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Autore: Inyoureyes    01/07/2017    1 recensioni
"In questa terra è viva." Lo sguardo era distante, quelle parole parvero essere state finalmente liberate dalle catene che lambivano il suo cuore, pronunciarle le rendeva reali, così reali da fargli male. Una realtà che da troppo tempo si era imposto di rifiutare e che solo adesso stava tornando a galla più vivida che mai. "Dovevo vederla, un'ultima volta."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Cisco Ramon
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I will always love you.
 
 
 
Quanto poteva essere distante quella realtà parallela dalla sua?

Le sue iridi verdi e cristalline ammirarono con estasi gli oggetti posti all'interno di quell'ampio laboratorio dalle rifiniture in ferro. Con lo sguardo seguì i contorni delicati di quelle provette contenenti importanti dati scientifici. Erano di colori diversi, alcune di loro tendevano ad un colore bluastro, altre avevano delle sfumature bianche o giallastre, gli venne spontaneo domandarsi a cosa servissero e quale ruolo possedessero all'interno di quella ricerca che senza dubbio l'amico stava compiendo. Con il passo lento e fulmineo avanzò verso quel laboratorio che tanto gli era familiare, un tenue sorriso gli increspò le labbra senza neanche rendersene conto. Era stato testimone di miriadi di episodi che mai avrebbe potuto dimenticare. Al centro della stanza vi era il solito letto d'ospedale, intorno ad esso un centinaio di apparecchi elettronici spenti di cui non conosceva l'origine e tantomeno la ragione. Avvertì l'impulso di avvicinarsi a quell'involucro di coperte e toccarne la superficie morbida, e così fece. Poche falcate e le sue dita si posarono su quel materasso morbido e tanto familiare, socchiuse gli occhi non appena lo investì l'odore asettico tipico del disinfettante, non voleva privarsi di quelle sensazioni che stavano inebriando il suo corpo, voleva imprimerle nella sua mente. La nostalgia ed il dolore al petto si fecero vivide nella sua mente, gli sembrò quasi di essere tornato indietro nel tempo e di sentire il brusio dei suoi amici in sottofondo, le loro voci calde e accoglienti si univano tra di loro, creando quella che era divenuta la colonna sonora delle sue sofferenze.

Barry?

Gli parve quasi di sentire il suo migliore amico mormorare il suo nome, la voce di Cisco gli giungeva ovattata e distante, eppure così vicina al suo essere. La mente era solita giocargli un paio di brutti tiri.

Barry? Sei tu?                                                                                         

Ancora una volta si sentì chiamare, la voce questa volta era più limpida, dannatamente più limpida ed un brivido di terrore gli percorse la colonna vertebrale nel realizzare che forse, e solo forse, poteva essere reale.

Si voltò di scatto non appena sentì dei passi alle sue spalle. Era sempre attento dall'incidente, col tempo si erano presentati nemici ben peggiori di quei ladri dai quattro soldi che si era trovato a fronteggiare al momento del suo risveglio e non poteva più permettere di farsi cogliere impreparato, non dopo ciò che era accaduto l'ultima volta.

Senza neanche dargli il tempo di realizzare, si ritrovò stretto tra due braccia che di familiare teoricamente non avevano nulla ma in qualche modo le parve conoscere da sempre. Rimase fermo per qualche istante, fin quando non realizzò chi fosse la figura lì di fronte e gli venne spontaneo ricambiare quell'improvviso contatto. Si distaccò soltanto quando si accertò che l'amico si fosse calmato. Gli occhi scuri erano umidi sebbene la poca luca presente all'interno della stanza non glielo avesse fatto notare immediatamente. I capelli ricadevano fino alle spalle ed erano visibilmente trascurati, lo stesso lo si poteva dire del suo abbigliamento trasandato e per nulla curato. Barry avvertì una fitta al petto nel constatare che quell'improvviso cambio d'immagine potesse essere causa sua, o meglio non esattamente sua.

"Cisco." Fu tutto ciò che usci dalle sue labbra nel vedere l'amico al suo fianco, il sorriso sulle sue labbra era limpido e sul suo sguardo si leggeva un'evidente nota di tristezza dovuta alla sua mancanza.

"Cos'è successo? Dove sono tutti?"

Gli venne spontaneo mentire e colmare quel silenzio che si era creato tra di loro. Il ragazzo doveva essere ancora incredulo nel vederselo ritrovare di fronte e sebbene fosse a conoscenza di ciò che era accaduto, preferì fingersi noncurante della faccenda.

"Sei tornato."

Vide Cisco poggiargli una mano sulla spalla e premere su essa con una leggera stretta, si sentiva in colpa per ciò che stava accadendo ma non trovò le parole più adatte per porre fine a quella messinscena così si limitò ad annuire. Non si aspettava di trovare quel luogo abitato, tantomeno di trovare il suo migliore amico. Era evidentemente scioccato dalla sua presenza.

"Dopo che sei andato nella forza della velocità." Lo vide interrompere quel contatto e riporre la mano all'altezza dei fianchi, si fermò per umettare le labbra e trovare le parole esatte affinché potesse rispondere alle sue domande. Quell'argomento doveva costagli molto poiché ci mise qualche secondo per formulare la frase seguente. "Nessuno voleva stare qui." Barry gli sorrise leggermente, per infondergli quel coraggio necessario affinché potesse proseguire. "La città era piena di metaumani fuori controllo e Wally non era in grado di occuparsene, non era ancora pronto." Constatò Cisco, distogliendo lo sguardo con riluttanza.

"Così hanno preso il sopravvento." Mormorò Barry più a sé stesso che all'amico. Distolse a sua volta lo sguardo e lo posò sul letto d'ospedale al centro della stanza. Voleva andarsene, correre e lasciare quel luogo che non gli apparteneva, perché era egoista nel dare a Cisco una tale illusione, ancor di più lo era nel chiedergli informazioni che con la sua persona non avevano nulla a che vedere. Ma le sue gambe rimasero lì, impiantate su quel pavimento ormai divenuto fin troppo sporco, con lo sguardo perso e il cuore immerso a contemplare ricordi e memorie che non gli appartenevano.

"Joe ed Iris sono stati i primi ad andarsene, il dolore era troppo, se ne sarebbe andato anche Wally se non fosse stato per i suoi doveri in città. Poi è stato il turno di Julian, il dolore per la perdita di Caitlin l'aveva cambiato. Così se n'è andato." Nel vederlo rimanere in silenzio Cisco proseguì. "Ho saputo che lavora a Star City all'interno della scientifica, ogni tanto ci sentiamo per gli auguri di natale ma niente di che. Non posso biasimarlo, perderla è stato devastante."

Barry sentì il bisogno fisico di afferrare qualcosa. Qualunque cosa fosse necessaria affinché potesse sorreggere il peso del suo corpo. Il dolore e la consapevolezza investirono la sua mente. Era arrivato lì per una ragione, una ragione soltanto. Voleva gridare, gridare a squarcia gola e lasciare andare quel dolore che non cessava di dargli tregua, era venuto lì per questo. Per porre fine alle sue sofferenze. Ma lì, con il peso di quelle parole a pesargli sulle spalle, si rese conto di quanto in realtà le sue intenzioni fossero diverse da quelle programmate.

"Ma ora che sei tornato, possiamo tornare ad essere una squadra. Central City tornerà ad essere ciò che è sempre stata, con il suo eroe a proteggerla."

"Cisco, fermati."

Barry si voltò, volse le spalle all'amico e afferrò con entrambe le mani i lembi del tessuto di quel lettino ormai andato. Si aggrappò ad esso come per infondersi forza e lasciò che le lacrime gli solcassero le guance. Il ricordo della sua vita, della sua vecchia vita, parallela a quella, lo investì come un tornado. Avrebbe pagato qualsiasi somma nel sentire quelle parole dette dal suo migliore amico. Nel sentire ancora una volta quella fiducia riposta nei suoi confronti. E stava accadendo, seppur quelle parole non fossero riferite a lui, ma ad un altro.

"Stai bene?"

La voce di Cisco era allarmata, era visibilmente preoccupato per lui. Gli fece tenerezza sentire quella premura nei suoi confronti. Una premura non meritata, Nei confronti di lui, che era nient'altri che un bugiardo. Lei l'avrebbe certamente rimproverato per questo, ma al tempo stesso l'avrebbe compreso perché il suo era un gesto che era dettato da nient'altri che l'amore. E qualunque cosa poteva essere tollerata per amore, gli aveva detto una volta, dopo un litigio finito male. E lui l'amava, dio come l'amava.

"Non sono il tuo Barry."




 
***



 
Barry fissò l'ologramma di fronte a sé, lesse il titolo del giornale un paio di volte, dopodiché si soffermò sul nome di chi l'aveva scritto, una nota di malinconia comparve nel suo sguardo. In questa terra, il suo doppelganger era scomparso, ne era cosciente sin dall'inizio della missione, eppure sentirselo dire lo aveva sconvolto più di quanto credeva potesse essere possibile.

"Perché sei qui?"

La voce di Cisco gli giunse da dietro le spalle, umettò le labbra per qualche istante, dopodiché si volse in direzione dell'amico. Era arrabbiato, era evidente, eppure conservava ancora quella nota di malinconia che l'aveva investito durante il racconto di quelli che erano stati i loro giorni più bui.

"Ho bisogno di un pezzo importante. Si trova nell'acceleratore di particelle."

Era divenuto un mago delle menzogne senza neanche rendersene conto. Quando era divenuto il ripiego di sé stesso? Cosa stava diventando? O meglio cos'era diventato?

"Credo di meritarmi la verità, non credi?"

Lo vide sospirare e per la prima volta dopo anni si sentì nuovamente legato a quel volto che un tempo aveva significato così tanto nella sua vita.

"In questa terra è viva." Lo sguardo era distante, quelle parole parvero essere state finalmente liberate dalle catene che lambivano il suo cuore, pronunciarle le rendeva reali, così reali da fargli male. Una realtà che da troppo tempo si era imposto di rifiutare e che solo adesso stava tornando a galla più vivida che mai. "Dovevo vederla, un'ultima volta."

Cisco lo guardò per qualche istante, sentì il peso del suo sguardo vigile su di sé, come se stesse realizzando improvvisamente qualcosa che non si era minimamente immaginato. Come se la vista di quel ragazzo ferito fosse l'ultima cosa che potesse esserci dietro quella rivelazione avvenuta poco tempo prima.

"Vai da lei, allora." Fu tutto ciò che gli disse, mettendogli una mano sulla spalla. Non gli chiese a chi si riferisse e ne fu immensamente grato.

Barry si voltò verso l'amico, gli occhi erano ancora umidi ma non se ne curò. Non aveva la minima intenzione di nascondere le sue sofferenze. Quel contatto che vi era stato tra di loro non fece altro che rafforzare i suoi timori più nascosti. La consapevolezza che era stata nient'altri che causa sua se Cisco si era allontanato dopo l'incidente lo assalì, e con esso il dubbio che la loro amicizia sarebbe stata ancora intatta se solo avesse aperto il suo cuore ed avesse diviso le sue sofferenze con qualcun altro.

Lo strinse un'ultima volta, perché era un bisogno che sentivano entrambi e che seppur non era stato minimamente espresso a parole, era stato reso chiaro dai gesti. Entrambi avevano sentito la mancanza l'uno dell'altro in quei lunghi anni, e seppur non fossero le rispettive controparti di sé stessi, tra di loro vi era un legame indissolubile che andava oltre il tempo e più chiaramente, in questo caso, dello spazio.
Dopodiché Barry si allontanò dal ragazzo, si alzò il cappuccio della maschera e gli fece un tenue sorriso, un misto di gratitudine ed al tempo stesso malinconia. Chissà se un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.

Gli fece un cenno con il capo e in pochi istanti la sua figura fu sostituita da un mesto mulinello di fogli consumati. Le carte volarono nell'aria con dolcezza, e con una delicatezza quasi disumana si depositarono sul pavimento in cui poco prima vi erano le suole rosse e consumate di quel velocista che a Cisco in quegli anni d'assenza era tanto mancato.

Forse effettivamente un giorno si sarebbero rincontrati.

"Corri, Barry, Corri."  Fu tutto ciò che disse prima di sistemare i fogli caduti sul pavimento sulla scrivania e dileguarsi da quel luogo che mai sarebbe tornato come prima senza la sua presenza.




 
***


 


Barry si soffermò dinnanzi a quell'angusto motel per qualche istante, il cuore gli premeva contro il petto con insistenza, quasi dovesse uscirgli dal petto. Non era stato difficile trovarla, la conosceva così bene d'altronde. Il fiato gli era divenuto improvvisamente corto, e seppur avesse voluto attribuirlo alla corsa, era ben consapevole che il motivo in realtà fosse evidentemente un altro. La speranza che un giorno avrebbe potuto rivederla l'aveva accompagnato ogni singolo giorno dalla sua morte e più volte il terrore di non poter rivedere quel suo caldo e dolce sorriso aveva turbato i suoi sogni. Era un codardo a non entrare, e sperò vivamente di trovarla addormentata per evitare di trovarsi di fronte quesiti a cui era certo di non poter rispondere. Per questo era grato che le luci della sua camera fossero spente.

D'un tratto fu spinto da un moto di coraggio, avanzò di qualche passo e cominciò a far vibrare il suo corpo affinché potesse passare attraverso l'ostacolo in legno massello. In pochi attimi si trovò catapultato in una graziosa camera dalle pareti color mattone. Si fermò sulla porta non appena la vide distesa in quel letto dalle lenzuola candide. E come una calamita viene attratta dal ferro si trovò ad esserle di fianco senza neanche rendersene conto. Gli occhi si inumidirono immediatamente, lasciando dopo pochi istanti spazio a delle lacrime calde e silenziose. Era bella come l'ultima volta che l'aveva vista. L'ultima volta che l'aveva stretta, che aveva stretto il suo corpo freddo e privo di vita. Ed ora, ora che la osservava attentamente, percepiva il suo respiro caldo sul viso, vedeva il suo petto innalzarsi regolarmente ed il viso rilassarsi per via del sonno. Le ciocche bionde le ricadevano morbide lungo la superficie del cuscino, ad eccezione di una che le scendeva lungo la guancia, e dovette reprimere la voglia di scostargliela dal viso. Era serena, senza velocisti o metaumani che tentavano di portargliela via in quanto sua più grande debolezza. Sarebbe rimasto in quella posizione per sempre se solo non fosse stato tanto sbagliato, a vegliare su di lei ed assicurarsi che nessuno potesse portargliela via. Aveva letteralmente percorso l'intero universo pur di bearsi di quella vista ed il pensiero di separarsene ancora una volta lo fece impazzire. Reclinò il viso di lato e sorrise leggermente, le lacrime erano ancora ben evidenti sul suo volto, nonostante ciò preferì sollevare la mano e carezzarle la guancia leggermente rosata.

"Credevo di non poterti più rivedere." Mormorò quelle parole con estrema dolcezza, quasi come se qualcuno potesse entrare ed interrompere quel momento idilliaco che si era riservato. "Quando sei morta sono stato accecato dalla rabbia." Le lacrime scesero ancora una volta copiose lungo le sue guance. Si vergognava di ciò che era divenuto. "Ho fatto cose di cui non vado fiero, Caitlin."

La vide stringere il cuscino nel sonno e non poté evitare di pensare a quanto la trovasse bella in quello stato. "Joe e Iris hanno preso il controllo della città, si occupano di proteggerla insieme a Wally. Cisco mi odia e non posso biasimarlo. Ho provato a tornare sulla scena del crimine ma una volta che l'oscurità ti entra dentro non puoi più lasciarla andare." Abbassò lo sguardo, lasciando scivolare la mano lungo il materasso del letto, fino ad arrivare ad appoggiarsi su quella della ragazza. "Lo so che devo lasciarti andare e quest'odio che sento da quando te ne sei andata mi sta trasformando in qualcosa che non sono, ma non ci riesco." Sentì le dita di lei, muoversi leggermente e fu allora che si rese conto che il suo tempo era ormai scaduto. Che era tempo di lasciarla andare e di proseguire con la sua vita.

"Ti amo, Caitlin." Sussurrò tra le lacrime, sfiorandole ancora una volta la guancia candida con il palmo della mano. Il dolore lo investì come la prima volta.
"Ti amerò per sempre." Le disse, prima di dileguarsi e lasciarla finalmente andare.




 
***


 


Terra 23.

Barry rimase incatenato in quel pezzo di pietra per ore, la lapide era perfettamente lucida, sebbene la pioggia dei giorni precedenti avesse lasciato il terreno e l'erba ancora umidi. Ai piedi di essa era collocato un mazzo di lavande strette in un fiocco.

Era novembre inoltrato perciò strinse le mani all'interno del cappotto pesante quando l'aria fredda gli investì il viso. Era da un po' che non veniva in quel posto. Il viso di lei, sereno e rilassato, che aveva visto poco prima era ancora ben visibile nella sua mente. Sarebbe riuscito ad andare avanti? A riguadagnarsi la fiducia che aveva perso? La città l'avrebbe voluto ancora dopo tutto ciò che aveva fatto? Ma soprattutto la sua famiglia e i suoi amici l'avrebbero perdonato?

Sospirò a causa di quelle domande che tanto invadevano la sua mente. Non aveva idea di come iniziare, ma lì, di fronte a quella lapide non si sentiva il Flash che aveva ceduto al lato oscuro, e neanche quello che aveva tradito i suoi amici come tanti raccontavano, di fronte a lei, si sentiva solo sé stesso, colui che aveva sbagliato a causa della morte dell'amore della sua vita. Senza pregiudizi, senza pretese, solo Barry Allen e i suoi silenzi.

"Mi sorprende che tu sia passato, voglio dire non è da te pensare a qualcun altro che non sia te stesso."

Barry riconobbe immediatamente quella voce, e quando la figura che aveva pronunciato quelle parole gli si mise di fianco non ebbe più alcun minimo dubbio. Era Cisco.

"Cosa ci fai qui?"

"Avevo bisogno di schiarirmi le idee." Era la conversazione più lunga se non l'unica che avessero condiviso in quei mesi e si trattenne dall'increspare le labbra in un sorriso. Non erano ancora a quel punto, ma gli andava bene così. Andava bene ad entrambi.

"E te le sei schiarite?"

Barry annuì, strinse ulteriormente le dita fredde all'interno delle tasche e sentì il peso dello sguardo di Cisco su di sé, non si voltò, in quanto era certo di non poter sopportare quella delusione che il suo allontanamento gli aveva causato in quello che era stato uno dei momenti più difficili della sua vita. E con la coda dell'occhio poté giurare di averlo visto avvicinarsi.
"Dovremo portarle più lavande, erano i suoi fiori preferiti." Fu tutto ciò che gli disse Cisco, prima di lasciare che il silenzio comunicasse al posto loro, quel silenzio che di imbarazzo e rabbia non aveva nulla se non speranza. La speranza che potesse esserci un nuovo inizio anche per loro due e che forse, un giorno, non molto lontano, le avrebbero portate insieme le lavande.





***




 


Caitlin strinse leggermente le dita indolenzite a causa del sonno, premette le palpebre le une con le altre e dopodiché aprì gli occhi, rivelando due sfavillanti iridi castane. L'oscurità della notte la investì. Si tirò su a sedere, e in pochi attimi realizzò che intorno a sé non vi erano gli apparecchi del laboratorio, tantomeno i mobili del suo piccolo appartamento in periferia. Era stato tutto un sogno, era fuori città, le sue ciocche erano ancora bionde e lei era ancora colei che aveva tradito il team per allearsi al fianco di Savitar. Quello di poco prima era stato un sogno, le era sembrato così vivido da farle paura, aveva desiderato con tutta sé stessa che fosse reale, che al suo fianco ci fosse Barry, ma al suo posto non vi era altro che una poltrona vuota e anonima. Si stese ancora una volta su quel lenzuolo che profumava di lavanda, il suo fiore preferito, e chiuse le palpebre. Le riaffiorarono dolci sensazioni che non aveva mai provato, come una stretta calda intorno alle dita della mano. Sorrise involontariamente ripensando a quel contatto che effettivamente non era mai avvenuto, ma in qualche modo aveva provato. Ma fu quando avvertì sulla fronte la sensazione di un bacio rubato che si sentì al sicuro all'interno di quelle quattro mura, non si sentì la donna di ghiaccio priva d'amore e d'affetto, ma la Caitlin Snow che da lungo tempo aveva ormai perso e cullata da quella dolce sensazione si lasciò andare ad un profondo, ma dolce sonno.
   
 
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