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Autore: EragonForever    03/07/2017    3 recensioni
L'universo è in pericolo di estinzione, un'antica minaccia sta tornando per rimpossessarsi della conoscenza del Pilastro dell'Equilibrio per piegare l'intera umanità al suo volere. Ma prima dovrà fare i conti con una nuova generazione di Guardiani, sei ragazzi provenienti da dimensioni diverse rinati a nuova vita e divenuti immortali, forti del potere delle Arti Mistiche, dovranno dare fondo a tutta la loro energia per fermarlo. Perchè se la guerra incombe, la nostra umanità non avrà un futuro.
***
Salve gente, questa è la nuova versione appena ristrutturata, spero con il cuore che vi piaccia
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7: Thanatos

Si inoltrarono quindi nella foresta di Iryndiel facendosi guidare da Arya, dato che in quell'ambiente c'era praticamente cresciuta. Il suo sguardo era teso mentre sentiva i gemiti strazianti del Belmut farsi sempre più vicini. Così velocizzarono il passo fino a che non raggiunsero il cratere dove era caduto il Belmut e rimasero sconcertati nel vedere quello che avevano davanti. La povera creatura giaceva a qualche passo da loro su di un fianco, esanime, mentre la ferita al ventre sanguinava copiosamente, creando una pozza di sangue vermiglio. Si avvicinarono con cautela per non spaventarlo, poi Arya si inginocchiò al suo fianco, posando delicatamente le mani sul suo petto. Il Belmut sussultò a quel contatto, ma era troppo debole per ribellarsi e aggredirla, sebbene gli occhi rossi e carichi d'ira facessero intendere quanto invece lo desiderasse. La Guardiana poteva sentire il flebile battito del suo cuore e il suo respiro irregolare, come se la vita lo stesse abbandonando poco a poco, così iniziò a fargli delle dolci carezze per cercare di tranquillizzarlo con parole cariche di affetto nel tentativo di farlo sentire al suo agio.

"Ehi ehi tranquillo, non vogliamo farti del male, siamo qui per aiutarti ... io sono Arya, non mi riconosci?", chiese con voce tremante.

A quelle parole il Belmut sembrò avere qualche reazione, ma era troppo debole, il suo battito stava rallentando e il suo sguardo era vuoto. Arya poteva percepire la sua sofferenza e il suo dolore come se fossero parte di lei, percepì fin nel profondo della sua anima, sentiva che si stava lentamente spegnendo. Così gli cinse le braccia attorno al collo cercando di riportare a galla quell'antico legame di amicizia che gli univa, di riportarlo indietro. Poiché se fosse morto, Iryndiel sarebbe stata perduta, in quanto l'esistenza stessa della dimensione, sebbene solo i Guardiani lo sapessero, era legata alla vita dell'Uccello Sacro. Era in lacrime, lacrime che mostravano tutto il suo profondo dolore.

"Ti prego ... non morire, senza di te saremo condannati ... ti supplico non andartene ... te lo chiedo con il cuore in mano ... abbiamo bisogno di te.", mormorò con voce tremante.

Nel vederla in quello stato ai suoi compagni si strinse il cuore poiché capivano come si stava sentendo in quel momento, percepivano che per lei il Belmut era qualcosa di molto più importante, era stato un amico per lei, il primo che avesse mai avuto e perderlo avrebbe significato un dolore troppo grande. Doveva essere salvato a qualunque costo. Arya era distrutta e non sapeva più che fare, era al culmine della disperazione ma all'improvviso videro un'aura di un tenue verde acqua avvolgerli entrambi e le ferite del Belmut si sanarono poco a poco, mentre i suoi occhi da rossi ritornarono neri. I suoi compagni sorrisero poiché compresero chiaramente come dovesse aver utilizzato il Legame dell'Anima per salvargli la vita. Quando l'aura si dissolse l'uccello si mise comodamente accovacciato suscitando lo stupore della Guadiana, che fu felicissima di vederlo sano e salvo, quindi gli saltò al collo, entusiasta.

"Zefiro ... meno male, ero così preoccupata ...", mormorò , la voce tremante di emozione.

"Si giovane prescelta, il tuo Legame mi ha salvato e ora io sarò per sempre al tuo fianco come famiglio.", rispose la creatura con la sua voce calda e profonda.

Gli altri Guardiani li guardarono con fare perplesso.

"Vi conoscete?", chiese Tenma, incerto.

Fu il Belmut a rispondere.

"Si, io e la vostra amica ci conosciamo da molto tempo. Lei sin da quando era in fasce venne scelta dalla Natura stessa come sua custode, dal suo stesso spirito, per proteggerla. Io e lei avevamo lo stesso compito.", esordì.

"Davvero?", chiese Shea, stupita.

Arya annuì con un sospiro e abbassò lo sguardo.

"Si ... ma questo comportava un terribile prezzo, non potevo vivere una vita felice con una famiglia ne avere amici, o una vita normale. I miei genitori morirono in un incendio e io allora venni cresciuta dalle Sacerdotesse del Vento, poichè in me videro un grande destino. Col tempo però, iniziai a non sopportare più quella vita, così scappai nonostante il mio fosse un grande compito ... e ora eccomi qui.", raccontò, una nota di incertezza nella voce.

"Oh ... ci dispiace molto, ma ... se ce ne avessi parlato ...", mormorò Shea, dispiaciuta.

Shin annuì.

"Shea ha ragione, siamo qui per aiutarci a vicenda. E se avessi desiderato confidarti o ... insomma, qualsiasi cosa ... ecco ...", arrossì appena, nervoso nel dover esprimere quei pensieri così estranei al proprio carattere.

"Quel che vuole dire quest'antenna parabolica ...", disse Tenma, cingendole il collo in un abbraccio, a cui lei sorrise, rilassata, "... è che noi siamo qui per aiutarti. Nessuno ti avrebbe biasimata se ci avessi parlato del tuo passato."

"Grazie ragazzi ... siete fantastici. Comunque non fa niente, ormai è acqua passata e poi ora che sono Guardiana riuscirò a mantenere la mia promessa, ovvero aiutare Iryndiel anche in un modo diverso.", spiegò.

"Ben detto ragazza dei venti.", rispose Zefiro, soddisfatto.

Poco dopo però sentirono un insolito potere impregnare l'aria che divenne ben presto fredda e gelida, creando un fitto manto di nebbia perlacea e diafana. I Guardiani allora si guardarono attorno, vigili, facendo da scudo a Zefiro per proteggerlo. In quel momento fece la sua comparsa una figura vestita di bianco che con loro sommo stupore teneva tra le mani una pietra verde smeraldo, il Cristallo dell'Anima. Non appena li vide mise su uno sguardo impassibile. Maverick allora irritato non poco si fece avanti.

"Senti, non so tu chi diavolo sei ma ti conviene darci il Cristallo prima di cacciarti nei guai."

Lui allora lo guardò con sguardo gelido.

"I tuoi modi non sono affatto garbati lo sai? Per essere un Guardiano ti facevo più gentile.", replicò irritato.

In risposta il rosso sbuffò.

"Allora lo chiederò più gentilmente, chi sei e cosa ci fai a Iryndiel?", chiese nuovamente.

"Mh, va meglio, prima però meglio che mi presenti: il mio nome è Thanatos e sono qui a Iryndiel per ordine del sommo Apophys" iniziò.

Nel sentire quel nome Dafne fremette, ma fu solo per un attimo, poiché perdere la calma in un momento del genere era totalmente impensabile, così si ricompose.

"Quindi immagino che ci sia tu dietro a tutto questo vero?", chiese con voce dura.

A quella domanda Thanatos fece un sorriso compiaciuto.

"Esattamente, sono io l'artefice del caos che ha messo soqquadro l'intera dimensione, il solo e unico responsabile di tutto ciò. Mi è bastato versare sul piumaggio del Belmut una polvere oscura e lui ha fatto il resto, facendo impazzire anche le altre specie del posto causando un'epidemia. Dopotutto, il suo compito era proprio quello di sorvolare queste lande, e senza nemmeno accorgersene, da custode di questa dimensione ne è divenuto il carnefice. La polvere si è diffusa ovunque, segnando il mio, anzi, il NOSTRO trionfo.", rispose, spalancando le braccia.

Nel sentire quel racconto i Guardiani fremettero dall'ira, ma in quel momento sentirono un boato e in breve tempo si ritrovarono accerchiati dalle specie che abitavano la foresta di Iryndiel con un aspetto alquanto inquietante, segno indelebile della follia che li aveva presi a causa della polvere: erano grossi il doppio del normale, gli occhi arrossati che sembravano uscire fuori dalle orbite, il pelo irto, lunghi artigli taglienti come rasoi e la bava alla bocca con i musi deformati in ghigni assassini. Rimasero allibiti e allora volsero i loro sguardi di brace su Thanatos, che sbuffò.

"Via via che modi, ma si da il caso che abbia io l'antidoto.", replicò, mostrando una fiala contenente una polverina azzurra.

"E altrettanto ovviamente non ve lo consegnerò mai.", riprese poco dopo, gelido.

"Oh, io non credo proprio, aspetta che ti risistemo i connotati e vedrai se cambierai idea!", gridò Maverick, irato.

"Ti conviene non farmi arrabbiare.", sibilò l'altro, puntando le sue gelide iridi sul Guardiano.

Maverick stava per esplodere ma i suoi compagni lo fermarono appena in tempo.

"Calmati adesso, dobbiamo risolvere questa situazione.", lo ammonì Tenma, severo.

Il rosso sospirò, prendendo un profondo respiro e calmandosi. Poi Dafne prese parola.

"Allora, ci divideremo in due gruppi, io, Arya e Maverick ci occuperemo di Thanatos, mentre Shin, Shea e Tenma delle bestie impazzite, mi raccomando non le uccidete, storditele e basta. Non hanno scelto loro questo destino, e non meritano certo di morire per il ghiaccio presente nei cuori altrui.", spiegò.

I tre Guardiani annuirono per poi andare a combattere contro le bestie, mentre il gruppo di Dafne si concentrò su Thanatos, volgendogli sguardi carichi d'ira.

"Quello che hai fatto alla mia casa è imperdonabile! La pagherai molto cara!", esclamò Arya, lanciandosi in avanti.

Un muro di ghiaccio nero le bloccò la strada, facendola arretrare, poiché esso si trasformò in una parete di fuoco. A quella vista la ragazza impallidì, iniziando a indietreggiare tutta tremante. Il fuoco era la sua paura primaria, come faceva quell'uomo a saperlo? Cadde in ginocchio, spaventata. Dafne allora le fu vicino, mettendole una mano sulla spalla.

"Non temere è un'illusione.", mormorò.

"Ma ... ma come fa a saperlo?", domandò l'amica, scossa.

"Non lo so, ma dubito seriamente che possa controllare più di un elemento allo stesso tempo ... per quanto possa essere forte, la sua aura gelida non è minimamente legata alle fiamme, quindi stai tranquilla ok?", cercò di rassicurarla Dafne.

Nel sentirla vicina la castana si tranquillizzò, rialzandosi con decisione. Infine lo scontro ebbe inizio. Loro iniziarono ad attaccare con i loro bastoni magici colpendo il nemico più e più volte, ma lui prontamente schivava gli attacchi parandoli con scudi di ghiaccio infrangibili. Sin dall'inizio compresero quindi l'enorme divario di forza che li separava. Bastava un suo tocco e le loro peggiori paure venivano a galla, e per quanto non fossero reali, ma mere illusioni, non per questo erano meno terrificanti e più provavano paura più Thanatos si rafforzava, diventando più forte. 

E se il gruppo di Dafne era alle strette anche i loro compagni non erano messi tanto bene poiché dovevano confrontarsi con specie di ogni tipo. Infatti non si trovavano di fronte solo a canidi e felini di ogni forma e dimensione, ma anche a innumerevoli rettili o insetti, per lo più mortalmente velenosi, o rapaci immensi in grado di volare. Ogni specie aveva il suo vantaggio, in grado di mettere non poco alle strette i Guardiani. Inoltre, mentre quelle bestie, guidate dalla pazzia, puntavano chiaramente a ucciderli, loro invece cercavano di trattenersi, restii a porre fine alla vita di creature che altrimenti sarebbero state innocenti. Ormai infatti i tre ragazzi avevano subito non pochi danni e stavano sul serio per giungere al limite. Però alla fine, grazie soprattutto al gioco di squadra, che invece le bestie, guidate dalla semplice ira, non possedevano, riuscirono a tramortirle e renderle innocue. 

Thanatos intanto non ci aveva messo molto a mettere ko gli altri Guardiani, per poi andarsene con il Cristallo. Sfortunatamente però non si accorse che la fiala che aveva attaccata in cintura gli cadde per essere presa al volo da Arya, che sorrise.

"Perfetto, abbiamo l'antidoto, ora non ci resta che curare l'epidemia!", esultò, per poi andare a spargerla sul piumaggio di Zefiro.

"Sai cosa fare.", sussurrò.

Il Belmut annuì per poi alzarsi in volo e spargere su tutta Iryndiel e le sue specie la cura. Quando ebbe fatto tornò dagli altri e attesero il risveglio delle creature che poco a poco tornarono normali e quando si svegliarono ognuno se ne andò per la propria strada senza ricordare l'accaduto. L'epidemia era stata curata e anche se purtroppo il Cristallo era finito in mano nemica, avevano comunque salvato la dimensione. Infine dopo che Dafne si fu occupata delle cure necessarie tornarono a casa con un compagno in più, stanchi ma soddisfatti.
 

Angolo dell'Autrice

Salve gente! Se vi chiedete perchè sono sparita per due settimane è perchè ero al mare in Toscana dove non c'era molto campo e portare il mio PC fin la era fuori discussione. Comunque, all'alba delle 10 eccomi con un nuovo capitolo dei miei Guardiani. Qui si affronta il passato di Arya, purtroppo non molto piacevole e successivamente lo scontro arduo contro il temibile Thanatos. Come vi è sembrato? Spero di averlo fatto bene dato che con gli scontri sono una vera frana. Qui si scoprono le sue abilità alquanto interessanti quanto ostiche che lo rendono un nemico degno del suo nome. Spero di averlo fatto bene (come sapete ho sempre fatto pena a fare i cattivi e devo tutto a Teoth se riesco a farli sennò da sola tanti saluti). Il Cristallo dell'Anima è in mano nemica ma Iryndiel è salva. Cosa attenderà ora i nostri Guardiani? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio Vago e KnightofFire, fedelissimi seguaci fino alla fine.

Baci baci la vostra EragonForever (Capitolo revisionato)

   
 
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