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Autore: Haruno_Shiobana98    28/06/2017    1 recensioni
La vita di Joshodu Hojo non potrebbe essere più semplice: non è di nobili origini, vive nel Rukongai, ama da gran parte della vita la sua migliore amica, non venendone ricambiato. Il giorno in cui si Diploma all'Accademia degli Shinigami, però, segna il punto di svolta nella sua vita: dolorose e scomode verità verranno fatte emergere dal corso degli eventi, facendo capire a Joshodu di non potersi fidare di nessuno attorno a lui, nemmeno di se stesso.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Zaraki Kenpachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ore passarono e Josh si risvegliò in pomeriggio inoltrato, col sole che iniziava a proiettare ombre sempre più lunghe nella stanza. Notando che quella volta non era rimasto nessuno con lui, il ragazzo ne approfittò per alzarsi dal letto e sgranchirsi le gambe, camminando un po' per la stanza; ancora non aveva capito dove si trovasse di preciso, quindi decise di guardare attraverso la finestra per cercare di capirlo. Quando lo fece, un sorriso involontario gli sfuggì: da ciò che poteva vedere, era dentro ai dormitori dell'11esima Divisione.

-Alla fine, ce l'ho fatta allora...- mormorò Josh sospirando, per poi tornare verso il letto in cui aveva riposato. Toccandosi il petto mentre si metteva lo shihakusho da shinigami, notò che le ferite non solo si erano completamente rimarginate, lasciando solo una leggera cicatrice biancastra sulla sua pelle, ma nemmeno gli davano il minimo fastidio: doveva essere stato curato da un guaritore davvero esperto nel Kido; dopo aver finito di vestirsi, gettò un occhio alla spada, appoggiata al lato del suo giaciglio, per poi prenderla e passarla tra la fascia bianca che aveva attorno ai fianchi e il vestito stesso, in modo che rimanesse assicurata. Alzando lo sguardo, il suo occhio cadde sullo specchio che aveva davanti a lui: vedersi per la prima volta col vestito da shinigami e con la sua zanpakuto lo riempì di orgoglio. Erano anni che aveva aspettato quel momento. Che aveva aspettato di riscattarsi, dopo tutto quello che aveva passato. Strinse la mano attorno all'elsa della zanpakuto, facendo tintinnare il ciondolo appeso; nel farlo, il piccolo simbolo di metallo attirò la sua attenzione: guardandolo più da vicino, si accorse che era leggermente arrugginito, ad una estremità. La cosa lasciò leggermente perplesso Josh, ma alla fine decise di non preoccuparsene più di tanto. Voltandosi, si avviò all'uscita della stanza e, dopo aver aperto la porta scorrevole, si trovò in un lungo corridoio, che probabilmente portava all'uscita. Di una cosa era certo: aveva una fame tale da poter divorare l'intera Divisione, capitano compreso, perciò decise di mettere qualcosa sotto i denti il prima possibile. Dirigendosi al portone principale, incrociò numerosi altri shinigami che, appena lo vedevano, si affrettavano a portarsi al lato del corridoio per farlo passare agevolmente e abbassavano lo sguardo, per non incrociare il suo. Doveva ammettere che incutere timore nel prossimo non era mai stato il suo obiettivo, ma l'effetto che stava provocando sugli altri lo faceva comunque sentire fiero: in fondo, era la prima volta in vita sua che riceveva del vero e proprio rispetto dal prossimo. E gli piaceva, eccome se gli piaceva.
Continuando a camminare per le strade del Seireitei11, Josh decise di pranzare nella solita locanda dove si era recato negli ultimi anni, quasi giornalmente; dopotutto era ormai diventato amico del proprietario e con lui aveva sempre discusso e parlato dei suoi problemi. Era quasi un secondo padre per lui. Poco prima di arrivare alla locanda, però, sentì una voce chiamare il suo nome:

-Ehi, Josh!-
Nel sentirla, il ragazzo si voltò verso il suo interlocutore; si trovò davanti Atèm Nijimura, con un sorriso smagliante sul volto e una Zanpakuto al fianco. L'impugnatura era formata da della stoffa verde incrociata, e la guardia dorata aveva una forma quasi esagonale, leggermente allungata.

-Beh, alla fine pare che entrambi siamo stati ammessi nelle nostre rispettive divisioni, Jo-kun12!
Allora, come va alla 12esima?- continuò lui, non consapevole di quanto Josh avrebbe preferito non averlo proprio incontrato. Ogni volta che lo vedeva, non poteva fare a meno di ripensare al bacio fugace tra lui ed Helen. Era una tortura.

-Beh, mi dispiace deluderti Atèm, ma sono entrato nell'11esima.-
A quelle parole, il suo amico rimase un attimo perplesso.

-11esima? E perché mai? Il tuo sogno era sempre stato...-

-I sogni cambiano. Più velocemente di quanto pensassi- lo interruppe Josh, freddamente. Atèm parve rimanerci un po' male.

-Beh... credo di poter capire. Mi dispiace di... uhm... beh, mi dispiace. Credo sia meglio che ti lasci andare, no?- rispose infatti poco dopo, dando una leggera pacca sulla spalla a Josh e cercando di sorridergli. Quello, ricambiò il sorriso:

-Sì... credo di sì. Grazie.- dopo essersi scambiati un cenno di saluto, i due ragazzi si avviarono ognuno nella loro direzione; Josh decise quindi di andare a consumare il suo pranzo prima di morire di fame, cercando di non pensare né ad Atèm né ad Helen; sarebbe solamente stato controproducente, oltre che inutile.

Dopo un altro paio di minuti finalmente si trovò davanti al familiare portone della locanda, mentre il profumo di spezie, carne e verdure riempiva l'aria facendogli venire l'acquolina in bocca; Josh aprì la porta ed entrò nel locale pregustando già il suo pasto, ma appena si avvicinò al bancone per salutare il proprietario, Ishimaru, lui lo vide e si ammutolì immediatamente, fissandolo. Assieme a lui, anche i suoi interlocutori si zittirono e iniziarono a guardarlo. Josh si sentì immediatamente a disagio.

-Joshodu. Hojo.- la voce del locandiere, profonda tanto quanto lui era muscoloso, ruppe il silenzio dopo qualche secondo; il tono era ben oltre l'adirato.

-Dimmi un po', sei pazzo? Sfidare un Capitano del Gotei 13. Per di più, il capitano dell'11esima divisione, Zaraki Kenpachi. Cosa hai pensato in quel momento, eh?! E per di più senza dirmi nulla! Avresti potuto morire!- Ishimaru quasi urlava verso Josh, il quale teneva lo sguardo basso; in fondo, sapeva di aver commesso una atto folle, oltretutto senza nemmeno parlargliene, a lui che praticamente lo aveva conosciuto fin dal suo arrivo alla Soul Society.

-E sai cosa ti dico, eh!? Lo sai, Joshodu Hojo, membro dell'11esima divisione?!- continuò lui, facendo una pausa dopo quelle parole. -È. Stato. Fantastico!- la sua voce risuonò in tutto il locale e la pacca di felicità che diede al ragazzo, sorpreso dal cambio di comportamento, lo fece quasi cadere a terra.
-Ma dico, ti sei visto?! Gli hai quasi fatto il culo! A Kenpachi! Dico bene, ragazzi?!- urlò rivolgendosi a dei suoi amici vicino al balcone, i quali pronunciarono parole d'assenso, intimiditi da Ishimaru che iniziò a ridere di gioia.

-Forza, il pranzo di oggi te lo offro io, Josh!- gli disse subito dopo, prendendo un paio di ciotole; al ragazzo tornò subito il buonumore, sebbene fosse ancora estremamente rosso in volto per l'imbarazzo: dopo quella scena, ormai lo stavano fissando tutti nella stanza, mentre parlavano sottovoce.

-S-Sì, grazie... m-ma in fondo non è stato niente di che... voglio dire, ecco...- iniziò a mormorare Joshodu quasi per scusarsi, ma fu interrotto da Ishimaru che gli mise davanti due ciotole ricolme di ramen e carne, parlando con tono categorico:

-Niente di che? Ho visto persone morire solo per il reiatsu del capitano Zaraki. Quell'uomo è un mostro. Ma tu, tu sei riuscito a sfidarlo, davanti a tutti per giunta. Fidati, hai un cammino glorioso davanti. Ma azzardati ancora una volta a fare una pazzia del genere senza avvertirmi, e vedrai come te lo interrompo, il cammino glorioso!- concluse ridendo e facendogli cenno di mangiare, mentre il ragazzo prendeva un paio di bacchette, sempre più imbarazzato. Nemmeno un minuto dopo, Ishimaru si avvicinò a Josh, facendogli cenno di ascoltare:

-E dimmi, dimmi... Helen? Sarà caduta ai tuoi piedi immagino! Deve averti sfiancato stanotte, eh? Ecco perché sei venuto a mangiare così tardi!- gli bisbigliò, facendogli andare di traverso il pasto tossendo e facendogli diventare il volto di un rosso così acceso da sembrare bollente.

-I-Ishimaru...! C-Cosa dici...!?- fu la prima reazione del ragazzo, che poi si rabbuiò subito. -Beh comunque... niente di nuovo con lei. Anzi... in effetti qualcosa ci sarebbe...- mormorò poi, rimanendo un secondo in silenzio. -Diciamo che ha baciato Atèm.-
Il locandiere fece un gesto stizzito e incredulo a quell'affermazione.

-Come!? Ma intendo, lo ha fatto davanti a te? Brutta p...!-
Fortunatamente, Josh lo interruppe prima che finisse la frase.
 

-Ma no, non lo ha fatto davanti a me. O almeno, non lo ha fatto apposta: io ho voltato l'angolo e li ho trovati in fondo al corridoio a baciarsi. Solo questo.-
Ishimaru scosse la testa.

-Mah. Chi la capisce è bravo. Fino a qualche mese fa pensavo che ricambiasse i tuoi sentimenti, ma... negli ultimi tempi è diventata strana. Ambigua.- continuò il locandiere, con uno sguardo pensieroso, per poi riscuotersi poco dopo:

-Beh, non pensare a lei! Non ti merita. Piuttosto...- gli disse subito, strizzandogli l'occhio. -Da dopo la tua esibizione contro Kenpachi, ho sentito molte ragazze fare dei discorsi interessanti su di te... pare che tu sia diventato uno tra gli argomenti preferiti di conversazione del mondo femminile, sai? Sono fiero di te!-
Josh si passò una mano dietro la testa a quelle parole, alzando lo sguardo al cielo.

 

-Ahhh, s-sei sempre il solito, eh Ishimaru?- borbottò imbarazzatissimo Josh, tra le risate del locandiere, per poi finire di mangiare il suo pranzo.

-Sei sicuro che non ti debba pagare niente, allora?- domando all'amico, tendendogli le ciotole.

 

-Ma ovvio! Te lo sei meritato! Tranquillo, e...- mentre Ishimaru parlava, Josh sentì una voce flebile sussurrargli delle parole nelle orecchie:
 

"...di te... dietro di te... dietro di te, Josh!"
Sebbene non ne avesse motivo, il ragazzo si voltò di scatto, afferrando a volo una ciotola che stava volando nella sua direzione; ancora un secondo e lo avrebbe preso esattamente in testa.

-Wow! Da quando hai questi riflessi, Joshodu?- domandò sorpreso Ishimaru ad un ancora più stupito ed inquietato Josh; intanto, la voce era sparita, velocemente come era arrivata. La mano con cui aveva afferrato la ciotola quasi gli tremava per l'agitazione. Era successa una cosa molto simile al suo duello con Kenpachi: in entrambi i casi aveva sentito delle parole al suo orecchio. Che fosse lo spirito della sua Zanpakuto...?

-Beh... fortuna, diciamo...- gli ripose lui, per poi guardare nella direzione da cui era venuta quella ciotola: in effetti, due uomini stavano discutendo animatamente tra loro, noncuranti degli altri clienti. Anche Ishimaru se ne accorse, e subito si rivolse ai due litiganti:

-Ehi, i conti in sospeso li sistemate fuori dal mio locale, intesi? Ora o vi calmate, oppure uscite di qua!- sebbene lo avesse detto con tono fermo e risoluto, la voce del locandiere non sembrò nemmeno raggiungere i due uomini, che continuarono a discutere; anzi, uno di loro sferrò un pugno in pieno volto all'altro, facendolo finire a terra.

-Ma che cazz...- sbottò Ishimaru, ma fu subito bloccato da Josh:

 

-Aspetta, ci penso io. Calma.-
Il ragazzo si allontanò dal bancone, dirigendosi verso i due e mettendosi davanti all'uomo a terra, per coprirlo da ulteriori attacchi dell'altro litigante, inferocito.

 

-C'è qualche problema?- domandò cautamente il ragazzo rivolgendosi a quello ancora in piedi, il quale non sembrò prendere bene il suo intervento.

-Togliti di mezzo, non ho bisogno di uno shinigami per riempire di pugni questo baro.-
Josh, in risposta, si piantò ancora più fermamente nella sua posizione.

-Baro o no, non è un motivo valido per picchiare una persona. Potete risolvere questa cosa a parole, ne sono certo. Se davvero ha barato, può restituirti i soldi.-

-Oh, ma stai zitto! Ho solo voglia di fargli tanto male! Togliti di mezzo, te lo ripeto per l'ultima volta ragazzino. Shinigami o no, riempirò di calci anche te se proprio insisti.- l'uomo probabilmente era un po' brillo, in quanto Josh poteva sentire il puzzo di alcool e di sakè provenire dalla bocca ad ogni sua parola. In ogni caso, non poteva permettergli di infierire sull'altra persona dietro di lui, che era ancora a terra mentre si teneva il naso con una mano.

 

-Dai, finiamola qui. Pago io per lui. Quanto ti ha vinto?- disse sospirando Josh, per allungare una mano al sacchetto di soldi che aveva appeso alla cintura. Mentre faceva ciò, l'uomo ne approfittò e sferrò un gancio con tutta la sua forza in faccia al ragazzo, facendolo indietreggiare e alla fine cadere a terra. Dalla sala si levarono dei borbottii di sdegno per il comportamento del cliente, mentre Ishimaru si stava preparando ad intervenire. Prima che muovesse un passo, fu fermato dalla voce di Josh, gelida e tagliente come l'acciaio:

-Rimani in disparte tu. Non ti riguarda.- disse, rimettendosi in piedi e asciugandosi il sangue che gli usciva dal labbro spaccato, per poi sputare ai piedi dell'uomo che lo aveva colpito. Subito dopo essere stato colpito, aveva sentito una rabbia disumana invadere ogni cellula del suo corpo. Era così intensa da essere inebriante; resisterle era una fatica immensa. Sebbene sapesse che quell'uomo era ubriaco, aveva l'improvvisa voglia di decapitarlo seduta stante.

-Scusami, avevo abbassato la guardia. Prova a farlo di nuovo, se ne hai il coraggio.- sibilò fissando negli occhi l'avversario, con uno sguardo che avrebbe intimorito anche la persona più sicura di questo mondo. Quello però, brillo, non parve curarsene molto.

-Stai zitto ragazzino. Tornatene a dormire!- biascicò per poi sferrare un altro pugno in pieno volto a Josh, il quale nemmeno si preoccupò di schivarlo. In effetti, la mano dell'uomo si fermò a nemmeno un millimetro dal volto del ragazzo e, per quanto lui si sforzasse di finire l'attacco, non pareva volersi smuovere di un millimetro. L'aria attorno alle sue dita sfrigolava come se fosse attraversata da un'energia così intensa da renderla densa come la pietra.

 

-Deludente, da un pallone gonfiato come te.-

-Josh, aspetta...- provò a dirgli Ishimaru, solo per essere bloccato da un gesto perentorio di Josh.

-Tranquillo. I conti in sospeso devono essere regolati fuori dal tuo locale, no? Non c'è problema.-

Subito dopo aver finito la frase, afferrò l'uomo per l'abito con una mano sola e lo gettò contro la porta, facendolo finire in strada.

 

-Adesso, vado a finire la questione. I tuoi clienti possono stare tranquilli. Contento no, Ishimaru?- gli disse con un sorriso, mentre scavalcava l'uomo dietro di lui, ancora a terra per il pugno di prima, per poi dirigersi all'esterno. La folla di persone che percorreva la via si era fermata stupita vedendo l'uomo essere scaraventato in mezzo a loro, solo per sorprendersi ancora di più quando vide Josh, uno shinigami, uscire dalla locanda. Il ragazzo, i cui occhi trasudavano ira ed istinti omicidi, afferrò il suo avversario, che ancora stava cercando di rialzarsi, e lo sbatté contro il muro.

-Hai scelto la persona sbagliata con cui iniziare una rissa, imbecille.- gli disse, per poi scostarsi con l'altra mano un lembo dello shihakusho in modo da scoprire il petto.
-La vedi questa? Questa cicatrice è la mia prova di ammissione all'11esima divisione. Esatto. E credi che uno dei "macellai della Soul Society", come ci chiamate voi, si farà dei problemi a piantarti la sua spada nello stomaco e a sbudellarti come un animale? Se vuoi, possiamo provare, che dici? Ti piace l'idea? Potremo vedere quanto tempo riesci a sopravvivere mentre ti dissangui. Credo sia un gioco molto divertente, almeno per me.-

 

-S-Smettila...! Cosa cazzo sei, un mostro...!? I-Io volevo solo sistemare un conto in sospeso, e...- l'uomo, appeso al muro, iniziò a balbettare delle scuse, terrorizzato a morte. In tutta risposta, Josh inclinò la testa a quelle parole.

 

-Mostro...? Sì, credo che potrebbe piacermi. Le persone come te non meritano di vivere. Chi se la prende con i più deboli deve essere estirpato da questo mondo. Perché, adesso che ci sono io davanti a te, sei diventato così docile, mh? Fammi indovinare, hai paura di morire. Giusto?- il ragazzo fece una pausa, leccandosi le labbra e continuando a tenere l'uomo sospeso in aria contro il muro, usando solo una mano. Le persone attorno a loro, intanto, si erano fermate ed osservavano la scena ammutolite.

 

-Sì, lo sento in ogni fibra del tuo essere. Ogni parte di te mi sta implorando di risparmiarti. E sai cosa? Credo che non lo farò.- dopo aver continuato a parlare, con una lentezza esasperante Josh portò la mano all'elsa della Zanpakuto, per poi iniziare ad estrarla.

 

-Kui..-

 

-Fermati, basta così.-
Assieme a quella voce, Joshodu sentì una mano possente posarsi sulla sua per evitare che estraesse la spada. Era Ishimaru, lo aveva riconosciuto.

 

-Non metterti in mezzo pure tu, altrimenti...- prima che riuscisse a finire quella frase, Josh sentì il cuore iniziare a martellargli nel petto e in un secondo tutta la rabbia che provava si dissolse nel nulla, lasciando solo l'angoscia; per un secondo, per un minimo secondo, aveva pensato davvero di uccidere Ishimaru... come poteva avere anche solamente immaginato una cosa simile...! Era la persona di cui si fidava di più e con cui aveva condiviso ogni attimo della sua vita, fin da quando era stato accolto alla Soul Society.
 

"C-Cosa sto diventando...? Che davvero abbia ragione questa persona...? Che sia... un mostro...?"
A quel pensiero Josh mollò l'uomo che cadde in ginocchio davanti a lui e si affrettò a rialzarsi, fuggendo via. Il ragazzo non aveva nemmeno il coraggio di voltarsi e guardare in faccia Ishimaru.

-Tranquillo, è tutto ok Josh. Hai solo perso il controllo. Capita. E oltretutto, quello era una vera testa di cazzo. Dai, vieni dentro che ci calmiamo un po'.- gli disse il locandiere con tono rassicurante, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla.
 

"Come posso... come posso anche solo nuovamente rivolgergli la parola...? Dopo aver pensato di ucciderlo... di trafiggerlo con la mia Zanpakuto e guardarlo agonizzare…"

-No, non importa davvero. Sono a posto così.- gli rispose il ragazzo senza voltarsi, portando le braccia lungo al corpo in posizione di riposo.
 

-È meglio che vada, alla mia Divisione mi staranno cercando. Grazie di tutto, Ishimaru. Ci vediamo in giro, ok?- disse all'uomo con voce atona, per poi iniziare ad allontanarsi, camminando lentamente.

 

-Beh... immagino di sì. Mh... fatti vedere ogni tanto, ok?- gli rispose Ishimaru sospirando, per niente convinto dalle sue parole. Vedendolo allontanarsi senza rispondere, scosse la testa e tornò dentro al suo locale. Ormai sapeva che in certi momenti, la cosa di cui aveva più bisogno Josh era rimanere da solo a riflettere; ormai lo conosceva bene. Sarebbe stata questione di qualche giorno e poi gli sarebbe passata.

Intanto, Josh si era allontanato dalla folla, cercando un posto in cui rilassarsi; alla fine, arrivò in un ampio giardino, al centro del quale stava un ciliegio in fiore. Era solito venire lì quando aveva qualche problema o semplicemente voleva non pensare a niente. Sbuffando, si sedette contro il tronco dell'albero, chiudendo gli occhi. Stava andando tutto a pezzi. E la cosa peggiore era che non aveva la minima idea di come fare per rimettere le cose a posto.

 

NOTE:

 

-11 Seireitei = parte della Soul Society in cui alloggiano gli Shinigami.
 

-12 Jo-kun = soprannome amichevole dato da Atèm a Josh.

   
 
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