Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Federica20000824    02/07/2017    2 recensioni
"Sei prevedibile." Dice con un sorriso, mentre si siede al mio fianco.
"Amare la Bellezza non è essere prevedibili, altrimenti lo saresti anche tu." I suoi occhi limpidi si rivolgono alla luna, poi al paesaggio sotto di essa.
Genere: Poesia, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tenta di leggere ciò che Leonardo scrive da mesi oramai, da quando sono riuscita a scoprire i suoi disegni. Ma Leonardo fra poco andrà a Milano, e li porterà con sé.
Il Magnifico ce lo aveva presentato come un semplice inventore, ma con più l'osservavo, e con più mi convincevo che non era possibile. 
È eclettico.
È un genio.
Gli ha commissionato in marzo un'opera... da come ne parlavano nel suo studio, dovrebbe essere sbalorditiva. A dire il vero, tutto ciò che crea è sbalorditivo.
Convince a credere nella grandezza umana. Le sue parole sono poche, ma così incredibilmente giuste, da farmi sentire in imbarazzo solo a rivolgergli una frase. I disegni che ho trovato erano così perfetti, così splendidi e incredibili, da costringermi a guardarli più del dovuto.
Stavo per essere scoperta, quando mi ha trascinata via, e ci siamo nascosti dietro la tenda pesante. Siamo rimasti vicini, poi, una volta uscito Leonardo, abbiamo ricominciato a guardarli. E mi sono resa conto di quanto io sia insignificante davanti all'umanità. 

Quanta vita è sfuggita nella vana ricerca di ciò che non ci serve.
Quanto tempo sprecato
a struggersi errando. Quanto amore sofferto avrebbe potuto non esserlo.


 

Studia meno regolarmente, sempre più si diletta a comporre sonetti e canzoni, ma non sembra dispiacere al Signore.
Tutt'altro: anche lui ama quest'ozio quando trascorre brevi periodi nelle tenute di campagna.
Chiudo il Decameron e lo poso cercando di non disturbarlo, per poi affacciarmi alla finestra. 
La città scorre instancabilmente, inesorabilmente, insensibilmente sotto i miei occhi e sotto i miei piedi. Osservo la sua vita scivolare davanti a me, senza essere mai davvero in grado di osare mettermi in mezzo. "Aveva una veste di pizzo bianco, ed era seduta al mio fianco, mentre ero sdraiato, e l'ho vista più in alto e..." Sono le prime parole che mi rivolge oggi, e mi si allargano nel cuore, perché il suo è pieno di gioia. 
"...e..?" Lo incalzo, mentre vedo nascere un sorriso che tenta di nascondere invano.
"...e mi ha guardato negli occhi. Le ho messo il cuore in mano, lei lo ha preso, lo ha distrutto, e lo ha ricostruito. Lo ha ferito e lo ha guarito, sempre tenendo il suo sguardo dentro di me.
Mi ha ucciso e mi ha riportato a vivere.
E solo in quel momento ho realizzato che non avevo ancora vissuto davvero." Lo continuo ad osservare, mentre le sue parole, che fluiscono dal cuore, si riversano nel piccolo spazio che ci separa.
"Ho realizzato che è la creatura più meravigliosa del mondo, e mi rende l'uomo più completo, guardandomi come solo lei riesce." Quando esce dallo studio, inizio a scrivere. 

Nessuna la supera in grazia, Chi potrà mai in amore?


 

Il suo sguardo si illumina ogni volta che incrocia la vista della giovane. Scorre discreto sulle sue spalle, sul seno, sulla pancia, e sulle mani. Non ha paura, non hanno paura.
La percezione è innata. 
L'amore si costruisce.
Le ciliegie le ornano i capelli e il petto
Il suo incedere è lento ed elegante.
Lei è elegante, è amore.
Non ha nulla della salvezza del dolce stile, perché lei non ha bisogno di salvarlo.
È stato salvo nel momento stesso in cui i suoi occhi hanno visto la luce.
Lui le corre incontro, gli ho detto di averla vista dalla finestra. La strada diventa il teatro della dolcezza del loro rapporto. Non si vedono da giorni, perché il Magnifico ci ha portati con lui a Siena.
Nonostante non ami portarmi con lui, dal momento che non mi difendo da sola, dice che non può fare a meno di una donna nel suo seguito. E visto che la Signora non è adatta, spende centinaia di fiorini per la nostra istruzione, e da che questi viaggi diplomatici potranno solo migliorare le nostre vedute letterarie, ci porta con sé.
La abbraccia stretta, mentre le sue dame si appoggiano al parapetto del ponte sull'Arno su cui la finestra del palazzo di affaccia.
Resto incantata, spettatrice dei loro sguardi incatenati, ad ammirarli dall'alto, a chiedermi come una meraviglia tale possa essere accaduta. Restano ad un respiro, uno dall'altra, finché le labbra che si cercavano, finalmente si trovano in un bacio disperato.
Distolgo lo sguardo, riportandolo velocemente sul mio lavoro incompiuto: la Commedia, aperta sul Canto V dell'Inferno, mi ricorda che l'amore è tanto inevitabile quanto immortale.


 

Apro la finestra sul buio della notte.
La mia parte del giorno preferita.
Dall'altra parte della strada, l'Arno mi chiama. La sua voce, seppur più chiara, è più sottile del solito. Sussurra il mio nome, insieme a quello dell'umanità.
Centinaia di nomi di uomini e donne mi accarezzano in breve il viso, e le orecchie.
Scendo silenziosa. La guardia, sulla porta, mi lascia passare senza domandare.
Ha imparato a non ricevere risposta.
L'estate mi accoglie. La notte mi abbraccia. Cammino un poco, poi, arrivata all'albero, mi ci siedo sotto. Ascolto ora la padrona di casa. La sua voce è composta di migliaia di altre voci, un coro che ogni anno, per settimane si improvvisa.
Le lucciole, lungo le rive dell'Arno, illuminano quelle che da bambina credevo le locande degli animali.
I fiori, chiusi e dormienti, come la città.
"Sei prevedibile." Dice con un sorriso, mentre si siede al mio fianco.
"Amare la Bellezza non è essere prevedibili, altrimenti lo saresti anche tu." I suoi occhi limpidi si rivolgono alla luna, poi al paesaggio sotto di essa.
"Trovi la Bellezza nella notte." Afferma poi, più per convincere se stesso che per comunicarmelo.
"Quando vedo questo genere di notti non posso che unirmi a te in quest'idea." Quando sto per aprire la bocca per rispondergli, si alza e torna indietro, lasciandomi sola nella notte che avanza.
È stato breve ma intenso, come tutte le nostre conversazioni.
Vorrei passare più tempo insieme a lui a parlare, perché scorre troppo velocemente e mi sfugge dalle mani. Nonostante tutti questi anni, non riesco a non essere ogni volta più affascinata dalla sua mente, dai suoi pensieri e dalla sua capacità di provare certe emozioni. 
Resto incantata nel vederlo innamorarsi.


 

Sorrido alla risposta di Cavalcanti, prima di leggere che gli altri cavalieri non hanno compreso la sua battuta.
"Io la voglio sposare."
Alzo gli occhi dal Decameron, improvvisamente seria. I nostri occhi si trovano, e vi leggo la sua sincerità e la sua decisione. Accenno un solenne assenso prima di sentire la porta schiudersi e i suoi passi allontanarsi. 
Chiudo il libro, e vado alla finestra come faccio di solito al pomeriggio.
Lo vedo correre lungo il ponte, in direzione del Palazzo della Signoria, dietro al quale vive la sua famiglia, in un sontuoso palazzo.
Ho già composto due canzoni per le feste del Magnifico, oltre a piccole novelle per Madonna Lucrezia, che ho visitato spesso ultimamente.
Nonostante la sua malattia scrive ancora vivacemente, le sue parole sembrano scaldare gli ambienti freddi e rinfrescare quelli soffocanti.

Ritorna al tramonto, mentre il cielo si tinge di rosa e arancio, sfumati nell'azzurro limpido della giornata appena trascorsa.
Si ferma sulla porta, con un sorriso velato di celata tristezza.
"Stai bene?" Chiedo da dietro il De Monarchia, abbassando subito gli occhi sui miei appunti.
"Non saprei..." Mormora sedendosi di fronte a me, di fianco alla finestra aperta.
"Cosa ti turba?" Nel momento stesso in cui gli pongo la domanda, realizzo con tenerezza che i nostri ruoli sono invertiti: di solito è lui ad informarsi sui miei turbamenti.
"Sono convinto che la sua famiglia ambisca a qualcuno di più ricco per il suo matrimonio, e ha molti pretendenti." Chiudo il libro e lo guardo negli occhi.
"Sii felice." Sbuffa infastidito.
"Ma io sono f..." Lo interrompo, alzando la voce.
"Non è vero, non lo sei del tutto, che equivale a non esserlo. Sii felice" Abbassa lo sguardo prima di riportarlo su di me.
"Sto preparando la mia felicità per il nostro futuro... per quando potremo stare insieme davvero."
Sorrido con amarezza.
Perché è sempre meglio il futuro del presente?
Mi guarda con un sorriso di incoraggiamento, più per lui che per me, poi mi si avvicina.
"Non ti ama forse ora?"
Mi cinge la vita con le braccia e mi stringe. Sento la gioia traboccare dal suo cuore per poi entrare nel mio. Mi fa quasi male, ma non posso fermarlo, parlare o tantomeno ritrarmi. Devo solo assorbire la felicità incontenibile che lo colma.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Federica20000824