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Autore: heliodor    28/06/2017    3 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Consiglio di guerra

L'attesa fu la parte più dura. Joyce avvertiva una fitta spiacevole allo stomaco al pensiero di quello che stava per fare. Non osava pensare a cosa le sarebbe successo se l'avessero sorpresa.
La magia per quelli non dotati di poteri era vietata da tutte le leggi del mondo. Era considerata una pratica contro natura che andava punita con la morte o l'esilio. In ogni caso per chi sbagliava non era prevista alcuna pietà.
Ma Joyce era disposta a correre quel rischio. Ne aveva già corsi molti, ma stavolta era per una giusta causa. Voleva sapere se Vyncent stava bene. Era suo diritto saperlo.
Era arrabbiata perché lui non le aveva detto niente, ma se la missione era segreta forse aveva un buon motivo per non farla stare in pensiero.
In quel momento non pensava in maniera lucida. Era solo avida di informazioni e le avrebbe ottenute, in un modo o nell'altro. E se quel modo era mettere in pericolo la sua vita, allora che fosse così.
Attese che il castello si svuotasse di tutti gli ospiti non ammessi al consiglio di guerra. Dopo cena le porte furono sbarrate e il re convocò la riunione per la tarda serata, dando modo agli invitati di rendersi presentabili.
Bryce ed Elvana indossarono i mantelli del circolo sopra abiti informali e si avviarono verso la sala che era stata scelta per la riunione.
Joyce conosceva quel luogo. Veniva usato di rado e solo per occasioni speciali come piccole feste private e concerti.
Somigliava a un piccolo anfiteatro, con scranni di legno freddi e scomodi. Chi prendeva la parola poteva parlare da una pedana rialzata visibile da qualsiasi punto. A volte quella pedana veniva usata come palcoscenico per piccoli spettacoli.
C'era una sola porta di accesso alla sala, che poteva essere sbarrata dall'interno. Una volta chiusa, era impossibile entrarvi.
A meno di non passare dalle quinte.
Essendo un piccolo teatro, la sala aveva una seconda uscita, più piccola, situata sotto la pedana rialzata. Li c'erano dei minuscoli camerini dove gli attori potevano cambiarsi d'abito. Dai camerini si accedeva a un corridoio e da questo, dopo varie scale e passaggi che facevano un lungo giro, a un altro corridoio che sbucava vicino ai magazzini.
L'ingresso era stato murato anni prima e se n'era persa la memoria, ma Joyce aveva recuperato una vecchia mappa in biblioteca e aveva trovato il passaggio.
Quella sera, approfittando del fatto che tutte le attenzioni erano concentrate sulla riunione, scese nei magazzini con la mappa e individuò l'entrata nascosta dal muro.
Come aveva sospettato le pietre erano state solo ammucchiate contro l'entrata. Sarebbe bastato rimuoverle per liberare il passaggio.
Sbuffando e sudando ricavò un passaggio abbastanza largo dove poteva infilarsi e vi entrò.
 
Quando raggiunse i camerini la riunione era appena iniziata. Si rese invisibile e rimase in attesa.
La sala si stava riempiendo.
Dal punto in cui si trovava poteva vedere solo le persone sedute nella prima fila, quella più bassa. Vide Bryce ed Elvana prendere posto qualche fila più sopra. Le perse di vista quando salirono in alto.
Le porte furono sbarrate e il consiglio di guerra ebbe inizio.
Il primo a prendere la parola fu suo padre.
Re Andew salì sulla pedana. Joyce sentì le vecchie assi di legno scricchiolare sopra la sua testa.
"Oggi ho ricevuto le condizioni di re Hagar" annunciò il re senza tanti preamboli. "Dopo attenta valutazione, ho deciso di non accettarle. Non vi posso rivelare i dettagli della sua proposta, ma erano inaccettabili, perciò le ho respinte al mittente. Me ne assumo tutte le responsabilità davanti al consiglio e all'alleanza. Persym?"
Lo stregone salì sulla pedana. "La guerra non sta andando come sperato. Quando è iniziata pensavamo di vincere in poche settimane. Ora ci rendiamo conto che il conflitto potrebbe durare mesi, se non anni."
Dai presenti si levò un brusio.
Persym attese che gli animi si raffreddassero prima di proseguire. "Ci aspettano momenti difficili, più di quelli che abbiamo già vissuto, ma c'è una speranza. Un piccolo gruppo di stregoni è in viaggio verso una località segreta per una delicata missione."
La missione di Vyncent, pensò Joyce. Si fece più attenta.
"Se avrà successo, scopriremo dove si trova Malag e potremo attaccarlo. L'idea è di Erix, del circolo di Valonde. Se avete delle domande chiedete a lei."
"Io ho una domanda" disse una voce maschile.
"Maestro Jhazar di Himladrin" disse Persym presentandolo ai presenti. "Hai il permesso di parlare."
Jhazar si schiarì la voce. "Noi del continente vecchio non siamo stati toccati dalla guerra, ma ci avete lo stesso chiesto aiuto. Finora ci siamo limitati a difendere e pattugliare i vostri confini, ma se ci chiederete di attaccare Malag potrebbe prendersela con noi."
"È un rischio" disse re Andew. "Ma la guerra è rischiosa."
"Ma voi volete trascinare noi nel vostro conflitto" disse Jhazar.
"Malag minaccia tutto il mondo."
"Ma ha giurato vendetta contro Valonde e i suoi alleati" rispose Jhazar. "Perché noi dovremmo subire il peso di questa guerra? Cosa si guadagniamo?"
Voci di protesta si levarono dai presenti. Le urla erano così alte che Joyce faticò a comprendere il resto.
Alcuni sostenevano Jhazar, altri lo accusavano di essere un traditore.
Lo stregone di Himladrin minacciò di andarsene e con lui la folta rappresentanza del continente vecchio. Solo allora gli animi si calmarono.
"Jhazar, amico mio" disse re Andew. "Se ricordi bene, nell'ultima guerra il continente vecchio fu quello che subì gli attacchi peggiori da parte di Malag. Cosa ti fa credere che la storia non si ripeta?"
"Questa è una guerra nuova" rispose Jhazar. "Malag sembra avere altri obiettivi stavolta. Dico solo che..."
Le urla si levarono di nuovo, stavolta più alte.
"L'unico obiettivo di Malag è la distruzione di tutti noi" urlò qualcuno.
"Dobbiamo agire con prudenza" urlò un altro.
"Non è la nostra guerra. È la vostra."
Joyce era confusa. Non riusciva a credere che esistesse gente come Jhazar. Le era stato insegnato che Malag era il male e andava eliminato. Come si poteva scendere a patti con quel mostro che voleva la loro rovina?
Erix, la strega che aveva preso sotto la sua guida Bryce, prese la parola. "Jhazar ha ragione" disse suscitando il brusio tra i presenti. "Perché combattere? Perché opporci a Malag? Se non combattiamo, se lo lasciamo libero di distruggere e saccheggiare tutti i regni da qui al continente vecchio, non ci sarà la guerra. Ci sarà solo il mondo che vuole Malag, dove i nostri circoli non fanno parte del suo piano. Se Malag conquista il grande continente, non c'è futuro per il vecchio. Prima o poi arriverà anche da voi, Jhazar di Himladrin."
Jhazar non rispose.
Joyce era felice che Erix avesse detto quelle parole. Si sarebbe unita all'applauso che era esploso spontaneo da parte dei presenti, se questo non l'avesse fatta scoprire.
Persa nei suoi pensieri, non si accorse dell'ombra che si muoveva tra i camerini. Troppo tardi colse un movimento alle sue spalle.
Quando si voltò, si ritrovò a non più di venti passi dal viso di un uomo. Conosceva quell'espressione accigliata, il naso adunco e gli occhi infossati. Le pupille ardevano di una luce innaturale, come quelle dei gatti di notte.
Fennir, l'assistente di Persym, la stava fissando. "Tu non dovresti essere qui" disse.

 
  
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