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Autore: Gatti98    27/06/2017    0 recensioni
Vi capita mai di navigare con la mente? Mentre fate la doccia, prima di addormentarvi, appena svegli cercando di continuare un sogno non concluso, pensando a qualcuno che vorreste fosse lì con voi. Ogni volta che mi capita cerco di mettere queste cose per iscritto così da ricordarmi cosa ho provato in quei momenti. Be' spero semplicemente che vi piaccia, che vi faccia sorridere e pensare ad altro.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Dei libri sotto le macerie. Una bambola impolverata. Una culla da finire ma ormai ridotta in briciole. Il tetto ormai crollato ricoprendo tutto il resto.
Questo rimaneva della mia casa. Ero triste? No. Ero contenta? No, non lo sarei mai più potuta essere.
Non sapevo bene come mi sentivo in quel momento mentre stavo guardando quel cumulo di cose che una volta chiamavo casa. Da dietro il nastro fissato dalla polizia sulla staccionata ancora rimasta in piedi, mi confondevo tra la folla. Tutti coloro che vivevano o semplicemente stavano passando lì vicino era venuti ad assistere al disastro.
Dei poliziotti stavano ancora cercando la proprietaria della dimora. Sembravano giunti alla conclusione che fosse rimasta sotto le macerie. Altra gente aveva detto che era sola, non avevano mai visto qualcuno andare a casa sua, perciò male che fosse andata si trattava solamente di una vita in meno.
Nessuno sapeva veramente qualcosa di me. Non un vicino, non un passante, men che meno la polizia.
Guardandomi attorno però vidi facce note, qualcuno avrebbe potuto riconoscermi con un po' di buona memoria.
Mi misi il cappuccio sulla testa, in effetti ora iniziavo proprio a sentire freddo. Mentre guardavo per l'ultima volta al di là della staccionata sentivo formarsi un groppo in gola.
Eppure ero stata io a fare tutto quel disastro. L'avevo voluto io. Ma solo in quel momento mi stavo rendendo conto che non avrei mai più chiamato 'casa' qualche altro posto.
Prima di poter iniziare a piangere, percorsi la via allontanandomi dal tumulto, andando contro la marea di gente che si accalcava sempre di più.
Girando l'angolo vidi due persone pararmisi davanti.
<< Allora sei contenta ora? >> mi disse John. Laila subito gli rifilò una gomitata dopo la quale lui finse un'aria dispiaciuta.
<< Ok scusa, ma io l'avevo detto che non era una bella idea >>
<< Non posso credere che tu sia così insensibile >> gli rispose Laila. Vedevo i suoi occhi che si stavano inumidendo.
<< Be' almeno forse ora mi ascolterete un po' di più quando... >>
<< Va bene, va bene... ora possiamo andarcene? >> stoppai il loro litigio prima che continuassero per ore e ore come facevano di solito.
<< Certo >> John mi porse la mano e io la presi guardando Laila che non si decideva ad imitarci ma continuava a guardare me, o meglio, la mia pancia.
<< Laila... >> la ammonii. Al che lei si unì a noi e dopo un singhiozzo scomparì portandoci tutti con lei.

  
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