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Autore: _ChocolateKookie_    02/07/2017    3 recensioni
Elis nella sua infanzia aveva un unico migliore amico di nome Jimin, che lei chiamava Chim. Erano vicini di casa e le loro camere erano comunicanti. Il bambino frequentava il quinto elementare, mentre lei la quarta elementare, frequentavano la stessa scuola e percorrevano la strada di andata e di ritorno assieme, mano nella mano, come due perfetti fidanzatini. Fin dai tempi dell'asilo capitava che dei compagni di classe di Elis la prendessero in giro ridendo di lei, su quanto fosse strana a non aver nessun amico a parte Jimin.
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Si ritrovò davanti al semaforo e presa a camminare arrivò in spiaggia. C'era un bambino, un po' più alto di lei, i capelli corvini erano coperti in parte dal cappuccio della felpa, la sciarpa attorno al collo e due occhi non molto grandi come due pozzi neri. Era esile e con la pelle chiara. Teneva in mano una scatola di latte, da cui di tanto in tanto beveva qualche sorso.
"Yah guarda dove metti i piedi" disse il bambino, puntando il dito a terra. "Hai rovinato il mio spartito".
Elis guardò a terra leggendo lo spartito. "È davvero una bella canzone!" esclamò la bambina facendo arrossire l'altro.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We don't talk anymore


Elis nella sua infanzia aveva un unico migliore amico di nome Jimin, che lei chiamava Chim. Erano vicini di casa e le loro camere erano comunicanti. Il bambino frequentava il quinto elementare, mentre lei la quarta elementare, frequentavano la stessa scuola e percorrevano la strada di andata e di ritorno assieme, mano nella mano, come due perfetti fidanzatini. Fin dai tempi dell'asilo capitava che dei compagni di classe di Elis la prendessero in giro ridendo di lei, su quanto fosse strana a non aver nessun amico a parte Jimin.

Il bambino consapevole di tutto ciò difendeva Elis, gonfiava le guance paffutelle e rispondeva a tono a costo di proteggere la sua amica.
Lei era così indifesa e debole che non aveva il coraggio di rispondere a quelle prepotenze, le parole gli morivano in gola, Jimin lo sapeva e percepiva perfettamente come si sentiva la sua amica. Jimin si era preso una cotta per Elis, ma non aveva il coraggio di dichiararsi, così preferiva rimanere al suo fianco per proteggerla.

Purtroppo però, un giorno Jimin fu costretto a lasciare la sua casa visto che, i genitori avevano perso il lavoro, furono costretti a trasferirsi in un' altra città dall'oggi al domani senza far sapere nulla a Elis. Jimin, aveva preferito non dire niente, era troppa la sofferenza. Aveva lasciato una lettera nella cassetta della posta spiengandole ogni cosa, e oltre a questo Jimin le aveva fatto una promessa, un giorno l'avrebbe sicuramente ritrovata.

Con la partenza di Jimin, Elis era ritornata la solita bambina indifesa e senza un amico, le prepotenze dei suoi compagni erano ricominciate, ridevano persino di Jimin visto che non poteva più difenderla. Era tornata ad essere sola, proprio come una volta.
Il tragitto di casa che attendeva di solito per passare del tempo con il suo migliore amico, ora non lo aspettava più.

Si ritrovò davanti al semaforo e presa a camminare arrivò in spiaggia. C'era un bambino, un po' più alto di lei, i capelli corvini erano coperti in parte dal cappuccio della felpa, la sciarpa attorno al collo e due occhi non molto grandi come due pozzi neri. Era esile e con la pelle chiara. Teneva in mano una scatola di latte, da cui di tanto in tanto beveva qualche sorso.

"Yah guarda dove metti i piedi" disse il bambino, puntando il dito a terra. "Hai rovinato il mio spartito".
Elis guardò a terra leggendo lo spartito. "È davvero una bella canzone!" esclamò la bambina facendo arrossire l'altro.

"C-come ti chiami?" proseguì lui grattandosi la nuca.
"Elis" 
"Io sono JungKook, vengo qui tutti i giorni. Ho intenzione di continuare questa canzone, se vuoi venire..." disse il bambino prima di scappare via su per le scale.
Elis il giorno seguente fece ritorno alla spiaggia, trovò JungKook abbassato sulle ginocchia con un pezzo di legno in mano, intento a scrivere sulla sabbia.
"JungKook" lo chiamò a gran voce lei. Il bambino si voltò indicando lo spartito a terra.
"È il seguito di quella canzone".

"Mi fa pensare a Chim e alla canzone che cantavamo insieme" disse triste Elis.
"Chi è Chim?" domandò JungKook.
"Viveva vicino casa mia, ha traslocato. JungKook, perchè componi?"
"Perché da grande voglio diventare un compositore. Avevo composto questa canzone per me, per cantarla, ma ora non canto più". Elis non fece in tempo a chiedergli il motivo che JungKook se ne era già andato.

La bambina era convinta di aver trovato un altro amico, e proprio nell'istante in cui se ne era convinta questo non si fece più vedere. Le aveva lasciato sulla sabbia solo una nuova melodia incompleta.  







***






Alcuni anni dopo Elis aveva iniziato le superiori, il primo giorno di scuola si teneva un concerto tenuto da alcuni studenti dell'istituto. La sala era colma di studenti, la ragazza tra una gomitata e l'altra riuscì ad infilarsi in seconda fila. Il concerto iniziò, Elis posò lo sguardo sul gruppo di ragazzi, le iridi della ragazza si spostavano a destra e sinistra e uno di quelli, il ragazzo alla batteria sembrò familiare agli occhi di lei. I capelli corvini e gli occhi neri le ricordavano JungKook.
Il ragazzo dal palco sembrò scorgere la figura di una ragazza. I suoi lineamenti facevano pensare a...
"Elis"
"JungKook".
Pronunciarono i rispettivi nomi nello stesso momento, si erano riconosciuti.

Il ragazzo fuggì nei corridoi della scuola e Elis lo seguì, c'era quasi, stava per afferrarlo. Riuscì a raggiungerlo bloccandolo e abbracciandolo, caddero entrambi a terra e la ragazza con le lacrime agli occhi continuava a sussurrare il nome del ragazzo "Ti ho trovato finalmente" continuò a ripetere, singhiozzando di tanto in tanto.
JungKook la afferrò per le spalle allontanandola, avrebbe voluto abbracciarla anche lui dopo tanto tempo, ma non lo fece.
"Vuoi spostarti?! Ho interrotto un concerto"
"No! Per quale motivo da quel giorno non sei venuto più? Ti ho aspettato e ho continuato ad attenderti, ma tu non sei tornato".
"Elis...non sono affari tuoi, n-non parlarmi più". Il ragazzo si alzò pulendosi rapidamente i pantaloni e sparì per il lungo corridoio.







***






Chissà quando potrò rivederti? pensò Elis seduta al banco. Realizzò che JungKook faceva il secondo anno di scuola. L'importante però, era averlo rivisto.
Il banco di fianco a lei era vuoto e presa dai pensieri non si accorse minimamente della persona che aveva preso posto. Solo quando si voltò sulla destra si accorse che era JungKook, si girarono contemporaneamente e i loro sguardi si incrociarono.
"Eh!" urlarono entrambi alzandosi dai loro banchi.
"Insomma, sedetevi" ordinò l'insegnante facendo voltare il resto degli alunni verso loro due.
I due tornarono a sedersi composti "Ma, allora sei ripetente?" domandò Elis a bassa voce.
"Ti ho detto di non parlarmi o sbaglio?!" sussurrò l'altro.
"Non sbagli" sospirò rassegnata Elis.






***






Le lezioni erano appena finite, tutti tornavano a casa, ma JungKook come era solito fare nello scorso anno si tratteneva più del previsto a scuola. L'istituto aveva a disposizione molte aule libere e lui preferiva rimanere a comporre lì piuttosto che a casa, anche se da un bel po' di tempo non ci riusciva più.
Come d'istinto andò a sedersi sullo sgabello del pianoforte, le dite si mossero da sole. La melodia era quella di sei anni fa, quella che lui aveva lasciato incompleta sulla spiaggia.
Elis, come ipnotizzata seguì quel suono, percorse rapidamente il corridoio e solo quando sentì la melodia farsi più vicina rallentò il passo. Si fermò sulla porta ad ascoltare quell'armonia, ora quella canzone incompleta era stata completata. Il ragazzo parve accorgersi della ragazza, e quando la guardò questa fuggì.
JungKook afferrò lo spartito dinanzi a sé e iniziò a scrivere le note di quella che doveva essere una canzone, persino in quel momento le mani si muovevano da sole. La cosa certa era che da quando aveva rivisto Elis gli era tornata la voglia di comporre. Era stato ispirato. 
  
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