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Autore: Bonhiver    12/06/2009    8 recensioni
Scorpius la sentì muoversi sopra di lui mentre puntellava i gomiti, ai lati della sua testa, sul cuscino e fu sconcertato nel sentire quelle labbra sulle sue.
Fu un contatto rapido, casto e privo di malizia, ma gli occhi sgranati gli restarono anche mentre lei si risistemava sul suo petto. E anche quando si ritrovò a sorriderle dolcemente.
«Buona notte, Rosie. E auguri
Auguri Ale.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Happy Birthday







Al mio Ale.
Perché non sei mai mancato,
perché sei la mia famiglia di tutti i giorni,
perché mi sopporti e perché ti sopporto,
perché di situazioni come queste ne abbiamo affrontate tante,
perché sei un amico un giorno e l'amore l'altro.
Perché, in fondo, è il tuo compleanno.

Ti amo. Anche se non è facile dirlo.










Gli strinse forte la mano, facendosi coraggio con quel contatto.
«Dai, Rosie.»
Le lacrime scendevano lente, decise: questa volta impossibili da fermare.
Il suo sguardo era vuoto, le sue gambe tremavano, la sua schiena sussultava sotto quella montagna di riccioli ramati. E lei stava lì col corpo, ma non con la mente.
Il cuore le sanguinava e l’unica ancora di salvezza che le era rimasta erano quelle due mani intrecciate tra loro. Due mani di persone tanto diverse, ma così unite.
«Non… non dovevano permettersi.» Sussurrò Rose Weasley sommessamente, gli occhi improvvisamente incapaci di reggere lo sguardo di Scorpius Malfoy.
«Anche tua madre?», fu l’unica domanda fredda e concisa. Perché lui era così.
«No, lei no.» la ragazza sorrise malinconicamente «Ma mio padre, lo zio Harry… tutti… loro non capiscono!»
Rimasero in silenzio: se lei era disperata, Scorpius si stava semplicemente incazzando sempre di più. Perché? Perché proprio ora?
«Come mai adesso e non prima?»
La risposta fu veloce, carica di troppi sentimenti tutti assieme per poter essere identificati correttamente: «Non lo so! Non lo so, davvero! Mi stanno rovinando la vita! Io…» respirò a fondo, chiuse gli occhi e cercò di controllarsi. Quando sentì di essersi calmata quanto bastava lo guardò timida, per poi sussurrare lievemente: «Scorpius… mi puoi… per favore, abbracciami. »
Il ragazzo esitò prima di farlo, esitò mentre scrutava quegli occhi lucidi.
Ma improvvisamente Rose si ritrovò tra quella braccia, la mano ancora unita alla sua. Come sempre, iniziò a calmarsi e tutto ciò che stava provando di negativo le sembrò più affrontabile, con lui al suo fianco poteva risolvere tutto, ne era certa.
«Non ascoltarli.» Si fece attenta alle parole dell’amico: parlava poco, vero, ma quello che diceva era sempre estremamente profondo. «Non ne vale pena. Tu lo sai, io ci sarò, anche fuori da queste mura. Non ho bisogno che loro mi accettino.»
«Ma perché non possono farlo come con chiunque altro?»
Non era stata una vera e propria domanda quella, era più quello che c’era sotto ad essere importante.
«Sono un Malfoy, ricordi?» Il sorriso di Scorpius, però, non era divertito. Era chiaro a tutti che non amava le sue origini.
«Ma tu sei diverso da loro!», ora Rose si era staccata dal suo petto e lo stava guardando seria «Tu sei vero, tu sei… c’è troppo in te per poter essere oscurato dai pregiudizi! Come si fa a non capirlo?»
Scorpius allentò la presa leggermente. Davvero pensava quello di lui?
Un sorriso interiore lo scaldò dentro. Era… colpito.
Ancora una volta Rose, con le sue frasi, gli era entrata dentro, scavando per trovare uno spazio sempre maggiore nella sua anima.
Solitamente allontanava le persone che cercavano di lasciare un segno in lui, ma con lei era tutto diverso.
Non riusciva a starle lontano, quasi fosse fondamentale averla accanto.
E ora gli diceva questo. Di nuovo la strinse, ma questa volta con qualcosa in più.
«Grazie.» Solo un sussurro, incrinato e flebile.
«E’ quello che penso.»
Rose lo sentì sorridere sul suo orecchio e rabbrividì senza volerlo.
«E sai cosa aggiungerei? Direi loro che sei troppo importante per me. Non basterà certo qualche ostacolo per farmi allontanare da te… quindi sei avvisato anche tu!»
Questa volta Scorpius rise proprio, quella risata roca che si sentiva così poco in giro.
Sentirlo così -leggero, allegro- fece dimenticare a Rose lo sconforto che l’aveva assalita fino a poco prima, anche se fu lui, però, a riportarla sull’argomento.
«Ronald ti ha scritto?»
Fu breve il silenzio che seguì, ma fece capire al ragazzo la risposta prima di doverla sentire.
«No.»
La strinse più forte.
«Non capisce niente.»
Rose sorrise malinconica, quanto aveva ragione!
«Inizio a pensarlo anch’io.» E sprofondò la faccia nella sua camicia, gli occhi nuovamente lucidi.
Rimasero così, abbracciati e insieme sul letto di lei per tutta la sera.



«Posso rimanere a dormire da te?» Chiese Scorpius quando si accorse che era già tardi.
«E’ forse una proposta oscena, quella che mi ha appena fatto, signor Malfoy?»
«Potrebbe darsi…» Ghignò, era stupendo sentirla così vicina, di nuovo lei.
«Sai, potrei cacciarti fuori urlando, oppure… oppure potrei sempre far finta di credere che vuoi solo parlare e farti restare qui…»
Sorrideva anche lei, stavano solo giocando, e proprio per questo il ragazzo non si riconobbe nella voce seria che assunse per la frase successiva: «Non saresti come le altre.»
Scese un silenzio imbarazzante tra di loro. Cosa aveva appena detto?
Poi, Rose, credendo di capire, gli tirò un leggero pugno sulla fronte e gli sorrise: «Certo che no, sono la tua migliore amica, io!»
L’imbarazzo si spezzò all’istante. Sospirarono assieme, senza farlo notare all’altro.
Mentre Rose s’infilava sotto le coperte, Scorpius le si avvicinò: «Allora? La tua risposta?»
«Mmh… ma si, dai, commetterò questa pazzia.» E gli fece cenno di unirsi a lei.
Certo, Rose sapeva che lui amava dormire in boxer, ma quando lo vide far Evanscere la sua divisa, rimase letteralmente senza fiato.
Restò imbambolata fino a quando lo sentì scostare le coperte pesanti del suo letto a baldacchino e unirsi a lei in quel letto singolo.
«Dimmelo se stai troppo stretto…»
«Già, in effetti…» Lo sentì spostarsi, senza rendersi conto di quello che stava facendo, quando, improvvisamente, si ritrovò completamente sopra di lui: riuscì solo ad arrossire come una bambina. «Così va molto meglio, no?»
Rose annuì leggermente, ancora scossa da quello che stava provando.
Rimasero immobili, cercando di addormentarsi.
Circa mezz’ora dopo, Scorpius la sentì muoversi sopra di lui mentre puntellava i gomiti, ai lati della sua testa, sul cuscino, e fu sconcertato nel sentire quella labbra sulle sue.
Fu un contatto rapido, casto e privo di malizia, ma gli occhi sgranati gli restarono anche mentre lei si risistemava sul suo petto. E anche quando si ritrovò a sorriderle dolcemente.
«Buona notte, Rosie. E auguri.»



Quando la mattina seguente, nella Sala Comune dei Grifondoro, si sentì una ragazza gridare istericamente e un ragazzo, a suo volta, tentare di spiegarle che non poteva farci nulla, era colpa del mattino, tutti i presenti nella sala in quel momento si girarono verso i dormitori femminili.
Quando poi, dall’unica stanza da Caposcuola presente, uscirono uno Scorpius Malfoy in mutande - con una sporgenza ai livelli bassi piuttosto significativa che pochi non notarono - e una Rose Weasley rossa come i capelli di suo padre, molti sorrisero, mentre altri, semplicemente, si prepararono al peggio.

  
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