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Autore: Spensieratezza    27/06/2017    6 recensioni
Sam e Dean non sono gli stessi che erano quando avevano 22 e 26 anni. Ora, a 34 e 38 anni, sono cambiati, ma come si sentirebbero se avessero la possibilità di rivedere sè stessi, com'erano un tempo?
ATTENZIONE: SPOILER DELLA DODICESIMA STAGIONE
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Erano passati dei mesi da quando fu smantellata la squadra di Ketch, gli altri uomini di lettere; mesi dalla morte di Castiel – anche se diversi angeli sparsero la voce che era vivo, nascosto chissà dove – mesi da quando Crowley morì e Mary era rinchiusa in un’altra dimensione e Dio sa solo che cosa stava passando e se era ancora viva; per quanto riguardava il figlio di Lucifero, era tenuto in custodia da alcuni arcangeli potenti, affinchè non potesse fare nessun male a qualcuno, angelo o umano che fosse, finchè non avessero capito che cosa fare di lui.
 


In quei mesi, Sam era convinto che Dean si sarebbe dannato l’anima – il paragone era però terribile – per trovare un modo per riportare la loro madre a casa da loro e invece non aveva fatto niente.

Sam non gliene faceva una colpa, né lo rimproverava, anzi, lui era l’ultimo che poteva parlare, dopo come si era comportato quando Dean era scomparso in Purgatorio, anzi, forse ora Dean poteva capirlo un po’ di più ed egoisticamente Sam avrebbe dovuto essere contento di questo..ma non lo era!

Sam avrebbe preferito il contrario, pur di non far conoscere mai a suo fratello lo stesso sentimento di inadeguatezza, di rassegnazione, di impotenza che lo aveva attraversato.
 

Si chiese se fosse una cosa derivata dall’età, forse stavano invecchiando? Non poteva fare a meno di fare il paragone tra il Dean di adesso e quello di una volta.
 

Questo Dean, era stanco, rassegnato, era sempre corrucciato, triste, con un’espressione dura e sembrava anche perennemente annoiato, come se la caccia non lo entusiasmasse più, come se salvare vite non lo rendeva più euforico..non era più una cosa che dava felicità, né una cosa di cui essere orgogliosi, ma una tappa obbligata, un dovere, non una ragione per essere contenti, una cosa che rendeva felici, ma un qualcosa che doveva fare per forza, e in più, non era mai abbastanza, perché c’era sempre qualcos’altro, qualcun altro da salvare, il mondo era sempre alla deriva, mai al sicuro, c’era sempre un nuovo malvagio dietro l’angolo.
 
 




“Ti ricordi l’ultima volta che siamo stati spensierati?” gli chiese Sam, cercando di prendere il discorso alla lontana.
Dean, seduto alla scrivania, guardando il suo computer, lo guardò torvo.

Una volta accendevi quel computer solo per informarti sugli omicidi

“Non siamo mai stati spensierati. Forse ti riferisci a un universo parallelo.”

Ti sbagli. C’era un tempo in cui non eri così perennemente spento.

“Invece io penso di ricordare un Dean affamato di hamburger e un Dean che sghignazzava dietro le cameriere e che prendeva a insulti i demoni.” Disse Sam, a voce più alta, con tono canzonatorio, cercando di buttarla in caciara.
Dean lo guardò di sottecchi.

“Ridendo.” Sottolineò Sam, sperando di ottenere una reazione e a Sam sembrò di vedere una luce brillare negli occhi del fratello, come se avesse voluto dirgli qualcosa,  ma poi Dean rispose con un annoiato:
“Sì, beh, avevamo anche vent’anni..”

“Ma…”

“E non avevamo ancora perso così tante persone!”

“Asp..dove vai?” chiese Sam, vedendo che il fratello si era alzato ed era più che bendisposto a non prendere parte a quella conversazione.
“A farmi un hamburger. Sperando che non siano già tutti scaduti quelli in freezer.”

Una volta non ne avrebbe lasciato neanche mezzo a fare la muffa in freezer… pensò Sam con nostalgia.
 

“Però io ti stavo parlando.” Disse Sam cercando di non lasciar trasparire il suo risentimento.
Dean si volse astioso.

“Va bene, Sammy. Allora parliamo dei vecchi tempi. Quelli in cui non avevamo ancora perso Cas, Bobby, mamma e papà, tutto il mondo, ma solo se mi fai un bel sermone di quanto spensierati e patetici eravamo!”
Sam restò sbalordito. Patetici? Non seppe che cosa dire.

“Come pensavo. Ho bisogno di bere.” Disse tornando in cucina.
 
 
 
Sam restò quindi sconsolato da solo, nella grande sala del bunker, sentendosi uno stupido e..probabilmente Dean pensava anche – insensibile –

Come poteva fargli quei discorsi quando avevano da poco perso la mamma – un’altra volta – e Castiel?

Eppure Sam non poteva fare a meno di pensarci. Nonostante tutti i problemi che avevano, gli mancavano i vecchi tempi.
 

 
 
 
 
Sam ricordava un Dean che si era introdotto in casa sua nel cuore della notte, fregandosene se Sam avrebbe potuto scambiarlo per un ladro e quindi ucciderlo. Avevano fatto la lotta al buio.

Che incoscienti… pensò Sam con un sorriso.

Quel giorno Dean era arrivato da lui e l’aveva quasi obbligato ad andare con lui.

Con sicurezza, sagacia, presunzione.

Niente a che vedere a quando mi lasciò libero di scegliere tra lui e Amelia…
 
 



Sam chiuse gli occhi e miliardi di flash cominciarono a trapassargli gli occhi.

Era il tempo dei

Guarda che roba, devi aggiornare la tua collezione di musicassette

Perché?

Tanto per cominciare, adesso si usano i cd. E poi.. Metallica?
 




Era il tempo delle fermate ai benzinai durante le giornate assolate

Guardare Dean fare benzina. Più volte. Ripetutamente.

Si fermavano più volte al benzinaio, perché non stavano mai fermi.
 
 



Era il tempo dei ogni due giorni un motel diverso

Dean che si svegliava la mattina e si andava a fare colazione

Dean che non usava nessuna vestaglia per dormire, ma i vestiti del giorno prima

E l’indomani mattina indossava una maglietta tutta stropicciata ma aveva dei muscoli e un fisico da risultare affascinante lo stesso.
 




Era il tempo dei sorrisi.

Dean, suo fratello sorrideva sempre.

I suoi occhi ridevano, la sua bocca lo prendeva in giro, continuamente

Perché mangiava insalata, perché era un secchione,

ma lo guardava sempre con tenerezza

le sue spalle erano rilassate, con una postura che denotava sicurezza, fascino

non erano curve, appesantite, e in linea difensiva come adesso.
 
 
Erano i tempi in cui Dean rideva sempre




I tempi in cui Dean era devotamente legato a John, a lui, a Bobby in una maniera così disarmante che spiazzava

Non voglio che tu te ne vada, appena questo sarà concluso

Tu, io e papà siete tutto quello che ho..vorrei che fossimo di nuovo insieme

Non puoi morire, Bobby, non ti permetterò di morire, sei come un padre per me!
 
 



Sam avrebbe voluto che il tempo tornasse indietro.

Ricordava quando Dean insultava i demoni e non provava nessuna affezione per loro.

Sapeva che si era affezionato a Crowley, nonostante quello che diceva.

Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ai tempi in cui non avevano ancora conosciuto Crowley.

 Non per cattiveria, ma perché prima del suo incontro, Dean era più spensierato, perché non aveva ancora passato questa linea in cui vedeva il bene e il male non separati.
Gliene aveva sempre fatto una colpa, ma, ora quasi rimpiangeva quel modo di vedere le cose.

Da quando vedeva le sfumature, era diventato più fragile, spento, confuso.
 
Sam rimpiangeva anche quel tempo in cui non avevano ancora conosciuto gli angeli.

Rimpiangeva il tempo in cui Dean gli diceva ridendo, che gli angeli non esistevano.

Ricordava la delusione che aveva visto nei suoi occhi, quando si rese conto che esistevano e com’erano in realtà.
 

Non era meglio forse un tempo, quando i demoni erano visti come male assoluto e gli angeli sembravano leggende eteree, invisibili all’occhio umano?
 

Castiel era loro amico, sì, avevano sofferto per la loro morte. Dean, soprattutto.

Per questo, Sam egoisticamente, avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, a quando ancora non avevano conosciuto Castiel, Crowley, Amara..perfino Dio!
Sì, perché forse la spensieratezza stava nel non sapere certe cose. Forse certe cose era meglio non saperle.
 

Era giusta forse la rinascita della loro madre perduta e poi ripersa in una dimensione che non potevano neanche raggiungere?
Lei aveva trovato la pace, per poi risprofondare di nuovo nell’inferno.
 
E era stata giusta forse la permanenza di Dean al Purgatorio? Forse la cosa che lo fece crollare definitivamente, assieme alla sua preoccupazione per quando aveva visioni dell’inf…
L’Inferno!

Ecco il momento in cui Dean aveva perso la sua spensieratezza.

Quando andò all’inferno.
Per colpa sua.
 
Ecco allora che Sam ricordò quella luce che brillò negli occhi di Dean quando gli aveva rammentato com’era una volta.
Probabilmente Dean aveva pensato che era cambiato quando era andato all’inferno.

Forse non del tutto, ma era stato l’inizio di tutto. Una sorta di primo sigillo, come quando Sam..

Spezzò l’ultimo.

E Dean non aveva voluto nominare l’inferno, perché sapeva che Sam sarebbe stato male a pensare che lui era la causa di tutto.
Sam però non era più il ragazzino orgoglioso di un tempo. Anche per lui molte cose erano cambiate.
 

Sam sapeva che non era l’inferno la sola causa di tutto, ma fu il primo tassello. Anzi forse il primo fu la morte di loro padre.
Poi arrivarono gli angeli, arrivò Lilith, i leviatani, la morte di Bobby..
 
Dean era morto dentro dopo la morte di Bobby. Sam lo ricordava bene, ma si sforzò di riprendersi perché Sam stava male. Aveva le visioni di Lucifero.
Dean doveva essere forte per lui.
 
Sam rimpiangeva molto quei tempi di spensieratezza, quando aveva 22 anni e Dean 26 e l’unica preoccupazione era quella di mettere in moto e semplicemente partire, non importava dove.
Si alzò e si diresse dal fratello, che era ancora in cucina.
 
 
“Dean?”

“Mh?”

“A-andiamo a fare un giro?”

“A quest’ora?”

“Sì. Mi farebbe piacere.”

Erano le paroline magiche. Bastava che Sam dicesse che una cosa gli faceva piacere e Dean accettava anche se non ne aveva nessuna voglia. Tutto pur di far contento il fratellino.
Almeno in questo, le cose non erano cambiate.
 
“Mmmm..va bene. Dove?” chiese.

“In moto. Non importa dove.” Rispose Sam.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Questa era in assoluto la cosa più bizzarra che era capitata loro.

Erano passati alcuni giorni da allora e c’era stato un caso di lotta tra lupi mannari e vampiri, che Dean e Sam avevano dovuto fermare, perché stava creando parecchio scompiglio in una cittadina.
A quanto pare, i vampiri e i lupi mannari erano in preda a una sorta di allucinazione collettiva in cui seminavano il panico tra la gente, come se fossero ubriachi o preda di un qualche sogno.
Per fortuna non c’erano state vittime, ma numerosi testimoni avevano denunciato il fatto di essere inseguite e molestate da creature alquanto sinistre e in preda forse a un qualche tipo di droga.
 

Dopo varie indagini, Sam e Dean scoprirono che il responsabile era una sorta di cavalluccio marino dalle sembianze di un bambino di due anni, frutto del concepimento di un Djinn e una sirena.
Dean e Sam trovarono la situazione già di per sé paradossale, ma non era ancora tutto.

A quanto pareva il piccolo ibrido, era sfuggito dai genitori e avendo gli stessi poteri del padre, aveva creato vario scompiglio tra i mostri, facendoli vivere come in un sogno ad occhi aperti.
 

Dean e Sam non se la sentirono di inveire contro un baby mostro, perciò lo riconsegnarono ai genitori, che sembravano pacifici.
 
 
“Non siamo abituati ad avere dei debiti di riconoscenza con dei cacciatori.” Disse il padre Djinn.
“Voi non dovete..” cominciò Sam, ma il djinn lo interruppe.

“Tu hai..dei desideri..

“No, non è così.”

“Non mentire. Posso vederli.
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

allora!! Ci siamo! Sono tornata con una ff bromance! O__O 

chi mi conosce sa che ne ho scritte davvero poche e l'ho fatto solo quando come tema c'era una cosa che mi emozionava tantissimo e spero di non peccare di immodestia, se dico che avevano tutte una cosa particolare, infatti essendo che perlopiù scrivo wincest, se scrivo bromance è perchè davvero mi ha colpito una cosa particolare per cui dovevo scrivere una storia così!

E infatti anche stavolta è andata così! Ho visto un video che mi ha ispirato questa storia (perlopiù il prossimo capitolo ) e mi sono emozionata così tanto che ho dovuto fare una storia bromance, ma ne capirete meglio nel prossimo e penso ultimo capitolo!

posso solo dirvi di non saltare alle conclusioni, il djinn non li piomberà in un universo alternativo, nel passato o cose del genere

sarà una cosa diversa, che forse non vi aspetterete e forse vi deluderà anche, non so!

Ma a me è piaciuta questa idea, quindi, alla prossima!
   
 
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