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Autore: Elisagemma    29/06/2017    1 recensioni
Ho cancellato la precedente pubblicazione per sistemare alcune cose. Questa ff è per chi come me NON vuole vedere insieme Erik e Christine, mi sono immaginata un ideale seguito del libro di Leroux da dopo la partenza di Christine e Raul dove finalmente Erik avrà la gioia che merita, spero vi piaccia ;-)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/Il fantasma, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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15. Epilogo
IMPORTANTE!

Alla fine del capitolo leggete le note


Epilogo


Piansi come una disperata, era quella la storia dei miei genitori, tanto tragica quanto romantica. Il resto sapevo già come era andato.

Decisi di andare a fare visita alla cappella dei miei genitori nel bosco dietro casa. Poggiai un mazzo di rose nel vaso al centro fra le due tombe e rimasi per un po' lì a guardare i loro nomi uno accanto all'altro, pensai a quanto avevo amato mia madre e a quanto per me fosse importante il ricordo di mio padre, pensai che in quel momento probabilmente erano di nuovo insieme in Paradiso e mi sentii un po' meglio a quel pensiero.

"L'amore vero non accetta maschere" pensai, mia madre aveva odiato la maschera di papà fin dal primo momento mentre si era innamorata di quello che c'era sotto, anche se era brutto come la morte, lei aveva amato lui, la sua anima, il suo modo di essere, non il suo modo di apparire, di quello non le era mai importato; era forse per quello che Christine non si era innamorata di lui? Probabilmente provava un trasporto per lui, ma non abbastanza forte da poter'superare l'orrore per il suo viso e allo stesso tempo era una donna troppo intelligente per poter'accettare quella maschera, ma era inutile farsi quelle domande, il destino aveva voluto così, segno evidente che era così che doveva andare.

Mi sdraiai per un attimo in mezzo alle due tombe

-Vi amo mamma e papà... tantissimo.


Sofia's POV


Ero avvolta da un fascio di luce che mi accecava completamente; non vedevo niente intorno a me, tranne un bianco  accecante, ma sentivo di essere appoggiata su una superficie morbida: era erba.
Mi alzai in piedi senza difficoltà; ero avvolta da un senso di pace e di serenità che in vita non avevo mai provato, era sparito ogni pensiero negativo, ogni ricordo doloroso, c'era solo pace.
Camminai nel vuoto per un po', poi mi accorsi che la mia vista si stava abituando a quella luce così intensa e mi accorsi di essere all'interno un enorme giardino pieno di piante di ogni genere; al centro del giardino passava un piccolo ruscello, ed io ne seguii il corso ed arrivai alla fonte, una parete rocciosa con una piccola fessura da cui scaturiva il rivolo d'acqua, e proprio sotto alla fonte si era formato un lago e su una delle sue sponde c'era un enorme salice i cui rami cadevano fittissimi fino al terreno. Dietro ad essi si intravedeva un'ombra.
Costeggiai la riva del lago fino ad arrivare sulla sponda dove si trovava il salice e cominciai a sentire una melodia dolce venire da dietro i lunghi rami: era così bella, diversa dalla musica che conoscevo, non avevo mai sentito una musica così, nemmeno quella di Erik, perché nella sua musica c'era tutta la disperazione che portava dentro di se; quella musica invece era pace, armonia, ispiratrice di buoni sentimenti ed io ne ero incredibilmente attratta. Scostai dei rami e vidi che la musica veniva da un pianoforte a coda suonato da un uomo molto alto, luminoso: era di spalle per cui non lo vedevo in faccia ma il cuore mi batteva fortissimo nel petto, nessuna unità di misura sarebbe mai riuscita a misurare quanto andasse veloce. Poi la sentii, la sua voce, un sussurro, un canto dolce quanto la musica che lo accompagnava e altrettanto bello; nessuna parola ma quel suono l'avrei riconosciuto ovunque
- Erik
sussurrai, ma la melodia si interruppe, sembrava sparito anche il rumore dello scroscio dell'acqua.
Lui si girò e... non era lui, non poteva essere lui, era così bello, di una bellezza indescrivibile, luminosa, eterea, eppure era lui, lo sapevo, lo sentivo, i miei occhi non lo riconoscevano ma il mio cuore sapeva che era lui.
Mi sorrise, pensai di morire di nuovo, lui si avvicinò a me, mi prese una mano e la baciò; era lui, era davvero lui, non avevo alcun' dubbio: l'emozione era così grande che cominciai a piangere di gioia, lui mi prese il viso fra le mani e mi asciugò le lacrime. Nessuno dei due aveva il coraggio di fare niente, personalmente avevo paura che fosse tutto un sogno e che appena avessi cercato di toccarlo sarebbe scomparso: sembrava quasi impossibile rivederlo dopo tutto quel tempo, ci guardammo negli occhi senza dire nulla non so per quanto tempo ma poi non riuscimmo più a trattenerci e nello stesso identico momento ci avvicinammo l'uno all'altra e ci baciammo come mai avevamo fatto prima, un bacio lungo, pieno di gioia, malinconia e incredulità.
Ci abbracciamo e sentendo il suo cuore battere a tempo con il mio, che nel frattempo aveva aumentato ancora di più la sua frequenza, mi sentii più viva di quanto non mi fossi mai sentita prima: era tutto nuovo, ogni sensazione per quanto familiare era completamente ridimensionata, come se in realtà fosse qualcosa di diverso da quello che avevo sempre provato.
Ci stringemmo così forte da perdere il respiro e piangemmo insieme tutte le nostre lacrime piene di tutte le cose che ci erano mancate dell'altro, ma io continuavo ad avere paura che sparisse da un momento all'altro ed ebbi un brivido: lui sembrò quasi leggermi nel pensiero, mi accarezzò una guancia e mi disse
-Non vado da nessuna parte amore mio, sono qui con te, nessuno ci separerà mai più Sofia, te lo giuro
Io lo guardai, gli presi la mano che teneva ancora appoggiata al mio viso e me la portai alla bocca per posarvi sopra un bacio leggero, poi gli dissi

-Mi sembra quasi impossibile che sia davvero tu, ma sei qui e sei  tu, so che sei tu ma sei così...
non avevo parole per descriverlo, non riuscivo a organizzare una frase di senso compiuto e mi sentivo come una ragazzina alla prima cotta.
Erik rise, la sua risata era ancora più bella di quanto ricordassi, mi abbraccio di nuovo e mi diede un bacio sulla fronte
-Sono bello vero?
-Incredibilmente bello amore mio, credo di non aver' mai visto un uomo bello come te
sorrise
-Tu sei bella come sempre invece
-Sono invecchiata molto purtroppo
-Ma no, guardati! Sei esattamente come ti ho lasciato l'ultima volta!
e dicendo questo mi portò sul lago e mi fece vedere la mia immagine riflessa nell'acqua, era vero, avevo di nuovo 35 anni, sorrisi vedendo i miei capelli di nuovo dorati e la mia pelle liscia come una volta e mi girai sorridendo verso Erik
-Adesso ti spiego tutto se vuoi
mi disse, io annuii, lui mi prese per mano e mi portò a passeggio per il giardino.

Ci sedemmo su una panchina di pietra bianca in mezzo ad un roseto: eravamo circondati da tutte le specie di rose esistenti ed il loro odore nell'aria era fortissimo. Un posto veramente magico, ma non mi ci era voluto molto a capire che eravamo nel giardino dell'Eden.
Erik mi prese entrambe le mani e le strinse fra le sue, poi cominciò a parlare
- Sai... Ho impiegato molto tempo a capire che era tutto vero, che... che siamo, che sono in paradiso, e che questo è il giardino dell'Eden ...ma già lo avevi capito da sola questo...
Sorrisi
-... Non lo credevo davvero possibile dopo tutto il male che ho provocato, ma poi mi è stato spiegato il perché di tutto questo. Ma un passo per volta... Un giorno, dopo già un po' che ero qui e cercavo di capire dove fossi, sentii una voce che mi diceva che ero in paradiso, perché sì, in vita mia avevo fatto molti peccati, alcuni di questi atroci, ma me ne ero pentito profondamente e avevo fatto anche del bene nel corso del tempo; ad un certo punto questa voce mi disse di specchiarmi nell'acqua del lago, ma io non volevo, non volevo vedere quanto il mio aspetto orribile stonasse con la bellezza perfetta di questo posto, ma piano piano riuscì a convincermi. Così guardai nel mio riflesso e rimasi sconcertato: non credevo di essere io, credevo che qualcuno mi stesse facendo un bruttissimo scherzo e cominciai a dire alla voce che che quello scherzo stava durando decisamente troppo e che ne avevo abbastanza; ma quella mi disse di tacere perché a tutto c'era un motivo e lei era lì per spiegarmi tutto quanto... disse che avevo aspettato anche troppo. Così mi spiegò che ogni essere umano prima di nascere è assolutamente perfetto, ma quando arriva il momento di venire al mondo il diavolo ci toglie parte della nostra perfezione. Solamente quando moriamo essa ci viene restituita, se veniamo in paradiso. Ecco, questo è il motivo per cui tu hai di nuovo 35 anni e a quanto pare è quello che è successo anche a me...
Io lo ascoltavo incantata: era così bello averlo di nuovo lì con me, e allo stesso tempo lo vedevo così sereno che non potevo non sentirmi felice per lui che finalmente aveva avuto ciò che meritava
-... Questa voce mi disse che nel progetto di Dio io avevo un ruolo molto diverso da quello che ho avuto in realtà, disse che ero stato creato come un tempo era stato Lucifero, prima che si ribellasse a Dio, pieno di ogni talento e della bellezza più disarmante che fosse umanamente concepibile, praticamente tutto l'opposto di ciò che sono stato: in breve è successo che, quando è arrivato il momento del diavolo di intervenire su di me, si è riconosciuto per come era prima di ribellarsi a Dio e che per invidia abbia voluto punirmi togliendomi, non parte, ma tutta la bellezza che mi era stata concessa dall'Altissimo e lasciandomi invece tutta l'intelligenza che mi era necessaria per fare in modo che questa mia deformità, unita al ripudio della società nei miei confronti, mi facesse impazzire. Certo non si può dire che il suo piano non sia riuscito... almeno all'inizio... Da quel momento i piani su di me cambiarono, bisognava vedere cosa sarebbe nato fra l'unione di questa deformità con le altre qualità che mi rimanevano, e così nacque il Fantasma dell'Opera come tutti lo conosciamo... Dio però non poteva lasciare che un Suo figlio venisse condannato in questo modo, perché nessun'essere umano al mio posto avrebbe potuto reagire in modo diverso dal mio, così mi mandò Christine affinché in qualche modo mi desse l'input per riportarmi sulla retta via ,ed è successo quello che tutti sappiamo. Poi ho conosciuto te, che sei riuscita ad amarmi nonostante tutto e mi hai salvato definitivamente dal mio destino già segnato in partenza, e così eccomi qui, immagine stessa della Grazia  e della Giustizia Divina...

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NOTE:

Ho trovato dei collegamenti -forse un po' assurdi ma secondo me ci stanno- con due brani della Bibbia che parlano metaforicamente della caduta di Lucifero dal cielo e li ho voluti inserire quì per farvi capire cosa intendo quando dico che Erik è in qualche modo l'immagine riflessa di Lucifero (prima della caduta nei talenti e dopo nell'aspetto). Sottolineo le parti più importanti.

Isaia 14:11-20 "Canto sul re di Babilonia"

Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te v'è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo.
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!
Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
È questo l'individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni,
che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
Tutti i re dei popoli,
tutti riposano con onore,
ognuno nella sua tomba.
Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,
come un virgulto spregevole;
sei circondato da uccisi trafitti da spada,
come una carogna calpestata.
A coloro che sono scesi in una tomba di pietre
tu non sarai unito nella sepoltura.






Ezechiele 28 "Canto sul principe di Tiro"

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell'uomo, parla al principe di Tiro: Dice il Signore Dio:
Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto:
Io sono un dio,
siedo su un seggio divino in mezzo ai mari,
mentre tu sei un uomo e non un dio,
hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
ecco, tu sei più saggio di Daniele,
nessun segreto ti è nascosto.
Con la tua saggezza e il tuo accorgimento
hai creato la tua potenza
e ammassato oro e argento nei tuoi scrigni;
con la tua grande accortezza e i tuoi traffici
hai accresciuto le tue ricchezze
e per le tue ricchezze si è inorgoglito il tuo cuore.
Perciò così dice il Signore Dio:
Poiché hai uguagliato la tua mente a quella di Dio,
ecco, io manderò contro di te
i più feroci popoli stranieri;
snuderanno le spade contro la tua bella saggezza,
profaneranno il tuo splendore.
Ti precipiteranno nella fossa e morirai
della morte degli uccisi in mezzo ai mari.
Ripeterai ancora: «Io sono un dio»,
di fronte ai tuo uccisori?
Ma sei un uomo e non un dio
in balìa di chi ti uccide...
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli: Così dice il Signore Dio:
Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza;
in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d'ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici
e diaspri, zaffìri, carbonchi e smeraldi;
e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue
legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l'iniquità.
Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco.
Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza,
la tua saggezza si era corrotta
a causa del tuo splendore:
ti ho gettato a terra
e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.
Con la gravità dei tuoi delitti,
con la disonestà del tuo commercio
hai profanato i tuoi santuari;
perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco
per divorarti.
Ti ho ridotto in cenere sulla terra
sotto gli occhi di quanti ti guardano.
Quanti fra i popoli ti hanno conosciuto
sono rimasti attoniti per te,
sei divenuto oggetto di terrore, finito per sempre».
   
 
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