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Autore: PaperHero    03/07/2017    1 recensioni
Un ragazzo di undici anni si trovava raggomitolato in un angolo della stanza mentre osservava la figura paterna fare a pezzi la videocamera regalatogli l’anno precedente dal suo migliore amico e a cui teneva molto. Con essa, aveva girato molti video e ,adesso, vedere quella scena gli faceva male. Aveva gli occhi lucidi e un labbro spaccato, procuratosi quando aveva tentato di riprendersi l’oggetto e il padre gli aveva tirato uno schiaffo in pieno volto. E adesso se ne stava in quell’angolo, costretto ad ascoltare le dure parole che l’uomo gli rivolgeva, rosso in volto ps. E' la prima volta che scrivo una storia del genere e spero che vi piaccia. Mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni, Buona lettura, PaperHero
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Memory Un ragazzo di undici anni si trovava raggomitolato in un angolo della stanza mentre osservava la figura paterna fare a pezzi la videocamera regalatogli l’anno precedente dal suo migliore amico e a cui teneva molto. Con essa, aveva girato molti video e ,adesso, vedere quella scena gli faceva male. Aveva gli occhi lucidi e un labbro spaccato, procuratosi quando aveva tentato di riprendersi l’oggetto e il padre gli aveva tirato uno schiaffo in pieno volto. E adesso se ne stava in quell’angolo, costretto ad ascoltare le dure parole che l’uomo gli rivolgeva, rosso in volto
- Sei il disonore di questa famiglia. Non perderai più tempo dietro a queste sciochezze. Studierai per diventare avvocato e lascerai che sia Honey ad occuparsi di queste cose. Sono stato chiaro?-
A sentire quelle parole, Chris McLean avvertì il suo cuore sgretolarsi in mille pezzi e a quel punto fu difficile trattanere le lacrime. Era lui quello che voleva diventare un conduttore, non Honey. Non la sua sorellina di dieci anni.
Le lacrime presero a rigargli il viso e lui rimase in silenzio
- Allora, non rispondi? E smettila di piangere come una femminuccia Sii uomo – l’incalzò il padre – Honey sì che è una McLean. Tu sei solo un errore -
Sei solo un errore. Un errore. Un errore. Queste parole rimbombavano nella mente dell’undicenne e avevano la forza di un proiettile, facendogli male, molto male. Aveva sentito il suo cuore rompersi definitivamente e provò una fitta di gelosia e rabbia nei confronti della sorellina.
Non riuscì a rispondere alle parole paterne perchè, per via delle lacrime, non riusciva a respirare… 


– Chris! Chris, svegliati – si sentì scuotere
Il conduttore balzò a sedere, tremante e con il respiro corto. Come nel sogno, non riusciva a respirare e aveva le guance rigate da delle scie salate, segno che aveva iniziato a piangere mentre dormiva.      
Vedendolo in preda a quello che sembrava un attacco di panico e scosso, Chef si preoccupò. Non l’aveva mai visto in quello stato in tutti quegli anni di amicizia.
Si portò al suo fianco e lo fece appoggiare al suo petto. Mentre gli accarezzava la schiena con movimenti circolari e regolari, sussurrò in tono dolce ma deciso:- Shh, calmati. Era solo un incubo, Chris. Respira con me…bravo, cosi-
Piano piano, il respiro del presentatore si regolarizzò e lui si raggomitolò contro Chef, venendo rassicurato dal battito regolare del suo cuore e dalle sue carezze.
 – Grazie -                                                                                                                                                      
- Figurati. Stai bene?- chiese il cuoco, sentendo l’amico muoversi per liberarsi dalla sua stretta
- Si, si. Ho bisogno di una doccia. Puzzo – rispose il conduttore, mettendosi seduto sul bordo del letto.
Chef lo seguì con lo sguardo fino a quando non lo vide sparire oltre la porta del bagno. A quel punto, si alzò e,notando che la parte di Chris era bagnata, decise di cambiare le lenzuola. Aveva appena finito quando McLean uscì dal bagno con un asciugamano stretto in vita e con un aspetto migliore.
– Quello che è successo deve rimanere tra di noi, ok?-                                                                                
- Sarò muto come un pesce-                                                                                                                                 
- Bene -                                                                                                                                                                 
Il conduttore recuperò un paio di boxer neri dal comodino e l’indossò. Si infilò sotto le coperte ,seguito a ruota dal cuoco, e tra i due calò il silenzio.                                                                                                                                                           
– Chris…-                                                                                                                                                      
- Mmm…-                                                                                                                                                                            
- Vuoi raccontarmi che cosa hai sognato? Non ti ho mai visto in quello stato -                                                                         
Il presentatore si irrigidì e scosse la testa, dando poi le spalle a Chef. Non ne voleva parlare. Anche se era pù calmo rispetto a prima, la brutta sensazione che gli aveva lasciato adosso quell’incubo non era ancora sparita.                                                                                                         
- D’accordo – sospirò Chef, capendo che non avrebbe cavatto un ragno dal buco.                                                           
Spinto dall’istinto, circondò con un braccio il corpo dell’altro e lo strinse a sé, facendogli appoggiare la schiena al suo petto. Dopo un primo momento di indurimento. Chris si abbondonò al calore e alla sicurezza di quell’abbraccio e chiuse gli occhi.

- Non era un incubo- pronunciò McLean, socchiudendo gli occhi – Era un ricordo -                                           
- Che cosa intendi dire?- domandò il suo braccio destro.                                                                             
A quanto pare, entrambi non riuscivano a prendere sonno, chi per un motivo chi per un altro.
- Quando avevo undici anni, mio padre distrusse la mia videocamera davanti ai miei occhi e mi costrinse ad abbandonare il mio sogno - iniziò lui, atono – Per lui, dovevo lasciare perdere quelle sciocchezze e studiare legge. Voleva che diventassi avvocato mentre mia sorella un attrice. Non sai quanto ho odiato Honey per questo -                                                                   
Hatchet rimase senza fiato a sentire quelle parole ma stette in silenzio, preferendo non interrompere l’amico in quel suo raro momento di confidenza.
– Honey era la preferita, la cocca di papà – la voce del presentatore diventò carica di rabbia – Mio padre diceva che lei era una vera McLean mentre io ero solo un errore-                  
Il cuoco spalancò la bocca e con le mani che gli prudevano dalla voglia di picchiare qualcuno. Avvertendo il corpo dell’altro tremare, l’uomo ritornò a concentrarsi su di lui e lo strinse ancora più forte, Adesso, capiva perchè Chris McLean era cosi. Non aveva avuto la migliore delle infanzie e il fatto che il padre lo odiasse aveva peggiorato le cose.                                                                                                        
Il presentarore si girò, nascondendo il volto sul petto del suo co-conduttore e rannicchiandosi. Chef si limitò ad accarezzargli la schiena e ,lasciandogli un bacio sulla testa, sussurrò:- Sai che tuo padre si sbaglia, vero? Tu non sei un errore-                                                           
- Lo so. Basta guardare dove sono arrivato con il mio essere bellissimo, affascinante e carismatico-
L’ omone sorrise: il peggio era passato.                                                                                                                                                                         
– Già – confermò, facendolo allontanare per poi sollevargli il viso con due dita.                                                                    
Gli occhi neri del cuoco si incatenarono a quelli neri e lucidi dell’altro e in quel momento tutto sparì: esistevano solo loro due. I loro volti si avvicinarono sempre di più finchè le loro labbra non si incontrarono in un bacio che sapeva di lacrime ma anche di gioia.      
    
   
 
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