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Autore: Echocide    29/06/2017    3 recensioni
Laki Maika'i è il modo in cui ad Alola augurano 'Buona Fortuna' e sono due parole che Adrien, Marinette e Nino si sentono dire quando iniziano il loro giro delle isole.
Adrien è un ragazzo misterioso, che sembra fuggire da qualcosa.
Marinette è una giovane di Kalos, trasferitasi assieme ai genitori.
Nino è il protetto del Kahuna Fu, deciso a dimostrare il suo valore.
Tre ragazzi.
Tre destini che si uniscono in una regione piena di misteri.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Laki Maika'i
Personaggi: Marinette Dupain-Cheng, Adrien Agreste, Altri
Genere: azione, avventura, romantico,
Rating: G
Avvertimenti: longfic, alternative universe
Wordcount: 3.341 (Fidipù)
Note: Alola! Eccoci ancora nell'arcipelago di Alola e, con questo capitolo, si conclude la parentesi della scuola pokémon con somma gioia del trio protagonista e di me stessa: devo ammettere che è stato veramente complicato introdurre le meccaniche base del competitivo nella storia e dare anche un senso logico a tutto ciò. Ci sarò riuscita? Non so. Lo spero. Come spero di aver passato il messaggio che in pokémon non c'è solo la cattura e il collezionare creature, ma anche un rapporto di fiducia che si instaura con la squadra e legami che si formano (sì, è vero. Sono solo pixel ma, fidatevi, mentre giocate tutto questo va in secondo piano): quello che si intraprende è un viaggio di formazione e crescita, che fai assieme ai pokémon che formano la tua squadra; che tu sia il personaggio protagonista o semplicemente il giocatore che lo muove, quando arrivi alla fine del gioco non sarai mai più lo stesso che è partito dal paese iniziale.
E dopo questa nota nostalgica e prima di lasciarvi ai ringraziamenti di rito, come al solito vi ricordo che domani sarà aggiornata Miraculous Heroes 3 e sabato sarà il turno di Lemonish.
Come sempre vi ricordo la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati.
E, infine, ma solo per questioni di ordine e logica, voglio ringraziare tutti voi che leggete, commentate e inserite le mie storie nelle vostre liste.
Grazie tantissimo e di tutto cuore!


Armand D'Argencourt passeggiò nell’enorme campo esterno alla scuola, osservando la classe lì riunita: «Avete appreso come allenare un pokémon al meglio, come aiutarlo a sviluppare il proprio potenziale innato e quest’oggi apprenderete qualcosa di altrettanto importante: la strategia e le mosse» dichiarò l’uomo, fermandosi davanti allo spaurato gruppo e osservandoli austero: «Il miglior potenziale e l’allenamento più accurato possono andare in rovina, se non c’è una buona strategia alle spalle.»
L’uomo si fermò, sganciando la pokéball che teneva appesa alla cintura e lanciandola nel campo: un Bisharp comparve in posizione inginocchiata e, non appena si fu materializzato completamente, si rialzò: «Bisharp. Pokémon Fildilama» dichiarò Rotomdex, sgusciando fuori dalla borsa di Marinette e scansionando il pokémon: «È molto crudele. Lascia che un gruppo di Pawniard attacchi la preda e, quando è ferita e non può più muoversi, la finisce.»
«Non mi piace quel pokémon» mormorò Marinette, afferrando Rotomdex e regalando un sorriso imbarazzato all’insegnante: «C’è un modo per non farti venire fuori a ogni occasione?» domandò poi rivolta all’apparecchio, che trillò allegro in risposta.
«Auguri» bisbigliò Adrien al suo fianco, chinandosi un poco verso di lei: «Io sto ancora cercando come non far scappare il mio.»
«Il tuo Rotomdex oppure Palletta di galassia?» domandò Nino, intromettendosi nella conversazione e sistemandosi il berretto rosso, rimanendo alle spalle dei due: «Il tuo zaino è pieno di aspiranti fuggitivi, Adrien.»
«Anche questo è vero.»
«Ci sono due cose che dovete tener di conto, quando decidete la strategia da usare e quali mosse volete insegnare alla vostra squadra: prima di tutto i tipi delle mosse. Come i pokémon anche le mosse si suddividono nei diciotto tipi e quindi potrete trovare mosse di tipo fuoco, acqua, erba e così via; un’altra suddivisione è fra mosse fisiche, speciali e di stato. Chi sa dirmi le differenze?» si fermò, fissandoli e scuotendo il capo quando nessuno si azzardò a rispondere al quesito che aveva posto: «Le mosse fisiche sono le mosse che si basano sull'Attacco del Pokémon che le usa e sulla Difesa del bersaglio. Sebbene la maggior parte delle mosse fisiche richieda un contatto fra i due pokémon, è da far presente che questo non è propriamente necessario, infatti la mossa Terremoto è fisica, benché non ci sia alcun contatto» si fermò, incrociando le mani dietro la schiena e fissandoli austeri: «Una mossa Speciale è una mossa con cui l'utilizzatore non tocca il suo avversario per infliggere danno. Chiari esempi possono essere Tuono o Dragobolide. Se volete paragonare i due tipi di mosse a un racconto fantasy: gli attaccanti fisici sono i cavalieri e gli arcieri, mentre quelli speciali i maghi» D'Argencourt si bloccò nuovamente, aspettando che le nuove informazioni venissero comprese da tutte: «Infine abbiamo le mosse di stato: sono mosse che non infliggono danni diretti, ma hanno vari effetti come infliggere alterazioni – ovvero avvelenare, ipnotizzare, scottare, far addormentare, congelare – modificare statistiche, il tipo o il bersaglio – se state effettuando una lotta in doppio –, curare, togliere le alterazioni, respingere o proteggere da un attacco, copiare le mosse» l’uomo si fermò, posando lo sguardo sullo Smeargle di Nathaniel: «La mossa Schizzo, che sono soliti apprendere gli Smeargle, è in grado di riprodurre alla perfezione l’attacco del nemico.»
D'Argencourt annuì alle sue stesse parole, voltandosi verso il proprio pokémon: «Bisharp. Danzaspada.»
Il Pokémon assentì, incrociando le braccia metalliche davanti a sé e rimase immobile, le gambe ben piazzate per terra e il viso rivolto verso la classe con gli occhi chiusi, quasi si stesse concentrando: rimase immobile per una manciata di secondi, sciogliendo poi l’intreccio degli arti superiori, portando le mani all’indietro e mettendosi in posizione di attacco: «Quella che avete visto adesso è Danzaspada, una mossa di stato che, attraverso la concentrazione, permette al pokémon di aumentare la forza del proprio attacco» l’uomo annuì, richiamando il pokémon nella propria sfera e fissando il gruppo: «Adesso voglio che vi dividiate in gruppi di massimo tre persone e pensiate a un pokémon, dandogli un set di quattro mosse.»
«Noi saremo assieme, vero?» domandò Nino, prendendo per le spalle Adrien e Marinette, stringendoli contro di sé con un sorriso deciso in volto: «Ho già in mente anche il pokémon: Pichu.»
«Uno a caso, eh?» chiese Adrien, indicando un punto del campo dove l’ombra di una palma donava un po’ di riposo dal cocente sole.
«Ovviamente! Ah, dopo scuola torniamo in quel giardino! Quel Pichu sarà mio!»
«Ti sei proprio fissato» mormorò Marinette, sedendosi e osservando i due ragazzi fare altrettanto: «Allora, Pichu è un pokémon di tipo elettro. Quindi…»
«Rotomdex, esci fuori» ordinò Adrien, fissando il tablet fluttuare fuori dallo zaino e quasi venne imitato da Cosmog, venendo fermato da Adrien: «Tu no. Dopo aver aiutato Nino andremo a Lili e lì potrai girovagare quanto ti pare.»
«Po-posso ve-venire anch’io?»
«Certamente, Marinette.»
«Oh! Rimanete a cena da me!»  Nino si batté la mano sul petto, sorridendo ai due amici: «La mamma farà il piatto preferito di Fu!»
«Non quello, ti prego» mormorò Adrien, storcendo la bocca in una smorfia e aprendola poi in modo da mostrare la lingua, imitando un conato di vomito: «Tutto, ma non quello.»
«Qual è il piatto preferito di Fu?» chiese la ragazza, guardando alternativamente i due ragazzi e non comprendendo: quale piatto poteva preferire l’anziano Kahuna, tanto da schifare in quel modo Adrien?
«La pizza con le baccamango!» le rispose Nino, lo sguardo divertito, dietro le lenti quadrate degli occhiali, era in palese attesa che le parole venissero assimilate da lei.
«Bleah!»
«Concordo con Marinette» dichiarò Adrien, incrociando le braccia e annuendo: «Quello non è cibo, è spazzatura.»
«Stranieri» dichiarò Nino, sbuffando e scuotendo la testa: «Non sapete quello che perdete.»
«Perché stranieri? Posso capire io, ma…» Marinette si fermò, voltandosi verso Adrien e sgranando lo sguardo quando vide che lui la stava, a sua volta, osservando: «Cioè…io…ecco…»
«Adrien è arrivato qua tre mesi prima di te, Marinette» le spiegò Nino, sistemandosi il berretto: «Ecco perché dico che è uno straniero. Ed è anche un mangia-malasade.»
«Quelle sono buone!»
Marinette scosse il capo, osservando il professore camminare nella loro direzione: «Avevamo detto Pichu, vero?» domandò, sorridendo ai due e vedendo Adrien prendere immediatamente il Rotomdex e cercare le mosse del pokémon: «Ok, io direi Fascino, Colpocoda, Elettrococcola e Scintilla.»
«E perché questo set di mosse?» domandò la voce di D'Argencourt, fermandosi loro accanto: «Un Pichu. Scelta interessante, di solito vengono usati pokémon in possesso.»
«Qualcuno si è fissato con un Pichu» spiegò Adrien, indicando poi le mosse che  Rotomdex aveva messo in evidenza sullo schermo: «Fascino diminuisce l’attacco del nemico, Colpocoda invece fa abbassare la difesa all’avversario e…»
«Elettrococcola e Scintilla sono due mosse di tipo Elettro che possono anche paralizzare l’avversario» concluse per lui D'Argencourt, annuendo: «Veramente un bel lavoro. Scegliete un nuovo pokémon e fatene un altro set» sentenziò, andandosene poi verso un altro gruppetto.
«Che facciamo? Hai qualche altra fissa, Nino?» domandò Adrien, voltandosi verso l’amico e vedendolo mentre storceva la bocca, la mente al lavoro sulla ricerca di un pokémon da dirgli per completare il nuovo esercizio.
«Munchlax?»
Adrien annuì, andando a ricercare le mosse del pokémon e iniziando a discutere con Nino delle possibili mosse da dare a un Munchlax: Marinette si avvicinò a lui, osservando lo schermo di Rotomdex e balbettando qualche risposta di tanto in tanto, aggiungendo così il proprio contributo al set di mosse del piccolo Munchlax inesistente: da questo erano poi passati alle forme finali dei loro pokémon e, per ognuna di queste, si erano divertiti a ipotizzare vari set di mosse che li facessero arrivare alla fine del giro delle isole.
Quando D'Argencourt li richiamò e loro tre alzarono la testa dallo schermo di Rotomdex, Adrien notò quanto il sole si era abbassato all’orizzonte, facendogli capire che avevano completamente perso la cognizione del tempo: «Bene, sono rimasto molto stupito dai vostri set di mosse e, prima di lasciarvi andare voglio dirvi solo poche cose: quando pensate alle mosse da insegnare al vostro pokémon, ricordatevi di lui e della sua natura. Insegnategli al massimo quattro mosse: ricordate che lui è come voi e non può fare l’impossibile; ricordate di giocare di strategia e di considerare la squadra nel suo insieme» D'Argencourt si fermò, piegando le labbra in un sorriso: «Ma più di ogni altra cosa, ricordate che i vostri pokémon sono compagni insostituibili: instaurate con loro un legame forte e solido, dategli il rispetto e l’onore che meritano. E’ questa la vera vittoria per un allenatore: avere pokémon che rispetta e dai quali viene rispettato.»


Marinette s’irrigidì, sentendo il corpo di Adrien troppo vicino al suo: il ragazzo aveva poggiato le mani dietro di sé e gravato il peso dell’addome su queste, mentre era seduto – fin troppo vicino – accanto a lei; sebbene non si toccassero, i pochi millimetri che li separavano sembravano essersi annullati e lei poteva sentire il calore del corpo di Adrien attraverso i vestiti che indossavano.
Non andava bene.
Per niente.
Nino era poco lontano da loro e stava provando a catturare nuovamente il Pichu che, a quanto pareva, l’aveva atteso per giocare una seconda volta con lui.
Sembrava che gli piacesse Nino e, sebbene avesse nuovamente colpito la pokéball con la coda – facendola finire addosso a un povero Grimer, che passava per caso, e decretando così il ragazzo nuovo allenatore del pokémon –, in quel momento si vedeva benissimo quanto il piccolo pokémon trovava divertente fluttuare nella bolla creata da Popplio: «Ce la farà stavolta?» le domandò Adrien, inclinandosi lievemente verso di lei e mandandola in iperventilazione.
Ci aveva messo un po’ a capire ma i segnali erano chiari: l’agitazione, lo stomaco sottosopra, l’ansia che la vicinanza di Adrien le metteva addosso…
Adrien le piaceva. E anche tanto.
E il fatto che si era resa consapevole di questo non giocava a suo favore ma, anzi, la rendeva molto più sensibile alla presenza del ragazzo, soprattutto se non c’erano terzi elementi come in quel momento.
«N-n-n-non l-l-l-lo s-s-s-so» riuscì a dire, rendendosi conto di aver balbettato molto più del solito e sobbalzò, quando Litten le saltò in grembo; il pokémon felino la osservò, miagolando e poi accomodandosi sulle sue gambe, sotto lo sguardo divertito di Adrien.
«Va tutto bene?»
«No. Sì. Cioè no sì» la ragazza si fermò, respirando profondamente e annuendo poi con la testa: «Sì.»
Adrien annuì, sorridendole e aprì la bocca per dirle qualcosa, ma venendo fermato dall’urlo di gioia di Nino: si voltarono, osservandolo mentre andava a recuperare la pokéball nell’erba e subito lasciò uscire il piccolo Pichu che, appena uscito, scosse il musetto e poi balzò verso Nino, strusciandosi contro il suo collo: «Gli piaccio!»
«Pichu. Pokémon Topolino» sentenziò il Rotomdex di Marinette, mettendosi davanti la ragazza e scattando qualche foto di Nino e Pichu: « È molto carino,  ma non sa ancora controllare bene l'elettricità e quando si sta con lui, bisogna rassegnarsi a prendere la scossa a causa delle sue scariche elettriche. Se non lo si tiene d'occhio, rischia di darsi la scossa da solo» dichiarò, in tempo per vedere Nino sobbalzare leggermente mentre le guance rosse del pokémon vibrarono di elettricità.
«Tutto ok, amico?»
«Tutto ok, bro. Diventerò il miglior conduttore del mondo» sentenziò Nino, prendendo l’altra sfera e lasciando libero anche il secondo pokémon: «E con te che ci faccio?»
Marinette osservò il Grimer, ben diverso da quelli viola e tossici che aveva sempre visto a Kalos: questo era verde e con una striscia gialla che sembrava disegnare il labbro inferiore: «E’ diverso» mormorò, studiandolo mentre Rotomdex scattava nuove foto e lo analizzava.
«Grimer. Pokémon melma. I Grimer sono stati introdotti ad Alola per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. A un certo punto il loro aspetto è cambiato. I cristalli sul suo corpo sono grumi di tossine: se si staccano e cadono a terra, rilasciano un veleno mortale.»
«Penso che Plagg non ti abbia parlato delle Forme Alola» sentenziò Adrien, alzandosi dal gradino, in cui avevano trovato riposo, e allungandole una mano per aiutarla a fare altrettanto: Marinette osservò le dita protese verso di lei e, tremante, posò le sue venendo immediatamente issata su.
«Fo-forme Alola?»
«Alcuni pokémon hanno assunto forme diverse da quelle note nelle altre regioni, per via dell’adattamento naturale ai microclimi di Alola» le spiegò Adrien, lasciandole andare la mano e indicando con un cenno del capo il Grimer: «Plagg le chiama forme regionali e si distinguono non solo per via dell’aspetto, ma anche per le abitudini e alle volte anche per il tipo. Non hai mai visto un Meowth Alola?» le domandò, vedendola storcere la bocca e poi scuotere il capo: «Beh, è molto differente da quello dei tuoi genitori: prima di tutto la pelliccia della forma Alola è sul grigio-violetto e poi cambia anche il tipo non è solo Normale ma Normale-Buio.»
«Capisco» mormorò Marinette, osservando Nino andare verso di loro con i due nuovi acquisti: Pichu era salito sulla testa e, sdraiato sopra il cappellino, li guardava curioso mentre Grimer era davanti alle gambe del giovane e li fissava guardingo dal basso: «Benvenuti nel gruppo, Pichu e Grimer» li salutò Marinette, sorridendo a entrambi.
«Ciao, nuove aggiunte!» esclamò Adrien, ridacchiando poi: «In pratica sono l’unico che ha solo un pokémon. Devo rimediare.»
«Vero, vero.»
«Intanto so già a chi andrà la mia fetta di pizza alla baccamango. Non è vero, Grimer?»


Plagg osservò il giovane dai capelli fulvi che, in piedi davanti il suo bungalow, fissava il mare: «Vuoi dirmi qualcosa, Nathaniel? Dovrei analizzare alcune mosse di Abra» dichiarò l’uomo, scendendo i gradini con le mani infilate nelle tasche del camice: «E non ho voglia…»
«Sono pronto a far affrontare loro la prova.»
«Oh. Questa è una bella notizia.»
Nathaniel annuì, continuando a fissare il mare: «Io partirò oggi pomeriggio per il luogo dove si svolgerà.»
«Stasera li informo e domani ti seguiranno. Sono certo che non vedano l’ora, tutti e tre.»
«Lo credo anche io.»


Adrien poggiò entrambe le mani sulla ringhiera di legno del terrazzo, mentre le chiacchiere che provenivano dall’interno della casa lo fecero sorridere: era stata una cena allegra, in verità la famiglia di Nino era sempre vivace e frizzante, tanto che alle prime volte lo avevano anche un po’ spaventato.
Non era abituato a un simile clima familiare e, tuttora, faceva un po’ di fatica ad assimilare, tanto che alle volte aveva bisogno di ritrovare un po’ di solitudine e quiete: si voltò verso la sala da pranzo, osservando Marinette ridere a qualcosa che le stava dicendo la madre di Nino; la ragazza si voltò poi nella sua direzione e gli regalò un sorriso, mentre le guance le si imporporavano di rosso, prima di tornare ad ascoltare interessata la donna.
«Il sole e la luna brillano, l’uno di luce propria e l’altra di luce riflessa, per illuminarci giorno e notte» cantilenò Fu, uscendo sul terrazzo e fissandolo: «Lo sguardo di un innamorato brilla come il sole, quando incontra la sua luce riflessa in quello del suo amore.»
«Ha parlato con Plagg?»
«No. Ma ho occhi per vedere.»
«Marinette è semplicemente un’amica ed io…»
«Ho forse parlato di Marinette, io?» domandò Fu, affiancandolo e fissando la foresta che si estendeva oltre il terrazzo: «Non mi sembra di aver fatto il nome di quella ragazza.»
Adrien storse le labbra, tornando a fissare il panorama, deciso a non rispondere all’anziano: «La conosco appena» decretò dopo un po’, imbronciandosi: «E poi non ho proprio il tempo di star a pensare a queste scemenze.»
«Come sta andando la tua copertura?»
«Bene. Non si sono accorti di niente e sono giunto molto vicino al capo.»
«Non sanno che tu…»
«No, non pensano proprio che io sia qui. Stanno cercando ad Akala al momento.»
«Temo che si accorgeranno di te, una volta che inizierai il giro delle isole, però.»
«Starò attento e Cosmog…» Adrien si voltò, osservando il pokémon che giocava assieme a tutti gli altri: «Lui starà nascosto.»
«Chi? Il pokémon fuggitivo?»
«Cercherò di tenerlo nascosto il più possibile.»
Fu annuì, voltandosi verso l’interno e notando una faccia nuova nella stanza: «Oh. C’è Plagg» decretò, facendo cenno al ragazzo di entrare e venendo seguito nella sala: «Qual buon vento ti porta qua, Plagg?»
«Vento di Fata» sghignazzò l’uomo, facendo gelare il resto: «Allora, oggi ho parlato con il Capitano Nathaniel e – rullo di panciamburo, per favore – ha decretato che siete pronti per la sua prova. Tradotto: preparate le borse, che domani partite!»
«Partiamo? Per dove?» domandò Marinette, guardandosi attorno e notando che solo lei non aveva compreso ciò che intendeva il professore con quelle parole.
«La prova di Nathaniel, mia Occhioni Teneri Marinette, si svolge alla Grotta Sottobosco» le spiegò Plagg, avvicinandosi e strizzandole le guance, venendo poi scacciato da un gesto stizzito della giovane: «E’ a un giorno di cammino da qua. Ci mettereste prima se io prendessi il mio furgoncino e vi accompagnassi, ma gran parte dell’avventura e del fascino del giro delle isole è proprio nel viaggio.»
«Tradotto: non ho voglia di accompagnarvi, andate a piedi e ci vediamo quando tornate» decretò Adrien, sospirando: «Come se non ti conoscessi…»
«Perspicace il ragazzo, vero?» domandò Plagg, ridacchiando: «Su, su. Andate a letto, adesso!»
«Ma quando partiamo? Domattina o nel pomeriggio? Perché io dovrei fare un salto al Centro commerciale a prendere le ultime cose e…» mormorò Marinette, fermandosi quando si sentì lo sguardo di tutti addosso: «Che ho detto?»
«Donne» sospirò Adrien, ridacchiando: «Beh, anche io devo fare un po’ di acquisti. Nino?»
«Non so. Dovrei controllare.»
«Facciamo così: domattina andate al centro commerciale appena apre, prendete quel che dovete prendere e poi ci vediamo al Centro pokémon di Hau’oli dove io, con il mio fazzolettino, vi dirò: laki maika’i! E, per chi non è originario di Alola, significa ‘buona fortuna, spero che tornerete tutti interi a casa’» dichiarò Plagg, incrociando le braccia e fissandoli: «E adesso: Nino, tu vai a vedere se devi comprare qualcosa e voi due di corsa a casa!»
«E tu?»
«Fu ed io abbiamo dei discorsi da fare.»


«Discorsi da fare…» decretò Adrien, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni e voltando un po’ il viso, verso le case di Lili: «Immagino che discorsi hanno da fare» borbottò, facendo ridacchiare la ragazza: Adrien sapeva essere così comico e affascinante al tempo stesso, si ritrovò a pensare Marinette, non prestando caso al fatto che lui adesso la stava fissando con interesse: «Cosa devi prendere?» le chiese Adrien, riportandola con i piedi per terra e incontrando lo sguardo verde, completamente attento e rivolto verso di lei.
«Co-co-cosa?»
«Al centro commerciale. Che cosa devi prendere?»
«Cose.»
«Ok. Nello specifico?»
Marinette si prese una ciocca di capelli, torturandola mentre cercava una risposta da dargli: «Qua-qualcosa di comodo per il viaggio» mormorò alla fine, tenendo lo sguardo basso e dando tutta la sua attenzione alla strada del sentiero: «N-non ho nenti…cioè, niente.»
«Capisco» mormorò Adrien, assentendo: «In effetti anche io non ho nulla per il viaggio e immagino che dovremmo essere il più comodi possibili e passare anche per allenatori al primo sguardo.»
«Ma tu sei sempre così fantastico…»
«Cosa?»
«Niente. Non ho detto niente.»
Adrien annuì, continuando a camminare in silenzio al fianco della ragazza e osservando il sentiero illuminato dai pallidi raggi lunari, ascoltando il frinire di alcune pokémon insetto, nascosti fra la vegetazione; affondò le mani nelle tasche, guardando dritto davanti a sé e notando la struttura della casa della ragazza: era sempre stato così breve il tragitto da Lili alla baia?
Seguì in silenzio Marinette, fino all’ingresso dell’abitazione: «Ci troviamo domattina qui?» le domandò, ridacchiando poi e indicando la palizzata in legno, poco distante: «O meglio alla palizzata. Come sempre.»
«O-ok.»
«Nino ci raggiungerà sicuramente al Centro per la colazione e poi tutti e tre a fare acquisti.»
«Va-va bene.»
«Ottimo! Ci vediamo domani, allora.»
«A demain…domina…A domani!»
Adrien le sorrise, guardandola per un attimo prima di andarsene con Litten al fianco e, solo allora Rowlet, planò in picchiata  e le atterrò in testa: Marinette prese il pokémon, stringendolo forte contro il petto: «Sono nei guai, Rowlet» mormorò, affondando il volto contro il morbido piumaggio del pennuto e abbracciandolo più forte: «Mi piace troppo. Anzi no, sono proprio innamorata di Adrien!»


Pokémon che compaiono nel capitolo: Bisharp | Pawniard | Munchlax | Grimer (anche se, devo ammettere, che Pawniard e Munchlax vengono solo citati).

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