Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
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Autore: Conodioeamore    02/07/2017    0 recensioni
Neide è una ragazza di sedici anni che, a causa della partenza improvvisa del padre per Londra, si è dovuta trasferire temporaneamente nella residenza dei Mogedius, suoi lontani cugini.
In questa immensa e sontuosa villa fa la conoscenza dei cinque affascinanti fratelli, dallo sguardo magnetico.
Il riservato e impenetrabile Shaun, il severo Rhys, il perverso e sfacciato Redgrave, il pragmatico Steven e il bellissimo e possessivo Asher.
I cinque giovani rimangono subito stupiti e affascinati dalla personalità e dal carattere di Neide. La ragazza presto troverà un vecchio diario scritto dalla madre e verrà a conoscenza di un segreto che le stravolgerà completamente la vita...
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Dopo giorni che non lo vedevo, finalmente era uscito allo scoperto. Nella mano destra stringevo la Walter semiautomatica, che per qualche strana ragione non riuscivo a puntargli contro. Anche se mi era impossibile muovermi, almeno potevo ancora controllare le mie espressioni, e non erano delle migliori in quel momento. Corsius continuava a guardarmi con quel sorrisetto idiota stampato sul viso, e la voglia di prenderlo a calci sulle gengive aumentava sempre più. – Cos'hai, ma poupée? Sembra quasi che tu non riesca a muoverti – disse con enfasi, avvicinandosi verso di me. Se avessi potuto, gli avrei piantato una pallottola al centro del cuore. Lo odiavo così tanto, mi aveva impresso il primo marchio, impedendomi così di nuocergli in alcun modo. Ero in transizione per diventare la sua serva umana, nonché la sua Cacciatrice. Se avesse portato a termine la sua opera, sarei divenuta a tutti gli effetti un vampiro. Non sarei più invecchiata, le mie emozioni dipendevano dalle sue e viceversa, sarei stata molto più forte di quanto non lo sia già. Insomma, un sogno che diventerebbe realtà, se non per il fatto che ero legata a lui come un cagnolino e le miei emozioni sarebbero state controllate. Non lo avrei più odiato, anzi sarei stata soggiogata dalla sua bellezza. No, non potevo permettergli di conferirmi gli altri tre marchi.– Vedo che provi gusto a complicarmi la vita – ribadii sarcastica. Corsius scoppiò in una risata copiosa. Be' ero felice che le mie lamentele lo divertivano (e che era di buon umore), questo significava che con un po' di fortuna non avrebbe staccato la testa a nessuno. – Ma poupée , provo gusto nel vederti così disponibile come tutte le altre donne in questa stanza. – – Stai usando i tuoi poteri su di me, credi veramente che vorrei essere così vulnerabile in questo momento? Preferirei trafiggerti con un paletto, credimi – mi affrettai a confessargli. Non volevo che si facesse un'idea sbagliata di me. Il vampiro si avvicinò verso di me, sollevandomi il mento con un dito e avvicinando la sua bocca alla mia. Avevo paura di quello che aveva intenzione di fare, non mi fidavo era un pazzo maniaco, dopotutto. Deglutii, cercando di rallentare i battiti del cuore che erano accelerati senza motivo. Avevo paura? Sì. Mi fidavo? No. Il resto dei presenti era rimasto immobile da quando era entrato Corsius, tutto per "rispetto" nei confronti di uno dei vampiri più antichi del mondo. Sembravo vederlo solo io per ciò che era in realtà: un bamboccio presuntuoso che si credeva il dio Apollo sceso in Terra. Mi dava i nervi, anche se emanava una forte attrazione sessuale, d'altronde era quello uno dei suoi punti di forza. Quando entrò nella stanza, la tensione sessuale crebbe in un modo indescrivibile, e quel vampiro esprimeva sesso da tutti i pori. Aveva avuto effetto anche sui maschi, era incredibile i feromoni che emanava. – Vediamo come reagirai quando ti imporrò il secondo marchio, ma petite – annunciò, sicuro di se. E come poteva non esserlo, infondo era uno dei vampiri più potenti sulla faccia della Terra. Se non era sicuro lui, non saprei proprio immaginare chi altri potrebbe esserlo. Corsius si avvicinò alle mie labbra, fuoriuscendo i canini affilati come lame di un rasoio. Erano di un bianco scintillante. Quando le sue labbra si posarono sulle mie non riuscii più a resistere nemmeno con la mente, che tanto si impegnava a lottare contro il predatore che si ritrovava davanti. – Ora accettami come tuo unico padrone. Diventa la mia Cacciatrice – disse, staccandosi dalle mie labbra. Mi strinse il collo con una mano, premendo abbastanza forte da farmi mancare il respiro. – Giurami eterna fedeltà, ho detto. – Questa volta non lo disse gentilmente, al contrario urlò talmente tanto da far vibrare le pareti. – Preferisco morire, piuttosto – gli risposi a denti stretti. La presa si fece sempre più forte, sentivo che nei polmoni non filtrava abbastanza aria da poter rimanere sveglia. – Corsius, fermo! – esordì una voce alle sue spalle. Il vampiro, incuriosito, si voltò tenendomi ancora salda nella sua presa - che si era fatta di poco più debole, da permettermi di respirare. – Tu devi essere Bryan, se non sbaglio. – Corsius non parve preoccuparsi che Bryan aveva tra le mani un fucile carico con proiettili d'argento, perché sapeva benissimo che non gli facevano nulla all'infuori del solletico. – Lasciala. Andare – gl'intimò a denti stretti. Corsius scoppiò a ridere di gusto, con il sottofondo dei suoi seguaci che gli facevano da coro. – Altrimenti? – Se c'era una cosa che avevo imparato in tutti questi anni su Bryan, era che a lui non importava niente di chi si facesse male. L'unico scopo era portare a termine la missione. – Vuoi davvero premere il grilletto, con la consapevolezza di poter colpire Devee? Io non credo. – Guardai Bryan negli occhi, incitandolo a premere quel maledettissimo grilletto e di farla finita una volta per tutte. Era molto abile con il tiro al bersaglio, e di rado sbagliava il colpo. – Lo immaginavo, non ne saresti mai capace. ­– Non appena finì la frase, il rumore del fucile riecheggiò in tutta la stanza e nel corridoio. Il sangue di Corsius colava dal braccio nel quale teneva il mio collo. Fu costretto a lasciarmi andare e farmi cadere a terra, così non indugiai oltre e trascinai Mitch via dal gruppo di vampiri, sparando al biondino che aveva osato intromettersi nella conversazione di poco prima. Uscii dalla stanza di corsa, portandomi dietro mio cugino come se fosse un aquilone per quanto era leggero. Non erano passate nemmeno ventiquattro ore da quand'ero arrivata ed ero già riuscita a far incazzare uno devi vampiri più antichi al mondo, bene.
   
 
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