Non volevo soffrisse in questo modo così gli afferrai la mano tremante e gliela appoggiai al mio petto, per fargli sentire il mio battito accellerato, per fargli capire quanto fossi emozionato anche io. Sembrava avesse funzionato. La sua mano era meno tesa. La tenevo ancora stretta fra la mia mano e il mio petto finché non fu lui, da solo a spostarla leggermente fino a raggiungermi i fianchi. Era decisamente piú sciolto e, davvero, mi sentivo un campione per aver fatto tranquillizzare Taekwoon, in una situazione del genere.