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Autore: InsertACasualUsernameHere    30/06/2017    9 recensioni
[Storia Interattiva][Iscrizioni Chiuse]
La guerra, anche quando sembra finita, nasconde tracce di sé in angoli bui, in attesa di notti oscure che risveglino le tenebre; incubi di cui non ci si libera mai del tutto.
Credevano che sarebbe finita, la guerra, la morte di Voldemort segnava la parola fine in uno scontro protrattosi per troppi anni, ma c'è sempre una traccia, residui che restano ancorati al suolo, erbe cattive difficili da estirpare, non tutti i Mangiamorte sono stati puniti, non tutti i Mangiamorte sono stati rinchiusi, c'è chi è rimasto nascosto tra le ombre, fuggito alla legge, alla giustizia.
E c'è chi non ha ancora smesso di lottare, chi prosegue uno scontro silenzioso tra le tenebre e la luce, bonificatori per un futuro felice, eroi nascosti che vivono all'ombra delle ombre stesse, il cui unico scopo è estirpare ogni traccia residua, portare giustizia, riformare l'equilibrio per la pace che verrà.
Maghi e streghe pronti a sacrificare loro stessi per catturare ogni singolo Mangiamorte sfuggito al Ministero.
[post Seconda Guerra Magica][Ispirata a tante piccole cose, tra cui la storia dell'organizzazione O.D.E.S.S.A. e delle Ratline di fine II Guerra Mondiale]
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Maghi fanfiction interattive, Mangiamorte
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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12 Ottobre 2001, 11.00 AM 
Argentina, squadra Dike

 
Il ticchettio frenetico dei passi adirati di Mefite riecheggia nell’ampia stanza, il lucido pavimento nero ne riflette la sagoma, deformandone ancor di più il volto plasmato da rabbia ed odio. I pugni serrati lungo i fianchi tremano ad ogni parola del collega, da minuti ha smesso di ascoltarlo.
 
La sua mente è altrove, è ancora su quegli occhi verde bosco, sbarrati dalla paura, privati della lucentezza che li contraddistingueva, ancora una volta quel costante pensiero: sono sempre i migliori a morire per primi.
 
-dobbiamo informarli-
 
sospira Coalemo, afferrando una manciata di polvere volante, fermandosi ad osservare per alcuni istanti i grigi mattoni che rivestono il camino, inspirando
 
-eravamo consapevoli dei rischi-
 
-ti consoli così? È così che giustifichi il fallimento? Phrixa è morta e non c’è giustificazione o consapevolezza che regga!-
 
è un grido di cieca rabbia quello che riecheggia tra le pareti, un brivido gelido risale la spina dorsale di Coalemo, penetrando sin nelle vene, fermandosi all’altezza dello stomaco, in un nodo che gli impedisce di deglutire, che ostruisce l’ossigeno ai polmoni, paralizzando.

Sono sempre i migliori a morire per primi, Mefite c’era cresciuta con questa convinzione, mai come ora gli era sembrata tanto vera.
 
Per Coalemo, invece, la morte è sempre stata una battuta di pessimo gusto, su cui ridere con leggiadra spensieratezza, non l’aveva mai presa seriamente, come ogni cosa nella sua vita era solo un gioco che finiva nel peggiore dei modi, eppure ora gli sembra tanto reale da fargli paura; per la prima volta.
 
-non è stata colpa nostra-
 
e suona più come un tentativo di convincere se stesso che Mefite, la donna si scosta una ciocca castana dagli occhi, incastrandola dietro l’orecchio, stringendo lacrime che bruciano tra le palpebre adombrate dall’intenso nero che le avvolge
 
-avremmo dovuto impedirlo, era nostro compito-
 
soffia, afferrando una manciata di polvere volante, stringendola tra le dita affusolate con una tale forza da farne ricadere al suolo alcuni granelli, Coalemo non c’è mai riuscito, ed ora meno che mai, a credere all’età anagrafica.
Mefite è sempre stata più grande di lui in ogni azione e pensiero, è l’intensità con cui prova ogni singolo sentimento a diversificarli davvero non di certo l’età; quella è solo un insieme di numeri calcolati sulla base di altri e nulla di più.
 
Da quando il loro incarico ha avuto inizio non l’ha mai vista mostrare fragilità, non sa che suono abbia la sua risata, né tanto meno se sia in grado di sorridere, ma ha imparato a non scherzarne a meno che non voglia ritrovarsi schiantato contro il muro più vicino, eppure è sicuro che ogni sentimento Mefite lo provi in una misura che a lui è persino inimmaginabile; ora che la osserva lottare contro le lacrime ne ha la certezza.
 
-ci abbiamo provato…erano in cinque Mefite, più di quanti immaginavamo e ben più abili di ciò che credevamo...abbiamo fatto il poss…-
 
-dovevamo fare di più!-
 
sobbalza appena alle grida rabbiose, pregne di rimorso, della compagna, qualcun altro, qualcuno che non la conosca come lui, l’avrebbe già abbracciata, stringendola a sé nel conforto, ma Mefite è cresciuta nel freddo e di freddo si riveste, Regina delle Nevi la chiamava così i primi giorni, ha imparato a sue spese che i nomignoli la infastidiscono quasi più dell’indesiderato e non richiesto contatto fisico; e sa che è il silenzio, muta condivisione del dolore, ciò che più desidera in questo momento.
E deve sforzarsi, ignorare la sua natura, Coalemo ed usare le labbra solo per pronunciare la destinazione, gettando tra le ceneri del camino la polvere.
 
L’estate è morta, si dice mentalmente, scacciando l’immagine degli occhi vispi, vividi, pieni di gioia di Phrixa, lei era caldo, Mefite è freddo, lui il vento che le univa, insieme erano la tempesta in un cielo sereno; non avevano previsto nuvole.
Ritrovare l’equilibrio, questo dovrà fare, sarà suo compito, non appena Potter gli comunicherà come procedere.
 
 
10 Ottobre 2001, 02.00 AM
Russia, squadra Ukko
 
È proibito, vietato per legge, è oscuro, dicono, ma quando la luce non riesce a sconfiggere l’oscurità; quale alternativa resta?
 
Soffermarsi sulle conseguenze, era questo il suo compito, l’impulso lo aveva lasciato a lei, Annika era decisamente più brava di lui ad agire, l’astuzia quella, invece,  era indubbiamente di Ivan, ad Isak spettava la logica, ma nel buio la logica perde forza; annebbiata da tenebre.
E non ha importanza, cosa diranno di lui, cosa ne penserà Ronald, né tanto meno quale sarà la reazione di Potter, l’unica logica che conosce ora è che sua sorella è morta, Ivan è morto e i bastardi che li hanno uccisi sono ancora vivi; ancora per poco si dice, sollevando la bacchetta in aria, gridando accecato dalla rabbia
 
-dolohoferio-
 
una frusta infuocata schiocca attorno al collo del più anziano degli assassini, un collare di fiamme zampilla attorno alla sagoma, facendola cadere esanime al suolo, Isak non da tempo all’avversario più giovane di controbattere, le sue labbra si dischiudono prima che questi possa esalare un ultimo respiro
 
-avada kedavra-
 
un sibilo d’ira accompagna il fascio verde che s’infrange contro il petto dell’assassino, le orecchie di Isak si beano del sonoro suono che produce il corpo morto al suolo, le iridi oceano vibrano ancora di furente rabbia.
 
Mentre ripone la bacchetta tra la cintola dei pantaloni è certo che, questa volta, Ronald Weasley lo caccerà dalla squadra, magari il Ministero gli risparmierà la prigionia; ma deve essere onesto con se stesso, non gli importa cosa ne sarà di lui.
 
Non più.
 
I cadaveri al suolo, le nuvole scure che minacciano pioggia, il vento che ulula tra gli alberi della rigida periferia di Omsk, la Siberia è una distesa di silenziosa neve, su cui affondano le ginocchia di Isak, le braccia protese a sollevare l’esile figura della sorella, il suo riflesso in uno specchio rotto; la metà di sé.
Le scosta ciocche corvine dalla candida pelle, sfiorandole le palpebre, chiudendole gli occhi in un riposo che è giunto troppo presto, non c’è ricordo per chi non muore in battaglia, non c’è memoria di chi muore in una lotta silenziosa; lacrime si formano in bilico tra le ciglia, che importanza ha il mondo ora?
 
La morte non vi ha mai fatto paura, per Annika era solo l’ennesimo avversario da sconfiggere, infine è stata la morte a vincerla; se avesse scommesso avrebbe perso.
Ivan, il coraggio oltre la paura, il sacrificio in una speranza distrutta, uno sciocco eroe, glielo ha urlato persino Annika, prima di vederlo morire per lei.
La vita li aveva fatti conoscere, le circostanze li avevano fatti innamorare, la morte li ha uniti in eterno.
 
Isak avrebbe preferito accompagnarla all’altare e seppellire ogni contrasto, avrebbe cercato di fingere di essere pronto a vederla crescere, lo farebbe mille volte se servisse a vederla sorridere; ancora.
È tutto inutile, ormai.
 
E non ha importanza cosa dirà Ronald, né cosa penserà Harry, non c’è più logica, non c’è più nulla, è una metà rotta Isak; la parte migliore di sé è persa.
Qualsiasi cosa accadrà, ogni azione, ogni pensiero, sarà rivolto alla vendetta che impetuosa calerà su ogni singolo mangiamorte rimasto ancora impunito; e non avrà pace finché non li consegnerà esso stesso tra le braccia fredde ed impietose della morte.
 
 
10 Ottobre 2001, 07.00 AM
Regno Unito, Ministero della Magia
 
Il sospetto che si siano spinti troppo oltre attraversa, come un fulmine che squarcia il cielo sereno, la mente di Harry, che vortica tra pensieri confusi ed insicurezze, avevano previsto i rischi; ma la morte sembrava essere così distante. Forse il cielo non era poi così sereno come credevano, avrebbero dovuto notarle le nuvole scure che dense minacciavano tempesta.
 
La battaglia ad Hogwarts doveva rappresentare la fine di ogni lotta, ma ora sa che si trattava solo di una simbolica fine, c’è ancora molto, troppo, da debellare; le tenebre non riposano, non si dissipano ai primi raggi di sole, restano nascoste in attesa di notti buie.
Avrebbe dovuto fidarsi delle parole di Draco, lui lo aveva previsto, non tutti i mangiamorte si arrenderanno alla legge, aveva detto il primo giorno in cui lo avevate visto uscire dall’ennesimo processo contro il terrore; non gli aveva creduto .
 
A distanza di un anno dalla formazione della squadra speciale Alalcomenea Soter, si vede costretto a ricredersi; Draco Malfoy aveva ragione, il male non si arrende al primo bagliore di speranzosa rinascita.
Lui, ex mangimorte, cresciuto nel conforto del denaro e del potere, nella paura di un folle proclamatosi loro Signore, di male e malvagità ne aveva visto, subito e, persino, perpetrato sin troppe volte; e alla fine Harry aveva ceduto al volere di Hermione e l’aveva accettato come loro consulente.
 
Seduto alla poltrona in finta pelle nera, la stoffa della giacca logora ai gomiti, poggiati contro la superficie della scrivania in lucente mogano, costretto a depennare altri tre nomi di una squadra che sin troppe volte è già stata mutilata, il volto raccolto tra i palmi delle mani, non solleva neppure il capo quando sente passi frettolosi fermarsi di fronte a sé.
 
-è nostro dovere andare avanti-
 
sentenzia decisa Hermione, senza troppi giri di parole, per lei la missione è una questione personale, l’idea che instabili e folli mangiamorte bramino ancora il potere, che agiscano in segreto contro il mondo magico, contro i mezzosangue ed i nati babbani la innervosisce molto di più di quanto dia a vedere e la spaventa ancor di più l’idea di non poter impedire che il male si riformi
 
-Phrixa, Ivan, Annika…sono morti -
 
la voce di Ron è una confusione disarmonica di rabbia e dolore, il suono del senso di colpa.
La guerra non finisce mai con l’ultimo scontro, questo lo ha compreso a loro spese, sconfiggere il Signore Oscuro non è bastato ad arrestare il male, a respingere le ombre, ombre che lo perseguitano nella notte, che lo seguono ad ogni passo, un peso con cui credeva di non doversi mai confrontare; colpevole è l’unico aggettivo che riesce ad attribuirsi, colpevole di ogni singola vita spezzatasi troppo presto.
 
-credi non mi importi?-
 
uno sguardo d’ira e coraggio che non è nuovo tra le iridi di Hermione, ma che sortisce sempre il medesimo effetto, soggezione.
 
-credi non mi senta impotente e colpevole?-
 
solo allora, nel sentire l’incrinarsi nella voce dell’amica, Harry alza lo sguardo, stanco e scavato dall’assenza di sonno prolungato per troppe notti, esalando un triste respiro alle parole di Ron
 
-non voglio più portare notizie di morte a famiglie già distrutte da una guerra che credevano cessata-
 
il peso di una squadra che porta giovani alla morte è ormai insostenibile; Harry stesso stenta a trovare la forza di proseguire oltre
 
-lasceremo che il Ministero decida come agire-
 
soffia, massaggiandosi le tempie, socchiudendo appena gli occhi nel vano tentativo di rendere muto il senso di colpa che da giorni lo divora.
Draco, silenzioso spettatore, muove passi avanti, inspirando a pieni polmoni prima di pronunciarsi in favore della rabbia che plasma il volto di Hermione
 
-è tra queste mura che si nascondo alcuni di loro, se rinunceremo il Ministero…-
 
-porrà la parola fine ad ogni nostro tentativo di impedire la rinascita di una minaccia-
 
conclude per lui Hermione, avvicinandoglisi lenta, con passi studiati, pochi centimetri a divere le loro dita, inosservate agli sguardi dei presenti si sfiorarono appena.
Harry si vede costretto ad ammettere che entrambi hanno ragione, qualcuno sta da tempo aiutando i mangiamorte rimasti imputi a fuggire in luoghi distanti, lontani dalla legge e da Azkaban, qualcuno tra le file dei Ministeri della Magia, uomini nascosti tra le ombre, uomini avidi di potere, abili ingannatori, la cui identità è ancora ben lontana dall’essere smascherata.
Ron stesso è ben consapevole di essere ancora troppo lontani dallo scopo, troppo per potersi concedere il lusso di abbandonare una missione delicata e necessaria.
 
-attendiamo l’arrivò di…-
 
non ha tempo di proseguire oltre, la porta sbatte con violenza alla parete, in un eco rabbioso, i passi furenti di Isak precedono quelli di Mefite, Coalemo sembra ora, contrariamente alla sua natura, essere il più pacatamente ragionevole dei tre
 
-dobbiamo riformare le squadre-
 
tuona perentorio Isak, battendo il pugno teso contro la superficie della scrivania, facendo sobbalzare i fascicoli sparsi su di essa e persino Harry, impreparato al loro ritorno così improvviso
 
-è di questo che stavamo discutendo-
 
ammette, omettendo i dubbi che hanno avviluppato la conversazione, cercando di sostenere il dolore, evidente in quelle iridi glauche, rese ancor più chiare dal rossore di lacrime respinte, represse
 
-bene, Ronald, quanti volontari abbiamo?-
 
il rosso deglutisce, cercando di ponderare le giuste parole, conosce sin troppo bene Isak, sa che sin troppe volte incline ad impeti d'ira, ma mai l’ha visto perdere il controllo come ora, lui che è sempre stato la mente della squadra Ukko, sembra ora aver smarrito ogni indizio di ciò che prima era; la conferma definitiva che quella missione sta logorando tutti loro più di quanto si sarebbero mai aspettati.
 
-non lo sappiamo ancora-
 
Isak sbuffa ossigeno tra le narici dilatate, un toro in attesa di attaccare, la voglia di vendetta scalpita in lui con una tale furia che è impossibile ignorarla
 
-avremo bisogno di almeno altri cinque maghi-
 
-se non più-
 
lo corregge Mefite, la voce un soffio atono, sagoma di statica freddezza, occhi spenti e labbra serrate in una smorfia che mal cela il rimorso, l’odio che il suo cuore pulsa in ogni vena del suo corpo; pronto a lottare sino all’ultimo respiro
 
-dovremo riorganizzare le squadre equamente, avremo bisogno anche di maghi esperti in incantesimi curativi-
 
aggiunge Coalemo, la compostezza quasi innaturale, l’assenza di sorriso, neppure l’ombra di un ghigno beffardo, persino lui sta cambiando; ma arrendersi non è mai stata neppure una parola.
Harry annuisce impercettibilmente, raccogliendo i fascicoli, soffermando lo sguardo ai volti dei presenti, ignorando le dita congiunte tra di loro di Hermione e Draco, ci sarebbe stato tempo per questo una volta scritta la parola fine in questa storia.
 
-esamineremo i volontari, non appena raggiungeremo un numero sufficiente riformeremo le squadre e riprenderemo ad agire-
 
decreta, congedando con un fugace cenno del capo la squadra, sospirando ad occhi chiusi.
 
Avrebbero vinto anche questa battaglia invisibile, avrebbero stanato e giustiziato ogni singolo mangiamorte, ogni traditore, sino all’ultimo, a costo di dovervi impiegare mesi, anni, arrendersi non è un’opzione; non sarebbe più in grado di guardare Ginny negli occhi se lo facesse, non avrebbe più il coraggio di guardare il suo stesso riflesso se rinunciasse proprio ora che la verità è vicina.
 

Allora...è la mia prima storia interattiva, non avevo mai provato in precedenza per mancanza di coraggio, non che ora ne abbia, solo che la lettura di molte storie e l'aver iniziato a partecipare ad alcune, mi ha fatto venir voglia di provare e quindi eccomi, con un'idea decisamente poco originale e molta paura di fallire miseramente. 
Questa storia prende spunto da varie altre opere televisive e letterarie, nonché dalla storia della Seconda Guerra Mondiale, più precisamente da quel che molti storici dicono sia avvenuto dopo, con la caduta del regime fascista, nello specifico parlo dell'organizzazione O.D.E.S.S.A e delle vie di fuga soprannominate Ratline attraverso cui, si dice, alcuni ex nazisti fuggirono per evitare i processi a loro carico. 
Da tutto questo prende spunto questa storia, senza troppe pretese se non quella di riuscire ad intrattenere ed interessare. 
In questo racconto, ambientato tre anni dopo la Seconda Guerra Magica, una manciata di Mangiamorte sono riusciti a fuggire, con l'aiuto di componenti dei vari Ministeri sparsi su suolo mondiale che agiscono in corrente opposta e contraria alla, da poco instaurata, pace; minacciandone già le sorti. Il trio, divenuto ormai Auror, si è quindi prontamente premurato di organizzare una squadra in grado di stanare e consegnare alla giustizia ogni pericolo rimasto, indagando a fondo per smascherare la minaccia, queta squadra (Alalcomenea Soter)si è posta tale scopo, suddividendosi in sotto sezioni (Ukka in Russia e Dike in America del Sud) che agiscono nei luogi in cui la nuova minaccia si muove. 
Come avrete notato ho introdotto dei personaggi nuovi e delle morti, perché la missione non può essere rosa e fiori; ma anzi. Inoltre è presente Draco Malfoy, in qualita di pentito e quindi di consulente, che avrà il ruolo di aiutare il trio a gestire la squadra; i cui principali Auror di riferimento saranno Hermione e Ron. 

Se siete interessati, cosa che spererei non lo nego, lasciate un commento ed inviatemi la scheda tramite messaggio privato; altrimenti è stato comunque bello provare.


Scusatemi se mi sono dilungata eccessivamente, vi lascio alcune informazioni che potrebbero tornarvi utili. 

 
SUDDIVISIONE SQUADRE: 

DIKE
motto: 
"senza giustizia non c'è pace duratura"
zona: Sud America 
auror di riferimento: Ronald Weasley

UKKO
motto: 
"giustizia negata è giustizia ritardata"
zona: Russia
auror di riferimento: Hermione Granger 


SCHEDA 

Nome:
Secondo nome (facoltativo):
Soprannome:
Cognome: 
Luogo di nascita:
Anni e data di nascita:
Stato di sangue:
Scuola(possono essere usate tutte le scuole di magia note, nel caso di Hogwarts o Ilvermorny specificare anche la casa d'appartenenza):
Ruolo al Ministero della Magia (può essere un Ministero di qualsiasi nazione, ponendo l'ipotesi che ogni Ministero sia simile a quello noto di Londra): 
Bacchetta:
Descrizione caratterliale:
Descrizione fisica (inclusi segni particoloari, tatuaggi, odore della pelle, tono di voce, accenti particolari, tic nervosi e tic generici, ecc...):
Storia personale:
Motivazione per cui vuole prendere parte alla squadra ed in quale delle due possibili:
Famiglia e rapporto con essa:
Che genere di persona non sopporta:
Che genere di persona apprezza: 
Orientamento sessuale (come lo vive):
Stato sentimentale (possibilità di creare, in futuro, legami con i vari OC e alcuni personaggi noti esclusi Draco/Hermione/Harry):
Frase identificativa:
Prestavolto:
Altro:

NB: Accetterò almeno un animagus o metamorphomagus, potrei accettare anche un personaggio che conosca e sappia usare le Arti Oscure, ma non accetto veele, licantropi, ibridi o altro (per questioni puramente legate alla trama)


 
I miei OC 

Mefite Themis Criseo (PV Chloe Bennet) : “If you've nothing constructive to say then please, man, shut the fuck up"
 
Auror Amricano, ex Horned Serpent, 23 anni, eterosessuale, squadra Dike
 
Bacchetta in legno di prugnolo, nucleo di piuma di fenice, dodici pollici e mezzo, sufficientemente rigida 



Isak Magnus II Berggren (PV Alex Høgh Andersen) : “Your compassion is a weakness your enemies will not share"
 
Auror Norvegese, ex studente di Durmstrang, 21  anni, eterosessuale, squadra Ukko
 
Bacchetta in legno di tasso, nucleo di corde di drago, tredici pollici e mezzo, rigida




Coalemo Denisi (PV Robert Sheehan) : “I don't know, I just trying to sound intelligent"
 
Membro dell’Ufficio per i giochi e gli Sport Magici nella sezione Brevetti Ridicoli,  ex tassorosso, 26  anni, bisessuale, squadra Dike
 
Bacchetta in legno di corniolo, nucleo di crine di unicorno, tredici pollici, leggermente flessibile
 
E' un animagus, la sua forma è una scimmia cappuccino






 
  
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