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Autore: Rosso_Pendragon    29/06/2017    10 recensioni
Stiles!Ninfa, Derek!Lupo Mannaro. Mpreg menzionata.
Tratto dal testo:
"Ogni ninfa apprendeva fin dalla nascita un'importante verità: se trovi l’amore, l’amore vero, hai solo fino alla primavera per farlo tuo. Stiles aveva sentito il vento sussurrargli che chiunque non riuscisse ad avere l’amore sarebbe tornato alla madre, sarebbe semplicemente scomparso, ridiventando terra, acqua, vento o magari fuoco."
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Note iniziali:
Stiles è una ninfa, io non so nulla delle ninfe o almeno molto poco. Tutto ciò che leggerete è frutto della mia immaginazione e delle idee che di notte colpiscono me ed EdSheeran. Non è molto lunga e non so quanto senso abbia, ma sto lavorando a un progetto molto grande quindi mi perdonerete :*
Buona lettura <3
 
Ps. Vi è del leggero Mpreg quindi se non gradite, non leggete.
 
 
Stiles era cresciuto nel bosco, avvolto dalle foglie, dai fiori estivi e dal vento invernale. Sentiva il respiro degli animali come sentiva il suo nei polmoni. Amava la terra come una madre ed era legato ai fiumi e agli alberi come fratelli e sorelle. Aveva anche vere e proprie sorelle però, erano tutte ninfe come lui e ogni ninfa apprendeva fin dalla nascita un' importante verità: se trovi l’amore, l’amore vero, hai solo fino alla primavera per farlo tuo. Stiles aveva sentito il vento sussurrargli che chiunque non riuscisse ad avere l’amore sarebbe tornato alla madre, sarebbe semplicemente scomparso, ridiventando terra, acqua, vento o magari fuoco. In centinaia di anni Stiles aveva temuto l’amore, aveva conosciuto la passione, i viaggiatori di passaggio per il folto del bosco, ma non aveva mai trovato un anima che lo completasse. Aveva anche imparato però che c’erano delle scappatoie alla maledizione dell’amore, la tua ultima primavera coincideva con i vent’anni della tua metà. Se non lo avesse mai incontrato non sarebbe stato un problema, ma se fosse giunto e fosse stato ancora giovane non avrebbe dovuto preoccuparsi, avrebbe avuto tempo per conquistarlo.  
Stiles non era preoccupato, il mondo era così grande che non sarebbe stato strano se proprio l’amore della sua vita avesse vissuto chissà dove. A volte però, dopo aver sedotto un mortale e averlo abbandonato nel bosco, si sentiva completamente svuotato, come se il sesso non gli bastasse. Si immergeva in un piccolo ruscello e si lasciava cullare dall’acqua finché l’inquietudine passava e poteva tornare ad occuparsi del suo bosco. Gli anni si susseguirono placidi finché un pomeriggio di dicembre Stiles vide per la prima volta un piccolo cucciolo di lupo trotterellare vicino all’albero su cui era seduto. La palla di pelo nero affondava nella neve soffice, cercando di saltellare fuori e la ninfa non resistette ad avvicinarsi. Si sentiva come attratto da quel piccolo cucciolo, ma la voglia di protezione non era qualcosa di nuovo, la provava per ogni essere del suo bosco, come se lui stesso fosse la madre terra. Si avvicinò, guardando il piccolo rotolare e sporcare il suo manto nero di candido bianco. Quando si rialzò e sollevò il muso verso di lui a Stiles mancò il respirò. La piccola creatura che lo guardava confusa aveva dolci occhi verdi, occhi che conosceva con la stessa certezza con cui sapeva fin dalla nascita far crescere le piante. 
“Ciao cucciolo mio”, non parlava spesso e la sua voce era roca per il poco uso, il piccolo lupo inclinò le orecchie avvicinandosi e odorandogli le dita. Era la sua metà, il suo amore, ed era ancora così piccolo nei confronti del mondo. Avanzò sedendosi elegante sulla neve umida, non sentiva freddo anche se aveva solo un lungo abito a coprirlo appena. Era completamente a suo agio mentre toccava per la prima volta la sua metà, solo le dita tremarono a contatto col pelo nero. Nell’istante in cui lo prese in braccio e lo depose tra le sue braccia, seppe che avrebbe ucciso per lui, come uccideva chi deturpava il suo bosco e osservò incantato la piccola creaturina ritrasformarsi in un essere umano. Come aveva fatto a non capirlo prima? Era un mannaro, il suo piccolo lupo. Sorrise con calore mentre la neve cadeva su di loro, gli bastò schioccare le dita per far crescere intorno a loro un piccolo riparo di foglie. Il bambino nudo lo fissava con la stessa meraviglia con cui lui ricambiava il suo sguardo. 
 “Come ti chiami piccolo mio?”, cercava di essere gentile e non spaventarlo, anche se dubitava dal modo in cui il bimbo gli si stava appoggiando addosso, beandosi del suo odore di bosco.  
“Derek” le piccole labbra si erano mosse insieme alle sue mani che sfioravano con delicatezza il volto di Stiles, che si abbandonò alla carezza. “Tu… cosa sei?”. 
La ninfa sorrise ancora, il suo piccolo amore era così innocente.  
“Una ninfa dei boschi piccolo mio” il bimbo lo fissava stupito, continuando la sua esplorazione con le dita, ora erano tra i suoi capelli.  
“E sei cattivo? Papà dice che non dovrei parlare con gli sconosciuti… ma tu odori… odori di casa”. Stiles si abbassò a sfiorare la guancia del bambino col naso, ispirando il suo odore di bosco e di lupo, di innocenza.  
“Anche tu per me odori di casa piccolo mio.” Scosse la testa poi aggiungendo “Non sono cattivo e noi ci conosciamo già”. 
Derek lo fissava con occhi larghi mentre Stiles se lo tirava di più addosso, facendolo ridere nel sentire le foglie sull’abito della ninfa contro il suo corpicino. “Ci conosciamo mio piccolo lupo” ma le parole erano più verso sé stesso che rivolte al bambino, che gli si raggomitolò addosso “Mamma mi ha detto che non dovevo allontanarmi, ma sentivo un buon odore, eri tu”.  
Stiles gli baciò la fronte “Sono felice che tu mi abbia trovato mio piccolo Derek.” Gli accarezzò i capelli mentre la realizzazione che quel bambino poteva essere la sua morte lo avvolgeva “Mi prenderò cura di te” e posandogli un altro bacio sulla fronte lo senti addormentarsi lentamente mentre lo cullava. Schioccò ancora le dita e il corpicino si rivestì di morbide foglie a creare un abitino, non voleva che prendesse freddo. Poi lo sistemò meglio tra le sue braccia e seguì lentamente i suoni del bosco. C’era una casa che non aveva mai visto, una casa immersa nella foresta e dentro tanti cuori battevano veloci, voci si susseguivano, ma lui non ci fece caso. Avanzò fino alla porta e schioccò un’ultima volta le dita, un morbido cuscino di arbusti apparve davanti l’uscio. Ci depose il piccolo Derek dormiente e gli baciò una guancia delicatamente, sentiva il bosco richiamarlo a sé, il vento e la neve borbottare mentre sussurrava “A presto mio piccolo amore”. 
Da quel freddo giorno aveva osservato Derek crescere da lontano, lo aveva protetto e curato come la madre gli aveva insegnato a curare il suo bosco. Lo aveva aiutato a rialzarsi quando cadeva, e aveva rimproverato gli arbusti dispettosi che a volte si divertivano a farlo scivolare. Aveva riso con lui da dietro gli alberi, e aveva visto i suoi occhi scrutare il bosco, fino a fissarsi nei suoi. Sapeva che non poteva vederlo, ma era il primo essere vivente che riuscisse a trovarlo senza bisogno di vederlo. A volte lo vedeva arricciare il naso e guardarsi intorno e Stiles aveva capito che aveva sentito il suo odore. Era emozionato da come un essere così giovane potesse fargli provare così tante emozioni. Felicità per ogni suo sorriso, tristezza per ogni volta che era corso nel bosco triste e aveva pianto rannicchiato contro un albero, contro il suo albero, rabbia quando qualcuno si prendeva gioco di lui, quando i fratelli del suo piccolo lupo ridevano di lui perché a dodici anni Derek aveva messo l’apparecchio. Furia cieca e spietata quando a sedici, Derek aveva portato una ragazza nel bosco e ci aveva fatto l’amore. Stiles ricordava quel giorno ed era sicuro che lo avrebbe ricordato per sempre, perché era stata la prima volta che non aveva protetto il suo bosco dalle sue emozioni. Aveva sentito solo la voglia estrema di fare del male alla giovane e anche a Derek per averlo ferito, per aver permesso a qualcuno che non fosse lui di amarlo. Ricordava come ricordava il primo fiore che aveva fatto nascere il fuoco che era divampato da albero in albero, bruciando una piccola radura. Derek aveva trascinato via la ragazza sentendo odore del fumo, tutt’ora Stiles non aveva fatto rinascere quelle piante, voleva ricordare, voleva che quando fosse giunto il momento Derek si rendesse conto di quanto quell’amore che era nato con l’inverno fosse inarrestabile pure per lui, fosse più forte della sua natura benigna, più forte dell’amore che provava per il luogo che proteggeva dalla sua nascita. Sapeva perché se lo era fatto raccontare dalla brezza estiva che Derek aveva fatto ricerche sulle ninfe, e che ne aveva chiesto anche a sua madre. Ancora adesso non si pentiva di aver distrutto la natura che era parte di se stesso se aveva portato il suo lupo a informarsi su di lui.  
 
La prima volta che si erano rivisti, Derek aveva diciotto anni e Stiles lo trovava bellissimo, molto più bello di qualsiasi umano con cui fosse stato. Era giovane ma sembrava già un uomo, era ancora troppo presto perché il suo volto fosse ricoperto completamente di peli, ma aveva iniziato a radersi, lo poteva capire delle guance ruvide che aveva accarezzato fingendosi vento. Derek era uscito a caccia col suo branco di lupi e Stiles non aveva resistito a seguirli, vederli muoversi insieme possedeva qualcosa di rassicurante che Stiles non capiva a pieno. L’unica famiglia che avesse mai avuto erano le altre ninfe, ed erano già tutte accoppiate, solo lui attendeva ancora, sentiva il vento del nord che gli sussurrava malvagio “Non devi semplicemente amarlo, lui deve sceglierti come suo compagno”. Erano quelli i momenti in cui aveva paura che presto sarebbe tornato ad essere solo terra. Però poi ammetteva tra sé che avrebbe preferito morire dopo aver visto crescere il suo piccolo lupo piuttosto che non aver potuto incontrarlo mai.  
Derek dopo la caccia aveva ululato a sua madre ed era corso veloce verso un piccolo lago, Stiles lo aveva seguito, seppur invisibile si mosse con grazia sedendosi a fissarlo da una piccola roccia. Quando si era ritrasformato e completamente nudo si era immerso nelle acque, la ninfa non aveva potuto reprimere un brivido, il suo piccolo Derek non era più poi così piccolo. Prendendo coraggio Stiles si rese visibile, il lupo era una visione troppo allettante immerso nel lago.  
“Ciao” 
Derek voltò lo sguardo verso di lui e Stiles sorrise malizioso, accavallando le gambe sulla roccia. Sapeva che il vestito che aveva addosso copriva ben poco e i lunghi spacchi lungo le gambe rivelassero molta più pelle di quanto il suo lupo avesse mai visto su un uomo. Il lupo lo fissava in silenzio e Stiles comprese che non si ricordava di lui, era passato troppo tempo. 
“Cosa ci fai nel mio lago? Non ti ho mai visto da queste parti” sorrise ancora, inclinando la testa e picchiettando un' unghia contro la roccia, non gli importava molto di star mentendo. Il giovane si schiarì la gola e sembrava in imbarazzo mentre lo fissava quasi ostinato. 
“Non so chi tu sia o cosa voglia, ma sto facendo il bagno e mi piacerebbe se andassi via”  
Il suo lupo era un tipetto ostinato… Stiles allargò le gambe, facendosi col busto in avanti e muovendosi sensuale, gli occhi semi chiusi mentre lasciava un altro sorriso comparirgli sul viso. 
“E dimmi, mio piccolo uomo, vorresti essere tu a mandare via me? Sai almeno cosa sono?” 
Derek rimase immobile, le gocce d’acqua che dai capelli gli scendevano giù lungo il corpo. La bocca che si apriva e chiudeva a scatti prima che sollevasse un sopracciglio e sbottasse “Non mi interessa molto cosa sei o chi sei, io stavo facendo il bagno”. 

Stiles si sollevò dalla roccia, avvicinandosi calmo, immergendo i piedi nell’acqua “Lo vedo che stavi facendo il bagno, mio piccolo stupido. Perché pensi che mi sarei avvicinato se no?” Stiles non aveva bisogno di spogliarsi per nuotare, ma voleva  vedere quegli occhi accendersi mentre lo fissavano, così fece scivolare dalle sue spalle l’abito, sentendolo cadere sul terreno morbido per poi immergersi nell’acqua, vedendo come gli occhi verdi del suo lupo stessero percorrendo ogni centimetro della sua pelle. “Non si guarda una ninfa in quel modo, mio caro” e inclinando il viso gli sorrise ancora mentre guardava il lupo sprofondare nell’acqua cercando di non arrossire. Derek lo fissava ammaliato come la prima volta che si erano visti, i suoi occhi adesso gli facevano lo stesso effetto, se non peggiore, ora non c’era solo innocenza tra di loro. Ora voleva unirsi a lui, per sempre.  
 "Come ti chiami lupo?"  
Il ragazzo lo fissava ancora, le spalle tese, le sopracciglia, che Stiles avrebbe voluto baciare, contratte. "Come fai a sapere che sono un lupo?"  
Stiles si stava divertendo. Gli dispiaceva che il suo amore non si ricordasse, ma gli piaceva vederlo confuso. Era adorabile. "So molte cose lupo, so far nascere o morire la natura. Controllo i venti ed i fiumi e proteggo questo bosco. Perché non dovrei sapere che sei un lupo?"  
Il ragazzo si strinse nelle spalle, guardandosi intorno come se stesse cercando un modo per scappare. Stiles ne approfittò per farsi più vicino. L'acqua era immobile intorno a lui, sapeva come chiedere un favore al lago. Era vicino al suo orecchio quando borbottò "Derek Hale, ti chiami così vero?" e gli sfuggì una risata argentina mentre guardava il lupo sobbalzare e fare un passo per allontanarsi da lui. "Come fai a sapere tutte queste cose?"  
Stiles abbassò il capo immergendosi più in profondità nell'acqua ripetendo paziente "Sono una ninfa e so molte cose, te l'ho detto mio caro." Dalla gola del giovane uscì un ringhio mentre i suoi occhi si illuminavano di blu*₁.  
A Stiles veniva ancora da ridere. "Non dovresti trattare così una ninfa, ti svelerò un segreto. Il mio nome" 
Il ringhio si acquietò per un istante mentre Derek farfugliava " e a me che importa?". Stiles schioccò le dita e l'acqua si sollevò, cadendo sopra la testa di Derek che boccheggiò fissandolo con odio. "Non rifiutare mai il dono di una ninfa, mio piccolo stupido." Con gli occhi socchiusi si avvicinò a Derek che ora lo fissava quasi spaventato e gli poggiò le labbra all'orecchio sentendolo rabbrividire. Era la prima volta che lo toccava da almeno dieci anni. "Mi chiamo Stiles" e baciandogli una guancia si fece indietro. Il lupo era confuso e bagnato. Gli occhi schivi e le sopracciglia contratte. Stiles non aspettò una risposta, si issò fuori dal lago con grazia, raccogliendo il suo abito e rindossandolo, sentendo come gli si appiccicasse addosso, rendendo il tessuto trasparente agli occhi che lo fissavano ancora dall'acqua. "Tu rimani lì?"  
Derek voltò la testa di scatto come se fino a pochi istanti prima i suoi occhi non fossero sul suo corpo, poi tornarono a fissarlo "Io esco dall'acqua quando dico io." sembrava quasi un bambino mentre incrociava le braccia al petto "In più non esco dall'acqua con te lì che mi fissi". 
Non gli disse che poteva sparire e guardarlo semplicemente mentre era invisibile. Gli sorrise invece, sensuale, e si voltò sentendo gli occhi del lupo scorrere sulle sue forme "Non stare troppo in acqua Derek Hale" e si voltò a lanciargli un ultimo sguardo. Sentiva l'elettricità pizzicargli la pelle umida. Sarai mio. Prima della tua ventesima primavera, mio amore. Poi si dissolse nel vento. Lo fissò da lontano mentre tornava a casa e chiedeva a sua madre cosa volesse dire conoscere il nome di una ninfa.  
"Una ninfa ti ha detto il suo nome? Oh mio Dio Derek! Vuol dire che si fida di te. E che ti proteggerà. È un grande dono! Le ninfe sono esseri rari, non si mostrano a chiunque."  
Avrebbe voluto non sentire la risposta sbuffata della sua metà "io non ho bisogno di protezione"  
Si invece, e non sapeva neanche quanta. 
 
Stiles aveva continuato a seguire Derek per il bosco. Con la sola differenza che ora non si nascondeva. Gli piaceva spuntargli davanti e vedere i suoi occhi illuminarsi di qualcosa che era sicuro fosse molto più che antipatia. Quella era l'unica cosa che gli dimostrava e Stiles odiava ammettere che gli faceva male essere trattato come se fosse d'intralcio. Lui aveva sempre protetto il suo lupo e ora che lui sapeva fosse lì non avrebbe smesso. Derek lo fissava come se non capisse perché Stiles fosse lì e la ninfa non capiva perché non potesse accettare la sua benevolenza, perché non potesse semplicemente arrendersi ed essere suo. 
Derek aveva diciannove anni e fingeva ancora di odiarlo quando incontro Kate.  
A Stiles non piaceva. Odorava di strozzalupo e lui che conosceva le piante non poteva far altro che guardarla con odio. Era sicuro che fosse una cacciatrice e per quanto in quell'anno lui e Derek avessero passato molto tempo insieme, sapeva che se anche glielo avesse detto, non ci avrebbe creduto. Poteva solo aspettare che la ragazza facesse la sua mossa e poi ci avrebbe pensato lui. Sperava solo non facesse del male a Derek. Ti prego madre... Non Derek... 
 
Faceva caldo e Stiles stava riposando su un albero, era notte ma lui vedeva perfettamente al buio. Faceva caldo, ma non era lui ad avere caldo. Era Derek. C'era troppo caldo. Corse in fretta per il bosco, arrivando davanti alla grande casa nella foresta. Non ci era più tornato da quel lontano inverno e ora la casa stava bruciando. Sentì più che vederle le unghie allungarglisi e gli occhi diventargli completamente di un brillante dorato, li chiuse respingendo la paura di perdere il suo amore, la voglia di uccidere e richiamò a sé le sue sorelle. Sentì le altre ninfe arrivare mentre poggiava le mani al suolo e invocava l'acqua. Quando sentì altre mani vicino alle sue e la pioggia cadere dal cielo, fece una cosa che in centinaia di anni non aveva mai fatto. Entrò in casa e andò a cercare il suo lupo. Era nella sua stanza e stava bene. Sembrava come se fosse stato bloccato all'interno e Stiles ci mise più di un paio di minuti a spezzare quella barriera. Afferrò Derek e se lo strinse addosso, era confuso e spaventato, il suo piccolo lupo e con la testa affondata nel suo collo ripeteva ancora e ancora il suo nome, ma stava bene. Andava tutto bene. La sua metà, il suo compagno che la madre gli aveva donato era ancora lì. Fu in quel momento che Stiles realizzò quanto Derek fosse mortale. 'Rinuncerei anche a questo per te, se tu mi amassi. Rinuncerei anche all'eternità per averti', non lo disse però. Aspetto solo l'alba prima di inviare il vento a cercare Kate. Poi quando la trovò la fece inghiottire dalla terra stessa. Senza battere ciglio, senza rimpianti la vide scomparire nei meandri della terra. Aveva mantenuto la sua promessa. Aveva ucciso per il suo lupo. Il vento gli aveva scompigliato i capelli facendolo sorridere, era il mondo giusto per uccidere in nome del suo amore. 
 
Per Stiles il tempo era scandito dalle stagioni, dalle api che venivano a chiedergli i fiori, dai salmoni nei fiumi che gli affidavano le loro uova, dalla neve che sorrideva materna come lo era solo sua madre mentre faceva addormentare il suo bosco. Il tempo per una ninfa non era importante, non bastava contare i minuti per vedere una pianta germogliare, ma si accorse presto che invece ora il tempo era molto più importante. 
 
Era il compleanno di Derek, il suo piccolo mortale compiva vent'anni e Stiles lo guardava mentre il lupo lo cercava.  
"Stiles? Stiles lo so che sei qui. Sento il tuo odore" 
Immerso nella neve Derek lo cercava e la ninfa si beò per un istante del suo nome invocato ad alta voce dalla persona che amava. Erano trascorse altre stagioni dall’incendio alla casa nel bosco e ora Derek era diverso. Non solo aveva una barba scura a coprirgli il volto ma sorrideva con più cautela, era più attento, aveva più rispetto. Il suo piccolo uomo, stava diventando un grande lupo, aveva passato giorni a fargli capire che Kate non era stata colpa sua. La madre ha un destino per ognuno di noi, nel tuo c’era lei, per farti crescere, per farti arrivare a me… 
Aveva impiegato le belle stagioni per insegnargli ad osservare la natura, il ciclo della vita, per fargli vedere le piante da conoscere e come curarle e ora era arrivato l’inverno, il periodo in cui preservava il suo bosco attendendo la vita, come lui attendeva che Derek si facesse avanti. 
Si rese visibile e mosse le gambe nel vuoto, vedendo gli occhi del lupo scattare verso l’albero su sui era seduto.  
“Derek, mio caro” gli allungò una mano afferrando quella del lupo e lasciandosi scivolare a terra. 
Il lupo era più massiccio, ma era ancora lui il più potente.  
“Cosa cerchi nel bosco?” la ninfa faceva finta di non sapere, ma quella mattina si era svegliata sentendo una fitta al cuore, l’aria che gli mancava mentre guardava le sue mani tremare. Vent'anni, il suo lupo gli stava concedendo un ultima primavera insieme.  
“Oggi è il mio compleanno e volevo chiederti una cosa…” Stiles lo fissava in silenzio. Derek non gli aveva mai chiesto nulla e in quel giorno speciale gli avrebbe donato qualsiasi cosa. “Cosa vorresti?” il sorriso sulle sue labbra cercava di essere rassicurante, non voleva avesse paura.  
“Le ninfe si innamorano?”  
La domanda lo colse impreparato, facendo morire lentamente il suo sorriso, gli occhi che si allargavano mentre cercava la risposta da dargli. Non poteva dirgli che era innamorato di lui o sarebbe ritornato alla madre ancora prima che fosse giunta la primavera. Voltò il capo nascondendolo parzialmente, sentendo gli occhi del lupo scorrere sul suo profilo, era così vicino. “Perché lo vuoi sapere?” Il lupo si grattò il mento, gli occhi verdi erano luminosissimi nel folto del bosco mentre tutto era ricoperto dall’inverno. “Sono solo curioso… non è qualcosa che potevo chiedere?” 
La ninfa sbuffò, come se lui gli avesse potuto non concedere qualcosa. Lo fissò per un lungo istante mentre iniziava a camminare e raccontare la storia che il vento gli aveva sussurrato, o almeno parte di essa. “La madre, la terra che ci ha fatto nascere non ci priva dell’amore, anche noi come ogni creatura siamo destinati a incontrarne un’altra che ci completi. Quando la incontriamo la riconosciamo e ci leghiamo a lei per la vita. Abbiamo una lunga vita, mio piccolo Derek, sappiamo essere pazienti. In più quando incontri l’amore la tua vita cambia, invecchi insieme alla tua metà una volta che lui è tuo e tu suo.” si fermò, gli occhi che si perdevano nel verde bosco del suo compagno. 
“E tu… hai trovato la tua metà?”  
Stiles gli fece un piccolo sorriso, avvicinandosi così tanto che le loro labbra erano a pochi centimetri e gli sorrise malizioso, appoggiandogli una mano alla guancia e accarezzandogliela. “Quale vorresti fosse la risposta mio piccolo Derek?” 
Il lupo emise un basso ringhio “Non sono più piccolo”, la ninfa si avvicinò depositandogli un bacio all’angolo della bocca, sussurrando lasciva e suadente “Si lo so… cosa vuoi Derek?”  
Il lupo abbassò il viso appoggiando la fronte contro la sua, circondandogli il viso con le mani, erano mani grandi, calde, erano mani che avrebbe voluto avere per sempre addosso. Ne afferrò una, baciandone il palmo, la voce di Derek era calda come il sole estivo, così lontano in quel momento “Se non sei legato a nessuno… vorrei… vorresti, mmmm, venire a letto con me?”  
Stiles, abbassò il capo, allontanando il suo sguardo da quello del lupo, districandosi dalle sue mani, ridendo con freddezza, risollevando il capo a fissare il lupo con occhi taglienti. “Vuoi fare sesso con me Derek? Sei venuto a cercarmi per chiedermi questo?” Il lupo davanti a lui era esitante, stava ancora crescendo, avrei bisogno di altro tempo perché tu capisca cosa provo io per te…  
“Ho detto qualcosa di sbagliato? I sorrisi maliziosi, i doppi sensi, il modo in cui ci sei sempre ancora prima che diventassimo amici… Pensavo, che ci tenessi a me. Che anche tu mi vedessi da quel punto di vista…” 
Stiles annuì, umettandosi le labbra, scuotendo poi la testa “Le ninfe, Derek, sono creature adulatrici e maliziose, non sei la prima persona con cui parlo e a cui mi rivolgo nel modo in cui faccio con te… E si, Derek, ci tengo. Tengo a te. E voglio anche far sesso con te, da un sacco di tempo in realtà…” si schiarì la gola, abbassando il capo e lasciando che una folata di vento gli asciugasse una lacrima ancora non caduta, risollevando il viso ad incontrare quello dell’altro. “Vuoi solo questo?” la voce era gelida, era in sintonia con la stagione che li circondava e Derek avanzò guardandolo confuso.  
“Io… si? Cosa c’è che non va se è quello che volevi anche tu?”  
Stiles sorrise freddamente, il vento aumentava e ululava nelle sue orecchie ‘vuole solo questo da te, ninfa… solo questo…’ 
“È meglio che tu vada via Derek…” si avvicinò e poggiandogli una mano tra i capelli se lo spinse contro, baciandogli la bocca, senza attendere risposta, spingendolo indietro e iniziando a dissolversi nel vento “vai a casa Derek”. 
Il lupo rimase per ore nel bosco a cercarlo, ma Stiles non si fece vedere, il suo nome veniva invocato, ancora e ancora e lui ad ogni sillaba si rannicchiava di più contro la corteccia degli alberi. 
Sapeva che l’amore gli avrebbe fatto male.  
 
I giorni erano passati calmi, uno dopo l’altro, scanditi dall’ululato di Derek, ogni giorno il lupo lo cercava e lo invocava, ma Stiles aveva deciso che era meglio non rispondere. Cosa valeva fare l’amore con la persona che ami se lui pensa sia solo sesso? Cosa valeva sorridergli e farsi del male se sapeva che presto non lo avrebbe visto più? Faceva passare il tempo facendo crescere piccoli boccioli in mezzo alla radura bruciata, voleva lasciargli un luogo perso nel tempo, dove sarebbe stata sempre primavera, dove avrebbe potuto trovare riparo, ad ogni fiore sbocciato sentiva però la forza abbandonarlo, aveva anche iniziato a non potersi più rendere invisibile. Sapeva che col passare dei giorni la madre lo stava chiamando a sé. Presto per lui non ci sarebbe più stata primavera. 
Era un giorno di sole, la neve stava andando via e stava aiutando i germogli a crescere quando lo sentì, alle sue spalle stava un maestoso lupo nero, dai brillanti e bellissimi occhi verdi. Era così stanco che si lasciò scivolare a terra, vicino al lupo, sdraiandosi sul manto erboso, umido e fresco, ma anche pieno di vita nuova che stava per nascere. Avrebbe aiutato a far in modo che la vita continuasse, anche senza di lui. Il lupo gli si sdraiò accanto, ritrasformandosi e in un secondo il suo Derek, gli era così vicino che non poté reprimere un sorriso smagliante, gli era mancato.  
“Ciao mio Derek” aveva così tanto sonno, allungò una mano e toccò quella del lupo, la voce della madre era così forte.  
“Stiles? Stiles? Cosa succede? Perché sei così pallido? Stiles!” gli occhi del lupo erano spaventati, ma non ce n’era motivo, stava solo andando dove tutto ha inizio. “Stiles?” la voce era un sussurro tremulo e spaventato.  
“Va tutto bene, andrà tutto bene, non avere paura”. Le spalle nude del lupo tremavano e i suoi occhi verdi sembravano appannati mentre Stiles se lo attirava più vicino, cantando, cullandolo.   
 
“A volte ti chiedi se ne vale la pena di combattere 
I momenti preziosi sono tutti persi nella marea,  
Sono sfuggiti e niente è come sembra 
 
Ascolta il tuo cuore 
Quando ti sta chiamando 
Ascolta il tuo cuore 
Non c'è nient'altro che puoi fare 
Non so dove stai andando 
E non so il perché 
Ma ascolta il tuo cuore 
Prima di dirgli addio” *₂ 
 
La voce gli si affievolì lentamente e appoggiò la testa al petto del lupo, sentendo il cuore dell’altro battere forte. “Le ninfe sono creature magiche Derek, siamo fatte per conoscere un unico vero amore e il mio non mi ama.”
I loro occhi si incontrarono e Stiles si sporse un' ultima volta a baciarlo, gentile. Quando si allontanarono la voce di Derek era un sussurro contro le sue labbra, gli occhi verdi così liquidi da far male.  
“Vorrei poter essere io quella persona, perché io penso di amarti dalla prima volta che ci siamo visti” 
Stiles lo fissava in silenzio, sentendo la madre allontanarlo da sé, sussurrandogli ‘Ti ama’. 
“Da quella volta al lago?”intorno a lui i fiori e gli alberi, sembravano inclinarsi, a proteggere e custodire i loro segreti, ad abbracciarli come se non fossero già loro l’uno nelle braccia dell’altro.  
“Ti amo da quando ero solo un cucciolo e tu odoravi di casa”. Stiles vide le lacrime di Derek sul suo viso prima ancora di sentire le sue, il vento li accarezzava gentile mentre si baciavano nel folto della foresta. Una lacrima di Stiles toccò terra e un fiore apparve, e poi un altro, e un altro ancora. Tutto intorno a loro si riempì di rose muscose*₃, simbolo della confessione che si erano appena fatti. La terra sorrise mentre i due amanti si reclamavano, la terra madre che tutto domina e sa, che tutti ama, unì i suoi figli per amarsi in eterno, per amarsi in ogni stagione come la ginestra*₄, per amarsi in quella primavera incantata che era il loro rifugio eterno dall’inverno, per riscaldare i loro cuori, uniti fino alla morte.  
 
*** 
La madre terra li aveva benedetti una volta, unendoli, e Stiles non pensava di poter essere più felice. Il giorno in cui lui e Derek si erano uniti per sempre, una nuova magia si era creata in lui, non si era mai sentito così potente e pieno di vita, colmo del battito di Derek e del suo respiro. Sapeva sempre dove Derek fosse ora, ed era riuscito a creare un albero immenso al centro della radura. Lo avevano chiamato Nemeton che significava sacro, perché per Stiles non c’era nulla di più sacro del suo amore per il suo lupo, forse solo l’amore della madre verso le sue creature. Derek aveva costruito una piccola casa nel bosco, nella loro radura che sapeva di primavera, vicino al grande albero, sotto il quale si erano anche sposati. Stiles aveva decorato la casa con fiori e arbusti, rendendola bosco, rendendola casa. La prima volta che avevano fatto l’amore però era stato sul terreno della radura, coperti di foglie e terra. Stiles non si era alzato per andare via, non si era sentivo vuoto, aveva sentito di aver trovato la sua anima affine e la terra calda era stata l’unica testimone del suo sguardo felice, del suo primo vero sorriso, privo di malizia o sentimenti negativi, un sorriso innamorato rivolto alla persona che aveva protetto per oltre dodici anni e che avrebbe continuato a custodire per sempre.  
La madre terra però gli aveva fatto un altro dono e Stiles rabbrividì di gioia, insieme ai venti che gli scompigliavano i capelli, congratulandosi. La madre lo aveva reso portatore di vita, di vita nuova, di sangue di lupo e terra, di amore. Lo aveva detto a Derek in un sussurro tremulo, spaventato per la prima volta in anni che il suo lupo lo rifiutasse, ma non era stato così. Lo avevano atteso per mesi e Stiles aveva protetto la vita dentro di sé con la stessa forza con cui proteggeva ogni giorno il suo bosco. Non ce l’avrebbe fatta però senza le mani calde di Derek su di lui, a rassicurarlo e confortarlo, a proteggerlo in ogni istante e le sue labbra sul suo ventre teso, fecondo. 
Avevano aspettato un inverno e quando arrivò la primavera arrivò lei, era delicata come il gelsomino ma bella come una rosa e Stiles capì per la prima volta quanto fosse meraviglioso avere una famiglia, qualcuno da curare non per istinto, ma per amore. 
Come il freddo dell’inverno, rigido, spietato, di riposo e il sole caldo della primavera, benevolo, fecondo, nuovo. Così era stato attenderla. Stiles non si sarebbe stancato mai di vedere i suoi lupi inseguirsi nel bosco. Un lupo nero, maestoso con dolci occhi verdi e un piccolo lupo bianco dagli occhi nocciola, Iris*₅. 
Li guardava correre liberi, protetti dal bosco e dalla madre, benedetti dalle sue sorelle ninfe, pieni di vita e amore nelle stagioni che avanzano.  
Nell’eterna primavera. 
 
Note finali:
*₁ Derek non ha ucciso nessuno, mi piacciono semplicemente i suoi occhi in blu. 
*₂ Traduzione della canzone “Listen to your heart” di Roxette 
*₃  La rosa muscosa indica una confessione d’amore nel linguaggio dei fiori 
*₄ La ginestra oltre a significare “Umiltà” può avere il significato di “Amore in ogni stagione” 
*₅ Nome della figlia di Stiles e Derek. L’ho scelto perché significa “messaggera” o “annunciatrice” e solitamente annunciava l’arcobaleno.
 
Ringraziamenti
Vorrei ringraziare Fefi per avermi betato anche questa storia e per avermi amorevolmente minacciato. Ogni errore o svista è più mio che suo. 
Giulia questa storia è tutta tua, grazie per gli scleri in notturna e le idee meravigliose che mi dai sempre.

Grazie a tutti coloro che leggeranno e che vorranno lasciarmi un pensiero. Grazie a chi mi sostiene e che mi regala parole e abbracci, virtuali e non.
R
 
 
  
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