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Autore: cin75    01/07/2017    9 recensioni
Ennesima visione della mia mente su cosa potrebbe accadere nei primi episodi della tanto attesa stagione 13. Ciò significa , per chi vorrà leggere questa storia, che ci sono SPOILER della 12.
WARNING!!!!
Genere: Angst, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sam, nonostante lo sconvolgimento di quello che era appena successo fuori da quella casa – il sacrificio di Crowley, Mary persa oltre quel portale spazio-temporale, la morte di Castiel - si costrinse ad ignorare lo sgomento che gli attanagliava la mente e lo stomaco quando aveva scorto, rannicchiato in un angolo, l'appena nato nephilim, che però altro non sembrava già un provetto adolescente.

Non si spiegò come, o forse sì, c'avrebbe pensato dopo, ma riuscì a convincere "l'essere" a seguirlo. A fidarsi di lui. A non temerlo, anche se era Sam quello a doverlo temere.

Recuperò alcuni vestiti in una delle camere della casa, lo aiutò a vestirsi e lo portò con lui.

Quando entrambi raggiunsero l'esterno della casa, Sam, non potè non scorgere il fratello maggiore ancora inginocchiato accanto al corpo senza vita di Castiel.

In quel momento, come un flash, nella mente del più giovane dei Winchester, si fece spazio la consapevolezza che il loro amico, il loro angelo custode, la persona che più di chiunque aveva lottato strenuamente con loro e per loro, era morta. Un nodo alla gola gli fermò il respiro per un attimo.

 

Una marea di ricordi, belli e brutti, gli inondarono la mente. Ricordi che riguardavano un Castiel che non capiva le battute di Dean, di un Castiel che si ribellava al Paradiso per combattere al loro fianco. Castiel che lo aiutava costantemente quando Dean non c’era o avevano litigato ancora. Castiel che non esitava ad affrontare la morte più atroce per loro, che si sacrificava ancora e ancora e ancora. Castiel che aveva detto tante volte quando loro fossero importanti per lui, quando fossero la sua famiglia.

Castiel che aveva sentito sempre troppi pochi “Grazie!” da parte loro.

 

Deglutì, a fatica, cercando di riprendere il controllo.

"Vieni!" disse al nephilim. "Non temere. Non ti accadrà nulla." e l'adolescente neonato lo seguì senza fare domande, restando appena dietro di lui.

 

I due si avvicinarono al cacciatore. Quasi con timore. Specie Sam, che non osava immaginare cosa stesse provando il fratello in quel momento.

Sam aveva voluto bene a Castiel e tanto. Anche per lui era come un fratello.

Ma il legame che l’angelo aveva instaurato con Dean, era qualcosa di molto forte. Forse il fatto di essere tanto diversi, di litigare in continuazione, peggio di come facevano loro due fratelli; il fatto che Castiel , pur di rendere fiero il maggiore, cercava di fare sempre il meglio, sbagliando sistematicamente, fino a farsi ammazzare per loro, agli occhi di Dean, era diventato la personificazione di quella “stupida dannata e distruttiva perseveranza alla Winchester”

“Dean?!” lo richiamò piano.

Niente!

“Dean? Dobbiamo andare!” provò ancora.

“E’ morto, Sam.” sussurrò piano. “Cass è morto!”

“Lo so. Ma noi...”

“Ma noi non possiamo lasciarlo qui, Sammy. Non è giusto. Non lo merita!” continuò a dire senza mai voltarsi, senza mai distogliere lo sguardo dall’amico morto.

“Va bene. Hai ragione. Lo porteremo con noi. Gli daremo il giusto funerale. Quello che merita come angelo, come cacciatore e come ….”

“...nostro fratello!” finì per lui, il maggiore, mettendo una sua mano al centro del petto dell’angelo inerme.

“E come nostro fratello!” confermò il minore.


“Chi è?” fece la voce tentennante alle spalle sia di Sam che di Dean.


Solo allora Dean si mosse, girandosi verso il fratello dietro di lui.

Il maggiore era convinto che fossero soli e quella voce, invece, gli fece capire che non lo erano.

Lanciò un ultimo sguardo all’angelo e poi si alzò.

Un altro sguardo interrogativo al minore.

“Chi sei tu?!” chiese quasi con astio , rivolgendosi allo sconosciuto. Come se fosse stato un peccato capitale non conoscere Castiel, il suo coraggio, la sua forza, il suo sacrificio.

“Dean, lui è...”

“Chi sei?!” chiese ancora, avanzando verso il ragazzino che guardava con indifferenza il corpo esanime alle spalle di Dean.

“Dean, aspetta...” si intromise Sam, intuendo il malanimo del fratello e temendo le “spaventose capacità” del nephilim.

“Chi è lui!?” chiese ancora , con aria innocente, indicando Castiel e non sapendo chi stava indicando.

“Lui si chiama...” fece per rispondere Dean e poi strinse la mascella rendendosi conto del tempo verbale errato. “Lui si chiamava Castiel. Era un angelo. Era un guerriero. Era un amico. Un mio amico!” rispose con arroganza e strinse gli occhi sul suo interlocutore sconosciuto quando gli vide sul volto una sorta di espressione sbalordita.

“Castiel!?” ripetè infatti il ragazzo.

“Sì!” si intromise Sam.

“No!” sussurrò amareggiato l’essere. La sua prima emozione rivolta al corpo inerme. “No. Non può essere lui. Lui non può essere...”

“Tu lo conosci?!” fece stranito Sam. “Come puoi conoscerlo?!” chiese ancora, ignorando anche la sorpresa del maggiore.

“Ma chi è?!” fece a questo punto, un Dean confuso da quello che stava accadendo.

Sam si avvicinò al fratello e parlò a bassa voce, quasi per non spaventare il ragazzino che già sembrava provato da ciò che aveva saputo sulla “quella persona morta”

“Dean, lui è….lui!” fece arcuando le sopracciglia.

“Ma cosa...”

“Il figlio di Kelly. Il nephilim!” disse poi con convinzione.

Dean strabuzzò gli occhi e istintivamente portò una mano alla pistola che aveva ancora sotto il giaccone.

“No!!” sibilò Sam, fermando quel gesto.

“No?? Scherzi??!” lo rimproverò il maggiore.

“Si fida. Non so perché ma si è fidato di me. Vuole seguirci. Assecondiamolo. Teniamo gli occhi aperti , ma assecondiamolo.”

“Assecondarlo?!” fece confuso, Dean.

“Ricordi?, la grazia...la siringa che Cass usò per estrarmi ciò che rimaneva di Gadreel..” gli fece ricordare.

“Tu credi che lui potrebbe...”

“Non lo so. Ma perché non tentare?! Nessuno ancora lo avvicina!” riflettè il minore.

“Kelly?!” chiese Dean, spostando un attimo lo sguardo verso la casa.

Sam non rispose, si limitò a scuotere, dispiaciuto, la testa.

“Dannazione!!” imprecò il maggiore, arrabbiato per l’ennesimo innocente che aveva pagato con la vita l’agire del Male.

 

Poi spostò lo sguardo da quello del fratello e lo portò sul nephilim e con stupore e decisamente con apprensione vide che il ragazzino si era avvicinato al corpo senza vita di Castiel.

“Ehi!! che vuoi fare?!” chiese con tono allarmato.

“Io mi chiamo Jack. Questo è il nome che mi ha dato mia madre!” disse senza spostare lo sguardo dall’angelo e con un tono di voce quasi indifferente.

“Ok! Che vuoi fare , Jack?!” ripetè con sarcasmo Dean.

“Lui, a modo suo, mi voleva bene...” iniziò mentre sfiorava Castiel. “...mi ha protetto, ha protetto mia madre, rischiando la sua vita. Contro tutti, contro Dagon, contro il mio stesso padre. Non ha mai arretrato.” riportando, straordinariamente, quelle cose accadute prima della sua nascita. “ Non ha mai ceduto al male, non ha mai rinnegato il bene. Ha sempre combattuto per ciò che credeva essere la cosa giusta da fare. Per coloro in cui credeva. Per voi, soprattutto!” continuò, mentre toccava ancora l’angelo.

“Jack, come fai a ….” ebbe quasi timore di chiedere Sam, mentre Dean non toglieva gli occhi di dosso dal demoniaco angelo o forse angelico demone.

“Io so molte cose, Sam. Cose che metterebbero paura a metà degli esseri umani, che terrorizzerebbero l’altra metà. Cose che nessuna mente sarebbe capace di comprendere, che nessuna intelligenza sarebbe in grado di mettere in pratica. Io so molto e so...” disse ancora, poggiando una mano sulla fronte di Castiel. “...so che non è giusto che lui sia dovuto morire!”

E nello stesso momento in cui proferì quelle parole, una luce gialla e brillante, scaturì dalla sua mano.

 

Il corpo di Castiel venne immediatamente invaso e avvolto da quella luce. Si inarcò come attraversato da una potente scarica elettrica. Si scuoteva convulsamente. Tremava paurosamente. Sembrava sul punto di esplodere.

Istintivamente , i due cacciatori, fecero un passo indietro ma , allo stesso tempo, gridarono contro il nephilim.

“Che stai facendo?!” urlò Sam.

“Che cosa gli stai facendo?!!” fece Dean, mentre quella luce li costringeva a mettersi un braccio davanti agli occhi. “Lascialo stare!!”

 

“Non gli sto facendo del male!” sembrò giustificarsi il nephilim.

 

Immediatamente dopo, il corpo di Castiel, ricadde al suolo pesantemente. Di nuovo abbandonato.

I due cacciatori cercarono di rimettere a fuoco la vista dopo quella potente esplosione di luce e quando ci riuscirono provarono ad avvicinarsi di nuovo sia a Castiel che a Jack.

“Che cosa hai fatto?!” chiese perplesso Sam , dato che non sembrava esserci nessun cambiamento nella sorte dell’amico angelo.

“Lui è morto. Anche per salvare te, figlio di puttana e tu...tu...” ringhiò furente il maggiore dei Winchester. “...tu non gli dai pace nemmeno nella morte?!” e fece per avventarsi, offeso , per quello che, per lui, era sembrato solo un inutile strazio al corpo dell’amico fraterno.

E quando stava per afferrare il nephilim, questi, si girò di scatto verso il cacciatore e con un rapido gesto della mano, lo scaraventò con violenza contro la facciata di legno della casa alle loro spalle. Lo sbalzò fu talmente potente e violento che il corpo di Dean oltrepassò il legno della parete frontale dell’abitazione, volò attraverso il piccolo soggiorno dove , solo poco tempo prima avevano parlato con Castiel sulle condizioni di Kelly, e impattò con un tonfo terribile alla parete opposta.

Un rauco gemito di dolore. Niente altro. Dean non si rialzò.

Sam a quell’immagine di suo fratello sbalzato via, gridò un allarmato “No!!!!” , ma questo non fermò l’agire del nephilim che un attimo dopo tornò a fissare duramente il giovane cacciatore, gelandolo sul posto.

“Perchè?” chiese Sam. “Perchè lo hai fatto?!”

“Stava per attaccarmi. Mi sono difeso. Non è colpa mia!” rispose innocentemente.

“Non ti avrebbe fatto del male. Non glielo avrei permesso. Ti ho detto che puoi fidarti di me!” cercò di placare quell’ira che vedeva ancora negli occhi di Jack.

Sam era nel panico in quel momento. Non voleva lasciare Castiel, non voleva perdere di vista Jack, ma allo stesso tempo non riusciva a pensare ad altro che a suo fratello che di certo era ferito dopo un colpo del genere, specie perché non lo vedeva ritornare.

 

Poi accadde.

Un sussurro, un leggero fruscio di stoffa, un movimento quasi impercettibile.

 

“Oh mio Dio!” sussurrò Sam quando si rese conto di quello che stava accadendo sotto i suoi occhi.

 

“Vedi, Sam?” indicando il corpo che si muoveva appena dietro di lui. “Io posso molte cose. Anche più grandi di queste. E avrò modo di mostrartele. E tu lo sai!” dichiarò sibillino, mentre Sam ricordò, deglutendo, ciò che Jack gli aveva detto non appena lo aveva trovato.

 

Un attimo dopo, davanti agli occhi di Sam, solo Castiel. Vivo!

 

Il giovane ancora spaesato da ciò che era successo e dalle parole che gli erano state rivolte , corse accanto all’amico che , lentamente, sembrava riprendersi.

“Castiel? Castiel??” lo richiamava con apprensione.

L’angelo sembrò metterlo a fuoco. Lo guardava stranito. Confuso. I suoi occhi erano decisamente spaesati. I suoi movimenti incerti.

“Castiel, amico….Oddio!! sei vivo!?!” esclamò aiutandolo a rimettersi in piedi.

“Io...io….non...io...cosa….” balbettò disorientato.

“Ti spiego tutto dopo. Ora dobbiamo correre da Dean. Deve essere ferito gravemente. Dobbiamo aiutarlo. Presto! Vieni, seguimi!!!” lo incoraggiò indicando la strada e il buco nella parete della casa.

 

Castiel lo seguì senza fare domande. Si limitò a corrergli dietro e quando arrivarono accanto al corpo di Dean , che era ancora privo di conoscenza e decisamente conciato male, Sam gli si accoccolò accanto, allarmato per le ferite che vedeva sanguinare, specie quella alla testa.

Poi, il giovane, fissò, speranzoso, l’angelo , ancora in piedi accanto a loro.

L’angelo, perplesso, fissava lui.

“Castiel? Aiutalo. Guariscilo!!” fece con ansia, Sam.

“Io...guarirlo?!” chiese perplesso.

“Sì!!” lo incoraggiò Sam.

 

“Non so come fare!!!" esordì stranito l'angelo redivivo. "Non so cosa fare o cosa ti aspetti che io faccia!! Io non so nemmeno perché continui a chiamarmi Castiel!!!”

   
 
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