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Autore: _Ouroboros_    06/07/2017    8 recensioni
[Storia interattiva. Iscrizioni aperte fino al 13 Luglio]
[What if...? Cosa sarebbe successo se Tom Riddle avesse ottenuto la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure?]
Dal prologo.
Tom Marvolo Riddle.
Orfano brillante, studente modello, coraggioso e diligente, Prefetto e Caposcuola, insignito di una coppa per Servizi Speciali resi alla scuola durante il suo quinto anno. Commesso presso Borgin and Burkes, aveva fatto perdere le sue tracce sette anni prima. Nessuno sapeva cos'era avvenuto in quel lasso di tempo, ma, quando s'era ripresentato nella sua casa d'adolescente, il Preside, Albus Dumbledore, non aveva potuto negargli il posto che aveva richiesto non appena diplomato.
Non che l'uomo non nutrisse i suoi ragionevoli dubbi circa quella figura ammantata di mistero, reduce com'era dall'atavico e fondato pregiudizio sulla direzione oscura della sua formazione, ma Tom Marvolo Riddle era qualcuno a cui si poteva negare molto difficilmente qualcosa e il Preside aveva preferito tenerlo più vicino a sé, dove poteva accertarsi dei propri sospetti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Prologo

 
 


Hogwarts, 17 Agosto 1970


Il Sole brillava alto nel cielo scozzese, velato appena da nubi di nebbia e fumo che non riuscivano a oscurare l'azzurro scintillante della volta.
Nell'aria v'era odore di cardi e di salsedine, erba bagnata di rugiada e pane fresco, che gli elfi sfornavano ogni giorno per i pochi insegnanti che avevano optato per soggiornare anche dopo la fine dell'anno scolastico.
Era un sentore piacevole, che profumava di casa e di vita, ma non era abbastanza forte da mitigare il senso di oppressione che aleggiava tra le aule e i corridoi deserti.
Il castello era immerso in una quiete straniante, vuoto com'era, privo di quei pupilli che erano il suo vanto e il suo orgoglio.
La professoressa Merrytought, dopo quasi quarant'anni di onorato servizio, s'era congedata con le solite strette di mano vigorose e uno scintillio malinconico nei penetranti occhi cerulei, cisposi e dalle palpebre pesanti per via dell'età avanzata. Fosse stato per lei, avrebbe insegnato sino al giorno della sua morte, legata e affezionata com'era a quelle sale antiche e agli studenti che le abitavano, ma il vaiolo di drago non era una malattia che avrebbe potuto affrontare in silenzio.
Ad occupare il suo posto sarebbe stato un trentenne che era riuscito a sbaragliare tutti gli altri candidati, la cui aura magica era talmente potente da far tremare le pareti intrise di vetusti incanti di protezione, eretti dai Fondatori stessi, la loro ultima opera per l'alcova che avevano creato con tanto amore e tante speranze.
Tom Marvolo Riddle.
Orfano brillante, studente modello, coraggioso e diligente, Prefetto e Caposcuola, insignito di una coppa per Servizi Speciali resi alla scuola durante il suo quinto anno. Commesso presso Borgin and Burkes, aveva fatto perdere le sue tracce sette anni prima. Nessuno sapeva cos'era avvenuto in quel lasso di tempo, ma, quando s'era ripresentato nella sua casa d'adolescente, il Preside, Albus Dumbledore, non aveva potuto negargli il posto che aveva richiesto non appena diplomato.
Non che l'uomo non nutrisse i suoi ragionevoli dubbi circa quella figura ammantata di mistero, reduce com'era dall'atavico e fondato pregiudizio sulla direzione oscura della sua formazione, ma Tom Marvolo Riddle era qualcuno a cui si poteva negare molto difficilmente qualcosa e il Preside aveva preferito tenerlo più vicino a sé, dove poteva accertarsi dei propri sospetti.
Albus Dumbledore si accarezzava pensoso la lunga e folta barba candida, scrutando dietro gli occhiali a mezzaluna lo splendido panorama che si dispiegava dinanzi a lui dall'alto del suo ufficio, perso nelle proprie congetture.
Fawkes, appena nato, cantava sottovoce mentre si beccava le piume di fuoco, una litania dolce e rassicurante.
« Pensi sia stato saggio?» domandò infine la donna con un accento scozzese che si percepiva appena dietro il tono severo e preoccupato.
Minerva McGonagall, scintillanti occhi verdi e intelligenti celati da lenti squadrate e capelli d'ebano stretti in uno chignon curato, sedeva composta sulla poltrona accogliente dietro la scrivania, sorseggiando il suo Earl Grey, i gomiti poggiati sulla veste da strega che ben si sposava con le sue iridi di smeraldo.
Dumbledore non aveva bisogno di domandarle di chi stesse parlando. La professoressa McGonagall, che aveva ereditato la sua cattedra anni prima, condivideva ampiamente le sue rimostranze, avendo ella stessa conosciuto Riddle negli anni da studentessa.
« Penso sia necessario, Minerva, perlomeno per evitare una guerra,» replicò l'uomo con voce amabile ed elegante, volgendosi per rivolgerle un sorrisetto tranquillo nonostante l'argomento scabroso. Se Riddle fosse arrivato al Ministero e al potere, non vi sarebbe stata possibilità per epilogo differente, ne era più che certo.
« Credi che riuscirai a tenerlo sotto controllo?»
« Questo potrà rivelarcelo soltanto il tempo,» ribatté come se stessero discutendo della bella mattinata appena trascorsa, come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo, sebbene le iridi fossero diventate più scure, « Sorbetto al limone?»







Lestrange Manor, Hampshire, Inghilterra, 18 Agosto 1970


La Luna era sorta in fretta quella sera, combattendo come un Gigante contro il Sole per il monopolio del cielo, e con essa il chiacchiericcio era aumentato di volume a Lestrange Manor, come i fiumi di champagne nei calici di cristallo e lo scintillio delle vesti sotto i lampadari di diamanti.
Lucius Malfoy sospettava che la maggiore età di Rodolphus fosse un avvenimento di secondaria importanza, anche perché il festeggiato, costretto in una veste elegante che non avrebbe mai indossato di sua volontà, s'era eclissato pochi minuti dopo aver accolto tutti gli ospiti, rifugiandosi nel Labirinto che l'accoglieva sempre quando era turbato per qualcosa. La verità era che Madama Thalita Lestrange, come ogni dama francese degna della propria nazionalità, non si faceva remore a mostrare l'agiatezza in cui viveva.
Lucius non si lamentava per quegli eccessi, essendo egli stesso un amante dell'eleganza e un virtuosista della raffinatezza. Eppure quella festa lo stava annoiando, e anche molto.
Non sopportava le chiacchiere insulse degli ospiti, le risatine frivole delle donne e quelle roboanti degli uomini che avevano bevuto sin troppo vino francese, ed era stato costretto troppe volte a socchiudere gli occhi grigi per evitare che le vesti eleganti li accecassero.
Non era in vena di festeggiare nulla in quei giorni, non da quando suo padre l'aveva convocato nel suo ufficio e l'aveva messo al corrente della propria malattia mortale.
Per Lucius era stato un duro colpo. Quand'era bambino, Abraxas gli era parso l'uomo più imponente del mondo intero, colui che poteva vantare le chiavi d'accesso alle ricchezze dell'alta società, potente, caparbio e carismatico. Assomigliargli era diventato l'obiettivo della sua esistenza.
Scosse il capo per allontanare quel pensiero. Era a Lestrange Manor per rappresentare la sua famiglia e di certo quegli occhi lucidi non erano per niente adatti a un Malfoy.
Come faceva spesso, si perse nell'osservare gli avventori che circolavano per le sale antiche del maniero, in un fruscio liquido di abiti d'alta sartoria e nei tintinnii dei gioielli. Molti anni prima Lestrange Manor era stato proprietà dei Gaunt, i discendenti di Salazar Slytherin, ma quella famiglia era decaduta da secoli e le sue sale erano rimaste vuote per anni prima che fossero rilevate da un curatore d'asta che l'aveva venduta ai Lestrange per una cifra da capogiro. Madama Thalita s'era subito gettata entusiasta nel rimoderarlo e l'effetto era stupefacente. Tappeti preziosi e soffici coprivano il pavimento di marmo dei corridoi e quadri di antenati proteggevano la casa dei loro discendenti, ma il vero vanto erano i giardini ricchi di piante esotiche e curati sino all'inverosimile, una giungla barocca. Non poteva biasimare Rodolphus se preferiva essere all'esterno della villa. Lui stesso l'avrebbe seguito se non fosse stato per il rispetto dell'etichetta.
Bellatrix Black, la maggiore e la più oscura delle tre sorelle, conversava poco distante dal suo divanetto con Evan Rosier, i capelli scuri di lei intrecciati in mille riccioli alla base della nuca elegante. Bellatrix era sicuramente la più avvenente tra le figlie di Cygnus e Druella, con quel corpo florido di rosa sbocciata stretto in una veste scura come il manto notturno che la fasciava come una seconda pelle, aderendo alle forme sinuose del suo corpo. Calamitava gli sguardi con la sicurezza di una regina e la sua aura magica vibrava d'energia. Era scontrosa e scostante, nonché dotata di una certa perfidia che a volte lo turbava, ma era indubbiamente la dama più avvenente della sala. Da come gesticolava Lucius immaginò stessero discutendo di Arti Oscure. Evan, dopotutto, era un mago brillante quanto lei e un abilissimo duellante e l'argomento non lo stupiva.
Poco distante da loro, Andromeda, la mezzana dagli occhi dolci, vestita in modo molto meno appariscente rispetto alla maggiore con un abito di raso color avorio, suonava il piano mentre Rabastan intonava, in un perfetto italiano, l'atto secondo della Traviata, un perfetto Alfredo che si rallegrava perché la sua Violetta l'aveva preferito alla mondanità.
Lucius sorrise dinanzi a quella scena. Rabastan non si smentiva mai, sempre pronto a mettersi in mostra nelle occasioni più disparate, diverso dal solitario e pacato Rodolphus quanto la notte dal giorno. Gli occhi azzurri del ragazzo brillavano di malizia calcolata e di fascino conturbante, ma Andromeda rimaneva concentrata sullo spartito, totalmente disinteressata alle attenzioni del giovane.
Uno scintillio d'anelli fu catturato dalle luci del lampadario e Lucius volse di scatto il capo platinato per scorgere la fonte di quel luccichio.
Una smorfia di disprezzo gli deturpò le labbra sottili nel vedere da chi proveniva. Tatiana Burke, occhi verdi da gatta e sua stessa indolenza, era forse una delle giovani più appariscenti e meno eleganti che avesse mai conosciuto, un completo disastro per quel ricevimento come se si fosse imbucata dopo essere stata a un concerto rock babbano. Era l'unica donna in sala ad indossare dei pantaloni, con sotto degli stivali di pelle di drago che le arrivavano fino al ginocchio. I capelli sciolti, di un nero lucido come un manico di scopa, folti e lisci, ricadevano sulle spalle esili e sul top era disegnato un sottomarino giallo. Lucius non fu stupito dal fatto che suo padre Caractarus stesse facendo di tutto per non guardarla.
Accanto alla bellezza eterea di Narcissa Black quell'abbigliamento semi-babbano era come uno Schiantesimo in pieno petto.
Lucius puntò lo sguardo sulla ragazzina affascinante quanto una ninfa dei boschi e lì rimase, incapace di scostarsi da quella meraviglia in miniatura. I lunghi capelli biondi erano acconciati in una treccia francese che scendeva delicata come un carezza sul collo da cigno, alabastrino come il resto di quella pelle di latte e burro, interrotta sul volto dalle gote di pesca e dagli occhi azzurri quanto fiordalisi. Indossava un vestito azzurro, uno stile molto semplice dalla gonna plissettata e il corpetto ricamato in pizzo. Era talmente incantevole che gli mancò il fiato.
Narcissa sorrideva cordiale verso l'amica, le labbra rosee e sottili arcuate a sollevare le guance, ma Lucius notò che si stava concentrando nel guardare la ragazza il meno possibile. Tatiana sapeva essere una compagnia piacevole, essendo una narratrice nata e una grande oratrice, ma l'effetto dell'incanto nelle sue parole era assolutamente rovinato dalla vista. Non che fosse sgradevole, ma era totalmente priva di grazia ed eleganza.
« Lucius, è praticamente una bambina,» esclamò scandalizzata una voce squillante e divertita che conosceva bene, in una lieve inflessione londinese che la faceva sospirare un po' più del necessario.
Sollevò lo sguardo plumbeo ad incontrare le iridi di topazio, scintillanti di malizia, di sua cugina Drusilla, splendida nel suo abito a sirena di un verde brillante e seducente. La destra stringeva elegante un calice di champagne frizzante quanto il suo sorriso sarcastico.
Alle sue spalle c'era il gemello Tiberius, divertito quanto lei, che l'osservava da sotto le ciglia bionde e lunghe con un tale cipiglio malandrino che avrebbe scandalizzato la madre se l'avesse visto in quel momento.
Dru si accomodò accanto a lui, in uno svolazzo elegante, abbacinandolo per un attimo con il suo profumo di menta. Tentò di accavallare le lunghe gambe tornite, ma il vestito gliel'impedì, poi gli posò una mano sul gomito, chinandosi verso di lui con fare cospiratorio.
« Non so di cosa tu stia parlando, Drusilla, e ti consiglio di allontanare la mano dal mio braccio,» esclamò con voce strascicata, tentando di risultare annoiato e sofisticato come sempre, impossibile da turbare con certe insinuazioni.
« Già, Lucius. Quanti anni avrà? Dodici?» calcò la mano Rius, come se non l'avesse affatto sentito, accomodandosi sul bracciolo accanto alla gemella, accennando con uno svolazzo noncurante della mancina verso la più piccola delle sorelle Black.
« Quattordici,» lo corresse senza accorgersene, arricciando il naso per il commento del cugino.
« Aha, colto in fallo. Allora sai di chi stiamo parlando,» replicò Dru con un sorriso trionfante e impudente, lasciandogli un leggero buffetto sull'avambraccio.
« Non potete importunare qualcun altro?» domandò seccato, fulminandoli con lo sguardo e pentendosi per la propria buona educazione. Avrebbe dovuto seguire il suggerimento implicito di Rodolphus e cercare la pace nei giardini. Perlomeno non sarebbe stato accerchiato da due Goblin biondi e terribilmente saccenti, che ghignavano ferini come iene.
« E che divertimento ci sarebbe?»






Shoreditch, Londra, 23 Agosto 1970


Se a Rita Skeeter fosse stato domandato quale colore avrebbe associato alla noia, la giovane diciassettenne non avrebbe esitato nell'affermare che era il grigio.
Il quartiere in cui viveva ne era pieno, dai negozi anonimi e le persone ancora più fatue e vuote, quindi poteva parlare con una certa cognizione di causa.
Ogni volta che tornava a casa per le vacanze estive si ritrovava immersa in quella nebbia nociva, lontana dal mondo lussuoso e dagli ambienti altolocati che le avrebbero fruttato delle conoscenze per il futuro.
La sua piuma piangeva lacrime di inchiostro perché non poteva vergare battute al vetriolo né frasi che avevano il potere di scuotere le coscienze.
Nessun pettegolezzo succoso, nessuna novità, nessun incontro che potesse accendere il suo interesse.
Shoreditch era la periferia più degradante di Londra e Rita la detestava con ardore, soprattutto perché non riusciva a trovare un protagonista adatto allo spessore della sua sagacia.
Quello di cui Rita Skeeter aveva bisogno era proprio uno scandalo apocalittico, solo non sapeva che qualcuno stava per accontentarla.






Angolo autrice

Salve a tutti e benvenuti nei mitici anni '70. Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se Albus Dumbledore avesse concesso il posto da insegnante a Voldemort, se qualcosa sarebbe cambiato nella sua storia personale. Ed eccomi qui a metterla su carta. Tom Riddle, nella mia storia, è nato una decina d'anni dopo rispetto al Canon e ha trentaquattro anni. È al suo primo anno d'insegnamento e la sua storia è rimasta immutata sino a questo momento.
Ho deciso di mantenere i nomi originali dei personaggi, avendo letto la saga in lingua.
Il top di Tatiana, quello con un sottomarino giallo, è un chiaro riferimento ai Beatles e alla loro Yellow Submarine.
Spero che il prologo vi sia piaciuto e che vogliate partecipare.



Regolamento


 
  1. Le schede vanno inviate esclusivamente per messaggio privato, entro il 13 Luglio;
  2. Come da regolamento, le recensioni con su scritto “voglio partecipare con...” non sono affatto recensioni. Quindi vi chiedo, per favore, di articolare il commento sul capitolo. Mi piacerebbe davvero tanto avere un parere costruttivo;
  3. Potete inviarmi un massimo di 3 schede;
  4. Non accetto Lupi Mannari, Veela, Vampiri, Animagus e simili;
  5. Non accetto personaggi imparentati con i Canon, se non alla lontana;
  6. Non accetto Mary Sue, Gary Stu e personaggi con gravi problemi psicologici;
  7. Nel rispetto dell'interattiva, chiedo alle autrici dei personaggi scelti di non sparire.


Scheda:


Nome:
Secondo nome:
Soprannome:
Cognome:
Età:
Casa e Anno:
Stato di Sangue:
Aspetto fisico:
Prestavolto:
Carattere (molto dettagliato):
Famiglia e rapporti con essa:
Amicizie:
Inimicizie:
Orientamento sessuale:
Relazione sentimentale:
Materie amate/odiate:
Segue Difesa Contro le Arti Oscure? Ha mai sentito parlare di Tom Riddle prima?
Ruolo (Quidditch, vari Club scolastici, Prefetto, Caposcuola):
Altro (curiosità sul vostro OC: hobby, ciò che ama od odia, animale domestico, fobie, debolezze, tutto ciò che vi viene in mente):


In corsivo sono segnati i punti non obbligatori. Per le amicizie, le inimicizie e la relazione vi chiedo una breve descrizione dei caratteri. Potete nominare anche gli OC o i Canon.




Canon e OCs


 
Andromeda Amaryllis Black, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Incantesimi. Prefetto. Eterosessuale. Occupata per relazione.


Bellatrix Cassiopeia Black, VII anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Prefetto e Caposcuola. Eterosessuale. Libera per flirt/occupata per relazione.


Narcissa Adhara Black, IV anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Trasfigurazione. Eterosessuale. Occupata per relazione.



Tatiana Victoria Burke, VI anno, Corvonero, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Cronista. Bisessuale. Libera per relazione.


Rabastan Lestrange, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Trasfigurazione. Cacciatore. Bisessuale. Libero per relazione.


Rodolphus Lestrange, VII anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Incantesimi. Portiere. Eterosessuale. Libero per relazione.


Drusilla Malfoy, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Trasfigurazione. Bisessuale. Libera per relazione.


Lucius Malfoy, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Incantesimi. Cercatore e Capitano. Prefetto e Caposcuola. Eterosessuale. Libero per flirt/occupato per relazione.


Tiberius Malfoy, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club di Pozioni. Bisessuale. Libero per relazione.


Evan Rosier, VI anno, Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Eterosessuale. Libero per relazione.


Rita Skeeter, VII anno, Corvonero, membro del Lumaclub e fondatrice del Giornalino scolastico. Eterosessuale. Libera per relazione.


Edward Tonks, VI anno, Tassorosso, membro del Club di Incantesimi. Cercatore e Capitano. Eterosessuale. Occupato per relazione.
   
 
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