Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Laylath    26/06/2017    2 recensioni
[La storia segue anche la trama del manga quindi ci saranno spoiler per chi segue solo l'anime]
Hanji Zoe è un personaggio fuori dalle righe anche per chi la conosce.
Rumorosa, entusiasta, capace di eccessi, il suo contributo per la Legione Esplorativa e per l'umanità è fondamentale.
La sua vita è come la storia di un volo sfrontato e meraviglioso, come quello degli uccelli che volano al di fuori delle mura.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Irvin Smith, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo. Vista sfocata.

 

Distretto di Shiganshina, 850.
 
Il dolore all’occhio sinistro la faceva impazzire.
Sentiva tutto attorno la pelle tirare e bruciare in maniera insopportabile mentre le bende sporche di terra e sangue le venivano levate con tutta la gentilezza possibile. Un lembo trascinò con sè una ciocca di capelli attaccata alla sua carne e questo le fece sfuggire un gemito involontario.
“Mi dispiace, signora – si scusò Jean con fare contrito, mentre continuava la sua medicazione – ma qui è un vero e proprio disastro”.
“Tranquillo” sospirò lei, cercando di stare ferma e chiudendo l’occhio sano. Vedere tutto in maniera sfocata non faceva che aggiungere un fastidio ad una situazione già difficile da sostenere.
Si sentiva stanca, prosciugata, tutto quello che voleva fare era sdraiarsi e farsi una lunghissima dormita che la aiutasse a dimenticare almeno per qualche ora quanto aveva appena vissuto. Un oblio dove non c’erano morte e distruzione, dove nemmeno lei esisteva davvero e dunque non poteva provare quel dolore così tremendo.
Smettila di pensarci – si rimproverò – rispetto a Sasha ti è andata anche bene. Per non parlare di tutti quelli che sono morti… tu sei viva e relativamente illesa.
Tuttavia il suo corpo la pensava in maniera diversa. Ora che la fase d’emergenza e d’azione era finita, non poteva fare a meno di provare un grosso senso di malessere per esser stata ferita all’occhio. Fosse stato in altre parti del corpo avrebbe accettato la cosa con maggior facilità, ma quella era la sua zona sensibile sin da quando era piccola.
“Dannazione, c’è ancora qualche frammento delle lenti rotte nella carne – sbottò Jean con un sibilo frustrato – deve aver pazienza, signora: dovrò usare le pinzette per levarli prima di bendare di nuovo”.
“Va bene” annuì lei, cercando di non irrigidirsi troppo a quella rivelazione. Involontariamente il suo occhio buono si serrò e anche la palpebra del sinistro cercò di fare altrettanto, provocando una nuova scarica di dolore.
Sentì il soldato che frugava nella cassettina del pronto soccorso, un fastidioso tintinnare di attrezzi chirurgici che le fece serrare le labbra con timore. Perché aveva così tanta paura di una medicazione dopo che aveva appena vissuto l’inferno uscendone viva per miracolo mentre tanti altri erano morti?
Quel dolore doveva essere niente per lei, eppure…
“Lascia, ci penso io”.
“Va bene, capitano. Allora torno da Sasha per vedere le sue condizioni”.
Il rumore dei passi che si allontanavano indusse Hanji ad aprire l’occhio destro giusto in tempo per vedere Levi che si inginocchiava alla sua altezza e la scrutava con attenzione. La sua vista ci impiegò qualche secondo per mettere bene a fuoco il suo viso: non c’era più traccia del sangue di tutti i giganti che aveva ucciso, sembrava che fosse appena rientrato da una semplice passeggiata. Solo il viso tirato ed i capelli scuri leggermente arruffati non rientravano nel concetto di ordine di Levi.
Si scrutarono qualche secondo e poi l’uomo allungò la mano che teneva le pinzette ed Hanji fu costretta a chiudere gli occhi per evitare almeno la parte visiva di quella medicazione così penosa.
Uno… due… tre… sembrava che i suoi occhiali si fossero disintegrati in decine di crudeli frammenti che avevano deciso di penetrare in profondità. Per quanto la mano di Levi fosse precisa, ogni volta era un piccolo mondo di bruciore che la torturava fino a quando non veniva sostituito da un nuovo focolaio di dolore.
Le parve un miracolo quando la voce di lui annunciò il fatidico “finito”.
“Grazie” sospirò Hanji, riuscendo finalmente a rilassare le mani che aveva tenuto serrate in grembo sino a quel momento.
Seguendo le indicazioni sollevò la testa e permise all’acqua fresca della borraccia di bagnarle tutto il viso, dando un minimo di sollievo alla parte ferita.
“Non dovrebbe fare infezione, mi pare abbastanza pulita – continuò Levi, mentre prendeva un rotolo di garza e iniziava a farle una nuova fasciatura – ovviamente bisognerà cambiare spesso la medicazione durante il viaggio di ritorno”.
“Viaggio di ritorno – Hanji sospirò disperata nel pensare a quanto li attendeva per tornare a casa. Il desiderio di sprofondare nell’oblio si fece di nuovo prepotente – ma prima dobbiamo pensare al sotterraneo della casa di Eren. Armin si è svegliato?”
“Non ancora, credo dormirà qualche ora prima di riprendersi. Un qualcosa che suggerisco anche a te, quat… Hanji”.
“È così strano vedermi senza occhiali?” riuscì a sorridere lei, notando quella lieve esitazione.
“Adesso dormi – scrollò le spalle Levi, chiudendo la cassettina dei medicinali e alzandosi in piedi – così stremata non sarai di molta utilità”.
Senza lasciarle tempo di replicare si allontanò lungo il muro, dalla parte opposta rispetto al piccolo accampamento di fortuna che avevano ricavato per permettere ad Armin di riprendersi e per curare Sasha… e anche lei. Un minuscolo angolo di sicurezza dopo il disastro che era successo.
Consapevole che il suo corpo le chiedeva un minimo di riposo, la donna obbedì al consiglio di Levi e si sdraiò nel giaciglio da campo che le era stato preparato. Stupidamente allungò la mano verso il viso per levarsi gli occhiali in un gesto abituale, ma la mano si bloccò a metà strada.
“Sciocca…” sospirò con un sorriso amaro, sistemandosi meglio sul duro cuscino.
L’incoscienza l’avvolse quasi subito, segno che era davvero stanca.
Si rassegnò all’idea di avere il sonno tormentato dai ricordi di quanto successo nelle ore precedenti, ma il suo ultimo barlume di coscienza le trasmise una sensazione di estrema sorpresa.
“Occhiali? Sul serio mia figlia deve portare gli occhiali?” disse una voce che non sentiva da anni.
Mamma?


 


___________________
Salve a tutti.
Dato che la mia fase di fissazione per AoT prosegue, ho deciso di buttarmi in questa long sul personaggio di Hanji.
Partendo dal prologo, ambientato fra il capitolo 84 e il capitolo 85 del manga, tornerò indietro negli anni per sviluppare la storia della nostra Quattrocchi preferita, andando addirittura alla sua infanzia. Sarà interessante vedere la sua crescita, le sue motivazioni, le sue scelte... vedere come si svilupperanno i rapporti con quelli che poi saranno i suoi compagni della Legione Esplorativa. Riprenderò anche i fatti noti del manga, sebbene cercherò di andare soprattutto sui missing moments, su quei dietro le quinte che tanto ci piacciono.

E niente, sarò felicissima se vorrete seguirmi in quest'avventura, in questo volo entusiasta della nostra cara Hanji ^^

 
  
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