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Autore: vicy_dp    28/06/2017    0 recensioni
Dalla storia : "Una tirata d'orecchio. E' buffo come abbia ancora mantenuto quell'abitudine, ma non posso mancare all'appuntamento e quindi ricambio il gesto. Sono proprio curiosa di sapere cosa aveva da dirmi quella sera e perché abbia scelto di dirmelo con quel gesto [...]. Comunque una cosa è certa, Maxon sa sempre sorprendermi."
Contiene Spoiler per chi non ha letto The One e successivi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America Singer, Maxon Schreave, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo la serata nella vasca mi sento davvero rilassata, e mi ricordo come le cose più semplici siano le più belle. È ora di pranzo e io riesco solo a farmi scivolare nelle mani gli orecchini che ho trovato ieri sera nei dolci, sono piccoli e di una forma semplice, ma brillano come quelle stelle che osserviamo spesso insieme, ma soprattutto come i suoi occhi.
Quando finalmente sono quasi pronta per scendere a pranzo bussa Rachel che fa capolino nella stanza porgendomi un mucchio di carte appena arrivate. Mi fiondo verso di lei per salutarla e poi inizio a leggere frettolosamente le scritte sulle buste che mi ha portato, nella speranza di trovare, grazie a un servizio di posta rapida che ci avevano promesso, una risposta di mia sorella; ma oltre ad annunci, richieste e pubblicità non riconosco la scrittura della mia May, forse sarà stata impegnata.

Scendo nella sala da pranzo accompagnata da Rachel che invito a sedersi con me, e insieme passiamo un piacevole pranzo ridendo e scherzando, le continuo a raccontare della festa, di come fosse stato strano non essere fermata almeno una volta da ogni invitato, della mappa che mi ha condotto per il castello, di quanto vorrei che il viaggio di nozze arrivasse subito, perché certo è bello vivere queste serate, ma mi piacerebbe anche solo per qualche giorno avere mio marito ventiquattro ore al giorno tutto per me.

Quando ritorniamo in camera mi accorgo che dal mucchio di lettere che avevo scartato una era caduta ai piedi del mio letto e mi abbasso di corsa a raccoglierla, come avevo fatto a non vederla! Con la stessa carta che ha caratterizzato tutti i misteriosi pacchetti di questi giorni era stata fatta una busta da lettere, mi siedo alla scrivania e cerco subito di scoprirne il contenuto.
Quello che trovo sono due fogli stretti e lunghi con una stampa da computer, sui quali delle parti sono state oscurate a penna; tutto quello che riesco a leggere è che sono due biglietti per uno spettacolo che si terrà al più grande auditorium del regno, e già solo questo mi lascia senza fiato. Sul retro della busta c'è un piccolo appunto che leggo ad alta voce in modo che la mia amica possa ascoltare : "Indossa quello che preferisci, ma sii elegante, come sempre d'altronde. Ci vediamo alle 19 all'ingresso". Rachel mi lancia uno sguardo d'intesa perché sa cosa dobbiamo fare e si dirige verso il grande armadio, ma quando ha ormai esaminato tutti i miei vestiti si blocca per un momento e poi corre fuori dalla mia stanza, quasi mi spaventa, ma se ho imparato a conoscerla so che tornerà presto con qualcosa di speciale.
Infatti dopo nemmeno cinque minuti è sommersa di stoffe, aghi e fili e un sorriso stampato sul volto, "Ho pensato che visto che devi essere particolarmente elegante dovevi avere un vestito esclusivo! Ordina e io cucio!" Dice con orgoglio. E così le ore che mi separano da Maxon passano tra risate, punture con gli spilli, stoffa sparsa per tutta la stanza, e poi forcine ed elastici caduti  dalla mia acconciatura che riempiono il pavimento, ma il risultato vale tutti gli sforzi. Mi ammiro nello specchio, i miei capelli rossi sono stati semi-raccolti sulla destra e scendono con lievi boccoli e intrecci sulla mia spalla sinistra, finendo sull'unica spalla del mio vestito a sirena. L'arancione fa un perfetto contrasto con l'azzurro della parte superiore, cosparsa di piccoli brillantini qua e là, che poi si scurisce fino alla fine della gonna che tocca terra, dove è di un bel blu notte. A completare l'opera i miei splendidi orecchini e l'espressione di stupore che ho in quel momento. Abbraccio forte Rachel e poi mi fiondo giù nell'atrio giusto in tempo per essere lì alle 19:02.

Lui é già lì in un elegantissimo completo da sera e appena arrivo non perde l'occasione di prendermi in giro. "È ritardo di 2 minuti Milady" dice dandomi un pizzico sulla guancia, poi mi squadra dalla testa ai piedi "ma direi che ne è valsa la pena. Andiamo?" E  così saliamo in macchina diretti in un luogo che ho sempre sognato. Quando cantavo a casa, alle feste o per amici e parenti chiudevo gli occhi e immaginavo di essere davanti a un pubblico vero, alle mille persone che l'auditorium di Illèa contiene, con le luci puntate solo verso di me mentre la mia voce risuona per tutta la sala; di certo non starò andando lì a realizzare il mio sogno nel cassetto, ma ho sempre desiderato ascoltare qualcosa e non ho mai potuto, direi che la serata si prospetta meravigliosa.

La macchina si ferma e io finalmente vedo il luogo che ha caratterizzato la mia immaginazione, davanti a me c'è un enorme ingresso tutto illuminato, delle colonne ricoperte di bellissimi fuori rampicanti e un numero immenso di cittadini nei loro vestiti migliori. Una guardia ci apre la portiera della macchina, i miei piedi si poggiano su un tappeto rosso e nell'esatto istante in cui siamo entrambi scesi dalla macchina la folla si ferma, ci lascia aperto il passaggio fino alla porta di ingresso e i più rispettosi addirittura si inchinano. Percorriamo sotto braccio il tappeto rosso e cerco di rivolgere il maggior numero di saluti e sorrisi, felice per tutte le dimostrazioni di affetto che mi riservano, e nella mia camminata mi viene finalmente dato un programma della serata. 
Maxon mi ha portata a un concerto di musica classica, adoro ascoltare le orchestre, la musica di tutti gli strumenti che si uniscono tra loro in perfetta armonia suscita in me una commozione unica; do un'occhiata al programma mentre siamo seduti nel palco reale in attesa che il concerto inizi e arrivo alla biografia del direttore d'orchestra che mi lascia veramente sorpresa. A condurre i musicisti non c'è un uomo, ma una donna, precisamente una ragazza; si chiama Bee e ha poco più di vent'anni, la biografia raconta di come sia riuscita a farsi strada in questo mondo prevalentemente maschile e come sia diventata richiesta da importantissime orchestre, nella foto che la rappresenta ha i capelli biondi con qualche sfumatura tendente al rosso e un sorriso davvero dolce. Le luci si spengono e proprio mentre sto ancora ripensando a quello che ho letto e all'ammirazione che provo per questa ragazza che è riuscita a realizzare il suo sogno eccola che sale sul podio accompagnata dagli applausi scroscianti, i capelli legati in una mezza coda, niente bacchetta in mano, e un lungo abito elegantissimo. Con eleganza, con la passione che traspare in ogni suo movimento, con uno spettacolare modo di dirigere tutti gli elementi dell'orchestra porta a termine il concerto districandosi tra sinfonie e Walzer, e alla fine di tutto, quando l'ultima nota risuona nell'aria lei alza il braccio verso l'alto e se non fosse di spalle potrei giurare che sta sorridendo. Poi rimane con il braccio sospeso per qualche secondo, tutti i musicisti sono lí con gli occhi puntati su di lei, e la pausa che segue quella splendida esecuzione mi provoca un brivido e qualche lacrima di commozione; poi finalmente il suo braccio si rilassa, e tutta la sala si alza in piedi ad applaudire, me compresa. Lei si gira per inchinarsi e raccogliere gli applausi e quando alza lo sguardo e mi vede nel palco reale fa lo stesso luminoso sorriso della foto e si porta la mano al cuore.

Mentre usciamo Maxon mi prende la mano e io non riesco a smettere di ringraziarlo, quasi nessuno fa caso a noi perché sono tutti occupati a commentare quello che hanno appena visto e ascoltato, quindi come due fidanzatini camminiamo abbracciati guardandoci negli occhi diretti alla macchina dove avevamo l'obbligo di tornare subito appena finito il concerto. Maxon mi sta aprendo la portiera quando sento una voce affannata che grida "Regina, la prego aspetti!" Di corsa nel suo abito elegantissimo c'è Bee che urla il mio nome, io chiedo all'autista di aspettare e d'istinto apro le braccia, quando finalmente mi raggiunge si inchina, ma io le prendo la mano, la tiro su e la abbraccio forte, é solo una sensazione, ma la trovo una persona splendida. Lei rimane visibilmente stupefatta e quando ci stacchiamo dall'abbraccio mi ringrazia per essere venuta, mi chiede se il concerto mi è piaciuto e continua a ringraziarmi. L'autista batte qualche colpo sul clacson, mi piacerebbe restare a parlare ancora con lei così azzardo una proposta : "Ti andrebbe di venire a pranzo con me domani? Ti aspetto a palazzo, quando vuoi" la vedo quasi commuoversi, accetta l'invito e poi torna da dove è venuta.
In macchina mi accascio sul mio splendido marito che mi accarezza i capelli, "E così hai una nuova amica? Sono felice che questa serata ti sia piaciuta!" "Sei unico Maxon, sai sempre come rendermi felice" 
"America tu, con i tuoi sorrisi, con la tua voglia di scoprire cose nuove, con il tuo amore, così come sei, mi rendi felice. Ogni giorno di più."

  
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