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Autore: __Lily    05/07/2017    0 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CINQUANTADUE

 

 



«Non so se sono pronto a incontrare Daenerys Targaryen e Jon Snow.»
«O forse è tuo fratello che non sei pronto a incontrare» rispose Bronn.
Erano ancora nella stanza di Brienne, lei era lì, aveva già chiesto udienza ai sovrani del Nord e alla regina dei Sette Regni, ovunque Jaime guardasse c’erano solo re.
Cersei ridurrà Approdo del re in cenere, piuttosto che consegnarla a Daenerys Targaryen.
«Andrà bene, resterò per assicurarmene.»
«Ti ho già detto che potrebbe essere pericoloso, Brienne.»
«E io ti ho già detto che so badare a me stessa, ser Jaime» disse lei, era così diversa da quella donna che dormiva sulla sedia sognando un futuro migliore, con lui, un uomo che di certo non lo meritava.
«Non riuscirò a farti cambiare idea, vero?»
«No, non ci riuscirai.»
«Lo immaginavo.»
La mano di Brienne finì su Giuramento, strinse forte il pomo e poi distolse lo sguardo dal leone.
Tormund bussò alla porta e poi entrò.
«Vi stanno aspettando.»
«E’ tutto apposto, Tormund?»
«Si, nessuno sa che un Lannister è a Grande Inverno.»
«Tecnicamente già ce n’era uno a Grande Inverno, Tyrion» gli fece notare Jaime.
«Lui è alleato con la regina d’argento, tu sei il nemico.»
«Tormund, ser Jaime non è nostro nemico» lo difese Brienne.
«Non mi fido di lui» rispose avvicinandosi al cavaliere arrivato da poco.
«E di me?»
«Si.»
«Do la mia parola per ser Jaime, non è venuto da nemico.»
«Brienne… non sappiamo come finirà, non esporti per me.»
«E’ anche merito tuo se Sansa Stark ora è in salvo, ho rispettato la promessa che feci a lady Catelyn e a te, re Jon ti ascolterà anche solo per questo, quanto è vero che sono Brienne di Tarth.»
Jaime sorrise di fronte a tanta cocciutaggine.
«Allora sarà meglio andare» disse Bronn aggiustandosi la sua veste.
Tormund fece strada verso la stanza del re del Nord, lui e Bronn seguivano mentre Brienne chiudeva quella bizzarra fila.
Ogni passo era una fitta di dolore, un ricordo del passato.
I giorni trascorsi come ospiti degli Stark, la torre dove Brandon Stark lo aveva visto con Cersei, la spinta che gli aveva dato affinché cadesse e morisse.
Ricordò Joffrey che si pavoneggiava con Sansa Stark sempre seguito dal Mastino, Myrcella che giocava con la sua bambola di porcellana come la principessa che era e Tommen che tentava di imitare i suoi fratelli, restando sempre un po’ nell’ombra.
Erano morti tutti e tre.
«Entrerò prima io» disse Brienne accostandosi a lui, lo sorpassò e bussò alla pesante porta chiusa dove lo attendeva la sua sentenza.
«Andrà bene» tentò di rassicurarlo Bronn.
«No, Bronn, non finirà bene.»
«Perdonatemi se vi ho disturbati questa mattina, ma ho urgente bisogno di parlare con voi» disse Brienne socchiudendo la porta.
«E’ così urgente?»
«Si mia regina, lo è. Ieri si sono introdotte a Grande Inverno delle persone, ma vi giuro sul mio onore che non sono venuti da nemici.»
«Di chi stai parlando?» chiese Jon Stark.
Sansa guardava Brienne preoccupata, vedeva la tensione aumentare in Jon e anche in Daenerys, Tyrion soppesava le parole della donna bionda in armatura traendo delle conclusioni.
«Maestà…»
«Lady Brienne, la mia famiglia ti deve molto e per questo crederò alla tua parola, non verrà fatto del male a questi “ospiti”. Falli entrare.»
Brienne tornò fuori e fece segno a Jaime e Bronn di entrare.
Jon rimase pietrificato alla loro vista, Tyrion sospirò felice nel rivedere il fratello che tanto amava, Daenerys dal canto suo guardò quello sconosciuto senza realmente capire chi fosse, nonostante avesse un aspetto conosciuto.
«Ser Jaime» disse Sansa Stark senza togliere la mano dalla spalla del marito.
«Mia regina, ne è passato di tempo. Tyrion.»
«Jaime, sapevo che ci saremmo rivisti prima o poi.»
«Tu sei Jaime Lannister?» domandò una donna dagli occhi viola, gli stessi occhi che aveva il principe Rhaegar, quel principe che tanto aveva stimato e che lo aveva reso ciò che era; assomigliava così tanto alla regina Rhaella, aveva il suo portamento e la sua fierezza e non poté evitare di chiedersi che cosa quella giovane donna avesse preso da suo padre, re Aerys.
«Si, sono io e tu devi essere Daenerys Targaryen. Mi sono chiesto spesso se un giorno ti avrei incontrata e ora eccoci qui, somigli così tanto alla regina Rhaella» disse Jaime avvicinandosi un po’ di più a lei, i suoi occhi erano catturati da quelli viola di lei e i ricordi affiorano come pugnalate.
Il giorno in cui era stato eletto guardia reale, la più giovane della storia.
«Che cosa fai a Grande Inverno?» chiese Jon Stark, il loro ultimo incontro non era stato dei migliori e Jaime aveva dato davvero il peggio di se.
Lo ricordava più piccolo, più insicuro e timido, facilmente provocabile; non c’era niente in lui del principe che aveva servito con affetto.
«L’ultima volta che ci siamo visti stavi per prendere il nero e ora sei il re del Nord. Sappiate che non vengo come nemico.»
«Ti manda Cersei?» chiese Sansa un po’ spaventata e la sua mano finì sulla sua pancia, un gesto istintivo e di protezione ma che Jaime notò.
«No, lei non sa che sono qui. Io e Bronn abbiamo viaggiato notte e giorno senza mai fermarci per raggiungervi.»
«Quando la guerra sarà finita, mi occuperò anche di te» disse Daenerys e i suoi occhi si riempirono un po’ di quella luce che illuminava quelli di Aerys.
«Tu mi credi un mostro, un assassino, uno sterminatore di re ma credimi non sai nulla. Non hai idea di chi fosse tuo padre e nemmeno di che cosa volesse fare.»
«So chi era mio padre.»
«No, non lo sai. Non c’eri, non sai come si divertisse a torturare chiunque gli facesse un torto, di come ridesse mentre l’altofuoco divorava le persone, non sai il male che ha fatto a tua madre, ai tuoi fratelli. Avrei voluto intervenire così tante volte, soprattutto quando la regina gridava, ma non mi era permesso» disse abbassando lo sguardo a terra, mentre Daenerys moriva un po’ a ogni sua parola. 
«Come posso crederti?»
«Jaime non mente» lo difese Tyrion, «almeno non su questo. Se non fosse stato per lui, Robert Baratheon avrebbe trovato solo cenere al suo arrivo ad Approdo del re e temo che questo sia anche il piano di Cersei, mi sbaglio?»
«No, temo di no» dovette ammettere lui «non sono qui solo per avvertirvi, tu e io abbiamo un conto in sospeso, fratellino.»
«So che sei arrabbiato, che mi odi, ma ho fatto ciò che andava fatto.»
«Hai ucciso nostro padre!»
«Si! E lui stava per uccidere me, o lo hai forse dimenticato?! Sai chi c’era nel suo letto, Jaime?»
«Shae.»
Sansa spalancò gli occhi a quel nome, come poteva essere stata tanto cieca?
«Shae. E sai come lo chiamava? Quando sono entrato non volevo ucciderlo, ma poi l’ho vista lì, non sapeva che fossi io, credeva che fosse il grande Tywin e così lo ha chiamato: mio leone. Lei. Shae. La donna per cui sarei morto, Jaime!»
«Era una puttana, dovevi aspettartelo. Ma Tywin Lannister era tuo padre.»
«Si e mi disprezzava, mi odiava e mi voleva morto tanto quanto Cersei, o non è per questo che mi hai fatto fuggire?»
L’impulso di prendere una spada e uccidere suo fratello era molto, faticava a trattenersi, lo odiava eppure lo amava ancora.
«Perché ci hai avvertiti?» chiese il re del Nord.
«Chiamala pure pazzia.»
«Cersei vuole la mia testa su una picca e non esiterebbe un istante se potesse uccidermi.»
«E’ vero, ti odia più di chiunque altro, Sansa, ma non sono qui per suo conto. Non sono il mostro che credi.»
«Non l’ho mai detto.»
«Ma lo hai pensato, come tutti del resto. Solo un codardo attaccherebbe una donna indifesa e incinta, e nonostante le mie azioni io non sono un codardo. Uccisi Aerys Targaryen per salvare gli abitanti di Approdo del re, venni meno alla promessa fatta al principe Rhaegar di proteggere sua moglie e i suoi figli perché stavo impedendo che l'altofuoco divorasse tutto, giurai a Catelyn Tully di riconsegnarle le sue figlie ma lei morì prima che io potessi farlo e così mandai Brienne a cercare te e a Arya Stark, affinché vi proteggesse.»
«E’ tutto vero» confermò Brienne di Tarth.
«Non sono un santo, ho commesso errori come tutti del resto, azioni di cui non vado fiero.»
«Come quella di spingere mio fratello giù da una torre?» chiese il lupo bianco con gli occhi fiammeggianti di rabbia.
«Si, anche quella di spingere Brandon Stark giù dalla torre.»
«Perché?» chiese Sansa.
«Perché mi aveva visto con Cersei e Robert ci avrebbe uccisi, avrebbe ucciso Joffrey, Tommen e Myrcella e io non potevo permetterlo.»
«Bran era solo un bambino e tu lo hai privato delle gambe.»
«Sai, la vita è ingiusta e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro.»
«Perché dovrei fidarmi di te? Tua sorella impalerebbe le nostre teste su una picca, se potesse.»
«Non posso costringerti a credermi, ma sono venuto qui con buone intenzioni.»
«A quale scopo?» chiese Daenerys.
«Ho dei conti in sospeso con il tuo Primo Cavaliere, ma anche per salvare nuovamente Approdo del re. Ho vissuto lì gran parte della mia vita da quando sono diventato una guardia reale e lo sono diventato grazie a tuo fratello. Si fidava di me e io gli avevo fatto una promessa, avevo supplicato re Aerys di non aprire le porte della città a mio padre, ma non mi diede ascolto. Avrei dovuto proteggere la principessa Elia e i principini ma ero troppo occupato a impedire a tuo padre di farci bruciare tutti vivi» ricordò tristemente Jaime.
Le urla del popolo, quelle del re folle, i corpi dei principini e quello di Elia Martell ai piedi del trono di spade, avvolti nei mantelli dei Lannister, «voglio fare ammenda, se dovrò morire non voglio essere ricordato come uno sterminatore di re.»
«Ser Jaime dice il vero.»
«Come puoi saperlo?»
«Regina Daenerys, mi fido di lui, gli affiderei la mia vita» rispose Brienne di Tarth guardando il leone negli occhi.
«E io mi fido di Brienne» rispose Sansa Stark, «ma ti avverto, ser Jaime, un passo falso e sarai morto.»
«Proverò la mia buona fede, maestà.»
«E non farai alcun male a lord Tyrion.»
«Questo non posso prometterlo.»
«Lui è il mio Primo Cavaliere, ser» ribatté Daenerys infuriata.
«Prima di essere il tuo consigliere, è mio fratello e risponderà di ciò che ha fatto» disse Jaime fissando Tyrion negli occhi.
«Hai fatto tanta strada solo per uccidermi, Jaime? Potevi risparmiartela, con un po’ di fortuna mi uccideranno gli Estranei.»
«Ti facevo più intelligente fratellino, gli Estranei sono solo storie per spaventare i bambini.»
«Lo credevo anch’io, finché non li ho combattuti. Stanno per arrivare e faremo meglio a essere pronti quando arriveranno.»
Jaime si sforzava di vedere in quel giovane uomo la somiglianza con Rhaegar Targaryen, ma non ne vedeva nessuna.
Jon Snow, o Stark, non era biondo e non aveva gli occhi viola, nessun tratto dei Targaryen.
Nemmeno la principessa Rhaenys e il principe Aegon avevano preso dai Targaryen; Jon è molto più lupo che drago.
«E i Sette Regni?» chiese.
«Dovranno aspettare, non possiamo combattere due guerre contemporaneamente. Tua sorella sarà la prossima, non temere. Le restituirò il favore moltiplicato.»
«Non c’è nulla che possa ferirla, non più ormai» ammise tristemente Jaime.
«Ho saputo di Tommen e Myrcella, mi è dispiaciuto molto Jaime.»
«Davvero? Ti è dispiaciuto davvero, Tyrion?»
«Certo che mi è dispiaciuto, gli volevo bene erano i miei nipoti. Jaime, so che ora mi odi ma lui mi voleva morto. Mio padre, mi voleva morto!»
«Perché diavolo credi che ti abbia aiutato a fuggire? Pensi che avrei voluto vedere la tua testa su una picca, forse? Ma perché?! Perché lo hai ucciso!»
Tyrion non rispose, sostenne lo sguardo furioso di Jaime.
«Farò preparare una stanza per voi» disse il re del Nord cercando l'approvazione della moglie e anche di Daenerys.
«Grazie infinite maestà» rispose Brienne chinando la testa.
«Brienne, se ser Jaime proverà a fare del male alla mia famiglia non lo risparmierò.»

  
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