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Autore: AgusTinaD    26/06/2017    1 recensioni
Haruka un ragazzo con bellissimi occhi blu mare, riuscirà a innamorarsi e a credere nel amore?
Il tempo sarà il suo più grande nemico, lotterà o si arrederà?
YAOI M&H
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Haruka guardò lo specchio, Makoto non c'era più , il giovane senti un vuoto. Forse c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo? Non si sentiva per niente disturbato dal commentario di Makoto, si sentiva invece in difficoltà, perché non sapeva come comportarsi, si sentiva completamente fuori luogo, cioè, gli piaceva parlare con il castano, li affascinava la maniera in cui descriveva i suoi ideali, era sicuramente qualcosa di molto importante per lui. Sentiva una così dipendenza che non sapeva controllare si sentiva vulnerabile e questo rappresentava una minaccia per lui.

"Forse è stato un bene che tu sia sparito ... Makoto" Haru usci dalla stanza in cerca di qualche informazione su Makoto al interno della villa.

Camminava per i corridoi guardando i mobili antichi, sfiorava con le dita le pareti e guardava le porte, il tetto, immaginava come sarebbe stato stare vicino al ragazzo che lo innervosiva e lo tranquillizzava allo stesso tempo, chiudeva gli occhi e provava a viaggiare nel tempo attraverso i suoi pensieri, tutto quello insieme al suono di quella voce che non sarebbe riuscito mai a dimenticare.

"Makoto Tachibana ... chi sei?" Mormoro per se.

"Perché mi confondi in questa maniera?" Sussurro.

Era speciale, qualcosa di nuovo, un sentimento riassunto in una sola parola..."ispirazione"; qualcosa di fondamentale per un artista, le idee ronzavano come non mai nella testa di Haruka, aveva già completato quel disegno del ragazzo della prima guerra mondiale; quello era il suo segreto, forse il più intimo in tutta la sua corta vita e allo stesso tempo quel disegno diventava il suo tesoro, poteva guardare a Makoto quante volte voleva, poteva sembrare esagerato ma il personalità energica, decisa e particolare di Makoto era riuscita a colpire Haruka in una maniera indelebile, innamorarsi di un personaggio anacronistico non era nei suoi piani.

Cercando il suo leggio, e una nuova tela, comincio un nuovo dipinto, ricordando le prime parole che ascolto da Makoto ritorno in camera, dirigendosi al balcone. Immaginava i campi di quei tempi, mischiato al aria di guerra e a le sue terribile conseguenze, cosi catturo uno scenario crudo e fino a un certo punto triste di quello che era quella provincia in tempi di guerra, era un bellissimo paesaggio pieno di fantasia con i cieli tinti di marroncino e un tramonto rossiccio con riflessi.

"Sicuramente questo sarà il tuo scenario ... " Disse Haru finendo i piccoli particolari di quel dipinto.

"Questa è una delle tante opere che ho in mente, questa volta la ispirazione non mi abbandonerà, ho molto lavoro da compiere" Disse Haruka mentre puliva uno dei suoi pennelli sporchi con un fazzoletto.

Durante la notte lasciò che il quadro si asciugasse, pensò a tutte le cose che doveva fare il giorno successivo. Ormai era sicuro l'ispirazione era tornata, una specie di energia percorreva tutto il suo corpo, aveva tanti progetti in mente da realizzare, la sua immaginazione volava si sentiva capace di fare qualsiasi cosa.

" Ancora non so come interpretare tutto questo...com'è possibile che a questo punto della mia vita pensi a questi sentimenti, è troppo conveniente questa ispirazione, però se qualcuno scoprisse questo penserebbe che sono un pazzo..." Haru era in conflitto con la realtà e la presunta fantasia.

Haruka rimase seduto sul letto guardandosi al specchio, cercava di pensare ragionevolmente, credeva che in qualsiasi momento sarebbe impazzito, dopo tutto, non sarebbe il primo artista a perdere la ragione con la quantità di cose che gli venivano in mente.

" Cosa gli dirò quando lo rivedrò...?" Si domando il nuotatore.

" Che a due volte di averlo visto si è trasformato nella più grande ispirazione?" Haru non poteva immaginare la reazione di Makoto.

" Si può dire che è un riflesso nello specchio, è provabile che sia una creazione della mia fantasia, forse un segno che mi avvisa che ho perso la testa..." Quanti tormenti venivano a la mente del artista, ogni volta che pensava a quella situazione , la sua angoscia cresceva.

Nonostante, quella notte lui aspetto che il suo riflesso comparisse, ma non successe. Makoto non apparse nei seguenti tre giorni Haruka si sentiva in colpa pensando che era per colpa del suo silenzio. La sua inspirazione era sparita forse per sempre, cosa gli sarebbe successo se in quel momento la sua famiglia si aspettava il massimo da lui? Adesso non c'erano più ragioni per dipingere per lui e per una strana ragione, sentiva un vuoto interiore come se qualcosa gli mancasse e quello gli provocava una terribile tristezza ...

"Sono passati già tre giorni" Haru sospiro percorrendo con lo sguardo l'intero grande e vecchio specchio.

"Non so perché non posso più dipingere... ci ho provato davvero e non ci riesco, perché non sei tornato?" Haruka accarezzò lo specchio con i polpastrelli.

Haru cominciava a abituarsi al idea di non rivedere più il giovane dello specchio, credeva che deludere i genitori e incluso anche i suoi ammiratori fosse meno grave che deludere se stesso. A questo punto non sapeva bene se aver conosciuto Makoto era stata una cosa positiva o forse tutto il contrario, dato che non aveva conoscenza dei sentimenti che stava provando in quel momento.

Tormentato, scese le scale con l'intenzione di smettere di sentirsi in gabbia, aveva bisogno di liberarsi del suo proprio fantasma. Cammino verso il lago in mezzo a quel triste paesaggio, che in quel giorno si abbinava perfettamente con il suo stato d'animo. Mise i piedi nudi dentro l'acqua e comincio a unirsi al elemento, ed in poco tempo si trovava completamente sommerso nel lago.

"Vorrei tanto che tornassi" Pensava mentre galleggiava guardando il cielo nuvoloso.

Chiudendo gli occhi riusciva a vederlo e se si sforzava un po' di più, poteva ricordare la sua voce grave e speciale, quella divisa, i suoi capelli castani illuminati per la luce delle candele...

"Devo ritornare a casa, è probabile che questa notte si appara" Haruka usci dal acqua incontrandosi con Rin.

"Haru, cosa ci facevi nuotando nel lago? L'acqua è molto fredda! Potresti ammalarti!" Rin corse per aiutare Haruka.

"Avevo bisogno di rilassarmi un po', non ti preoccupare, andrò adesso a cambiarmi i vestiti" Haru strinse il bordo della camicia.

"Ti accompagno , ho bisogno di domandarti alcune cose" Disse Rin, mentre camminava vicino a Haru.

"Certo, cosa mi vuoi domandare?" Haruka cominciava a tremare per il freddo.

"C'entra la villa, diciamo, che sono solo inquietudine mie" Rin mise le mani dentro le tasche del suo capotto.

"Inquietudine?" Haruka si girò per vedere Rin.

"Non so come cominciare, ma...Haru dimmi, tu hai percepito qualcosa di strano dentro la villa?" Rin si fermo.

"In che senso qualcosa di strano?" Haruka si sentiva scoperto.

"Vedi, è una casa molto antica, lo sai , circolano leggende metropolitane sulle case molto antiche come questa" Diceva Rin mentre osservava la grandissima struttura della villa.

" Ehm...in realtà non è successo niente di strano" Rispose un tanto insicuro.

"Ti confessò che l'unica cosa che so su questa casa è che fu costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale" Commento Rin.

"Credo invece che sia la Prima Guerra Mondiale" Rispose Haru senza pensare alle conseguenze.

"Come lo sai?" Rin si giro per guardarlo.

"Ehm...vedi...per le strutture, si vedono molto vecchie, inoltre lo stilo lo ho visto in una mostra di fotografie Tokyo, riguardanti quel periodo storico" Haruka si senti molto teso e camino più veloce.

"Capisco... Haru sei sicuro di non aver sentito o visto qualcosa di strano in questo luogo?" Insisteva Rin.

"Vuoi entrare, ho freddo e mi devo cambiare i vestiti , se gusti ti posso invitare una tazza di caffè, accetti?" Domando Haruka salendo le scale verso il portone.

"Certo, andiamo" Rin cammino insieme a Haru ed entrarono nella villa.

Haruka considerava una pazzia parlargli di quello che succedeva in casa, il fatto di dirgli che di notte parlava con un riflesso dentro lo specchio, era proprio da pazzi. Ci stava ancora pensando mentre si cambiava.

Intanto, Rin aspettava nel salotto in compagnia dei genitori del pittore.

"Mi fa molto piacere che mio figlio cominci a fare amicizie in questo luogo" Disse la signora Nanase mentre versava un po' di caffè su una tazza di porcellana.

"Haruka mi sta molto simpatico, credo che sia un ragazzo nasconde molti misteri e tante cose da raccontare" Rin si sistemo sul antico divano.

"Mio figlio non è mai stato molto socievole, non ha mai fatto nessun amico neanche a scuola quando era ancora un bambino" Disse il signor Nanase mentre beveva un sorso di caffè.

"Purtroppo non posso dirlo ancora che Haruka mi voglia come amico" Rin aggiungeva del zucchero sulla sua tazza.

"Pero sicuramente mio figlio..." La signora Nanase fu interrottaper da suo figlio.

"Sicuramente gradirei che tu non attaccassi Rin , madre" Haruka scese dalle scale completamente sistemato.

"Haru non ti devi arrabbiare, tentavamo almeno di conoscerlo un po' " La signora Nanase si sistemo su uno dei divani.

"Per favore posso parlare in privato con Rin? Ci sono certi argomenti che non sarebbero imbarazzanti dirgli davanti a voi" Haru tentava di far andare via i suoi genitori.

" Ok Haru, vi lasceremo da soli, ma credo che meritiamo un po' di fiducia dopo tutto siamo i tuoi genitori" I signori Nanase uscirono dal salotto.

" Spero che i miei genitori non ti abbiano infastidito " Disse Haruka versandosi un po' di caffè.

"No assolutamente, sembrano persone molto gentili e educate" Sorrise Rin.

Haruka cominciava a sentirsi più a suo agio, ma non tanto da raccontarli le sue visioni...

" Bene Haru, sono venuto qui per chiederti un favore, vedi, io sono un insegnante e volevo domarti se un giorno potevi venire a conoscere i miei alunni? Sono molto bravi e credo che gli farebbe molto piacere conosce un pittore famoso" Rin prese un sorso del suo caffè.

" Mi va bene, non sono mai assistito ad una classe como invitato" Haruka mosse il cucchiaino dentro la tazza del caffè.

" I ragazzi si sono molto interessati a conoscere le persone che abitano nella soprannominata 'Casa stregata'così la chiamano, spero non ti dia fastidio"

" Ma perché la chiamano ' Casa stregata', c'è forse qualche leggenda al riguardo?" Domando Haruka intrigato.

" Bene, dicono che tutte le notti si sentono rumori strani provenienti di questa casa nel tempo in cui era disabitata, potrei dirti che persino io sono riuscito a sentirli, comunque ti posso assicurare che questa casa è rimasta vuota fin da quando ne ho memoria e vedi io sono nato e cresciuto qui" Rin guardo attentamente Haru.

" Ma tu sai chi erano i proprietari? Voglio dire, so che mio padre l'ha comprata in una subasta perché il paese ne ha preso possesso nonostante i proprietari siano ancora vivi ma che non hanno mai fatto niente per riaverla indietro"

"Si è vero, i proprietari sono ancora vivi ma a quanto ne so loro vivono in questo momento in Germania, non l'hanno mai chiesto indietro, questo perché sono proprietari di compagnie grandissime e non credo che abbiano molto interesse in una casa situata in un paesino" Rispose Rin.

" Qual'è il cognome dei proprietari legittimi di questa casa?" Haruka sentiva di morire se non darebbe riuscito a fare questa domanda, perché da quello dipendeva se era stato tutto un frutto della sua immaginazione o se per caso incontrava veramente un antenato della famiglia originale.

" I proprietari sono la famiglia Tachibana. Hanno abbandonato il Giappone dopo la Prima Guerra Mondiale, alcuni raccontano che sia morto un membro della famiglia molto importante e i familiari non hanno sopportato l'immenso dolore, dopo di loro siete arrivati voi, certo ci sono persone che pulivano regolarmente la casa" Rin tentava di ricordare tutto quello che poteva.

" Non ci credo... Tachibana... non può essere vero" Mormoro Haruka mentre impallidiva, mentre un brivido ghiacciato gli percorreva la schiena facendolo rabbrividire.

"Succede qualcosa Haru? ... stai bene?" Rin si mise in piedi.

" Eh... si...io...sto bene, solo..." Haruka rimaneva fissando il vuoto.

"Haruka cosa succede?" Rin prese per le spalle Haru per scuoterlo così da farlo razionare.

"Rin, io ti devo raccontare qualcosa, non so come la prenderai ma qualcuno deve saperlo " Haruka tento di prendere un po' d'aria.

Erano troppe coincidenze, sarà vero quello che Rin gli ha raccontato? Se era vero, chi era la persona morta, perché gli era capitato proprio a lui di assistere a quella apparizioni? Come spiegargli a Rin quello che succedeva a casa sua e più precisamente nella sua camera?

 

 

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Analia1412

   
 
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