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Autore: Dubhe_And_Learco    06/07/2017    0 recensioni
Entrò nella prigione una figura incappucciata che Dubhe riconobbe all’istante, infatti, lo guardò con occhi adoranti, non riusciva a credere a quel miracolo....“ ciao Dubhe, ti ricordi di me?” Disse la figura, quando Dubhe risentì dopo tanto tempo quella voce dolce e severa allo stesso tempo disse stupita e spaventata “ Sarnek??”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ancora dolorante Dubhe cercò di muoversi, ma anche quella volta non ci riuscì, seduta in quella posizione si mise a cantare: “I pirouette in the dark I see the stars through me Tired mechanical heart Beats til the song disappears Somebody shine a light I’m frozen by the fear in me Somebody make me feel alive And shatter me So cut me from the line Dizzy, spinning endlessly Somebody make me feel alive And shatter me…” (Lindsey Stirling, Shatter me). Appena lei smise di cantare nella prigione entrarono Yeshol, Sarnek e Aster che la guardavano con espressioni scioccate. Non sapeva se loro l’avevano ascoltata mentre cantava, anche se era preoccupata, disse “allora che avete da guardarmi in quel modo?” Aster guardò Dubhe con espressione arrabbiata dicendo “vedo che non hai imparato la lezione, anche se io non sono nella tua mente, so cosa stai pensando e cosa stai provando... poi pensavo che per giurarci fedeltà potresti uccidere un altro membro della Gilda, in questo momento lui è fuori da questa stanza, basta un semplice cenno della testa e l’ho faremo entrare”. Lei un po’ titubante accettò e fece il cenno, Aster a questo punto guardò Yeshol e gli disse “fallo entrare”, Sarnek aveva un misto di pietà e tristezza negli occhi ma lei non fece domande. Nella prigione entrò un uomo alto e magro con capelli biondissimi, quasi albino, ed ha occhi scurissimi. Dubhe quando riuscì a riconoscerlo sgranò gli occhi gridando, era suo padre, Gorni. Da un momento all’altro Dubhe sarebbe svenuta, si erano presi pure lui, non sembrava invecchiato per niente dall’ultima volta che lo aveva visto, cioè quando aveva otto anni. Dubhe prese tutto il coraggio che aveva in corpo per parlare è disse ”... papà, sei proprio tu?” da quanto tempo non pronunciava quel nome, tanto tempo, troppo. Gorin se ne stava lì, fermo come una statua a fissare sua figlia, probabilmente non si aspettava di trovare proprio lei come sua assassina. A un certo punto Gorin disse “sì, sono io”, Dubhe cercò di alzarsi per andare da suo padre, ma qualunque cosa aveva fatto ieri Aster era ancora in funzione sul suo corpo, anche quella volta non riuscì ad alzarsi. Cercò di alzarsi ancora tre volte, i suoi arti sembravano bloccati dalla magia, in quel momento si ricordò di quando aveva sette anni, era riuscita a sollevare un bicchiere dal tavolo, sua madre si era spaventata alla vista del bicchiere in aria lei gli aveva detto che era stata lei, ma la madre non la credeva quindi per provargli che era stata lei senza toccare il bicchiere lo aveva rimesso a posto. La madre l’aveva chiamata mostro e gli aveva detto che quella era magia, gli aveva fatto promettere di non usarla più, la sera quando era tornato suo padre, la madre non gli aveva raccontato niente sull’accaduto della mattina. Aster guardava Dubhe incuriosito cercando di capire cosa voleva fare, alla fine capì quello che stava cercando di fare. Dubhe si concentrò su se stessa è cerco dentro di lei la magia, dopo un po’ la trovo e a quel punto senza sconcentrarsi disse a bassa voce la parola al contrario di quella che Aster aveva detto ieri “... rdliuh...”. Dubhe aprì gli occhi e riprovò ad alzarsi, questa volta ci riuscì al primo tentativo, si guardò attorno, la prima cosa che vide, era la faccia sconvolta di Aster, andò verso suo padre e lo abbracciò, lui non ricambiò quindi sciolsi l’abbraccio e lo guardai. Mi ritornò in mente il primo giorno d’estate di circa dieci anni fa Lei iniziò a piangere lentamente. Aveva promesso a suo padre che avrebbe fatto la brava bambina, che avrebbe resistito, ma non ce la fa. Quel pomeriggio le ritorna vivido alla mente, e ha paura. “Non possiamo continuare un’altra volta? Non vede che sta male?” prova a difenderla suo padre. “Non starà mai male come mio figlio” dice con odio la madre di Gornar. Trarek richiama tutti all’ordine. E’ irritato. “Oggi chiariremo la faccenda, per il bene di tutti, e per quello di tua figlia, Gorni. La cosa è andata avanti fin troppo a lungo”. Poi Trarek la guarda. E’ la prima volta che lo fa da quando è iniziato il processo. Ma i suoi occhi sono severi, e non la vedono davvero. Il suo sguardo le passa attraverso, fino a raggiungere la folla alle sue spalle. “E’ il tuo turno, racconta!” lei cerca di asciugarsi le lacrime, ma non ci riesce. Racconta tutta la storia tra i singhiozzi. Rievoca i giochi del pomeriggio, come tutto fosse andato bene, di quanto si fossero divertiti. E poi Gornar era sempre scorbutico con lei. “Perché io sono forte e lui lo sapeva, del gruppo sono l’unica di cui aveva un po’ paura”. Poi parla del serpente, di quel bel serpente luccicante tra l’erba. Era un ottimo pezzo della sua collezione, e lei lo voleva. E poi la lite. “Io non so com’è potuto succedere... non lo so, non era la prima volta che facevo a botte con qualcuno”. “Ti è successo ancora molte altre volte?” chiede Trarek.” Un po’” risponde lei esitando. “Solo che io non volevo... non lo so cosa stava succedendo... lui mi ha tiratoi capelli, mi ha messo la testa sotto...” A Dubhe scivola una lacrima solitaria lungo la guancia destra. Le lacrime sono più forti, e lei non riesce più a parlare. Suo padre la tiene per le spalle. “Basta così, basta così”. “E’ sufficiente?” chiede poi con tono di sfida a Trarek. “Ci basta”. Gli anziani si alzano, si ritirano, e mentre lo fanno due giovani la separano da suo padre. “Cosa diavolo sta a significare?” chiede lui con rabbia. “Che tua figlia deve stare in un luogo sicuro”. “Ma è una bambina, dannazione! Possibile che nessuno si accorga di questa cosa così semplice?” Lei cerca di aggrapparsi a suo padre, ma le sue mani sono deboli, e quei due ragazzi tanto più forti di lei. Mentre la portano via riesce a vedere suo padre trattenuto da altri uomini, e sua madre in lacrime a terra. Lei guarda suo padre, le lacrime ormai fuoriuscivano dai suoi occhi come treni in corsa, non riesce a riconoscere suo padre con suo padre di dieci anni fa. Morto nei boschi che cercava di ritrovarla, suo padre che quando la abbracciava in qualsiasi momento lei riusciva a trovare il sorriso. L’aria nella stanza in tanto si faceva più pesante, ed il luogo sempre più buio. Aster sapeva che una magia simile era molto difficile da fare anche per lui, quindi riuscì a comprendere quanto potente era quella ragazza, per fermarla bisognava capire chi l’aveva fatta piangere ed il motivo. Aster cercò di entrare nella sua mente, ma non ci riuscì perché lei era riuscita ad eleggere le barriere attorno alla sua mente. Gorni si era appena risvegliato dal suo stato di trans vide una ragazza ferma con lo sguardo perso per aria piena di ferite e lividi dappertutto ha i capelli lunghissimi marroni e occhi neri. Dopo qualche secondo si mosse mi guardò, dal suo occhio scese una lacrima solitaria seguita poi da tante altre. Gorni si avvicinò piano a lei per cercare di calmarla ma lei si mosse e lo guardò arrabbiata alzò la mano verso il suo petto per poi stendere il braccio verso di lui, senza saperne il motivo Gorni venne spinto da una forza invisibile verso il muro. Gli faceva malissimo la schiena ma doveva raggiungere Dubhe per calmarla si staccò dal muro tutto dolorante e piano la raggiunse, si avvicinò di più e la abbracciò dicendo “non ti perderò di vista neanche un secondo… mi sei mancata bambina mia” Dubhe però non stava ricambiando l’abbraccio e la stanza si stava oscurando di più. Dubhe si stacco dall’abbraccio e cadde per terra senza forze, una delle ferite che aveva sulla gamba destra si era riaperta e con il briciolo di forze che gli rimanevano sussurrò “…p-p-papà…anche tu m-mi sei man-mancato” poi svenne. La stanza era tornata luminosa subito dopo che Dubhe svenne Sarnek era rimasto a bocca aperta per tutto il tempo per la sorpresa Aster disse “Sarnek prendi Dubhe e mettila nella stanza vicino alla mia” Sarnek disse “Sua Eccellenza Dubhe potrebbe scappare” Aster tranquillo disse “lo so ma ho pensato di applicare un incantesimo su di lei e sulla porta… l’incantesimo che ho intenzione di fare su di lei è che ogni volta che si alza e cammina consuma un quarto dell’energia che ha nel corpo, questo incantesimo e l’altro sono collegati infatti quando lei toccherà la maniglia della porta lei sverrà e verrà teletrasportata sul letto, quando io toccherò la maniglia della porta essa si aprirà” Sarnek si avvicina al corpo di Dubhe e lo prende in braccio uscendo poi dalla porta seguito da tutti gli altri e si dirige verso un area isolata dove si trovavano solo tre camere quella di Yeshol, Aster e ora Dubhe. Quando arrivano alla camera Yeshol apre la porta e Sarnek e il primo ad entrare, la stanza di Dubhe è molto grande al centro di essa c’è un letto a due piazze ai lati si trovano due comodini su di uno ci sono tre statue una statua rappresenta Thenaar (la più grande) vicino ad essa c’è una statua che rapprestava Aster l’ultima rappresentava una ragazza incappucciata col viso alzato l’unica cosa che si vedeva del viso era il piccolo naso, la bocca e i capelli il corpo invece era coperto dal mantello le braccia erano tese e dà una mano partiva un fulmine dell’altra invece uscivano alcuni fiocchi di neve. Sarnek non aveva idea di chi fosse quella figura incappucciata e chiese “Sua Eccellenza chi è quella ragazza incappucciata?” Aster sembrava sorpreso quindi disse “non lo sai? Chi è che ti ha insegnato tutta la storia?” Sarnek guardò Yeshol che stava tremando come una foglia e disse “mio signore mi ha insegnato tutta la storia Yeshol” a quelle parole lui sbianco Aster si girò verso Yeshol e incominciò a pronunciare una litania incomprensibile alle sue orecchie facendo dei gesti con una mano e l’altra la teneva tesa e aperta nella direzione di Yeshol arrivato ad un certo punto incominciò a chiudere lentamente la mano che era aperta, Yeshol si tocco la gola diventando sempre più bianco e cadde a terra incominciando a contorcersi in preda al dolore i suoi occhi sono spalancati e la pupilla era piccolissima segno che era terrorizzato, Aster intanto stava continuando la litania e la mano è completamente chiusa. Sarnek mise Dubhe sul letto e si allontanò tornando a guardare Aster e Yeshol, Aster aprì un dito per volta facendo una pausa per continuare la litania Yeshol ormai era di un bianco cadaverico ma continuava a muoversi in preda al dolore appena Aster quando aveva di nuovo la mano completamente aperta Yeshol riiniziò a respirare e le sue pupille si dilatarono un po’, però aveva ancora paura. Aster poi guardò Sarnek e disse “io come tu ben saprai sono il secondogenito ed ho meno potere rispetto al primogenito lei ha un potere molto speciale sa comandare gli elementi, come vedi anche dalla statua, Thenaar disse che la sua primogenita doveva vivere sin dalla nascita sul Mondo Emerso lei soffrirà molto per poi avere la felicità quando sarà piccola scoprirà il suo enorme potere ma la convinceranno che non deve utilizzarlo poi piano piano quando avrà diciotto anni sarà in grado di utilizzare in pieno tutti i suoi numerosi poteri, ti chiederai perché Thenaar ha mandato sua figlia qui… beh e molto semplice in realtà perché lei deve riuscire dove io ho fallito, lei è anche una bambina della morte, deve riuscire a conquistare tutto il Mondo Emerso però senza ammazzare tutti gli umani perché sarebbe inutile alla fine lei creerà un’altra specie che andrà a sostituire i mezzelfi, sulla sua mano sinistra piano piano si formeranno due fulmini incrociati con sopra una corona…” Dubhe si mosse durante tutto il racconto come se stesse avendo un incubo e Sarnek disse “wow… Sua Eccellenza non doveva fare altri due incantesimi?” Aster ringrazio Sarnek per averglielo ricordato e da un cassetto prese una strana sostanza nera e iniziò a pronunciare una litania poi mise il dito dentro la sostanza poi iniziò a seguire un percorso lungo il suo corpo che solo lui vedeva, una volta che su tutto il suo corpo c’erano degli strani simboli tose il dito dalla pelle di Dubhe e chiuse gli occhi e sussurro “preparatevi perderà il controllo e se non volete perdere la vita sapete già cosa dovete fare” poi riprese con la litania andando sempre più veloce e attorno ad Aster si creò una barriera, Dubhe si alzò di scatto facendo riaprire ogni ferita che aveva sul torace saltò giù dal letto e tra le sue mani comparve un pugnale con la lama a forma di fulmine con una scritta in una lingua che neanche Aster capì e l’impugnatura era dorata. Dubhe scattò verso Aster e dopo vari tentativi riuscì a conficcare l’arma nella barriera ma non riuscì a romperla infatti si girò e andò verso Yeshol che aveva già l’arma sfoderata però Dubhe ebbe la meglio e riuscì a colpirlo al fianco trapassandolo, sotto le palpebre si intravedevano gli occhi diventati rossi, Sarnek corse verso Dubhe cercando di colpirla alla spalla ma lei si girò e cercò di colpirlo ma Sarnek parò in corpo e lui la colpì alla spalla facendo un taglio profondo, lei cadde a terra con l’arma stretta tra le dita. Essa si illuminò diventando color oro e incandescente Dubhe si alzò ed aprì gli occhi completamente rossi, che gli trasmettevano una paura folle facendo indietreggiare Sarnek lei rise in maniera isterica e Aster sussurrò “bisogna colpirla con le parole ora perché vulnerabile per via della ferita ed io sono nella sua mente non può muovere neanche un muscolo” Aster riprese con la litania iniziando a fare gesti strani, Gorni rimasto fino ad ora a guardare la scena disse con voce triste “sai Dubhe non fai altro che rompere le promesse fatte sia le mie sia quelle di Sarnek, se non mi sbaglio avevi giurato di non ammazzare più nessuno ma quante persone hai ammazzato fino ad ora? 100? Hai deluso tutti quanti anche Learco” gli occhi di Dubhe tornarono normali e subito dopo svenne, Aster sciolse la barriera e iniziò l’altro incantesimo. Yeshol prese Dubhe e la rimise sul letto, una volta finita anche l’altro incantesimo Aster si alzò e aprì la porta uscendo seguito da tutti gli altri e la porta si richiuse da sola dietro di loro lasciando Dubhe da sola nella stanza mentre riprendeva le forze molto più velocemente di sicuro la mattina seguente sarebbe stata molto più forte di qualunque persona.
   
 
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