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Autore: Sunny9719    28/06/2017    6 recensioni
In quel momento niente avrebbe potuto distruggere la sua felicità, tranne Arthur stesso.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Salve amici!

Dopo un lungo periodo di assenza eccomi tornata con una nuova storia sui nostri amatissimi Merthur *-*

La ff si ispira al brano “Temporary Bliss” dei The Cab, da cui prende anche il titolo.

Spero che vi piacciaJ

Buona lettura!

 

In quel momento niente avrebbe potuto distruggere la sua felicità. Era nel suo letto, tra le sue braccia, con la testa appoggiata sul suo petto mentre le sue mani gli massaggiavano dolcemente i capelli.

Merlin sospirò di felicità, il modo in cui Arthur lo coccolava dopo aver fatto l’amore lo faceva sentire bene, amato e felice come non mai. Se ne stava con gli occhi chiusi a lasciarsi coccolare dal suo amato Re, che nel frattempo aveva lo sguardo rivolto verso il soffitto e pensava ad altro.

-Non farlo.- esalò Merlin quando sentì Arthur sospirare. -Non rovinare questo momento ti prego.-

-Merlin sai che devo..-

Il moro alzò la testa per incrociare il suo sguardo e dopo pochi secondi abbassò gli occhi, sospirando e annuendo sconfitto.

Sciolse quel caloroso abbraccio solo per dare al Re la possibilità di alzarsi e di rivestirsi. Lo vide indossare la camicia e i pantaloni frettolosamente e tutto perché Ginevra lo stava aspettando a cena.

-Ci vediamo domattina ok?- domandò Arthur lasciandogli una dolce carezza sul viso e chinandosi a baciare teneramente le sue labbra. Merlin ricambiò il bacio e annuì senza rispondere.

-A domani.- sussurrò una volta rimasto solo.

In quel momento niente avrebbe potuto distruggere la sua felicità, tranne Arthur stesso.

Quella strana relazione tra loro era nata all’improvviso quando una sera, mentre erano appollaiati sotto un albero nel corso di una spedizione, avevano cominciato a parlare di argomenti più seri, la scena attorno a loro si fece surreale e non potendo resistere un minuto di più Arthur aveva artigliato il collo del suo servitore, stampandogli un bacio sulle labbra.

Merlin, dal canto suo, non oppose resistenza e schiuse le labbra permettendo alla lingua del suo Re di scivolare nella sua bocca e ricercare la sua.

Quella notte si amarono per la prima volta, sdraiati sull’erba fresca e illuminati dalla luce della luna.

Il ricordo di quella notte invase la mente del giovane servitore che, con il cuore affranto ancora una volta, aveva permesso al suo Re di entrare nel suo letto, consumare il suo amore e lasciarlo lì, in mezzo a quelle lenzuola disfatte.

All’inizio si sentiva felice, finalmente il suo biondo sovrano si era accorto di lui e ricambiava i suoi sentimenti ma con il passare del tempo Merlin iniziò a credere che Arthur lo usasse solo per puro piacere fisico e aveva cominciato a soffrirne.

Ogni volta che facevano l’amore Arthur lo trattava con dolcezza e delicatezza, atteggiamento che contrastava molto con la freddezza che seguiva l’amplesso. Arthur si alzava, recuperava i suoi vestiti e dopo avergli scoccato un bacio andava via.

Quella situazione durava da ormai parecchi mesi e Merlin non se la sentiva più di continuare.

Con la consapevolezza di dover scrivere la parole fine a quella storia e con gli occhi colmi di lacrime, il moro si stese nel suo letto e si abbandonò ad un sonno senza sogni.

 

Il mattino seguente il giovane mago si svegliò e quando girò la testa dall’altra parte serrò forte gli occhi per attutire ancora una volta la sua profonda delusione nello svegliarsi da solo e senza il suo Arthur accanto a lui.

Aveva preso una decisione, avrebbe parlato con Arthur quel giorno stesso e, seppur a malincuore, avrebbe messo fine a quella strana relazione che non faceva altro che renderlo felice e spezzargli il cuore allo stesso tempo.

-Buon giorno.- biascicò uscendo dalla sua stanza.

-Buon giorno Merlin, hai voglia di fare colazione?- domandò Gaius.

-No Gaius, grazie lo stesso.- rispose, infilandosi la sua giacca marrone per uscire.

-Merlin?- lo richiamò l’anziano medico un attimo prima che sparisse dietro la porta. -Tutto ok?-

-Si Gaius.- annuì poco convinto. -E’ tutto ok.- ed uscì dalle stanze del suo tutore.

Si diresse nelle cucine per recuperare il vassoio contenente la colazione di Arthur. Quando arrivò nelle stanze reali Arthur era già sveglio e soprattutto era solo.

-Buon giorno.- palesò la sua presenza.

-Buon giorno a te.- Arthur gli rivolse il sorriso più bello del suo repertorio e Merlin non poté che rimanerne ammaliato. Lentamente il biondo gli si avvicinò e, allacciandogli le braccia al collo, lo trasportò in un bacio.

-Dov’è Ginevra?- chiese il moro, interrompendo il bacio.

-Aveva voglia di fare due passi con la sua serva, è uscita presto.- rispose Arthur, ricercando le sue labbra ancora una volta.

Il tocco delle sue labbra fece sciogliere il cuore del servitore, che mandò a farsi benedire ogni proposito di chiudere quella storia con il Re, e si lasciò andare alle attenzioni di quest’ultimo.

Continuando a baciarlo, Arthur lo trasportò fino al letto regale per farlo stendere e stendersi su di lui a sua volta.

-Ar..Arthur..- il moro tentò di richiamarlo, ma l’attenzione del biondo era tutta per il suo collo. -Ehi, ehi.-  Merlin gli prese il viso tra le mani, bloccando quella cascata di baci disperati. Gli occhi di Arthur si immersero nei suoi per qualche secondo.

-Cos’hai?- gli chiese, carezzando i suoi zigomi con i pollici.

-Mi mancavi. Vorrei potermi svegliare con te la mattina invece che con Ginevra.-

Quelle parole colpirono il servitore che scelse ancora una volta di tenere per se i suoi pensieri e non lasciare Arthur.

Attirò il suo viso verso di se e fu il suo turno di baciarlo disperatamente. Ribaltò le posizioni e si trovò a cavalcioni su Arthur, baciandolo appassionatamente e cominciando a privarlo dei suoi abiti.

-Merlin.. Merlin aspetta.-

Il moro riacquistò la lucidità e si fermo, ansimando e guardando gli occhi del suo Re.

-Non possiamo.- scosse la testa. -Ginevra sarà tornata e mi starà aspettando.-

Il moro sciolse la presa su di lui e scese dal suo bacino. -Ti vedrò questa sera?- domandò, con la voce un po’ tremolante.

-Lo spero.- esalò Arthur, sistemandosi la camicia e i capelli, baciò dolcemente il suo servitore sulla testa ed uscì dalle stanze.

Merlin rimase lì, seduto su quel letto che era stato molte volte testimone dei loro incontri. Guardò le lenzuola sfatte e il solo pensiero che Arthur, il suo Arthur, ci si fosse rotolato assieme a Ginevra gli faceva venire la nausea.

Ginevra era sua amica, le voleva bene e gli dispiaceva farle del male perché sapeva quanto la Regina amasse il biondo sovrano. Ci pensò a lungo, anche mentre risistemava le stanze di Arthur.

Amava Arthur in un modo viscerale, di quell’amore che ti entra fin dentro le ossa, che brucia come fuoco nelle vene ma lui era sempre stato un tipo altruista, uno che odiava provocare dolore agli altri e così ritornò sui suoi passi.

“Deve finire” pensò.

La giornata trascorse lenta e più il tempo passava, più la sicurezza di Merlin andava scemando. Ma doveva farlo. In quel momento si trovò ad un bivio: la cosa giusta da fare e la cosa che si sentiva di fare.

La cosa giusta da fare, cioè lasciare Arthur e fargli vivere serenamente il suo matrimonio con Ginevra, era dettata dalla sua testa e dal suo animo buono. Mentre ciò che si sentiva di fare, ovvero prendere Arthur farlo suo e non lasciarlo mai andare, era il suo cuore ad urlargliela.

La cena sarebbe finita a momenti così decise di avviarsi prima nelle stanze reali per farsi trovare lì da Arthur e potergli parlare liberamente, sapendo che Ginevra sarebbe rimasta a chiacchierare con una principessa ospite di quella serata.

 

Rimase a guardare fuori dalla finestra, dando le spalle alla porta.

-Ehi.- lo richiamò Arthur dopo aver fatto il suo ingresso nelle stanze. Merlin si girò verso di lui, avvicinandoglisi a passo lento e titubante. Arthur con una sola falcata gli fu davanti, gli prese il viso tra le mani e dopo aver venerato quel bellissimo viso lo baciò. Fu un bacio dolce e lento, fatto solo di uno sfioramento di labbra.

Arthur rimase perplesso quando si accorse che il suo servo non aveva ricambiato il bacio. -Stai bene?- gli chiese, accarezzandogli i capelli sulla nuca. Merlin deglutì e prendendo un respiro profondo iniziò a parlare.

-Devo parlarti Arthur.- mormorò riportando gli occhi, fino a quel momento bassi, su quelli del biondo.

-Ti ascolto.-

Merlin si allontanò da lui, quel tanto che bastava per far scivolare la mano di Arthur via dai suoi capelli. Il biondo cominciò a preoccuparsi seriamente.

-Io.. non voglio più continuare.-

Arthur aggrottò la fronte, incapace di capire.

-Non me la sento più.- riprese il moro.

-A che ti riferisci?- chiese il Re, sempre più confuso.

-A noi.-

I lineamenti del volto di Arthur si tesero dolorosamente. -Stai cercando di lasciarmi?-

Merlin serrò gli occhi e si umettò nervosamente le labbra. -Si Arthur.. è esattamente quello che sto facendo.-

-Ho fatto qualcosa che non va?-

Le sopracciglia di Merlin scattarono verso l’alto. -Vuoi davvero che io ti risponda a questa domanda?- Arthur annuì. -Si Arthur, hai fatto qualcosa che non va.- 

-Non capisco.. credevo di renderti felice..-

-Felice? Io? Dico, ma sei cieco per caso? Si, quando stiamo insieme sono felice. Mi sento così felice che sembra che il cuore voglia schizzarmi via dal petto!-

-E allora cosa c’è che non va?- Arthur continuava a non capire.

-Quello che accade dopo non va, Arthur- abbassò la voce. -Ti alzi, ti rivesti e te ne vai. Dici che vuoi svegliarti accanto a me la mattina ma non fai nulla per far si che accada.-

-Non posso, lo sai..-

-Si lo so!- esclamò il moro, con gli occhi che cominciavano a pizzicare. -Non fai altro che ricordamelo! Non ne posso più Arthur. Venire qui ogni mattina e trovarti incollato a Ginevra quando solo poche ore prima eri nudo nel mio letto, stare lì come uno stoccafisso dietro di te ai banchetti e guardarti mentre le sorridi, la baci, le tieni la mano davanti a tutti..- non si era accorto che aveva cominciato a piangere e il respiro iniziava a diventare pesante.

-Merlin calmati, potresti avere un attacco di panico.- cercò di calmarlo il principe, seriamente preoccupato per lui.

-Io non posso avere quello che ha lei. E lo desidero, Arthur. Desidero starti vicino in qualunque momento proprio come fa lei. Mi disgusta venire in queste stanze e cambiare le lenzuola in cui ti sei unito a lei!-

-Cosa vuoi che faccia, eh?-

-Voglio uscire allo scoperto, Arthur.- buttò fuori. Gli occhi del biondo si spalancarono nell’udire queste parole.

-Merlin..-

-Lasciami indovinare.. non puoi.-

Arthur non ebbe la forza di rispondere, calò lo sguardo portandosi una mano sugli occhi. 

-Non voglio più vivere così Arthur.- scosse la testa il moro. -Non possiamo passare dal mio al tuo letto in continuazione, perché oltre ai segni sulla pelle mi lasci anche segni sul cuore. E sebbene i segni sulla pelle ne siano valsi la pena, quelli sul cuore non posso più sopportarli.-

Arthur alzò la testa e trovò il coraggio di guardare il suo servitore dritto negli occhi.

-Merlin per favore non..-

-Non chiedermi nulla Arthur, ti ho già dato tutto quello che potevo. Ti ho solo chiesto una cosa.. una.. e me l’hai negata.. non voglio portarmi addosso questi segni solo per una gioia temporanea.-

Arthur si avvicinò a lui e intrecciò le dita dietro la sua nuca. -Per favore Merlin.- la voce era spezzata e poggiò la fronte su quella del moro. -Cosa posso fare per farti stare bene? Ti prego, dimmelo.-

-Lasciami andare.-

Con le sue mani prese quelle di Arthur per costringerlo a sciogliere la presa dal suo collo.

-E’ davvero finita allora?- chiese il biondo, fermando la camminata di Merlin verso l’uscita delle stanze.

-Si Arthur, è finita.- disse, scomparendo poi dietro la porta di legno.

 

I giorni successivi al quel confronto furono pesanti e insopportabilmente vuoti. Il solito tono sarcastico di Arthur e la tipica allegria contagiosa di Merlin erano spariti. Dissolti come cenere al vento.

Ginevra, sospettosa e preoccupata per suo marito, decise di indagare e così si presentò da Gaius nella speranza che l’anziano medico potesse darle una spiegazione.

-Non riesco a capire, sono così strani.-

-Mia Signora, sapete come sono fatti. Avranno avuto qualche piccolo screzio.- Gaius era l’unico a conoscenza del segreto dei due giovani amanti ed era suo dovere proteggerli.

-No Gaius, hanno litigato tante volte e non si sono mai comportati così.-

Il medico si voltò verso la sua scrivania per non lasciarsi leggere dalla Regina e non far trapelare nulla dal suo sguardo.

-Gaius tu ne sai qualcosa?- tentò la mora.

-No, Mia Signora.- rispose il cerusico, continuando a darle le spalle.

-Non sembri molto convincente.- indagò la ragazza, alzandosi dallo sgabello su cui era seduta e ricercando lo sguardo dell’uomo.

-E’ una vostra impressione Mia Signora.-

-Dimmi la verità Gaius, ti prego. Sono preoccupata per Arthur e voglio bene a Merlin. Voglio capire cosa gli sta succedendo.-

Il medico sospirò serrando gli occhi e mentalmente chiese perdono ai due ragazzi per averli traditi. Così, si sedette di fronte alla Regina e le spiegò la situazione per filo e per segno.

Ginevra ascoltò attenta, non perdendosi neanche una parola pronunciata dall’uomo, e con le lacrime che le scendevano sulle guance. -Mi dispiace tanto, Ginevra.- concluse Gaius.

-Come ho fatto a non notare nulla?- chiese, sconvolta.

-All’inizio non mi ero accorto di nulla nemmeno io, Vostra Altezza. Sono stati molto attenti.-

-Come l’hai scoperto?-

-Erano nella stanza di Merlin, evidentemente credevano di essere soli e sono entrato proprio mentre Arthur lo stava baciando.-

Ginevra serrò gli occhi, cercando di non far prendere vita nella sua mente all’immagine di suo marito e del suo servitore intenti in un bacio.

-E non hai fatto nulla?-

-Vostra Altezza, loro si amano davvero. Non credete che non mi sia arrabbiato oltre ogni immaginazione. Ci siamo seduti proprio qui, dove siamo noi ora, e ho chiesto loro di spiegarmi tutto. Ho visto l’amore e la felicità nei loro occhi, Ginevra.. erano sinceri.-

-Quindi l’amore di Arthur per me è falso?-

-No Mia Signora. Arthur tiene molto a voi, ma Merlin ha il potere di fargli dimenticare persino il suo nome.-

-E Merlin? Lo ama davvero? Lo ama come lo amo io?-

-Merlin ama Arthur di un amore che neanche lui stesso è in grado di capire. Lo ha consumato in questi ultimi mesi. La felicità che l’aveva posseduto i primi tempi è andata via via scemando. Non ha retto più di vivere nell’ombra e fingere che gli facesse piacere vedere voi e vostro marito in teneri atteggiamenti. Merlin ha preso la decisione di chiudere la storia con Arthur. Una decisione molto sofferta Mia Signora, credetemi. E l’ha fatto per voi.-

-Cosa dovrei fare ora?- chiese Ginevra, asciugandosi le lacrime.

-Diamo loro il tempo di riprendersi, poi agiremo.-

Ginevra si dimostrò una donna ragionevole e saggia ancora una volta, ringraziò il medico per le spiegazioni fornitegli e andò via.

 

I giorni passarono e per Merlin e Arthur la situazione non mutò. Merlin si limitava ad adempiere ai suoi doveri di servitore e Arthur lo chiamava il meno possibile per evitare di stare troppo a contatto.

Al momento delle vestitura Arthur teneva gli occhi fissi in un punto imprecisato dalla camera mente Merlin cercava di non toccare troppo con le dita la pelle del suo Re. Un compito estremamente difficile, il suo amore per il biondo scalpitava nel suo petto, voglioso di uscire allo scoperto. Fece appello a tutta la sua forza per resistere, finire di vestirlo e uscire dalle stanze reali senza dire una parola.

 

Verso sera, dopo cena, Arthur si ritirò nelle sue stanze seguito da sua moglie. Quando si chiuse la porta alle spalle trovò Ginevra in piedi accanto al letto che lo fissava.

-Tutto bene?- le chiese, lasciandole una dolce carezza sul viso.

Ginevra puntò i suoi grandi occhi scuri in quelli color cielo di suo marito e, decisa, aprì bocca per parlare. -So tutto Arthur.-

Il giovane Re aggrottò la fronte, non capendo dove sua moglie volesse andare a parare. -Tutto cosa?-

-Di te e Merlin.-

Quelle quattro parole fecero trasalire Arthur, che divenne bianco come un lenzuolo e si irrigidì peggio di una statua di sale.

-Tu non sai niente.- mormorò ad occhi bassi.

-Si Arthur, so tutto.- rispose la Regina, accarezzandogli dolcemente la nuca.

-E non sei arrabbiata? Non ci odi?-

-Ammetto che all’inizio volevo solo che vi dissolveste nell’aria ma poi ho capito.-

-Cosa?-

-Non metto in dubbio i tuoi sentimenti per me, ma ho capito che mi hai sposata per dare una Regina a Camelot e assicurarti degli eredi un giorno.-

-Ginevra..-

-Lasciami finire.- lo bloccò. -Tu e Merlin vi amate da molto prima che noi due ci avvicinassimo, solo che l’avete capito tardi. Ho visto ciò che vi succede a stare separati, state soffrendo e io non voglio vedervi soffrire. Ti amo Arthur, davvero, ma preferisco vederti felice con una persona speciale piuttosto che tenerti legato a me e infelice.-

-Cosa mi stai dicendo?- esalò il biondo, in una domanda.

-Tu lo ami?-

-Ginevra..-

-Ami Merlin si o no?- ripeté la domanda. -E’ semplice Arthur.-

-Si, lo amo.-

Ginevra gli sorrise comprensiva e gli diede un dolce bacio sulle labbra. -Era per avere un ultimo ricordo di te. Ora va’ e prenditi ciò che vuoi veramente.-

-Non so cosa dire..- il biondo era spiazzato dal comportamento di sua moglie.

-Non devi dire nulla Arthur. Corri da lui.- lo incoraggiò con un sorriso.

Arthur l’attirò e la strinse fortemente a sé. -Grazie Ginevra.- le scoccò un bacio sulla fronte e scappò via, verso le stanze di Merlin.

Arrivò avanti alla porta di legno sudato e ansimante per aver corso fin lì e bussò con forza. -Si?- Gaius andò ad aprire in vestaglia da notte.

-Mi rendo conto che è tardi Gaius, ma devo vederlo.- il Re aveva ancora il respiro irregolare. -Per favore Gaius.- lo supplicò con gli occhi.

L’anziano medico si scostò per farlo passare. -E’ nella sua stanza, io vado a prendere una boccata d’aria.- si defilò, lasciando spazio ai due ragazzi.

Preso coraggio, bussò alla porta della stanza di Merlin. -Gaius, non ho voglia di parlare.- la sua voce ovattata arrivò alle orecchie del biondo che, senza pensarci due volte, aprì la porta mostrandosi al suo servitore.

-Arthur, cosa ci fate qui?- sobbalzò Merlin, non aspettandosi di trovare il biondo lì.

-Prima cosa, niente formalità tra noi. Lo sai che le detesto. Seconda cosa… Ginevra sa tutto di noi.-

-Oh mio Dio, siamo nei guai.- Merlin si passò le mani tra i capelli, disperato. -Ti ho messo nei guai Arthur, ora cosa farai?-

-No, no, tranquillo.- gli si avvicinò e gli prese le mani tra le sue. -Non l’ha presa bene ma è stata comprensiva.-

-In che senso?- Merlin non capì.

-Sono tuo. Sono solo ed esclusivamente tuo, Merlin.- gli sussurrò ad un centimetro dal viso.

-Smettila!- stranamente Merlin si divincolò dalla sua presa. -Smettila di giocare con la mia testa e con il mio cuore!- esclamò, piangendo.

-Che stai dicendo?- un velo di delusione ricopriva gli occhi del Re.

-Ginevra non può aver rinunciato a te così facilmente! Mi stai solo prendendo in giro per avermi, fare l’amore e andare via, lasciandomi a raccogliere i pezzi di me stesso!- Merlin era spaventato e aveva le guance rigate dalle lacrime. -Va’ via.-

-No, non ti lascio.- gli si gettò addosso e lo baciò con una tale irruenza che il moro barcollò all’indietro per il gesto inaspettato. -E’ tutto vero, Merlin. Ginevra mi ha lasciato andare. Sono tuo.- sussurrò, appoggiando la fronte a quella del moro.

-Non mi stai prendendo in giro, vero? Perché se così fosse io..-

-E’ tutto vero.- lo rassicurò, accarezzandogli il viso.

In procinto di scoppiare in lacrime, il moro artigliò la nuca del suo Re e lo baciò disperatamente. Si stesero sul letto di Merlin e passarono la notte a baciarsi, stringersi e amarsi più urgentemente delle altre volte.

In quel momento capirono che l’amore che li univa era vero e forte. Arthur non avrebbe permesso a niente e nessuno di portargli via quel fragile ragazzo che teneva ancorato a sé e avrebbe finalmente potuto dargli la felicità e l’amore di cui aveva bisogno.

Merlin alzò la testa dal petto del Re, incrociando i suoi occhi. -Dimmi che durerà. Dimmi che non è una gioia temporanea.-

Arthur lo baciò sulle labbra e gli rispose, guardandolo con gli occhi dell’amore, -No, non è temporanea.-

 

 

Spazio Autrice:

E’ venuta più lunga di quanto mi aspettassi, doveva essere una piccola OS e invece ahah :D

Il brano a cui si ispira questa ff è questo:

https://www.youtube.com/watch?v=PnugraD0wOQ

E’ una canzone bellissima e spero che anche a voi piaccia J

Spero che la storia di vostro gradimento, ci ho messo tutta me stessa per scriverla credetemi.

Baci,

Sunny9719

   
 
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