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Autore: MaryFangirl    27/06/2017    0 recensioni
Rick è sul punto di capire cosa Michonne significhi per lui, ma questo nuovo mondo consentirà loro di trovare la felicità insieme? [Ambientata dopo la fine della 5° stagione].
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michonne, Rick Grimes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Michonne si sedette sulla sedia pieghevole sorseggiando il caffè che in qualche modo Rick le aveva procurato dalla scorta decrescente di Olivia. Il sole era tramontato dieci minuti prima, ma non sarebbe andata a letto di lì a poco. La sua notte l'avrebbe trascorsa pattugliando la comunità. Voleva prestare speciale attenzione attorno al perimetro. Daryl e Aaron non avevano trovato prova di crimini lì fuori, ma il suo istinto le diceva che stava per succedere qualcosa e non sarebbe stato nulla di buono.
Si strinse ulteriormente nella camicia larga di plaid di Rick. Il vento era aumentato quindi dubitava che quell'indumento sarebbe riuscito a tenerla al caldo a lungo, ma non voleva sentirsi costretta da un cappotto ingombrante. La katana era appesa alla sua schiena proprio come ai vecchi tempi. Gli stivali di pelle strisciavano sul suolo. L'atteggiamento freddo che di solito la caratterizzava era in conflitto con l'energia nervosa e ininterrotta che sentiva nell'anima. Non sapeva perché cose simili cominciavano sempre a farsi vive di notte, ma era pronta a lasciarsele alle spalle.
"Ehi" Rick entrò nell'area e la baciò velocemente sulla guancia prima di sedersi accanto a lei. "Siamo proprio i primi, eh?" chiese.
"Sembra di sì" disse. "Com'è stata la guardia questo pomeriggio?"
"Tranquilla" disse lui iniziando nervosamente a muovere la gamba, "ma non sembra un bene"
"Sta arrivando qualcosa"
"Qualcosa di brutto"
Michonne posò la mano sulla sua gamba per farlo smettere di agitarsi. Nessuno dei due aveva bisogno di essere così nervoso. Guardò dietro la propria spalla e vide Jessie e Sam camminare dentro il cortile di Deanna. La donna bionda rivolse un imbarazzato cenno di saluto prima di sistemarsi dalla parte opposta. Rick guardò l'orologio per evitare lo sguardo di Jessie. Non si sentiva ancora completamente a suo agio con lei. Dall'aver ucciso suo marito, al loro goffo non-bacio fino al fatto che suo figlio avesse tentato di ucciderlo, colpendo Carl, era strano stare insieme a lei.
"Sembra che cominceremo presto" disse Michonne.
Rick si voltò per vedere cos'avesse attirato l'attenzione di Michonne. Fu sconvolto dal sussulto di odio che immediatamente colpì il suo cuore alla vista di Ron. Mentalmente, sapeva che Ron era solo un ragazzino confuso che rimpiangeva quello che aveva fatto, ma era difficile accettarlo con le immagini di suo figlio che veniva colpito e quasi affogava. Fece un respiro profondo e guardò il cielo per tentare di calmarsi. Stava perdendo la battaglia finché non avvertì una mano fresca attorno alla propria. Michonne gliela strinse forte. Lui emise un altro respiro profondo e annuì, facendole capire che era tutto ok.
Ben presto il resto della comunità iniziò ad entrare. Carol si sedette accanto a Michonne. Glenn, Tara e Rosita rimasero accanto all'entrata insieme a Morgan e Aaron.
Deanna fece il suo ingresso con Maggie e Spencer rispettivamente ai suoi lati. Il brusio di voci si zittì. "Grazie per essere usciti stasera. Mi dispiace che ultimamente ci riuniamo solo per discutere di tragedie, ma questo è il mondo in cui viviamo oggi"
"Non era il nostro mondo finché Grimes e la sua gente non sono venuti qui" disse Tobin.
"Ora non è il momento-" cominciò Deanna.
Nicholas si alzò dall'angolo in cui era seduto. "Aiden e Reg e Pete sarebbero ancora vivi se Rick non fosse mai venuto"
"Un'affermazione piuttosto audace da parte dell'uomo che è appena stato rilasciato dagli arresti domiciliari per aver sparato a Glenn. E ti sei dimenticato che Noah è morto perché sei un dannato codardo?" gridò Tara.
"Tutti quanti, smettetela. Basta" Maggie si piazzò in centro alla gente riunita. "Dobbiamo tutti calmarci, e parlare di quello per cui siamo venuti. Non è il momento per le vostre lamentele"
"Allora quando potremo parlare di quello che sta succedendo?" chiese Tobin. Si stava arrabbiando così tanto che la sua pelle assunse una tinta rossastra. "Ragazzini che sparano a ragazzini. Quelle cose non morte che invadono il posto in cui viviamo. E probabilmente qualcuno o qualcosa li sta guidando a noi. La mia famiglia è spaventata. Diamine, io sono spaventato, Deanna ci ha sempre protetto di tenerci al sicuro. Non siamo al sicuro"
"Dove cazzo sei stato negli ultimi due anni?" chiese Abraham. Si parò direttamente di fronte a Tobin e incrociò le braccia dietro la schiena con atteggiamento da soldato. "Non c'è un solo centimetro di spazio sicuro rimasto su questo dannato pianeta infetto. Voi figli di puttana state vivendo del fottuto paese dei balocchi se pensate che la ragione dell'assedio di questo posto sia Rick e noi altri. Là fuori ci sono più vaganti che persone. E tra le persone che sono rimaste, ogni singolo stronzo sta cercando di diventare il capo per conquistare quello che è rimasto in vita. Ringraziate le vostre stelle fortunate che siamo qui per darvi una dannata idea del mondo"
"Sto solo cercando di tenere la mia famiglia al sicuro" molto del tono pungente di Tobin era sparito mentre Abraham continuava a stare di fronte a lui.
"Nessuno è venuto per sentire queste stronzate, amico" disse Daryl.
Michonne si piegò per sussurrare a Rick, "E' un déjà-vu. Tobin stava dicendo la stessa cosa quando Deanna convocò la riunione per decidere se volesse esiliarti"
Rick sbuffò e scosse il capo. "Non ne avevo idea..." smise di parlare quando vide Morgan avanzare. La sua fronte si corrugò per la preoccupazione. Lui e Morgan non erano esattamente sulla stessa lunghezza d'onda ultimamente. L'uomo avrebbe potuto cominciare a unirsi al coro delle lagnanze, per quanto Rick ne sapeva. "Cosa significa?" sussurrò a Michonne.
"Magari ti sorprenderà"
"Tutti quanti" disse Morgan, "vi prego di ricordare che sono appena arrivato da quello che c'è fuori dalle mura. Sono giunto fin qui dalla Georgia. Così come hanno fatto Rick e la sua gente. E anche se non avrei usato lo stesso linguaggio del mio amico dai capelli rossi, Abe, ha assolutamente ragione. Nessun posto è veramente al sicuro. Alcuni lo sono più di altri. Anche se le nostre filosofie sono differenti adesso, Rick Grimes mi ha salvato la vita, ed è un brav'uomo. Vi farà bene ascoltarlo"
Rick abbassò lo sguardo impressionato e toccato dalle parole dell'amico. Guardò Michonne e lei mimò le parole 'Te l'avevo detto'.
"E se non lo facciamo, cosa farà? Ci sparerà come ha fatto con Pete?" gridò qualcuno da dietro.
"Okay, basta!" Deanna si alzò dalla sua sedia. "Siamo qui per parlare della punizione per Ron Anderson" si voltò verso Jessie. "So che è tuo figlio, e so che lo ami, ma ha fatto qualcosa di molto brutto. Dev'essere punito. Starà agli arresti domiciliari a tempo indeterminato. Riconsidereremo la sentenza da tre a sei mesi" si rivolse a Ron, "Giovanotto, posso vedere il pentimento e il rimorso sulla tua faccia. Siamo molto fortunati che tu non abbia ucciso Carl Grimes. Spero che durante il tempo che trascorrerai rinchiuso, continuerai a riflettere sul tuo sbaglio. Prendi questo tempo per crescere come persona. Hai fatto una cosa brutta, ma non credo che tu sia una brutta persona. Credo che un giorno sarai di nuovo un membro di valore della comunità"
Ron guardò sua madre con le lacrime agli occhi, poi di nuovo Deanna e annuì. "Ci proverò" si alzò e guardò Rick negli occhi. "Mi dispiace. Ti prego, dillo anche a Carl. Non avrei mai voluto che accadesse questo"
Rick si limitò a concedere un cenno, non fidandosi di se stesso se avesse parlato.
"E per quanto riguarda tutti voi" continuò Deanna, "So che molti di voi si stanno chiededo perché sto chiudendo Ron per tentato omicidio mentre lascio Rick livero. Ha ucciso Pete per ordine mio. Quell'uomo era una minaccia e nessuno di noi era al sicuro con lui. Ora Rick mi sta aiutando a dirigere questo posto perché ne sa molto di più di questo mondo rispetto a me. Ascoltiamo quello che ci dice e se non vi piace vi prego di sentirvi libero di lasciare Alexandria e di tentare di sopravvivere da soli. Con questo, la riunione si aggiorna".
 
 
 
Rick emise un sospiro frustrato mentre osservava le persone di fronte a sé. Camminò avanti e indietro con la mano sul calcio della pistola. Il sole brillava sul gruppo di persone allineate fuori dalle mura di Alexandria. Ognuna di loro aveva una pistola. La maggior parte non sapeva cosa fare delle armi. L'addestramento obbligatorio era iniziato due settimane prima e i residenti non sembravano migliorati a gestire le armi da fuoco rispetto all'inizio.
Rick si asciugò bruscamente una goccia di sudore che colava dalla fronte. La frustrazione era quasi sul punto di esplodere.
Michonne osservò nell'osservare Rick che toglieva la pistola dalla mano di un uomo che non riconobbe per mostrargli come caricarla appropriatamente. Persino da dov'era situata, sulla torre di guarda, riusciva ad avvertire la sua irritazione. Comprendeva i suoi sentimenti visto che le lezioni di coltelli e combattimento corpo a corpo che stava tenendo con Abraham avevano risultati simili. Rick guardò verso la torre. Non era sicura che potesse vederla, ma gli regalò un gesto rassicurante con la mano. Guardando dal mirino del fucile, sorvegliava l'area. Non c'erano stati vaganti. Se n'erano andati qualche giorno prima, e se n'era visto solo qualcuno qua e là.
Vide una versione in miniatura di Carl, mentre entrava dai cancelli e si dirigeva verso la torre, attraverso il mirino. Si girò velocemente quando sentì i suoi passi fermarsi in cima alle scale.
"Ehi ragazzino" disse prima di tornare a concentrare sulla terra in basso.
"Ehi Michonne" si avvicinò per sedersi accanto a lei e guardare fuori dalla finestra. "Papà è davvero duro con loro"
Michonne annuì. "E' vero. Ma sta cercando di salvare le loro vite"
"Stamattina mi ha detto che avrebbe cercato di essere più paziente con tutti, ma non penso stia funzionando"
Michonne inclinò il capo di lato e le tornò in mente la personalità di Rick. "I modi di tuoi padre con le persone potrebbero certamente essere più...diciamo rifiniti" si consentì di distogliere l'attenzione dalla guardia per osservare Carl più da vicino. Era magro e pallido. "Come ti senti? Sicuro che dovresti stare qua?"
Carl mantenne l'attenzione verso l'addestramento con le pistole. "Michonne, sto bene. Non potrei trascorrere un altro secondo chiuso in quella casa. Quando Carol è passata per stare con Judith sono scappato"
Michonne scosse il capo. "Carol lo sa che te ne sei andato?"
"Le ho detto che me ne stavo andando e poi sono corso fuori prima che potesse fermarmi"
"Cosa devo fare con te?"
"Puoi dire a papà che io dovrei aiutarlo" afferrò il calcio della pistola, tirandola fuori dalla fondina intorno alla vita. "Sono uno dei cecchini migliori che ha"
"E' vero ma non ancora, ragazzino. Dobbiamo pensare alla tua salute. Craig dice che sei in convalescente. Aspetta un altro paio di settimane, okay?"
"Chi lo sa cos'accadrà in un paio di settimane. Gli Wolves e chiunque altro esserci addosso" Carl voltò la schiena alla finestra e guardò Michonne.
"Se sarà così, ci penseremo. Tuo padre sa cosa sta facendo. Io so cosa sto facendo. Staremo bene" Michonne sapeva e capiva il suo radicato bisogno di aiutare gli altri per sentire di contribuire alla sicurezza di tutti, ma non gli avrebbe permesso di mettere a rischio la sua salute.
Carl tornò a guardare fuori dalla finestra e osservò come suo padre e Sasha tentassero di fare in modo che Olivia reggesse la pistola come si doveva. "E' abbastanza fantastico come tu abbia sempre tanta fiducia in papà"
Michonne sollevò un sopracciglio. "Certo che ho fiducia in lui. Tu no?"
"Sì, ma a volte dà di matto" scrollò le spalle. "Cioè, tutta la storia con Jessie e dopo aver ucciso Pete" scosse il capo e distolse lo sguardo da quello inquisitorio di Michonne. "Lascia stare"
Michonne guardò il perimetro della comunità per assicurarsi che fosse tutto ancora a posto per Rick e gli altri prima di tornare su Carl. "Parlami. Hai qualcosa per la testa. Sai che puoi dirmi tutti"
Carl sospirò ma rimase zitto tentando di mettere insieme le parole. "Sai quanto voglio bene a papà. È il mio eroe. Tutto quello che fa è per proteggerci. Pete era pericoloso e ha dovuto ucciderlo. Ma quella cosa che aveva con Jessie era strana. Se non avesse avuto quell'ossessione, forse..."
"Forse tu non saresti stato colpito" concluse Michonne al suo posto.
"Sì" disse lui con il capo chino. "Con tutto quello che papà ha fatto per me, non voglio sembrare un ragazzino che piagnucola, ma ho trascorso l'ultimo paio di settimane sentendomi grato e arrabbiato perché è andato troppo oltre"
"Va bene essere arrabbiati. Io l'ho messo k.o. Perlopiù perché cercavo di salvarlo da se stesso, ma ero anche arrabbiata da morire. Non significa che non gli vuoi bene. Non elimina neanche il suo stato da eroe. È umano. Commetterà degli errori e va bene sgridarlo quando lo fa. E poi venire colpiti da un proiettile fa uscire tutta la rabbia. Credimi, io lo so"
Carl la graziò con un piccolo sorriso. "Sì, è vero. Ero arrabbiato anche quando avevo otto anni e non mi aveva comprato il nuovo fumetto di Batman perché diceva che ero troppo piccolo"
Entrambi scoppiarono a ridere. Una volta acquietati, Michonne posò la mano sulla spalla di Carl, "Dovresti parlare con tuo padre. Dirgli come ti senti"
Lui scosse il tempo. "Non voglio ferirlo"
"Il punto, con tuo padre, è che non importa quanto sei arrabbiato con lui, perché sarà cento volte più arrabbiato con se stesso. Entrambi vi portate addosso senso di colpa, rabbia e dolore. Parlatene. Renderà il vostro rapporto ancora più forte"
"Penserà che sono solo un bambino piagnucoloso"
"Conosci tuo padre meglio di così. Non lo farà. Ti ama più di qualsiasi altra cosa. Ti ascolterà. Ti rispetta"
"Okay, gli parlerò" si appoggiò a Michonne e posò il capo sulla sua spalla.
Lei gli accarezzò la testa. "Ti senti stanco?"
"Sì, un po'. Non dirmi 'te l'avevo detto'"
"Non lo farò. Lo penserò e basta" gli sorrise. "Il mio turno finirà presto. Quando verrà Sasha a darmi il cambio, andremo a casa e ti preparerò la cena"
Carl chiuse gli occhi con il capo ancora appoggiato alla spalla di Michonne. "Quando mi ammalavo la mamma mi preparava formaggio grigliato e zuppa di pomodoro"
Lei sorrise. "Andre amava la zuppa di pomodoro di mia madre. Ne mangiava almeno due scodelle"
"La mamma usava le lattine, ma l'adoravo comunque"
Michonne gli tolse i capelli lunghi dal viso. "Ti manca molto"
Carl annuì. "Già. Le saresti piaciuta"
"Perché lo dici?" la voce di Michonne era venata di sorpresa. Non aveva mai pensato a cosa Lori avrebbe sentito riguardo a lei.
"Ami me e Judith come se fossimo tuoi. Lo apprezzerebbe. Penso quasi che lei ti abbia inviato a noi. Ti sei presentata alla prigione il giorno dopo la sua morte. Non sembra una coincidenza. Forse anche Andre ti ha mandato per noi perché sapeva che avevi bisogno di un'altra famiglia"
Michonne faticò per tenere a bada le lacrime che minacciavano di scendere. "E' un modo bellissimo di vedere le cose"
"Penso che ti abbia mandato non solo per me e Judith, ma anche per papà. Sapeva che non avrebbe preso bene la sua morte" fece una pausa. "Ho visto papà uscire dalla tua stanza ieri sera"
"Capisco" disse Michonne. Si stava muovendo con calma.
"Non stavo spiando o altro. Mi ero solo alzato per prendere un bicchiere d'acqua e l'ho visto uscire dalla tua stanza per tornare nella sua. Sembrate molto più vicini ora rispetto a prima che venissi colpito"
"A te sta bene?" per quanto amasse Rick, non voleva fare nulla che avrebbe potuto causare dolore a Carl.
"Papà ha bisogno di te. Tu hai bisogno di lui. Sono contento che stiate insieme" sollevò la testa e la guardò. "Se state insieme"
Lei gli scompigliò i capelli e gli sorrise. "Ci stiamo lavorando"
"Bene. Una delle cose per cui ero arrabbiato prima era la foto persa alla prigione della mamma. Ero arrabbiato perché Judith non saprà mai com'era. Ho paura che un giorno lo dimenticherò, ma abbiamo entrambi te adesso. Questo aiuta a far andare via la tristezza e la rabbia. Spero che siamo in grado di aiutarti allo stesso modo. Di eliminare un po' del dolore per aver perso Mike e Andre"
Michonne non poté più trattenere le lacrime. Abbracciò il ragazzo che considerava suo figlio. "Lo fate, ragazzino. Lo fate tutti, davvero".
 
 
 
L'addestramento con le armi era finito per quel giorno. Il gruppo di abitanti di Alexandria era tornato a casa. Michonne e Carl incontrarono Sasha all'entrata della torre di guardia per il cambio di turno con la promessa di tornare presto con la cena per lei. Michonne portò Carl al cancello principale della comunità. Con il fucile e la katana addosso, Michonne rimase attentamente di guardia alla ricerca di qualsiasi problema. Carl fece lo stesso con la mano sulla pistola, pronto a tirarla fuori in qualsiasi momento di bisogno.
Rick li stava aspettando al cancello con un cipiglio in viso. "Cosa stai facendo fuori dal letto?" chiese a Carl.
"Quelle quattro mura mi stavano facendo impazzire. Dovevo uscire" disse Carl.
"Sii grato di avere quelle quattro mura" Rick lo abbracciò. "Non è sempre stato così. Potrebbe non essere sempre così"
"Lo so, papà. Sono grato. Davvero. Uhm, possiamo parlarne più tardi?"
Rick si corrucciò ulteriormente. "Ti senti bene?"
"Sto bene. È solo che non parliamo da un po'..."
Rick guardò Michonne, ma lei scrollò le spalle sapendo che era compito di Carl spiegare al padre come si sentiva. "Okay, lascia che parli con Deanna, poi potremo discutere, prima o dopo cena"
"Va bene. Ci vediamo a casa" disse Carl avviandosi prima di loro.
Rick e Michonne si misero in cammino insieme, disinvolti, senza volersi separare immediatamente visto che non si erano visti molto durante il resto della giornata. "Di cosa si trattava?" chiese Rick.
"Forse tuo figlio vuole soltanto parlare. Ma qualsiasi cosa dica, ascoltalo. Assorbi quello che cerca di dirti"
"Quindi tu sai di cosa si tratta"
Michonne fece il gesto di chiudersi le labbra e di gettare via la chiave. Rick le sorrise grato, con tutto quello che stava succedendo, riuscivano ancora a essere scherzosi tra loro. Lui notò che lei indossava la sua camicia di plaid bianca e nera.
"Quindi adesso indossi i miei vestiti?" chiese.
"Le tue camicie sono comode" disse Michonne stringendosi nell'indumento.
"Ho solo quattro camicie, e continui a rubarmele. Quella è la mia preferita"
"Scusa" disse lei con un finto broncio.
Lui si fermò e la guardò. "Ora sei ingiusta. Come posso resistere a quella faccia?" finse di pensarci. "Suppongo che vada bene che tu tenga la camicia anche se è la mia preferita, visto che anche tu sei la mia preferita"
Michonne rise. "Dio, Rick. Questa era davvero sdolcinata"
"Lo so. Sento la svenevolezza che mi esce dalla bocca, ma mi è-"
Un rumoroso sparo tagliò l'aria. Tutti coloro che erano per le strade di Alexandria si bloccarono, troppo spaventati per sapere cosa fare.
"Pensi che fosse Sasha?" chiese Michonne.
"Non può essere. La sua arma ha il silenziatore. Vai a chiamare Abraham, Daryl e Rosita e cerca di andare oltre le mura per vedere chiunque ci sia ai cancelli. Io vado all'ingresso per distrarli"
Michonne annuì e si guardarono come a dire 'Stai attento' e 'Torna da me'.
Rick fece cenno alle persone in strada di tornare in casa prima di dirigersi all'entrata principale. Spencer era per terra cercando di alzarsi dopo essere stato colpito in testa da un sasso. Uno strano uomo calvo con una 'W' incisa sulla fronte stava ghignando appena oltre il cancello chiuso.
"Okay, hai la nostra ottenzione" disse Rick. "Cosa possiamo fare per te?"
"Non è ovvio?" chiese l'uomo con voce rauca. "Porcellino, porcellino, fammi entrare"
Rick inclinò il capo come al solito e sorrise minaccioso. "Beh, è carino che tu ti stia presentando con filastrocche, ma non funzionerà qui"
"Oh, io penso che le cose qui intorno stiano per cambiare. Voi sembrate un gruppo formidabile. Il mio regalino composto da vaganti non vi ha turbato molto. Sono impressionato"
"Quindi sei stato tu a condurre i vaganti fino alle nostre case"
"Volevo solo giocare un po' con voi. Mi annoio così facilmente. Non è più divertente farsi fregare. Prendo quello che posso" l'uomo non aveva armi visibili. Teneva le mani nelle tasche. Rick mantenne una posizione disinvolta, ma stava osservando attentamente l'uomo per qualsiasi movimento improvviso.
"Beh, a qualsiasi gioco tu stia giocando, non entrerai qui. Abbiamo regole e protocolli per tenere il pericolo fuori. Tu sembri un sacco pericoloso"
"Io? Mi lusinghi" ridacchiò lo sconosciuto. "Ovviamente ho più uomini nascosti qui ed è nel vostro interesse lasciarci entrare. Altrimenti qualcosa di molto brutto vi accadrà"
"Davvero?" disse Rick ridacchiando a sua volta senza umorismo.
"Se ti va di abbassare lo sguardo sul tuo petto per quel piccolo punto rosso. Vedi, ho un cecchino nascosto. Basta che io sollevi la mano e sei un uomo morto. Se alzi la tua arma, sei un uomo morto. È una situzione fallimentare per te. Tanto vale che apri il cancello per tentare di risparmiarti la vita un po' più a lungo"
"Non credo. Non ti farò entrare. Non farò entrare i tuoi amici. Ti girerai e te ne andrai prima che ti uccida. O potrei ucciderti subito"
"Grandi minacce da parte di un uomo che è a pochi secondi dalla morte. È stato bello conoscerti" l'uomo sollevò la mano. Un solo sparo rimbombò, ma Rick era ancora in piedi. Il suo sorriso era quello di un animale che sapeva che presto la sua preda sarebbe morta. Dietro l'uomo Abraham, Daryl, Rosita e Michonne uscirono con i membri prigionieri del gruppo. Avevano tutti una 'W' intagliata sulla fronte.
"Sembra che il mio cecchino abbia abbattuto il tuo" Rick sollevò la pistola e iniziò a sparare.

 

  
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