26/06/2017
4 recensioni
Sherlock chiude gli occhi, lasciando che la pioggia scavi tra i capelli, tra i vestiti, fino alla pelle.
Riesce quasi a specchiarsi, curvo, sulle mattonelle lucide che ricoprono il tetto del Bart’s, il cappotto umido sulle spalle scuro come i segni attorno ai suoi occhi.
Pioveva anche il giorno che è lì a commemorare, senza però avvicinarsi al cornicione.
Non può. Non ancora.
Per John, che ha giurato di salvare e che respira la pioggia che cade dallo stesso cielo. Forse a casa, la figlia tra le braccia. Forse chino su una lapide, maledicendo il suo nome. Il loro incontro.
John chiude l’ombrello, lasciando che la pioggia gli sfiori il viso, le mani, gli occhi.
Riesce quasi a specchiarsi, teso, nella piccola pozza davanti ai suoi piedi. La ricorda, anche se non vorrebbe. Era lì anche il giorno che è andato a commemorare: gli aveva ferito i palmi, mentre una piccola folla si radunava attorno ad una bugia.
Vorrebbe urlare, urlare fino a perdonare.
Ma non può. Non più.
Non il miracolo che credeva di non aver salvato e che invece vive. Forse a casa, il violino tra le braccia. Forse con qualcuno, dimenticando il suo nome. Il loro incontro.
Angolo dell’autrice:
A Marsiglia piove da quasi un’ora.
Questa immagine si è presentata ai miei occhi in modo così vivido, che non ho potuto ignorarla.
È molto triste, me ne rendo conto, vi chiedo scusa! ^_^’’
Mi consola il pensiero (e spero possa aiutare anche voi a perdonare l'angst di questa mia breve apparizione sul sito dopo molto tempo!) che - nonostante le sofferenze - due anime destinate a stare insieme troveranno comunque, e sempre, la strada.
Grazie, come sempre e di cuore, a chiunque abbia letto fin qui.
(Ne approfitto anche per chiedere scusa a chi sta recensendo in questo periodo senza ricevere risposta da parte mia... cercherò di recuperare tutto al più presto, lo premetto!)
A presto,
B.
"Le coincidenze sono le cicatrici del destino."
(Carlos Ruiz Zafón)