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Autore: Chiaroscura69    28/06/2017    2 recensioni
''Non puoi fare così ogni volta... tu non vuoi che ti ami, ma non mi dai nemmeno la possibilità di non amarti'' dissi senza guardarlo negli occhi.
''Tori dimmi cosa potrei fare e lo farò''rispose quasi divertito.
''Lasciami andare e sparisci dalla mia vita una volta per tutte''.
Alessandro mi guardò il polso alla ricerca del braccialetto. Me lo coprii con una mano ma lui me la afferrò e la spinse via.
''Perchè lo hai tenuto?'' disse fissandomi attentamente negli occhi.
''E' un motivo stupido, lascia stare... Senti ho un'idea: frequentiamoci assiduamente per dieci giorni e in questi giorni mi devi mostrare i tuoi dieci peggiori difetti. In questi giorni però non dovrai mai provarci con me.
Solo facendo in questo modo forse smetterò di amarti''.
''Se questo è il tuo modo di risolvere la faccenda per me va bene. Inizia a tremare Melanzana!''
'Ecco come mi sono cacciata nel peggior guaio della mia vita' pensai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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''Ben svegliata'' disse Vanessa con un sorriso traboccante d'affetto. Mi stropicciai gli occhi cercando di capire dove fossi e con chi poi realizzai tutto ciò che era accaduto la notte precedente.
''Buongiorno Vani''sospirai con mestizia.
''Okay, non ho capito bene quello che ti è successo ieri sera ma da quel poco che mi hai detto credo c'entri Alessandro. E quando c'entra Alessandro so di per certo che la cura è una: il cibo'' affermò tirando fuori un vassoio ricolmo di dolci e poggiandolo vicino a me nel letto.
Risi piano.
''Da quando ti conosco la cura per qualsiasi cosa è il cibo''la presi in giro afferrando un pezzo di torta alla ricotta dal vassoio.
Lei fece spallucce. ''Touché''.
''Comunque non c'è molto da dire riguardo ieri, lui ci ha provato ancora una volta con me e quel che è peggio è che io l'avrei lasciato fare''
''Ma alla fine ti sei tirata indietro, no?''
''Solo perchè ha chiamato Matteo, altrimenti non lo avrei fatto''confessai senza guardarla negli occhi.
''Okay, non odiarmi. Non mi piace dirlo ma...''
''Lo so, lo so benissimo. Me lo avevi detto''
''Già...''sospirò venendomi vicina e accarezzandomi la schiena. Rimanemmo in silenzio per qualche istante e una lacrima prepotente mi sfuggì. ''Eppure...''disse Vanessa all'improvviso.
''Cosa?''
''No, nulla...''
''Sai che non sopporto quando fai così, se devi dirmi qualcosa fallo''
''D'accordo. Sappi che dirti queste cose mi sta facendo andare contro me stessa-sbottò- eppure... stavolta mi sembra diverso da tutte le altre volte...''
''In che senso?''
''Da quello che mi hai raccontato fino ad oggi non mi sembra che lui stia giocando con te. Credo che sotto ci sia qualcosa di più''.
Mi voltai raggiante verso di lei. ''Sul serio?''chiesi illuminandomi tutta.
''Sì ma non illuderti, questo non vuol dire che non ti farà soffrire. Io l'ho inquadrato fin da subito quel ragazzino. Non sa neanche la portata di quello che ha fra le mani, non sa nemmeno gestire i suoi sentimenti. Ammesso e non concesso che ne provi realmente''
''Sarebbe già tanto sapere che prova qualcosa per me...''sospirai voltandomi di nuovo verso il vassoio.
Vanessa mi tirò un braccio per farmi voltare verso di lei. ''Tori, secondo me è un errore. Secondo me dovresti approfittarne ora per lasciarlo andare una volta per tutte'' disse guardandomi intensamente negli occhi.
''Non penso di esserne in grado, ora come ora. Una cosa è certa, non sarò io a farmi sentire. Se non riceverò le sue scuse non avrà nulla da me''affermai digrignando i denti.
Vanessa alzò gli occhi al cielo.
''Vani, ho bisogno del tuo sostegno in questa stronzata. Se non sono certa di averti vicina non sono tranquilla'', le dissi abbracciandola forte.
''Lo sai che io ti appoggerei anche se uccidessi qualcuno e volessi sotterrare il cadavere col mio aiuto'' sussurrò stringendomi a sua volta.
''Ho giusto una lista di persone che potrebbero fare quella fine'' ridacchiai sciogliendo l'abbraccio.
''Oh a chi lo dici!'' esclamò lei causticamente.
Conoscevo Vanessa da poco più di due anni e mezzo ma avevamo sempre scherzato sul fatto che sembravano passati 15 anni di amicizia. Lei era inquietantemente simile a me, per questo eravamo andate subito d'accordo. Sapeva essere terribilmente matura e immatura nello stesso tempo, madre, figlia e sorella, maschio e femmina, dolce e acida. In pratica, un ossimoro vivente. Tuttavia era lei a definirmi così di solito.
''Ora dovresti prepararti Tori, il tuo esame è fra un'ora!'' mi ricordò all'improvviso.
Ingurgitai un'ultima fetta di torta e iniziai a preparami in fretta e furia. Mi rifiutai di guardarmi allo specchio, non volevo vedere in che condizioni fosse il mio viso.
''Grazie Vani, dell'ospitalità, del cibo, dei tuoi consigli e della tua pazienza''la salutai abbracciandola ancora una volta.
''Tranquilla, sono qui per questo. Tu piuttosto, non voglio vedere quel visino sconsolato. Vedrai che presto si scuserà, ho una buona sensazione''
''Io non credo, ma grazie per l'incoraggiamento''sospirai sorridendole.
''Scommettiamo? Probabilmente ora te lo ritrovi davanti alla facoltà ,tipo scena da film, che ti dichiara il suo amore''
''Scommettiamo''ridacchiai.
Per un pelo non persi il pullman dato che Vane insistette per accompagnarmi alla fermata ma mi tenne compagnia e gliene fui grata.

Nel pullman misi la riproduzione casuale della mia playlist e ascoltai 'Dreamer' di Isbells. Dreamer, you stupid little dreamer.

Arrivai dieci minuti in anticipo e stupidamente mi guardai intorno in cerca di Alessandro, che ovviamente non c'era. Scommessa persa, Vane.
''Tori, finalmente. Per un attimo ho pensato che ci avresti abbandonato'' disse Rebecca venendomi incontro insieme a Morgana.
''No, sapete che preferisco essere bocciata che non presentarmi all'esame''ridacchiai.
''Sicura di stare bene?''
''Perchè?''chiesi fingendo un sorriso.
''Perchè hai gli occhi di una lottatrice di boxe'' commentò Morgana.
''Grazie, Morghi''ironizzai.
''Lo sai che ti dico sempre la verità''rispose lei.
Rebecca la fulminò e lei fece spallucce.
''Comunque è stata una nottata burrascosa, ragazze. Magari domani andiamo a prenderci qualcosa e ve lo racconto''
''Se passiamo l'esame, volentieri''rispose Rebecca.
Rebecca era la personificazione del senso del dovere.
''Perfetto''.


Uscii strisciando i piedi dall'aula del docente e Rebecca e Morgana mi vennero incontro ansiosamente. Non mi sfuggirono i loro sguardi preoccupati. ''Beh allora?''
''18'' risposi loro con un mezzo sorriso.
Le ragazze mi abbracciarono stretta e io ricambiai.
''Rispetto alle tue condizioni e al tuo odio per la geografia sei stata bravissima!''si congratulò Rebecca.
''Grazie, amiche. Voi siete fra tanto?''
''Morghi l'ha già dato e ha preso 25''
''E me lo dici ora?''esclamai abbracciando Morgana.
''E tu?''
''A me lo hanno spostato a domani''rispose con una nota di nervoso nella voce. Rebecca odiava quando qualcosa non andava secondo i suoi piani. ''Allora propongo di andare''sussurrai sentendomi improvvisamente la stanchezza addosso.
''Vuoi un passaggio, Tori?''mi chiese Rebecca.
''No, tranquilla. Ho voglia di farmi una passeggiata e poi non posso scroccarti passaggi ogni volta''ridacchiai.
Lei mi guardò torva ma non mi disse nulla.
Per arrivare a casa avrei dovuto prendere il treno come sempre e la distanza dalla stazione era di circa un quarto d'ora. Proprio mentre mi accingevo ad attraversare la strada e iniziare il tragitto un clacson attirò la mia attenzione.
Sollevai lo sguardo e proprio vicino alla fermata del pullman c'era una Mito bianca. Il mio cuore ebbe come una scarica elettrica.
Alessandro era poggiato su un lato della macchina e mi guardava in modo strano. Potevo leggere nei suoi occhi una miscela densa di emozioni. Sembrava arrabbiato, triste e impaurito.
Rimanemmo interi minuti a fissarci senza fare nulla. Poi, quasi impercettibilmente , allargò le braccia nella mia direzione. Controllai rapidamente la strada e mi gettai fra le sue braccia.
''Che ci fai qui?''mormorai contro il suo petto.
''Sono venuto a prenderti''rispose semplicemente.
Scommessa vinta, Vane.
   
 
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