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Autore: Ghillyam    04/07/2017    4 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pronte a partire

 


Perché sono la tua unica salvezza.
Erin schivò il colpo.
La tua unica salvezza.
Con una rapida mossa si portò alle spalle della sua avversaria.
Salvezza.
Fece per attaccare, ma un raggio di luce azzurra le colpì in pieno il braccio. Per un attimo il suo campo visivo si riempì di puntini neri, non si era ancora abituata al dolore improvviso che certi incantesimi potevano causare.
Le ci vollero alcuni secondi per sciogliere lo strato di ghiaccio che l'aveva bloccata dal gomito alla punta delle dita. Rabbrividì.
Stava migliorando: adesso riusciva quasi sempre a canalizzare l'energia del suo desiderio senza doverlo pronunciare per forza ad alta voce, anche se tendeva ancora a formulare il pensiero per intero. Darcy le aveva assicurato che se avesse continuato ad allenarsi sarebbe arrivata al punto in cui non le sarebbe più servito fare nemmeno quello.
Sopra di lei, un agglomerato di nubi si stava facendo sempre più grosso e cupo, ma Erin riuscì a parare con efficacia il fulmine che ne scaturì. Non era però preparata alla raffica di saette che seguì la prima e dovette ricorrere ad un poco elegante zigzagare per riuscire ad evitarle.
«Spirale del gelo!»
L'attacco di Icy arrivò rapidissimo ed Erin si affidò al suo istinto: creò attorno a sé una bolla color verde smeraldo e quando il turbine di schegge ghiacciate la raggiunse fece in modo di farlo rimbalzare in direzione di Stormy, ancora presa dal suo incantesimo... elettrizzante.
La strega delle Tempeste si accorse troppo tardi di quella mossa inaspettata e finì a terra come un sacco di patate, prendendo una bella botta all'osso sacro.
«Ma vorrai scherz... ahi!» si lamentò la riccia, scrollandosi di dosso lo strato di brina che l'aveva coperta da capo a piedi e massaggiandosi il fondoschiena.
La terrestre scoppiò a ridere di fronte a quella scena, ma si bloccò non appena notò di non essere in condizioni migliori. I capelli le si erano gonfiati a causa dell'elettricità sprigionata nell'aria dalla Pioggia di fulmini di Stormy ed era ricoperta di sporco e graffi vari; uno, poco sotto il pollice sinistro, stava sanguinando, ma, a differenza degli altri, decise di non guarirlo. Le serviva una prima ferita di guerra.
Mentre atterrava si passò una mano tra i capelli per cercare di rimetterli al loro posto, ma fu quasi peggio di prima. Non era una modaiola, ma al suo aspetto ci teneva e non impazziva all'idea di farsi vedere in giro conciata come un barboncino a cui avevano spazzolato male il pelo; subito la sua chioma rossa tornò liscia com'era prima che cominciasse l'allenamento.
«Così è perfetto.» borbottò.
«Intendi rischiare di procurarmi una frattura?»
«Non era un mio incantesimo – si difese Erin, alzando le mani a mo' di difesa – E se fosse stato davvero diretto verso di te, ti saresti fatta molto più male.» aggiunse, evitando di farsi sentire da Icy.
«Ah ah, spiritosa.» replicò la minore delle Trix.
«Se può servire, io non penso che sia così male. Musa era la mia preferita.»
«Adesso sì che mi sento meglio.» fu il commento acido di Stormy, prima che la strega del Ghiaccio le raggiungesse.
«Sei migliorata molto negli scontri diretti.» si complimentò quella.
«Grazie.!»
Erin sorrise. Ormai aveva capito che era meglio contenere i suoi momenti da fangirl, soprattutto con Icy, ma per lei era ancora un'emozione grandissima sentirsi rivolgere certi complimenti e non riusciva a credere di essere diventata una parte di quel gruppo che aveva ammirato per molti anni; non si sarebbe mai definita una di loro, ma ormai sentiva di aver stabilito una sorta di legame con le tre sorelle e, con un po' di fortuna, sarebbe diventato sempre più forte.
«C'è un aspetto del tuo potere che vorrei definire meglio, però.» aggiunse la strega albina, tornando normale.
Quegli allenamenti, in effetti, servivano anche alle Trix per esercitarsi con i loro nuovi poteri: dovevano imparare a gestirli e a sfruttarli al massimo – sebbene con Erin non raggiungessero nemmeno un quarto della loro potenza – così come avevano fatto le Winx quando avevano ottenuto la trasformazione Believix e, ancora prima, l'Enchantix e lo Charmix.
Avevano scoperto che, allo stesso modo in cui le fate potevano usufruire di tre paia di ali – le Zoomix, le Speedix e le Tracix* –, loro avevano a disposizione tre modelli di stivali con capacità analoghe in quanto, per citare Stormy, non erano dotate di «Farfalle morte attaccate alla schiena con delle puntine.»
«Di cosa si tratta?» domandò la terrestre, anche se un'idea già ce l'aveva.
«Per quanto riguarda i tuoi desideri hai imparato bene a gestirli, ma con quelli degli altri non hai mai provato a fondo quindi, prima che tu torni a Torrenuvola, ti eserciterai con me.»
«Con te? Caspita.»
Erin non si aspettava che Icy si offrisse di aiutarla ad entrare in contatto con i desideri altrui, piuttosto che obbligasse Stormy a farlo. Era una pratica che si sarebbe sicuramente rilevata invasiva e la ragazza non immaginava che la Trix si fidasse tanto di lei da permetterle di entrare in un campo così privato della sua mente o forse non pensava che sarebbe riuscita a superare le sue difese e di conseguenza non avesse niente di cui preoccuparsi.
Insieme raggiunsero la casa-sotto-l'albero, dove trovarono Darcy in preda ad una crisi di nervi. Nell'entrare dovettero chinarsi per evitare di essere colpite da un libro che andò a schiantarsi contro la parete dietro di loro.
«Non trovo assolutamente niente!» urlò, ormai esasperata da quella ricerca che, per quante vie provasse a percorrere, la riportava sempre al punto di partenza.
«Te l'ho già detto: non c'è niente che possa aiutarti su quei volumi.»
La voce di Sir Morgan era pacata e il Guardiano non sembrava condividere nemmeno una piccola parte del nervosismo di Darcy, cosa che rendeva ancora più furiosa la strega.
«Ancora una parola e ti ritroverai più morto di quanto tu già non sia.»
«Io non sono morto.» specificò lui, ma la mora non lo sentì nemmeno e continuò con la sua sfuriata «Non hai fatto altro che rigirarti quello stupido scettro tra le mani per tutto il tempo e la tua presenza qui è stata del tutto inutile, perché non torni nella tua casa in miniatura e togli il disturbo?»
«Lo farei volentieri, ma una certa adolescente di mia conoscenza non me lo permette.»
Erin incrociò lo sguardo dello spettro e come unica risposta alla sua richiesta alzò le spalle: non l'avrebbe accontentato di certo dopo quello che le aveva detto.
«Perché sono la tua unica salvezza.» quelle parole le rimbombavano ancora in testa e la loro eco era insopportabile.
Su di lei incombeva una minaccia – una calamità da cui non sarebbe potuta fuggire, così l'aveva definita Sir Morgan – e lui era l'unica persona che avrebbe potuto proteggerla. Era stata lei la causa della distruzione di Lunaris, chiunque volesse impossessarsi della Gemma Azzurra aveva bisogno anche di lei e per riuscire ad avere entrambe aveva condannato a morte un intero pianeta e i suoi abitanti; i suoi genitori l'avevano mandata sulla Terra per tenerla al sicuro, ma a quanto pareva non era servito. Il suo destino era già stato segnato e in un modo o nell'altro si sarebbe compiuto.
Non aveva paura, avrebbe combattuto e si sarebbe impegnata per farla pagare a chi aveva deciso di portarle via tutto, ma dentro di lei una grande rabbia imperversava e l'unico verso cui poteva indirizzarla era il Guardiano.
Le aveva ripetuto un milione di volte che non era pronta per tutto quello, che non sapeva a cosa sarebbe andata in contro e che doveva aspettare. Ma Erin aveva aspettato per tutta la vita e non aveva intenzione di farlo ancora.
Sarebbe partita per Solaria il più presto possibile, lì forse avrebbe trovato delle risposte. Il pianeta del Sole era il luogo più indicato per cercare di scoprire cosa fosse accaduto a Lunaris, erano due facce della stessa medaglia ed Erin era sicura che non fosse rimasto indifferente alla distruzione del suo rivale. Dopotutto nella Dimensione Magica era basato tutto su equilibrio tra bene e male e una qualche ripercussione doveva pur esserci stata.
«Darcy, forse è meglio se lasci perdere. Tanto lui non ti aiuterà.» disse la strega dei Desideri prima di salire le scale per andare nella sua camera.
«Ascoltala, sorellina, quella vena sta per scoppiare.» la prese in giro Icy, poi seguì la terrestre, evitando per un pelo un altro libro lanciato dalla minore.

 

*


La mente di Icy era come un’infinita distesa di nebbia che si allargava in ogni direzione. Erin si trovava esattamente nel mezzo – o almeno credeva che lo fosse, visto che non si capiva dove iniziasse e dove finisse – e per un attimo dovette ripararsi gli occhi di fronte a tutto quel bianco; non era una luce particolarmente abbagliante quella che la circondava, ma il passaggio improvviso dai colori cupi della sua camera a casa delle streghe al chiaro baluginio, unico componente dei pensieri della strega del ghiaccio, l’aveva destabilizzata.
«Cavolo, Icy, non rischi di annoiarti tutto il giorno qui dentro?» disse ad alta voce.
Sdrammatizzare le sembrava l’unica cosa sensata da fare dato che non aveva la più pallida idea di come dovesse agire ora che era riuscita ad entrare in contatto con il subconscio della Trix. Non era nemmeno sicura del modo in ci fosse arrivata lì. Sapeva solo di aver avvertito qualcosa, una specie di richiamo, e in un battito di ciglia era stata catapultata in mezzo al nulla, ma le modalità che ce l’avevano portata rimanevano un grosso punto di domanda.
In ogni caso, qualunque cosa si aspettasse di trovare era sicura che non assomigliasse neanche un po’ a quello che aveva davanti. Quando si era immaginata quale dovesse essere l’aspetto di un desiderio automaticamente la sua mente aveva elaborato l’immagine di una lei spettatrice, stupita di fronte ad una scena irrealizzabile che avrebbe dovuto rendere, beh… realizzabile.
E invece ciò con cui aveva a che fare era una foschia umida e piuttosto anonima che le stava facendo rimpiangere di non aver portato una felpa con sé. Ah, e ovviamente c’erano le voci.
«Cacchio! – esclamò, facendo un giro su se stessa nel tentativo di capire da dove provenissero le risate cristalline che sentiva – Quando la finirai di stupirti ogni volta che…»
Erin lasciò cadere il suo personale rimprovero quando vide comparire davanti a sé le figure sfarfallanti di tre ragazzine che, da quello che poteva sentire, si stavano divertendo come pazze.
Non aveva molti dubbi sulle loro identità, considerato dove si trovava – sempre che potesse essere definito un posto – non si doveva essere dei geni per capirlo.
La rossa aguzzò l’udito e si concentrò per cercare di distinguere con chiarezza ognuna delle tre voci. Nel farlo comparve di nuovo la stessa scena di poco prima, ma questa volta non sparì e Erin sorrise, constatando che almeno in parte le sue supposizioni riguardo le modalità “desiderio avverato” erano giuste. Ma c’era ancora qualcosa che non andava: immagini e sonoro erano sconnessi e per un attimo Irene venne riportata ai terribili momenti in cui, guardando un film in streaming, audio e movimento delle labbra non combaciavano o, peggio ancora, battute e sottotitoli non corrispondevano.
Per sua fortuna, in questo caso non ebbe bisogno di spegnere e riattivare il Wi-Fi o di uscire dal sito che stava utilizzando per mettere in ordine le due cose; le bastò focalizzarsi ancora per qualche istante su quello che stava ascoltando e nel giro di un secondo si sintonizzò su un perfetto desiderio formato HD.
Proprio come aveva supposto, le tre bambine, che stavano correndo in mezzo alla fitta nebbia – di cui però nessuna di loro sembrava accorgersi – non erano altro che Icy, Darcy e Stormy da piccole. Poteva riconoscerle dai codini scompigliati di Stormy, gli occhiali tondi di Darcy e la bizzarra frangia a ciuffo di Icy*, seppur il loro stile fosse molto diverso da quello attuale rimanevano inconfondibili.
Le giovani Trix si stavano inseguendo in quella che sembrava a tutto gli effetti un’acchiapparella magica: appena dietro alle altre due, Stormy sprigionò una raffica di vento che fece perdere l’equilibrio alla mezzana che nel cadere trascinò con sé anche la sorella maggiore. Le due capitombolarono, mentre la riccia scoppiava a ridere soddisfatta del risultato ottenuto.
Erin si avvicinò di qualche passo alla ragazza e per un attimo fu tentata di interrompere l’idillio personale di Stormy buttandola a terra insieme alle sorelle – per qualche ragione, sentiva che se avesse voluto avrebbe potuto interferire in qualsiasi modo preferisse – ma quella a cui stava assistendo era una scena troppo dolce e felice perché venisse interrotta da lei.
Sempre ridendo, Icy e Darcy si alzarono e si fiondarono a stringere in un abbraccio caloroso la minore; con una punta di fierezza nella voce la giovane strega del Ghiaccio disse «Hai vinto.» prima di scoccare un sonoro bacio sulla guancia della sorellina.
«Basta così.»
La terrestre si sentì respingere da una forza improvvisa e un dolore acuto le mozzò il respiro quando la sua schiena sbatté contro la parete, il colpo inaspettato la fece cadere a terra e Erin dovette appoggiarsi al muro e al bracciolo della poltrona lì accanto per mettersi in piedi. Si sentiva spossata, molto probabilmente a causa dell’energia che aveva impiegato per collegarsi ai desideri di Icy e che fino ad allora non era stata abituata a sprigionare, e si accorse di essere tornata alla sua forma normale.
La strega si prese qualche momento per far sparire la sensazione di estraniamento e invincibilità che l’aveva pervasa durante quei lunghi minuti. Solo ora che si trovava di nuovo nel mondo reale si rendeva conto di quanto l’avesse fatta sentire potente l’idea di poter far accadere tutto ciò che voleva all’interno di quella fosca nebbia, se solo ne avesse avuto l’occasione.
Non ci aveva fatto caso, mentre ancora vi ci si trovava dentro perché la sorpresa aveva eclissato il resto, ma adesso aveva la certezza che quella nebbia facesse in qualche modo parte di lei e che, in realtà, ci fosse sempre stata.
Erin alzò lo sguardo e vide Icy seduta sul letto, una mano appoggiata al ventre e l’altra stretta attorno alle coperte; teneva gli occhi fissi sul centro della stanza e dal modo in cui stava tentando di regolare il respiro, la terrestre intuì che lo strano comportamento della strega fosse dovuto alla scena cui aveva assistito
Il suo primo istinto fu quello di andare a sedersi accanto a lei e abbracciarla – era questo che aveva sempre sperato di poter fare quando, guardando la TV, uno dei suoi personaggi preferiti si trovava in un momento di sconforto – ma non le ci volle molto per ricordarsi che se ci avesse provato probabilmente si sarebbe ritrovata incollata alla parete con spuntoni di ghiaccio a fare da chiodi.
I suoi dubbi su quale fosse il modo migliore per consolarla vennero interrotti sul nascere dalla stessa Trix che, scuotendo la testa, tornò a concentrarsi su di lei.
«Ottimo lavoro.» disse, ma sebbene le parole appena pronunciate fossero un chiaro complimento, il tono freddo e distaccato con cui le si rivolse fece intendere ad Erin tutto il contrario.
La terrestre si maledisse: aveva fantasticato così spesso su quale potesse essere il passato delle tre sorelle che si era illusa di conoscerle, ma era piuttosto chiaro che non ci fosse niente di più lontano dalla realtà.
«Per la verità io non ho fatto niente. Mi sono semplicemente trovata lì.» spiegò Erin a cui non sembrava di aver fatto molto oltre a girovagare senza sapere dove andare, seguendo delle voci come una povera pazza.
«Noi… Loro erano qui. Le ho viste, sei riuscita a materializzare il pensiero.»
Se non avesse creduto che fosse impossibile, Erin avrebbe giurato di aver sentito la voce di Icy tremare per un secondo; la ragazza si chiese quanto potesse essere stata diversa la loro infanzia da quello che aveva visto perché il primo desiderio percettibile della Trix fosse un normale gioco tra sorelle. Quel pensiero la fece pensare alla sua di sorella, più piccola di lei di quasi tre anni. Anche se non condividevano lo stesso sangue avevano comunque vissuto insieme per tredici anni e di tutta la sua famiglia era lei che le mancava di più, sebbene per la maggior parte del tempo non lo desse a vedere e fingesse di non pensarci.
«C’era molta nebbia, comunque.» disse la rossa per cambiare argomento, in cuor suo sperava che Icy avrebbe apprezzato.
«Se quello che ho letto riguardo ai poteri che hanno a che fare con i desideri, quella dovrebbe essere la Bruma. È ciò che permette di manipolare i desideri altrui.»
«Ora si spiega quella sensazione.» commentò Erin.
«E cioè?»
«Mi sentivo potente. È stato bello.»
«È questo l’effetto che fa il potere, è inebriante.» Icy sorrise.
«È così che vi siete sentite voi quando avete sottratto la Fiamma del Drago a Bloom?»
«Fino a quando quella fatina non se l’è ripresa.»
«Ho sempre fatto il tifo per voi.» sospirò Erin.
«A tal proposito, è da quando ti abbiamo trovata che me lo chiedo: perché scegliere i cattivi?»
«Ve l’ho detto: voi avete sempre lottato per ottenere quello che volevate.»
«Parlo del vero motivo – la interruppe Icy – Dubito che una bambina di sei anni si soffermi su questioni del genere.»
Erin esitò prima di rispondere, non aveva mai ammesso ad alta voce il perché della sua preferenza «Sinceramente? Pensavo fosse più divertente quello che facevate voi e… mi piacevano i tuoi capelli.»
Icy scoppiò a ridere e Irene si sentì avvampare, mentre una piccola parte del suo cervello si stupiva di come la risata della strega non suonasse fredda come al solito, ma fosse più piena e sinceramente divertita.
«Oh, be’, grazie.» disse la più grande, cercando di tornare seria e di recuperare la sua maschera da temibile Trix.
Un grido proveniente dal piano di sotto mise fine a quell’evento più unico che raro e il sorriso di Icy si trasformò in un ghigno divertito.
«Questa è Darcy che ha vinto a briscola. Non avresti dovuto insegnarle a giocare.»
Fu il turno di Erin di mettersi a ridere.

 

*


L’aria che si respirava nell’ufficio di Faragonda era carica di tensione, in parte dovuta alla presenza della preside Griffin – che non era mai considerata un buon segno – e in parte per la distanza che divideva Musa dal resto del Winx Club. Le ragazze non si erano rivolte la parola da quando erano entrate e la direttrice era piuttosto sicura che la situazione fosse addirittura peggiore prima della sua convocazione, sebbene non sapesse per quale motivo.
D’altra parte le Winx, nonostante fossero passate tre settimane dalla sconcertante scoperta della relazione tra Stormy e la fata della Musica, non riuscivano ancora a capacitarsi di come la loro amica avesse potuto fare una cosa del genere. Inoltre l’anello di Stella era ancora disperso e, data l’ultima scoperta e l’alquanto strano incontro avvenuto tra le due parti, erano sempre più convinte che le Trix c’entrassero qualcosa, peccato che non fossero riuscite a trovarle da nessuna parte. Per questo non erano rimaste stupite dal messaggio che Faragonda gli aveva fatto recapitare, ma non immaginavano che ciò di cui volesse parlargli fosse così grave da vedere coinvolta la Griffin.
«Di cosa voleva parlarci, preside?» chiese Stella, ansiosa di rompere il ghiaccio e di sapere se almeno la donna avesse avuto fortuna nella ricerca del suo scettro. Stava iniziando a perdere le speranze.
Lo sguardo enigmatico che si scambiarono le due rettrici fece aumentare l’aspettativa nelle ragazze.
«Avrei voluto aspettare a parlarne con voi, ma a quanto pare sembra essere fuori discussione – iniziò la strega – Come sapete, è da poco iniziato l’anno scolastico…»
«Sì, be’, direi che è piuttosto chiaro.» fu il commento della principessa di Solaria, ma l’occhiata in tralice che le rivolse la Griffin fu un monito sufficiente per farla stare zitta.
«Da qualche settimana ho notato degli strani movimenti all’interno della mia scuola e visto che al contrario di… E dato che non mi piace lasciare niente al caso ho indagato sul come e sul perché di tale avvenimento.»
«E cosa ha scoperto?» domandò Tecna.
«Niente di particolarmente preoccupante, solo delle uscite fuori orario un po’ troppo frequenti di una mia allieva.»
«Scusi, ma come può esserci d’aiuto questo?» chiese Flora, mantenendo un tono di voce gentile ma sottolineando quello che anche le sue compagne stavano pensando.
«Per ora la mia è solo una supposizione, ma ho idea che questa mia studentessa abbia a che fare con dei poteri molto più grandi di quanto lei stessa non sappia o finga di non sapere. Vedete…»
«Da quello che mi ha riferito la mia stimata collega – si aggiunse Faragonda – Ho ragione di credere che presto potremmo avere a che fare con una nuova minaccia. Peggio di tutte le altre affrontate fino ad ora e se abbiamo ragione il tuo pianeta sarà in pericolo, Stella.»
Gli occhi ambrati della fata del Sole e della Luna si riempirono di lacrime a quell’affermazione e subito Bloom, seduta accanto a lei, le prese la mano.
«Tranquilla, ce la faremo anche questa volta – la rassicurò – Direttrice Faragonda, cosa dobbiamo fare? Se c’è la possibilità di anticipare le Trix non possiamo farcela scappare.»
«Non siamo sicure che loro c’entrino.»
«Spero tu stia scherzando! – saltò su Aisha – Non penserai che la visita che ci hanno fatto la scorsa settimana non avesse nessun secondo fine, vero? Ma forse tu eri distratta, Musa.»
«Oh, andiamo! Mi odierai per sempre per un solo errore?»
«Non penso si sia trattato di un errore.»
«Ragazze, per favore, non possiamo permetterci di litigare tra noi. Sebbene non ce ne sia la certezza è piuttosto probabile che Icy, Darcy e Stormy siano coinvolte. Quello che voi dovrete fare è andare su Solaria e cercare nell’Archivio Reale un volume chiamato Magistrorum Liber*. Lì troverete tutto quello che vi serve sapere.»
«Perché è sempre spiegato tutto in un libro?» si chiese Bloom a mezza voce, ma non a volume abbastanza basso da non essere sentita dalle altre.
«Perché è con la scrittura che gli uomini tramandano da secoli le loro conoscenze.»
«Lo so, Tecna. La mia era solo una domanda retorica.»
«Bene, ragazze, è tutto. Date inizio ai preparativi per la missione.»
Dopo il congedo della preside, fu Musa la prima ad uscire dall’ufficio, seguita a distanza di pochi secondi dal resto del gruppo che però non diede segno di volerle andare dietro quando la videro alzarsi in volo verso il lago di Roccaluce.
Intanto, sedute una di fronte all’altra, Faragonda e la Griffin stavano continuando a discutere.
«Le hai volute informare eppure sei rimasta sul vago tutto il tempo. Perché non hai detto loro della Gemma di Lunaris?» domandò la strega, a cui non era ben chiara la politica che la sua collega – e amica – aveva mantenuto per tutti quegli anni con le sue allieve.
«Perché la verità va scoperta a piccoli passi, Damona*. E così tu avrai più tempo per chiarire la faccenda con la tua allieva.»

 

*


Uno. Due. Tre centri.
Le rocce che aveva scelto come bersaglio sulla riva opposta del lago andarono in frantumi sotto alla potenza delle sue onde soniche. Ma ancora Musa non era soddisfatta, l’esercizio extra non la stava aiutando a sbollire la rabbia.
«Dannazione.» ringhiò, mentre tornava a terra.
Era così furiosa che nemmeno il suo Potere dell’armonia era riuscita a calmarla.
Dallo sbocco del sentiero che dalla foresta dava sul lago, Stormy la stava osservando da quelle che sembravano ore e ancora non era riuscita a decidersi se farsi vedere o meno. Fino a quel momento si era limitata ad osservare le movenze decise, ma eleganti che la fata assumeva nelle sue posizioni di attacco; durante i loro combattimenti non ci aveva mai fatto caso, impegnata com’era a cercare di sconfiggerla, ma doveva ammettere che lo stile di Musa non era male.
La mente la riportò ai loro primi scontri, a quando quella rivalità nata tra le strade di Magix sembrava un normale conflitto tra fate e streghe e non l’inizio di una lotta per la conquista della Dimensione Magica.
Allora Musa non era altro che una ragazzina un po’ maschiaccio con dei codini dal dubbio gusto e lei una strega novella con appena due anni di formazione alle spalle e un carattere difficile. Be’, quello era rimasto lo stesso.
Stormy si stupì nel constatare quanto lei e la sua ragazza fossero cambiate.
Una scossa l’attraversò da capo a piedi: la sua ragazza?
Come aveva potuto quel pensiero anche solo sfiorarla? Non c’era assolutamente niente che facesse supporre una simile atrocità. Erano state chiare sul tipo di rapporto che le avrebbe viste partecipi: solo sesso. E nel caso in cui ci fossero stati dubbi il modo in cui si era servita di lei per far ottenere il Devilix a lei e le sue sorelle avrebbe dovuto eliminarli tutti.
E allora perché si era trovata più volte nello stesso posto a spiarla durante l’ultima settimana? E perché Musa non sembrava intenzionata a chiarire con le sue snervanti amiche una volta per tutte e continuava a sfogarsi proprio nel loro posto?
Devi finirla con le seghe mentali o ti verranno le rughe.
La voce di Darcy – che un po’ troppo spesso si sostituiva a quella della sua coscienza – la fece tornare coi piedi per terra. Il suo era stato un lapsus, tutto qui, pensò mentre tornava a farsi inghiottire dagli alberi.
Allora come mai aveva la certezza che il giorno dopo sarebbe tornata di nuovo lì?



*Zoomix: ali del teletrasporto. Speedix: ali della super velocità. Tracix: ali della traccia magica con cui si può guardare nel passato.
*le versioni giovani di Icy, Darcy e Stormy si vedono nella puntata “Le lacrime del salice nero” in seguito all’incantesimo di Flora che le fa cadere nel fiume nato dalle lacrime del Salice Nero.
*traduzione latina di Libro dei Maestri
*nome scelto da me per la povera Griffin che non ne ha mai avuto uno (credo)


NdA: evviva, ce l’ho fatta!! Non vedevo l’ora di aggiornare.
Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Io mi sono abbastanza divertita a scriverlo, forse perché ero in spiaggia mentre lo facevo. Mi sto stupendo della mia capacità di dimenticarmi tutto quello che volevo dire nel momento in cui inizio a scrivere le note, sono preoccupante.
Comunque, niente, spero che non siate rimasti delusi e che vi sia piaciuto!
Ringrazio:
-Vanessa1995 per aver recensito tutti i capitoli e aver aggiunto la storia alle preferite;
-Walt96 per aver recensito i primi quattro capitoli e aver aggiunto la storia alle seguite;
-Still_Sane per aver recensito lo scorso capitolo e per il bellissimo disegno della mia Icy in versione Devilix che ha realizzato.
Ovviamente ringrazio anche tutti coloro che ho già nominato almeno una volta e i lettori silenziosi!

   
 
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