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Autore: EllyBeth    05/07/2017    0 recensioni
*preso dal primo capitolo*
Lo presi per il colletto della camicia sbattendolo per terra e lo presi a pugni sul suo viso spaesato.
Cavoli ho proprio fatto un bel lavoro: chiamatemi Picasso. Sorrisi per poi girarmi per vedere chi mi stesse tenendo ferma. Oh. Mio. Dio. Cosa ci fa sto' angelo dagli occhi smeraldo in discoteca?
"Ne hai ancora per molto?" tirò su un sopracciglio guardandomi annoiato.
*fine*
Questo è il presente, ma se tutto ciò che Aurora aveva costruito tornasse a fare i conti con il passato che torna a tormentarla? E il futuro che destino incerto avrà?
Questa è una storia di una ragazza di diciotto anni piena di difetti, ci sarà qualcuno che riuscirà ad accettarli? Riuscirà a renderla felice?
*autrice*
spero vi piaccia la mia storia, buona lettura
El3ctra
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1
Le luci mi ferivano gli occhi dandomi un senso inumano, di essere in un altro mondo con la musica che mi faceva traballare su quei tacchi stupidi di Elettra e quell’abito troppo corto che purtroppo faceva avvicinare troppi ragazzi per i miei gusti. Bestemmiai dando uno schiaffo a un tizio (non ho esattamente utilizzato questo soprannome) che si era avvicinato decisamente troppo e mi scansai ritirandomi nel bagno delle ragazze. Sono in bagno si riesce a respirare, e la dice lunga sulla puzza di alcool che c’è qua fuori.  Accidenti lo sapevo che non avrei dovuta venire. Mi guardai allo specchio sobbalzando.
“Come diamine ho fatti a ridurmi in questo stato?!” allungai la mano sfiorando il mascara leggermente sbavato, poi vidi una ragazza rannicchiata su se stessa in un angolo nascosto della stanza.
“Tutto okay?” ma che domanda stupida ho fatto? Vabbè oramai l’ho detta. Mi avvicinai a lei, che alzò gli occhi color cioccolato velati dalle lacrime posando il suo sguardo su di me asciugandosi frettolosamente le guancie. Mi accucciai vicino alla ragazza che, con voce roca, iniziò a parlare.
“C..Ciao, sono Chiara e il mio…ragazzo, Dylan , l’ho trovato mentre…” le scappò un singhiozzo “...si dava da fare con una stronza bruna.” Dio ma quanto sono stupidi i maschi? No aspetta… ha detto capelli alle spalle marroni? No no no…dimmi che non è chi sto’ pensando..
“Portami da lui e vedi che gli faccio.” La ragazza, un po’ titubante, si alzò e si avviò fuori dal bagno asciugandosi le lacrime in mezzo a persone sudate che ballano a ritmo di musica. Ci ritrovammo davanti a un divanetto che un tipo considerava la sua camera da letto visto che stava degnando di particolari attenzioni a una puttana da quattro soldi. Ora si che mi incazzo, come osa trattare le ragazze così?! Non siamo burattini e loro non sono burattinai. Lo presi per il colletto della camicia sbattendolo per terra e lo presi a pugni sul suo viso spaesato. Non da molta resistenza per mia fortuna. La mano mi si tinse di rosso. Cazzo! Non osare tirare i miei capelli verme che non sei altro! Mi alzai di scatto e gli diedi un calcio nelle ormai frittate di famiglia. Nessuno, e dico NESSUNO, deve osare tirarmi i capelli.
“Brutto stronzo del ..” okay forse dopo ci sono andata pesante…nahhh ho sentito insulti peggiori dai. “Non.” Gli diedi un pugno.
“Si.” Un altro.
“Fa.” Sul naso.
“Soffrire.” Sanguina.
“Una.” Sento qualcuno tirarmi indietro ma non mollo.
“Ragazza!” qualcuno mi fece cadere indietro per poi tenermi ferma con le braccia dietro la schiena. Cavoli ho proprio fatto un bel lavoro: chiamatemi Picasso. Sorrisi per poi girarmi per vedere chi mi stesse tenendo ferma. Oh. Mio. Dio. Cosa ci fa sto’ angelo dagli occhi smeraldo in discoteca?
“Ne hai ancora per molto?” tirò su un sopracciglio guardandomi annoiato. Forse ho parlato troppo presto. “Se tu mi lasciassi andare…”
“..per tornare a picchiare il mio migliore amico? No faccio a meno.” sbuffò. Okay ho decisamente parlato troppo presto. Tanto bello quanto è la sua stronzaggine.
“Lasciami. Ora.” Lo guardai malissimo ma lui mi ignorò inclinando leggermente la testa per spostare dall’occhio una sua ciocca bruna dei suoi capelli leggermente scompigliati in cui vorrei infilarci dentro le dita e giocarci e…. No Aurora contegno accidenti! Ho un’idea!! Sono l’unica ad immaginarsi una lampadina sulla mia testa? Okay sto parlando da sola, mettiamo in atto il piano. Sorrisi come un’ebete e con nonchalance mi misi in una posizione più comoda allontanandomi con il bacino dal suo e poi sferrai uno stupendo calcio nei suoi stupendi spero gioielli di famiglia.
“Porca!” si mise a bestemmiare come un indemoniato lasciandomi andare ridendo come una sadica nonostante nessuno mi possa sentire per colpa della musica, e ho detto per colpa perché avrei voluto filmare la scena. Mi allontanai per cercare Elettra. Oh. Mio. Dio. Sapevo che non avrei dovuto farmi convincere a venire. La vidi in lontananza che rideva e si strusciava contro un tipo senza maglietta leggermente più alto di lei. Nonostante il buio i suoi capelli biondi si vedevano benissimo ondeggiare sul suo mini abito rosso sangue. E ora come torno a casa? Fa niente ha voluto portarmi LEI e ora mi riporta a casa LEI. Scansai le persone sul mio cammino per raggiungerla ma poco dopo mi fermai. Oh no allora le mie intuizioni erano giuste. Capelli marroni. Si sta slinguando lui? Proprio lui? Okay le devo vietare di bere alcolici. Ma come fa? Neanche un litro di vodka riuscirebbe a farmi TOCCARE da lui. Dai ma non le può piacere proprio il tipo che poco fa ho pestato. Ecco perché non ha la maglietta. Corro incazzata verso di loro e li faccio staccare.
“Di nuovo tu? Se vuoi scoparmi basta chiederlo ma non devi picchiare me o i miei intrattenimenti.” Dylan mi guardò annoiato andandosene a cercare altri giocattolini, o intrattenimenti come i ha chiamati lui. Lo guardai apertamente schifata mentre la mia migliore amica mi rimprovera e gli corre dietro con quei tacchi neri a spillo cercando di rimediare senza capire che il tipo che crede che le abbia conquistato il cuore è un emerito imbecille, in poche parole.

Mi girai un po’ spaesata. Ora che faccio? Vidi qualcosa muoversi velocemente verso di me, spingendo le persone senza un minimo di delicatezza. Oh no di nuovo lui. Mi girai dalla parte opposta cercando di farmi largo tra la gente ma dopo un paio di passi mi prese il polso e incontrai di nuovo quegli occhi verdi.
“Io e te dobbiamo parlare.”.


*ANGOLO DI ELENA E NON DI CHIARA E SI, SONO LA SUA MIGLIORE AMICA QUINDI è TUUTA MIA.*
spero vi piaccia :3
   
 
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