Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: Mrs C    28/06/2017    4 recensioni
“Sono molto contento di averti conosciuto, Yuuri, e sono sicuro che diventerai un grande mago.”
Non sta mentendo, non gli fa un sorriso di circostanza e gli dice che andrà bene di sicuro con un po' di impegno, no, Viktor gli dice che è felice di averlo incontrato. Non glielo aveva mai detto nessuno ed è difficile rispondere. Non lo fa, ma il sorriso di Viktor non trema. Rimane sulle sue labbra anche quando lo saluta agitando la mano, esce dal portone e la neve illuminata dal sole pallido di febbraio gli impedisce di vederlo camminare verso le carrozze che lo riporteranno a casa.
Come lo sai? Perché ne sei così sicuro? Ci rivedremo?
Avrebbe voluto chiederglielo. Avrebbe dovuto.
Stringe forte la moneta, la mette nella tasca interna del mantello e poi ricomincia a camminare verso il Dormitorio.
La scuola è improvvisamente più fredda e piu vuota. Non sa perché.
[Hogwarts!AU]
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You can be y

Titolo: Sometimes you need to become your own hero

Pairing: Viktor Nikiforov / Yuuri Katsuki

Genere: AU, romantico, malinconico, fantasy

Rating: arancione

Warning: shonen-ai

Summary: Yuuri ha quattordici anni e tanti problemi da risolvere quando conosce Viktor Nikiforov, la stella di Durmstrang e del Torneo Tremaghi. In realtà, Yuuri non sa neanche chi sia – e non è interessato a scoprirlo, grazie tante – almeno finché il fato (o qualcosa che ci somiglia in maniera imbarazzante) non si mette di mezzo. E bastano un libro, un mantello e poco altro per vedere le cose in modo diverso.

Chapters: 1/?

Credits: Yuri on Ice e questi bambini splendidi appartengono a Kubo-sensei e ai produttori della serie (bless them) mentre Hogwarts trichete e trachete appartengono a Zia Row. A parte la soddisfazione personale di scriverci sopra non ci guadagno neanche un centesimo (solo sudore, ansia e fatica nella disperazione di portare a termine questa long AHAH).

#Ho scritto questa cosa in meno di una settimana (che rispetto ai due o tre mesi dell'altra volta mi sembra un grande passo avanti--). Ne sono soddisfatta? Non lo so, non su tutto almeno. Ma sono contenta di essere riuscita a finire questo capitolo e sono contenta di come ho gestito Yuuri. Non mi va di lasciarla ad ammuffire nel computer e dal momento che sono felice di essere riuscita a scrivere qualcosa del genere, beh... la posto, sperando mandarla avanti in tempi regolari (diciamo un aggiornamento ogni dieci giorni? Tanto per stare sul sicuro e forzarmi a scrivere più che posso).


Ringrazio: Alex, per l'aiuto e gli scleri (E I VOCALI DA OTTO MINUTI) e l'avermi fatto passare sia la paura di postare che i mille dubbi infiniti su questo capitolo (thank you, Boaz ;_;), Miri per le gif e l'incoraggiamento sul cominciare questa AU (I CAN WRITE IT ;^;) e Neko per lo spaccio di fanart che mi hanno aiutato a visualizzare i personaggi su come volevo che fossero (mi hanno aiutato moltissimo ;_;).

#Il rating Arancione è solo per precauzione, fondamentalmente perché più avanti vorrei succedessero delle cose e penso servirà. In caso contrario (cioè, nel caso cambiassi idea o la trama diventasse un po' più soft) verrà portato al giallo.


#Tutta la fanfiction è ispirata principalmente ai disegni di un artista su Tumblr che mi hanno spinta a scrivere la prima parte /e poi tutto il resto/ difatti penso troverete qualche somiglianza. Vi lascio il link qui perché sono davvero stupendi e vale la pena di seguire i suoi lavori!


#Il titolo. Ecco, io coi titoli faccio schifo ma pensavo che questo rappresentasse bene lo Yuuri e il Viktor di questa fanfiction. E mi piaceva. So--

#Che altro posso dire? Spero vi piaccia – o che non vi faccia del tutto schifo, meglio – and please, sentitevi liberi di lanciarmi qualunque tipo di ortaggio in caso contrario. Hope you like it and see you soon!







Sometimes you need to become your own hero
Chapter 1







La prima volta che vede Viktor, Yuuri ha quattordici anni e tanta paura.
È ad Hogwarts da qualche anno eppure non sa ancora destreggiarsi nei corridoi, nelle stanze... tutte quelle persone nello stesso posto lo intimidiscono e fanno sentire a disagio.
Hogwarts è bella, è più bella più di qualunque posto sia stato nella sua – breve – vita fuori da quelle mura ma ancora deve capire perché si trova lì, quando i suoi poteri non sono minimamente paragonabili a quelli degli altri.
Figlio di una famiglia di maghi naturalizzati babbani assolutamente modesta, si trova sulle spalle le aspettative di amici e conoscenti.
Gli piacerebbe non sentirsi pressato dalle responsabilità ma non è così facile. Non quando sei ancora un ragazzino piccolo, impaurito e tutto il tuo mondo è sempre stato la tua camera, la tua famiglia e il tuo cane, Vicchan.
A Yuuri non è rimasto neanche quello, perché quando Vicchan è morto lui era già partito per il suo terzo anno. Avrebbe preferito tornare a casa, prendere il King's Express e volare dal suo amato cagnolino ma sarebbe stato inutile perché Vicchan non c'era già più.

Non era cominciata nel migliore dei modi la sua avventura a Hogwarts e il suo primo anno era stato difficile per più di un motivo. Non riusciva a socializzare, le lezioni erano difficili e la sua magia non abbastanza forte da tenere il passo con quella dei suoi compagni – figuriamoci con quella dei professori –.
Doveva essere felice di essere lì? Era una cosa importante, sì, una cosa speciale e avrebbe reso la sua vita particolare ma era quello che voleva sul serio? Non sarebbe stata la prima volta di un ritiro a metà anno.
Aveva comunque la licenza per passare alle scuole medie in un qualunque scuola volesse, non sarebbe stato tanto difficile mollare tutto e tornare alla sua vita di sempre.
Solo che ogni settimana arrivava la lettera della sua famiglia, della sua mamma e del suo papà, di sua sorella Mari che ad Hogwarts non era stata ammessa e... beh, i sensi di colpa erano talmente forti da impedirgli di dire la verità.

Va tutto bene, Mamma. Le lezioni sono belle, interessanti e divertenti, i professori sono sempre disponibili e ho un sacco di amici...

Le sue lettere cominciavano sempre così ed erano colme di bugie e sentimenti nascosti.
Se Hiroko avesse potuto vedere la sua faccia si sarebbe resa conto immediatamente che suo figlio non stava bene ma per fortuna non poteva vederlo ed era meglio così.
La verità era che le lezioni erano stressanti e non capiva metà delle cose che venivano spiegate – l'altra metà erano in rune antiche e non le capiva nessuno comunque – i professori assegnavano una miriade di cose da fare e pretendevano l'impossibile e gli amici... sugli amici, sua madre non ci avrebbe creduto mai in ogni caso.
Non aveva mai avuto amici, a parte Yuuko e Nishigori, e lasciarli andare era stato più doloroso di qualunque altra cosa – probabilmente era partito con il piede sbagliato in tutta quella storia, okay, ma poteva essere biasimato? Non pensava di meritarlo – quindi... non vedeva lati positivi, ad essere onesti.
E voleva tornare a casa.

Il giorno che Yuuri conosce Viktor Nikiforov è una bellissima giornata d'inverno.
Obiettivamente non fa freddo, non tanto, ma Yuuri sente come se il ghiaccio e la neve gli fossero penetrati nelle ossa e avessero scavato fino a creare nido, alberi e fiori nel suo sterno.
Non è una cattiva mattina, quella, se non fosse che non ha dormito la notte precedente per finire quanto assegnato dal Professor Karpisek1, aver saltato la colazione ed essere arrivato comunque in ritardo – cinque punti in meno a Grifondoro, tanto per non farsi mancare niente – e aver poi dimenticato lo stesso tema che aveva preparato con tanta concentrazione la sera prima, ricevendo quindi persino compiti extra.
Libri in braccio e una gran voglia di affogare nel Lago Nero, Yuuri si nasconde nel suo posto preferito per tutto il resto della giornata ed è lì che vede Viktor Nikiforov la prima volta.

Il posto preferito di Yuuri è un albero nascosto in un angolo del campo di Quidditch.
Yuuri non gioca a Quidditch – non sa come si fa né in effetti gli interessa e poi è sicuro che non ne sarebbe capace anche se ci provasse – ma quel posto è tranquillo e gli piace.
Si siede come al solito sotto le fronde dell'albero, in un punto particolare dove la neve è già sciolta e il mantello impermeabile gli impedisce di venire a contatto con l'acqua.
Ha due maglioni, una maglietta e una canottiera eppure il sente il freddo talmente forte che i brividi scivolano impazziti lungo tutto il suo corpo.
Se non fosse così stanco – e triste e scoraggiato e un sacco di altre cose – forse si metterebbe a piangere ma non ne ha voglia e comunque sarebbe stupido.
Piangere, di sicuro, non aiuterà la sua situazione. Dire la verità forse sì.

Apre gli occhi solo quando sente un tessuto caldo avvolgerlo e ripararlo dal freddo.
Non riesce subito a scorgere bene a chi appartengono quei capelli d'argento ma è abbastanza sicuro che la divisa rossa sia di Durmstrang.
Non che abbia mai parlato con nessuno di loro – a malapena, e solo per caso, parla con i suoi compagni di corso, figuriamoci rivolgersi a uno straniero che non capirà una parola delle sue lagne e pure più grande di lui – ma essendo pochi e piuttosto sgargianti, è facile riconoscerli sul momento.
Yuuri sa che stanno partecipando a una competizione che dovrebbe essere importante ma di cui, per essere onesto, non gli è interessato granché finora.
Sa che hanno un'ala riservata al terzo o quarto piano e sa che, esclusi i partecipanti, hanno tutti fra i tredici e i diciassette anni e amano usufruire del loro campo da Quidditch nei giorni feriali, ma a parte questo...
Ha già i suoi problemi a cui pensare e non ha davvero voglia di preoccuparsi del fatto che un gruppetto di ragazzini, compresi alcuni della sua scuola, stanno rischiando la morte per un motivo tanto stupido come vincere una coppa e che per di più non è nemmeno fatta d'oro.
Comunque, la verità è che Yuuri non è interessato a niente e nessuno che non sia Yuuri.
Non in questo momento, non quando tutta la sua vita è cambiata all'improvviso e niente di quello che voleva sta succedendo, quindi grazie ma chi se ne frega.

È sempre stato il suo pensiero... almeno fino a quel momento.
Fino a quando non apre gli occhi e una chioma argentata non gli blocca la visuale del campo da Quidditch. Ha un paio di occhiali sulla testa e una coda lunga che cade sulla spalla sinistra.
Sembra più grande, forse di qualche anno, ed è alto. Un battitore? Forse un cercatore.
No, sicuramente un cercatore, Yuuri li riconosce a miglia di distanza quegli esaltati.
Sei sveglio? Ti senti bene?”
La sua voce è bassa e forse solo un po' agitata. Ha un accento molto particolare, marcato, ma è gentile e sembra... preoccupato? Per lui? Alza gli occhi per guardarlo e un mare d'azzurro ghiaccio lo investe in pieno.
Sì... sì, sto bene.”
Meno male, pensavo ti fossi sentito male. Non fa troppo freddo per dormire all'aperto?”
Yuuri annuisce, pensando che in effetti ha ragione. Anche se non sarebbe male ibernarsi e svegliarsi d'improvviso al settimo anno, già diplomato magari con il massimo dei voti.
Ti do una mano.”
Durmstrang – perché è così che gli sembra giusto chiamarlo, considerando che non sa il suo nome – gli prende la mano, lo trascina in piedi e Yuuri si rende conto all'improvviso che non è solo un anno o due che li separano ma almeno tre o quattro. Forse è al settimo anno? O al sesto? È molto più grande di lui ed è intimidatorio, con i suoi lunghi capelli grigi, la divisa sgargiante da giocatore di Quidditch e il sorriso di chi sa benissimo chi è, cosa sta facendo e perché.
Yuuri vorrebbe avere la sua stessa confidenza e forse sarebbe tutto più facile.
Riesci a tornare al Castello da solo? Vuoi che ti accompagni?”
Yuuri scuote la testa, stringe i libri al petto e abbassa gli occhi.
Sì... no. Ce la faccio da solo.”
Va bene.”
Durmstrang sorride e sembra più tranquillo. Yuuri sente solo un grande caldo sulle spalle e si rende conto che quello che indossa è il suo mantello, quello rosso con la pelliccia al collo e il legaccio sul davanti che copre i piedi mentre cammini e ha lo strascico lungo come quello di un re.
Addosso a lui somiglia più a un tappeto che a un mantello ma non può davvero lamentarsi.
Grazie... grazie per questo. Te lo restituisco.”
Oh no, tienilo. Io sono abituato al freddo.”
Sorride, Durmstrang.
È calmo e simpatico, sembra gentile, non il solito cercatore di boccino scriteriato come quelli che ha conosciuto – specialmente del settimo, Yuuri non sa come ha fatto a sopportarli il primo anno, dopo la vittoria della Coppa delle Case –.
Yuuri stringe il mantello e se lo lega sulle spalle senza riuscire ad insistere perché se lo riprenda.
Rimangono l'uno davanti all'altro per qualche istante, Yuuri ad occhi bassi e Durmstrang che commenta la temperatura, il campo da Quidditch, le scope di riserva, gli spogliatoi incredibilmente piccoli, bla bla bla.
Fa un piccolo inchino, Yuuri, quando il silenzio si prolunga per quasi un minuto, alla ricerca di un congedo... che Durmstrang evidentemente non sembra intenzionato a dargli perché, appena gli da le spalle, parla ancora.
Ti piace il mondo dei babbani?”
Yuuri si ferma, di spalle. Un vento freddo e pungente lo colpisce in faccia e lo fa rabbrividire.
Il mantello sulle spalle è così caldo che il resto del corpo non sente minimamente la scesa rapida delle temperature.
S-sì.” Ci vivo.
Ho letto anche io quel libro. I viaggi di Gulliver... è un bel classico. Dalle mie parti è difficile da trovare.”
Yuuri si volta di poco, una sola occhiata da sopra la spalla. Durmstrang lo guarda dritto in faccia e un bel sorriso sulle labbra. Yuuri stringe il libro fra le braccia un'altra volta, prima di dargli le spalle e fare qualche passo. Poi il profumo del suo mantello lo investe per un attimo, solo per un attimo, e capisce.
Si volta un'ultima volta, fa due passi e allunga il libro verso Durmstrang, sbattendoglielo sul petto.
Ha il volto rosso e per un istante non sente il freddo gelido della neve che gli colpisce la faccia, solo l'imbarazzo di stare – più che probabilmente – facendo qualcosa di stupido.
Ma è tuo...”
Ho un'altra copia nel mio dormitorio. Per... per il mantello.”
Non lo guarda più in faccia, di nuovo un leggero inchino, due passi indietro e praticamente corre verso il Castello.
Spasibo2, Yuuri!”
Yuuri non sa cosa vuol dire quella parola ma sa bene che dentro al suo libro c'è scritto il suo nome a matita.
E adesso sa pure che uno dei migliori studenti di Durmstrang – che non sa come si chiama né se mai lo rivedrà dopo la sua partenza – lo conosce.
Non sa come sentirsi a riguardo né sa esattamente dove sta andando.
Si stringe il mantello sulle spalle mentre tutti nei corridoi lo fissano svolazzare via come un pipistretto dalle ali rosse. Yuuri non sa come si chiama quel ragazzo ma per un istante, uno solo, si pente di non avergli chiesto il suo nome.

Dopo quell'episodio, Yuuri presta attenzione più di quanto abbia fatto fino a quel momento al Torneo Tremaghi. Scopre che i due partecipanti di Durmstrang sono una certa Mila Babicheva e il ragazzo del mantello, Viktor Nikiforov. Viktor Nikiforov, scopre Yuuri, ha diciassette anni ed è l'idolo di tutta Durmstrang – e, da quando è arrivato, anche di metà Hogwarts, cioè quella che conta –.
Finora è riuscito a concludere tutte le prove che gli si sono presentate davanti – cibare un drago imbufalito nascosto in una grotta e piantare un fiore magico in cima a non sa bene quale montagna e quanto in alto (un punto molto lontano e molto pericoloso, comunque) ed è probabilmente l'unico, fra Hogwarts e Beauxbâtons, a esserne uscito quasi completamente illeso, lindo e profumato come quando ha cominciato – e non è una cosa scontata, considerando il brutto incontro con un Spinato particolarmente nervoso durante la prima prova che ha costretto lo studente francese al ritiro immediato –.
Yuuri lo segue con lo sguardo per molti giorni e si rende conto di diverse piccolezze che gli fanno valutare in maniera differente gli studenti di Durmstrang.
Tanto per cominciare sono piuttosto solitari, rimangono sempre molto vicini ed è difficile vederli separati e per conto loro. Adorano la Biblioteca – non che sia uno stalker, ma qualche volta è capitato di vederli andare in quella direzione e... beh, non c'è davvero molto da vedere oltre l'immensa libreria –, la Sala Grande con le sue candele accese e fluttuanti e, in modo particolare, il Campo da Quidditch.
Sul Campo da Quidditch praticamente ci vivono – Yuuri non sarebbe tanto sorpreso nemmeno di sapere che ci dormono, se non fosse il gelo polare che sta facendo in quei giorni – e Yuuri non è più tanto sicuro che si tratti solo di un passatempo per loro.
Sembrano tutti molto concentrati durante gli allenamenti e anche quando giocano e basta le loro espressioni sembrano quelle di tutti i suoi compagni durante una partita.
Quella di qualcuno che non vuole perdere.
Capita così che una delle mattine meno fredde dell'ultimo periodo – e considerando gli acquazzoni e la neve è davvero piuttosto strano che uscendo non ci si iberni più – che Yuuri decida di tornare nel suo angolino preferito, nell'albero nascosto del Campo da Quidditch.
Non sembra esserci nessuno, forse perché nonostante il sole c'è ancora troppo freddo per uscire – o forse perché non è saggio farsi trovare giocando a Quidditch durante l'orario scolastico, grazie tante –.
Yuuri non può sognare momento migliore per passare un po' di tempo da solo a leggere la solita lettera settimanale arrivata quella mattina durante la colazione e sentirsi colpevole e inadeguato più di quanto non si senta già tutti i giorni.
Nella lettera, Hiroko scrive cose belle su di lui, gli chiede come sta e spera di vederlo presto.
Racconta di Mari e del papà, di come va il loro Onsen... le solite cose.
Alla fine, in piccolo e nascosto come se stesse scrivendo un segreto solo per lui, aggiunge: spero tu stia bene. Davvero.
E questo ha la capacità di togliergli il fiato dalla gola.
Non pensava certo di riuscire ad ingannarla per molto altro tempo ancora ma sperava che almeno facesse finta di niente – se non fosse che sua madre non è quel tipo di persona –.
Sospira, stringe la carta fra le mani e la nasconde nel mantello. Forse a questo punto dovrebbe dirglielo che vuole tornare a casa.
Sarebbe più facile per tutti, vivere come ha sempre vissuto fino a undici anni, e okay, ci ha provato ad essere qualcuno, ad essere qualcosa, ma non è andata bene, perché insistere? Non vuole più stare male. O, per meglio dire, non vuole più essere apatico.
Vuole essere di nuovo Yuuri, com'era prima. Come una volta.
Forse dovrei restituire la bacchetta.”
Perché?”
Yuuri salta sul posto, i libri gli cadono fra le mani e si schiantano per metà a terra e per metà sulle gambe. Quando alza gli occhi, Viktor Nikiforov – nella sua divisa sportiva Durmstrang, scopa in mano e sudato come non ha mai visto nessuno – lo guarda ad occhi sgranati e sorriso assassino – per la metà della Hogwarts che conta – e che lo fa arrossire non poco di vergogna.
Perché... cosa?”
Hai detto che vuoi restituire la bacchetta. Voi di Hogwarts non la usate? Siete così bravi con gli Incantesimi Non Verbali?”
Yuuri apre la bocca per ribattere che no, decisamente, e lui in modo particolare poi non è bravo a fare niente ma l'unica cosa che fa è stringere le labbra e raccogliere i suoi libri.
Sente Viktor sedersi al suo fianco e abbandonare la scopa a terra in mezzo all'erba che ne attutisce il suono. Stanno in silenzio, più o meno come la prima volta che si sono incontrati.
Viktor ogni tanto commenta il tempo, il campo da Quidditch, le scope di riserva, gli spogliatoi incredibilmente piccoli... a Yuuri sembra di vivere un déjà vu ma non gli dispiace, non davvero.
Quindi... perché volevi restituire la tua bacchetta? È rotta?”
Yuuri si torce le dita e sospira. Non gli piace parlare delle sue cose e comunque non con gli estranei – beh... tecnicamente si conoscono, ma non sono amici o altro, quindi –.
Potrebbe dirgli una bugia e Viktor non potrebbe mai venire a saperlo ma per qualche motivo – o forse proprio perché per sua natura è fin troppo corretto – è difficile guardarlo negli occhi e dirgli chiaro e tondo di farsi gli affari suoi.
Non lo fa e non lo guarda negli occhi, continua solo a torcersi le dita e quello un po', solo un po', lo calma.
No, non è rotta. È solo che... probabilmente non mi appartiene davvero.”
Mh?”
Voglio dire... non mi sembra di essere nel posto giusto. E sono al terzo anno... non dovrebbe essere così.”
Viktor non risponde e Yuuri non aggiunge niente che non abbia già detto.
Gioca con qualche ciuffo d'erba finché il vento gelido di quel primo pomeriggio di febbraio non torna a farsi sentire prepotente contro la sua pelle.
Si sente in colpa per aver aperto la bocca a sproposito e comunque all'eroe di Durmstrang che combatte contro i draghi, che gli importa delle sue stupide beghe mentali? Niente.
E se anche gli importasse non potrebbe cambiare le cose. Raccoglie tutto da terra abbastanza velocemente, come la prima volta, ma prima che possa alzarsi, Viktor gli da una pacca leggera sulla spalla.
Da lontano, i compagni di Durmstrang lo chiamano per tornare al dormitorio.
Quando Yuuri ha la forza e il coraggio di guardarlo in faccia, Viktor ha ancora e sempre il suo solito sorriso. Non l'ha mai visto con un'espressione diversa da quando hanno cominciato a parlare quasi una settimana prima e non riesce a capire se è il suo modo standard di rapportarsi con le persone o se semplicemente non ne conosce un'altra.
Dovresti pensarla in maniera diversa” dice poi, alzandosi in piedi “sei solo al terzo anno. Ne hai ancora quattro per capire cosa vuoi fare e cosa vuoi diventare. Non dovresti essere così severo con te stesso, sei un ottimo mago.”
Yuuri storce le labbra mentre Viktor recupera la scopa, si spazzola i pantaloni e aggiusta i capelli.
Come lo sai?”
Ti ho visto molto spesso esercitarti con gli incantesimi sotto quest'albero” muove le mani davanti al viso, ridendo “non sono uno stalker, è solo che quando volo è facile vedere le persone. Penso che considerando l'impegno che ci metti tu possa fare davvero qualcosa di buono. Hai molta forza, ma tu non la vedi ed è un peccato.”
Yuuri alza gli occhi di scatto ma è già tardi: Viktor si allontana a grandi falcate e si volta per un secondo, salutandolo con la mano. Yuuri non riesce nemmeno a ricambiare. Rimane fermo, seduto, finché non scompare dalla sua vista ed è di nuovo solo e fa ancora più freddo.
La lettera di sua madre, nascosta nella tasca del mantello, brucia come fuoco.
Spero tu stia bene. Davvero.

Ci sono molte cose che sono state chiare fin da subito nella vita di Yuuri.
Il fatto di non saper stare su una scopa senza cadere a terra ogni tre secondi è stata una di quelle che ha capito immediatamente e a sue spese – sue e del suo fondoschiena – e un'altra è il non essere all'altezza neanche di parlare a Viktor Nikiforov – per il fatto di non avere nemmeno la metà della sua bellezza e intelligenza, come per mille altre motivi –.
Viktor non sembra dello stesso avviso, e per tutti i giorni che lo separano dall'ultima prova lo rincorre per i corridoi per dargli almeno un saluto e questo gli fa avere l'invidia – e anche l'ammirazione – di tre quarti della scuola.

Ciao Yuuri!”
“Ehi, Yuuri, come va?”
Mangiamo insieme oggi, Yuuri?”
Yuuri, sono caduto dalla scopa durante l'allenamento!”
Yuuuri.

Viktor non è uno che si arrende e Yuuri non è un tipo espansivo e comunque, anche se lo fosse, non è così facile per lui rapportarsi con qualcuno come Viktor, circondato da persone famose, sotto il mirino critico di tutti e così sicuro di sé da non aver bisogno di nessun altro.

Eppure qualche volta cede, qualche volta parlano, qualche volta si salutano. Non mangiano insieme.
Sono agli antipodi e solo salutarlo – per pura educazione, non perché si senta a suo agio nel farlo – è così difficile da fargli venire voglia di scavarsi una buca per terra e non uscirne mai più e passare tanto tempo con lui non è qualcosa a cui Yuuri riesce ad abituarsi – o che può accettare, non quando Viktor è così perfetto e lui così sbagliato –.
Ma Viktor continua a salutarlo, a sorridergli e a chiamarlo per nome in mezzo ai corridoi e all'improvviso, in un pomeriggio qualunque, per quanto forse sia spaventato da questo cambiamento, Yuuri non lo è più così tanto come dovrebbe essere.

Così, all'ultima prova, Yuuri decide che vederlo rischiare il collo per recuperare un Ippogrifo imbufalito dalla Foresta Proibita – che già sarebbe rischioso di suo, se non fosse il piccolo particolare di dover pure recuperare un grosso anello d'oro dal suo corno e per di più in piena notte – vale lo sforzo di una sua parola che non sia solo il misero ciao in mezzo ai corridoi o dopo le lezioni.
Così, alle nove di sera, quando tutti sono già lì e aspettano di vedere come andrà a finire, Yuuri si nasconde in mezzo alla folla che fino a quel momento ha sempre evitato come la peste.
Sorpassa le persone, scivola in mezzo alle braccia tese e ai corpi stretti intorno ai campioni del Torneo e poi si ritrova, senza saperlo, davanti a Durmstrang... a Viktor.
La lunga coda è stretta in una treccia e non ha gli occhiali, questa volta.
La divisa sembra più atletica, più adatta a certe attività sportive – e di sicuro rincorrere un Ippogrifo cercando di non farsi ammazzare rientra fra quelle –.
Non sembra neanche particolarmente nervoso – non tanto quanto lo dovrebbe essere, comunque – e il suo sorriso è esattamente come Yuuri lo ricorda settimane prima ma con una differenza: gentile, sì, ma finto.
Ecco...”
Fra tutte quelle persone, Viktor lo vede, alza gli occhi, lo guarda e improvvisamente brilla.
Non dice niente ed è per questo che tutti si accorgono del fatto che qualcosa è cambiato.
Yuuri!”
Io... sì, ciao?”
Viktor sorride, e adesso è il sorriso di tutte le altre volte, un sorriso sincero ed entusiasta, quando si avvicina e gli prende le mani, trascinandolo via dalla folla che non lo lascia respirare, e Yuuri capisce quanto deve essere amato dalla sua gente per quello stesso sorriso.
Non gli risulta tanto difficile capire perché sia così popolare.
Sei venuto a salutarmi? Hai paura che muoia nella foresta?”
Viktor lo dice con allegria ma per la verità non ci è andato troppo lontano.
Yuuri non risponde, abbassa gli occhi e Viktor capisce che ha centrato il punto.
Sono venuto a portarti questo.”
Dalla borsa a tracolla, nascosta dal mantello grifondoro, Yuuri tira fuori un libro.
Viktor legge il titolo chinandosi un poco sulla destra. I tre omini del bosco3, Grimm.
Yuuri non si aspetta la sua reazione successiva – o forse è esattamente quello che voleva ottenere – perché Viktor si china in avanti, mani nello stomaco, e ride.
Ride forte, ride tanto e per un istante tutti si fermano a sentire quella risata chiara e cristallina.
I tre omini del bosco? Davvero?”
Yuuri gonfia le guance, imbarazzato.
Okay, forse il titolo è stupido, ma c'è un motivo, non l'ha mica scelto a caso.
Siete tre. E dovete entrare in un bosco, più o meno. E la principessa di questa fiaba riesce a vincere contro la matrigna cattiva e sputa monete dalla bocca tutto il tempo, quindi pensavo...” che avrebbe portato fortuna.
Yuuri non lo dice ma Viktor sembra capirlo. Sorride, prende il libro e lo nasconde dentro la sua di borsa – quella che contiene un sacco di cose utili per la ricerca dell'Ippogrifo, e no, un libro non è una di quelle – e sembra contento? Non è la parola che userebbe o quella giusta, ma non importa.
Il regalo sembra essergli piaciuto ed è quello che conta.
Spero di poter ricambiare appena vincerò il Torneo.”
Yuuri si torce le mani, abbassando lo sguardo. Così tanta confidenza in se stesso... vorrebbe chiedergli come ci riesce, anche in una situazione tanto catastrofica come dover entrare in piena notte nella Foresta Proibita alla ricerca di un Ippogrifo con un corno, un anello e in mezzo a mille e più pericoli.
Yuuri pensa che ci voglia più di un libro per avere la fortuna di uscirne tutti interi ma non lo dice.
Non fa niente. Dovevo ricambiare per il mantello che mi hai prestato.”
Mi avevi già dato un altro libro per quello.”
Yuuri scrolla le spalle, senza mai alzare gli occhi.
Questo è per gli interessi.”
Viktor ride e quando sembra stia per dire qualcosa, suona la sirena: l'ultima prova sta per cominciare.
Viktor lo guarda un altro secondo, scrollando le spalle. La folla si disperde leggermente e rimangono al centro solo i campioni, Yuuri e pochi altri che aspetteranno tutta la notte per vedere chi uscirà per primo, vincitore del Torneo Tremaghi.
Rimarrai ad assistere?”
Io... pensavo di andare a letto presto. Domani ho lezione prima del solito.”
Viktor annuisce, piano. Non dice molto altro e rimangono nel loro classico silenzio finché Viktor non dondola sui piedi e Yuuri capisce che è quasi ora.
Allora io andrei-”
Però” lo interrompe, tirando su col naso per il freddo e l'imbarazzo “potrei rimanere... un po'.”
Viktor sorride e Yuuri abbassa gli occhi.
Si allontana di qualche passo, oltre le guardie che stanno facendo allontanare ogni studente che non sia uno dei partecipanti. Fa freddo, c'è ancora neve e ghiaccio da qualche parte e la foresta deve esserne piena.
Yuuri non riesce a capire come faranno a correre in mezzo alle sterpaglie inumidite, a non cadere morti al suolo e al proteggersi da tutti i pericoli che la foresta nasconde, tutto insieme e nello stesso momento.
Non è molto fiducioso – ed è poi uno dei motivi per cui ritiene il Torneo particolarmente stupido, ad essere onesti –.
Allora devo sbrigarmi a finire. Non voglio certo farti aspettare.”
Viktor sorride, sembra tranquillo e le sue mani non tremano quando gli scompiglia i capelli.
Gli da le spalle un secondo dopo. Lo vede aggiustarsi la camicia rossa, lisciarsi i pantaloni i lunghi capelli d'argento. Persino alla luce delle candele fluttuanti risplendono come sotto il sole d'agosto.
Quando la campana suona una seconda volta, è il segno che i concorrenti possono partire.
Gli altri due partecipanti scattano, Viktor rimane fermo per alcuni secondi prima di scegliere una direzione totalmente opposta rispetto a quella degli altri.
Prima di immergersi nella foresta e scomparire, Viktor si volta un'ultima volta verso Yuuri e sorride, agitando la mano.
Comunque mi chiamo Viktor.”
E va.
Yuuri rimane ad aspettarlo per tutta la notte, finché all'alba della mattina dopo, non lo vede uscire a testa alta, l'anello in mano e il classico sorriso vittorioso che Yuuri ha un po' imparato a conoscere, in quei giorni.
Viktor Nikiforov, campione del Torneo Tremaghi.

La festa per la fine del Torneo – o per la fine del torneo senza morti, per meglio dire – dura tre giorni e alla mattina del quarto giorno, Beauxbâtons e Durmstrang decidono di ripartire.
Tutti gli studenti di Hogwarts – e anche qualche infiltrato fra il Ministero e il gruppo Auror, quelli non sono capaci a mimetizzarsi fra la folla – li salutano con fazzoletti e fuochi d'artificio, come se stesse andando via un Re con tutto il reame al seguito. Yuuri è nelle retrovie, nascosto da una colonna vicino al portone d'ingresso, lì dove può vedere tutto e nessuno può vedere lui.
Viktor è circondato da... beh, tutti, ed è normale, suppone. Non si sa quando e se torneranno e se anche lo facessero di sicuro Viktor Nikifirov non ci sarebbe.
È all'ultimo anno, il prossimo tutte le porte saranno spalancate davanti ai suoi occhi per qualunque lavoro voglia fare nella vita e Durmstrang – come anche Hogwarts e qualunque altra cosa esistente prima di quel momento – saranno un ricordo piacevole di qualcosa che è accaduto tanti anni prima, in un momento dove studiare era la priorità.
Yuuri non pensa che sarà così per lui, non quando la sua vita scolastica è un colabrodo da ogni parte la si guardi, e d'altra parte non sa nemmeno se riuscirà a finire gli studi quindi... il suo è un discorso un po' particolare – e poi in questo momento non ha voglia di pensarci –.
Nel momento in cui comincia un nuovo giro di fuochi d'artificio, Yuuri ne approfitta per scomparire all'interno del corridoio principale, diretto chissà dove comunque lontano da tutta quella gente.
È stato forse il periodo più strano da quando ha messo piede in quella scuola e nello stesso tempo il più interessante. Forse per via di Viktor? No, si sono parlati troppo poco per essere merito suo.
Ma in un certo senso, forse, Yuuri può dire che sia uno dei motivi, sì.
In una maniera che forse non pensava neanche di poter conoscere, non per qualcuno di così diverso da lui, non per qualcuno che non ricorderà neanche più il suo nome una volta tornato a casa.
Però, per essere onesti, Yuuri pensa che lui, invece, il nome di Viktor Nikiforov lo ricorderà piuttosto chiaramente.
Yuuri! Yuuri, aspetta!”
Yuuri si blocca, di spalle, il freddo del portone ancora aperto che sbatte contro le sue spalle e il caldo che i suoi due maglioni, la maglietta e la canottiera gli danno sulla pelle. Viktor gli si avvicina a passo svelto, sorride, e il mantello rosso sventola dietro di lui come l'alito infuocato di un drago.
Viktor...”
Arriva a un passo da lui, quel passo che basta per prendergli le mani, stringerle fra le sue e sorridere, con i denti bianchi splendenti persino nella penombra del corridoio e i capelli argentati che sventolano alle sue spalle come una bandiera.
Ciao, Yuuri! Scusami, non ho avuto modo di salutarti in questi giorni. E di ringraziarti.”
Ringraziarmi? Di... cosa?”
Di essere rimasto a vedermi la notte dell'ultima prova. Ti ho visto, sai?”
Yuuri arrossisce, abbassa gli occhi e si torce le dita fra le mani di Viktor. C'erano decine di studenti, doveva beccare proprio lui dopo aver detto che sarebbe tornato in dormitorio? Dio.
Ero curioso.” E un po' preoccupato.
Sono contento che tu sia rimasto, qualunque sia il motivo. Avrei voluto dartelo una volta tornato al Castello ma non ho fatto in tempo. Tieni.”
Viktor fa in modo che il palmo della sua mano sia rivolto verso l'alto, tira fuori dalla tasca una piccolissima moneta d'oro e poi fa sì che le dita si chiudano a pugno. Yuuri lo guarda in faccia per la prima volta, confuso, e gli occhi gentili e sinceri di Viktor bloccano ogni sua domanda sul nascere.
È il mio portafortuna. Spero ne porti anche a te come il tuo libro ne ha portato a me dentro la foresta. A proposito, l'ho dovuto usare contro un Acrumantula gigante, spero che non ti dispiaccia. Mi ha salvato la pelle!”
No... sono contento sia stato utile. Credo. Ma perché la vuoi dare a me? Non è importante?”
Sì. È un portafortuna, una moneta speciale di Durmstrang. Possiamo usarla solo noi all'interno delle mura del nostro castello e ha più di cento anni. È molto preziosa, sai? Spero ti terrà compagnia anche se io non ci sarò.”
Yuuri stringe le labbra, le mani e la moneta brucia sulla pelle del suo palmo. Non sa cosa dire e il volto rimane ancorato a quel piccolo cerchio dorato, con l'immagine di qualcuno che Yuuri non riesce a riconoscere. È importante, davvero importante, ma le parole non escono fuori e forse non è davvero necessario che dica qualcosa perché quando lo guarda, Viktor ha gli occhi brillanti e sembra capire tutto.
Adesso devo andare, le carrozze partiranno a momenti.”
Si toglie il guanto, stringe la mano chiusa a pugno di Yuuri fra le sue e si abbassa quasi alla sua altezza per potergli parlare a bassa voce. È un respiro, ma è delicato ed è sincero nelle parole che dice.
Sono molto contento di averti conosciuto, Yuuri, e sono sicuro che diventerai un grande mago.”
Non sta mentendo, non gli fa un sorriso di circostanza e gli dice che andrà bene di sicuro con un po' di impegno, no, Viktor gli dice che è felice di averlo incontrato. Non glielo aveva mai detto nessuno ed è difficile rispondere. Non lo fa, ma il sorriso di Viktor non trema. Rimane sulle sue labbra anche quando lo saluta agitando la mano, esce dal portone e la neve illuminata dal sole pallido di febbraio gli impedisce di vederlo camminare verso le carrozze che lo riporteranno a casa.
Come lo sai? Perché ne sei così sicuro? Ci rivedremo?
Avrebbe voluto chiederglielo. Avrebbe dovuto.
Stringe forte la moneta, la mette nella tasca interna del mantello e poi ricomincia a camminare verso il Dormitorio.
La scuola è improvvisamente più fredda e più vuota. Non sa perché.


_________________________


1 Il professor Karpisek in realtà è Josef Karpisek, il Coach di Christophe Giacometti nel Canon. Volevo il nome di un personaggio che non fosse troppo conosciuto e la scelta è ricaduta su di lui.
2 Significa grazie, in russo.
3 Mi piacciono i Fratelli Grimm... perdonatemi (e sì, mi piace tanto anche I Viaggi di Gulliver).
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Mrs C