapporto di mancato pagamento e conseguente multa ai danni di tale Levi Ackerman, capitano della Legione Esplorativa.

«Grazie per avermi messo nella merda» soffiò quest’ultimo, una volta superato il casello.

«Preferivi ti vendessi alla società Autostrade?»

«Forse… non riuscirò mai a recuperare un autografo di Kenny!»

Mike scrollò le spalle, come se non avesse importanza:
«Sono sicuro che ci riuscirai, invece… o che morirai nel tentativo; in entrambi i casi, mi riterrò soddisfatto»

«Vaffanculo!»

«Hai già in mente un piano? Oppure una delle tue brillanti idee?»

Levi scosse il capo, sbuffando piano:
«No, ma immagino… sarà oggetto di uno dei prossimi capitoli»

 

Angolino: ritorno con le disgraziate avventure del nostro capitano. Questa ff, in particolar modo, è dedicata a Auriga (che sicuramente ricorderà quella fatidica domenica di aprile, tempestata dalle mie richieste di aiuto) ed a Shige (che si è sorbita i miei watsapp impanicati sul "cosa faccio ora? devo pagare da venezia?"). La parte del biglietto è tratta da una mia disavventura con l'autostrade, a bordo di una Multipla guidata da Alessia e Erika, che sicuramente ricorderanno il prezioso aiuto di Angelo e la casellante con barba e baffi che abbiamo dovuto affrontare. Un abbraccio a tutte.
  
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