Il capo chino. La testa pesa sul  collo nello sforzo del peso e della posizione a cui è costretta.
I riccioli bruni lambiscono la delicata e fragile trama dei fogli. Non riesce a staccarsi da essi, la ragazza. Intrappolata nella malia di cui sono intrisi e corrotti.
Gli occhi scorrono veloci, febbrili, sulla vecchia pergamena vergine. 

Vergine com'era anche lei, ora l'innocenza è sparita, come se fosse stata una debole scritta a matita e una gomma l'avesse cancellata.
Intonsa fino a quando la piccola mano della fanciulla non vi scorre con la punta sottile e acuminata della penna d'oca, macchiandola, marchiandola  con l'inchiostro nero. 
La calligrafia della ragazza è piccola, acerba. Graffia le pagine una ad una. Cicatrici venefiche di carta.
Si scontra e cozza con quella dell'altro. La sua è più elegante, sinuosa, ma soprattutto insinuosa. 
Insinuosa come un  serpente, striscia e si infila nel piccolo cuore di bimba, nutrendosi delle sue fragilità e dei suoi sogni. 
Carpisce le sue  debolezze e finge di capirla, meschino nella sua beltà.  La culla tra le sue braccia fatte di fantasmi e ricordi, ma in realtà sta cercando di soffocarla con l'inchiostro buio come la sua anima, scuro come le acque del Lago Nero che filtrano goccia dopo goccia nella Camera. Il tuo regno, Erede. 
Penetri, parola dopo parola, anche sotto la  pelle e nel  corpicino gracile e morbido di ella. 
Più lei muore, più tu esisti e puoi toccarla. 
Accarezzi con finta devozione, ma con vera peccata crudeltà, quelle forme appena accentate di Hermione che  vive tra quel confine incerto chiuso tra l'infanzia e l'adolescenza, e  prigioniera di te, ci rimarrà per sempre. 
E la cosa che ti fa più ridere -perché sei diventato talmente forte e reale che riesci perfino a compiere questa  semplice azione. Sei l'incubo che prende vita e il tuo corpo non è più misera essenza e spirito, ma carne pulsante e muscoli- che è stata la stessa ragazzina  a buttarsi incontro al suo destino,  alla sua fine  non era lei la prescelta delle tue mire.
La brama di sapere, la sua eterna condanna. 

Hai sempre riposto la fiducia nei libri, mia cara Hermione. Non pensavi che proprio uno di questi ti avrebbe tradito. ;

Sarebbe morta Ginevra, se lei non si fosse intromessa, ma non ti importa, anzi  sei più lieto che sia una Sanguesporco la  prima vittima della tua resurrezione. Come accadde cinquant'anni fa, la storia si ripete. E sarai sempre tu che la riscriverai con le tue gesta.
Stupida folle! Sciocca ingenua! Voleva scoprire i suoi segreti ma in realtà è successo l'incontrario.  Sei tu, l'Erede, che hai scoperto i suoi. 
E bastato così poco. Un attimo prima scriveva sicura nella cameretta del suo dormitorio tra le confortevoli e calde coltri del letto, ora è qui, precipitata tra le tue spire gelide, a soddisfarti e a piegarsi come la più misera delle schiave.
Giace ai tuoi piedi, inerme e tu infierisci ancora non sazio. Non sei ancora stanco e vuoi godere dei suoi ultimi respiri affannosi.
Giochi con la tua bambola di pezza e ossa spezzate, e ti bei del suo sguardo sbiadito dal piacere e dalla vita che finalmente l'abbandona. 
Tra le tue mani, il  diario. Scorri il dito sulla copertina consunta, scrigno di pura filigrana, il vaso di Pandora che ti ha custodito in tutti questi anni e che la tua personale Pandora  ha aperto. 
Solo che dentro ora non c'è racchiusa nessuna speranza ma solo parole vuote, testimoni galeotti di voi, di Tom e di Hermione. 




Note autore: Questa è la mia personale visione di come sarebbero potute andare le cose se Hermione fosse caduta, esattamente come Ginny, tra i malefici dell'Horcrux. In fondo Tom, come è riuscito a raggirare Ginevra, poteva farlo anche con lei. In questa flash fic mi sono immaginata la ragazza invaghita del giovane Riddle, brillante e intelligente (oltre che incredibilmente bello) che riesce a comprenderla e a capirla, fingendo un sentimento, un amore, che solo la nostra Granger provava. Naturalmente la fine non poteva non essere tragica.