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Autore: Love_My_Spotless_Mind    28/06/2017    0 recensioni
Sono trascorsi molti anni dalla morte di Naoko. Midori è una donna felicemente sposata che, però, sente il bisogno di comunicare con questa ragazza che non c'è più, convinta di poter imparare dalla sua storia a trovare il fascino della vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Naoko,
non ti ho mai conosciuta eppure avrei voluto. So poco di te, la tua persona mi appare sfocata, frammentata in una serie di eventi. So solamente una notizia per certo: in questo giorno trent’anni fa ti togliesti la vita. Non riuscivi a dormire, chissà che avevi nella testa e nel cuore. Non eri tu mentre camminavi a passi spediti verso la tua fine, ho questa sensazione. Pensavi solamente a quanto avevi perduto, al dolore creato ai tuoi cari, al tuo di dolore. Sei stata severa verso te stessa, non hai scelto un modo che potesse risultare poco doloroso, per morire. Mi chiedo se la vita abbia avuto un sapore più dolce mentre ti abbandonava, spero tu non abbia avuto paura.
Non ho più l’età che avevi, l’età che avrai per sempre, oggi ti vedo come una bambina impossibile da proteggere. Hai vissuto troppo tu, me ne rendo conto. Al posto tuo sarei stata più vigliacca. Probabilmente avrei vissuto con la convinzione di non dover amare mai più, pur di non perdere. Mi sarei inaridita. Tu non te ne sei data il tempo.
Sai, Naoko, l’ho vissuta anch’io la morte di qualcuno che amavo. Ma al contrario di quella di Kizuki, la morte di mio padre è stata serena, l’ha liberato dal suo corpo. Ed io un po’, è strano a dirsi, ero contenta non ci fosse più. Se fossi stata più egoista avrei finto di non vederla la sua agonia, l’avrei persino spronato ad essere forte per me. Ma doveva lasciarsi andare per se stesso. Mi ha fatto male, è vero, ma non ho ceduto. Per te, amica mia, è stato diverso. Eri troppo giovane, innamorata, forse ti sei creduta colpevole. Sarebbe stupido ed inutile dirti oggi che non lo eri. Neanche lui l’ho mai conosciuto, ho imparato a comprendervi dalle parole di mio marito, dal modo in cui gli s’incupisce lo sguardo se solo ci pensa. Ha paura che un giorno i suoi ricordi possano svanirgli dalla mente, cerco di recepire il più possibile per aiutarlo a combattere il suo timore. Siete i suoi fantasmi, sospesi nella vita di ogni giorno a ricordare di dover lottare per qualcuno.
Io non ti dimenticherò, Naoko, almeno per come ho imparato a conoscerti io. Non dimenticherò il tuo essere fragile, imperfetta. Non dimenticherò la tua decisione di recluderti lontano da chiunque nella speranza di stare meglio. È stata una scelta da cui non sei potuta tornare indietro. Il mondo non è quello, lo sapevi, non vi hai più potuto fare ritorno.  Alcune volte quando tutto si fa troppo complicato mi dico che vorrei fare come hai fatto tu. Vorrei stare in un posto dove le regole sono più semplici, le responsabilità minori. Ma poi mi rendo conto che mi abituerei e quello diventerebbe il mio mondo. Neanch’io riuscirei a tornare, che credi. Stringo i denti, mi ripeto di potercela fare. Anche se ci sono giorni così complicati da sembrare impossibile. Cerco di non finirci in un posto più facile di questo, mi convinco che altrimenti perderei anche i suoi aspetti belli.
Per me di bello resta la voce dei miei figli, i loro oggetti sparsi per casa, una giornata di pioggia a seguito del temporale, l’affettuosità del gatto che ci sveglia al mattino strusciando il suo visino contro i nostri, uno per uno, l’amore di Toru, le sue teorie strampalate, la sua capacità di ridere alle mie battute. Mi chiedo cosa restasse per te di bello, se l’ultimo giorno della tua vita ti sei sorpresa per la bellezza del tramonto o se non avevi più nulla, se sentivi d’aver perduto tutto.
Non sono una persona coraggiosa, te lo assicuro. Non sopporto le sconfitte, mi bruciano troppo, ecco. Voglio sempre vincere. Voglio vincere contro la vita, le sue difficoltà. Lo crederai stupido. Penserai che anche se ormai sono una donna fatta e finita, non sono di certo saggia quanto lo sei stata tu. Tu sapevi vedere tutte le brutture, non le ignoravi, non potevi. Conoscevi l’egoismo che si cela dietro ogni morte, il vuoto che lascia. L’hai creato tu stessa quel vuoto ma non penso si sia trattata di vendetta. Avevi solamente imparato che quello era il modo migliore per uscire di scena. È finito tutto così, ultimo atto di un dramma senza lieto fine.
Naoko cara, Naoko che non ho conosciuto ma che ho disegnato dentro di me attraverso lo sguardo dell’uomo che amo, grazie per ricordarmi cosa voglia dire avere vent’anni, essere spaventati. Grazie perché si ama in mille modi diversi ed anche se hai sofferto hai cercato di amare fino alla fine. Il tempo sta cancellando la rabbia dai racconti di Toru, lentamente ti sta perdonando. Perdona te stessa, ovunque tu sia, ed anch’io ti perdonerò per aver reso questa notte dell’anno tanto silenziosa e triste.
Penso questa lettera sia la mia cura contro i mali del mondo. Semplicemente avevo bisogno di ricordare, di chiedermi dove vanno a finire tutti quanti dopo aver corso per una vita intera. Non lo so dove vanno a finire, ma te l’assicuro, so dove restano: nel ricordo.
La tua amica,
Midori.
 
  
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