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Autore: nikidon92    06/07/2017    1 recensioni
Ciao a tutti! questa è la mia prima fanfiction! il protagonista è il mio adorato Lip, con l'ingresso di un nuovo personaggio. la storia comincia dal secondo anno di università di Lip. Ci sono un po' di variazioni rispetto alla serie originale e avvenimenti che in realtà non sono presenti nella serie. In più è presente un leggerissimo Cross over, giusto per rendere la storia un po' più interessante... Detto questo, vi auguro buona lettura!
p.s.: sono ben accetti consigli e opinioni positive e negative ^-^ ciau!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lip

La cena era stata fantastica, nonostante la breve interruzione di Frank. Ma quello era un problema che non si sarebbe mai risolto. Salimmo in camera, avevamo deciso di andare da qualche parte a divertirci un po' ma avevamo farina ovunque e avevamo optato per una doccia veloce, almeno a parole… a fatti la doccia durò più del previsto. Non era passato momento della giornata nel quale non avessi desiderato riaverla, possederla di nuovo era una sensazione esilarante. Lei era più sciolta rispetto alla mattina, e sentivo che era più propensa a godersi il momento.
Mezz'ora dopo eravamo diretti in un locale non molto distante da casa per passare delle ore senza pensare.

-Non ti da fastidio che si comporti in questo modo?- aveva chiesto all'improvviso, non ci voleva un genio per capire di chi stesse parlando

-Sì, ma cosa posso farci? È sempre stato così e dopo tutto è sempre mio padre

-Io non sarei riuscita a viverci con un padre così

-Perché, il tuo si è sempre comportato in modo impeccabile?- non mi rispose, era come se stesse trattenendosi dal dire qualcosa

-Con me sì

-Con gli altri?

-Credo che sia il caso di muoverci oppure dovremmo fare la fila- aveva decisamente cambiato argomento e accelerato il passo

-Bea?

-Che c'è?- non accennava a rallentare

-Perché ti sei innervosita?- si bloccò di colpo, mi si piazzò davanti e senza dire parola incominciò a baciarmi. Mi sorprese questa sua reazione. Le sue braccia intorno al
mio collo stringevano la presa, io la presi per i fianchi e la strinsi ancora di più a me, finché i nostri corpi non furono del tutto appiccicati; il bacio si faceva sempre più intenso, le nostre lingue giocavano a rincorrersi, un gioco estremamente piacevole che non volevamo interrompere. Le strinsi il viso tra le mani, sentii le sue guance umide, aprii gli occhi e mi accorsi che piangeva

-Hey hey, che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- appoggiò la testa sul mio petto, il suo leggero singhiozzare mi preoccupava sempre di più -Bea, cosa è successo? Parlami! Mi stai facendo preoccupare- mi stringeva forte -Non ti lascio, con me sei al sicuro. Non ti farò del male, puoi dirmi quello che ti sta succedendo, io sarò comunque qui- scoppiò in un pianto ancora più forte, sentivo di aver peggiorato la situazione. -Okay, okay… - la allontanai da me per guardarla negli occhi -devi calmarti un attimo e spiegarmi che diavolo sta succedendo- mi fissava come per scrutare qualcosa, vedevo la sua indecisione nel parlare, stava decidendo se raccontarmi il suo segreto, se poteva fidarsi di me. Dopo qualche secondo prese un bel respiro profondo e cominciò a parlare

-Non mi fido delle persone. Non mi fido neanche di me stessa a volte. Ma… ma io non riesco più a mentirti. Sono la persona più onesta del mondo ma questa cosa mi sta uccidendo! Non riesco a farci i conti, pensavo che sarebbe scomparsa andando via da Sacramento e invece mi perseguita e io non posso, non posso stare con te. Non posso affrontare tutto questo e allo stesso tempo far finta di niente vivendo tutta questa cosa meravigliosa che tu mi stai facendo vivere. Scusami, davvero.
Non ebbi neanche il tempo di pensare, di capire quello che cercava di dirmi, di rispondere a quel macigno che mi aveva appena lanciato addosso. Lei stava già andando via e io non sapevo cosa fare perché mi sembrava tutto troppo strano, assurdo.
-Brava! Ottima scusa per farla finita! Non potevi essere più originale!- furono le uniche parole che riuscii a gridarle dietro, senza pensarci, senza che passassero dal cervello. Mi sentii stupido due secondi dopo averle dette.
Tirai fuori il pacchetto di sigarette e ne presi una e dopo averla fumata ne presi un'altra e feci lo stesso. Il nervosismo non passava. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena ascoltato, pensai alle sue parole: aveva qualcosa che la perseguitava… e ovviamente Sacramento ne era la chiave. Pensando, la mia mente andò subito a tre giorni fa, quando la trovai nel pieno della notte intenta a riempire di botte quel tizio. Non aveva mai voluto dirmi chi fosse e che diamine volesse da lei. Doveva per forza c'entrare qualcosa! Dovevo chiederle che cosa mi nascondeva, non poteva mollare tutto così! Mi alzai e andai verso casa, potevo ancora raggiungerla, iniziai a correre e per poco un taxi non mi mise sotto. Quando arrivai Ian mi disse che lei aveva preso le sue cose ed era andata via con un taxi. Probabilmente lo stesso che mi stava per investire. Ma l'avrei rivista, non sarebbe finita così!

Passai la notte in bianco pensando a cosa avrei potuto dirle l'indomani all'università. Ripensai a come aveva capovolto la mia vita negli ultimi giorni e mi sentivo ancora peggio al pensiero che tutto era durato così poco, avevo pensato che questa volta sarebbe stato diverso, che le cose non sarebbero andate a puttane come sempre e invece la vita mi aveva fatto ricordare che non ero altro che un fottuto Gallagher e che le cose per me non potevano finire bene. Presi la metro alle prime luci del mattino e fui all'università molto prima che cominciassero le lezioni. Mi sedetti di fronte alla sua porta: non mi sarei spostato di lì fino a quando tutto non mi fosse stato chiaro.

-Hey! Hey!- una voce squillante mi riportò al mondo reale - Si puo' sapere che ci fai qui davanti?- una ragazza dai capelli viola continuava a punzecchiarmi col piede -Sai che sembri uno stalker? Devo chiamare la sicurez…

-Oh! Piantala.. Ho capito, mi alzo! Che ora è?

-Sono le nove e mezza e io sono in ritardo!

-Cazzo…Bea è già uscita?

-Veramente non è mai rientrata, sono quattro giorni che non si fa viva.- mi allontanai, magari era in biblioteca, lei amava leggere, sì: l'avrei trovata lì sicuramente. E invece
niente; a quel punto non mi restava che setacciare l'intera università e vedere se si fosse almeno presentata alle lezioni che frequentava di solito.

Passai l'intera giornata a cercarla ma non era da nessuna parte. Feci lo stesso nei due giorni successivi ma il risultato non cambiò, perciò dedussi che sicuramente aveva fatto ritorno a Sacramento. Dopo una settimana decisi anche di smetterla con le inutili chiamate e i patetici messaggi lasciati in segreteria, se non voleva parlarmi era inutile insistere. Passai i giorni concentrandomi sullo studio e su quello che potevo fare del mio futuro. A casa le cose non andavano molto male, anzi Fiona aveva preso un buon ritmo con il nuovo lavoro e tutti avevamo trovato l'equilibrio giusto per non mandare tutto a puttane, nonostante l'intromissione nelle nostre vite di Frank. Quando potevo davo ancora ripetizioni, ovviamente, essendo in università, mi facevo pagare molto di più rispetto al liceo, questo mi permise qualche svago in più.

Stavo passando una bella serata in ottima compagnia che si sarebbe conclusa nel migliore dei modi se non fosse apparso dal nulla il tipo che Bea aveva pestato: un uomo in completo grigio, sulla quarantina, capelli tra il biondo e il rossiccio, linea slanciata, camminava avanti e indietro di fronte l'università

-Hey!- lasciai perdere le due bionde e mi avvicinai a lui -hey tu!- l'uomo si fermò e si voltò verso di me

-Dici a me?- disse puntando il suo indice contro se stesso

-Sì! Che cazzo di fine le hai fatto fare?- lo presi per la giacca trascinandolo fino al muro

-Di chi stai parlando?

-Lo sai benissimo! Dov'è Bea?

-È la stessa domanda che mi sto facendo da una settimana circa, tu non sai dirmi niente?- non sapeva dove fosse? Oppure mi stava prendendo in giro?

-Ero lì la notte che stavate litigando, dimmi dov'è!

-Sei il suo ragazzo?

-Adesso ti spacco la faccia

-Tu pensi che le abbia fatto del male?- quel tizio mi stava facendo perdere la pazienza ma era l'unico che poteva sapere qualcosa di Bea e questa era la cosa che mi interessava

-Io la sto cercando proprio come te e se devo essere sincero sono seriamente preoccupato. Sono abituato a non sentirla rispondere alle mie chiamate ma non vederla qui mi fa capire che c'è qualcosa che non va, non salterebbe mai le lezioni, quando è stata l'ultima volta che l'hai vista?

-Cosa sei, uno sbirro?

-Una specie… devi aiutarmi a trovarla, è una cosa molto importante e tu puoi essermi di grande aiuto- dovevo fidarmi? Potevo fidarmi? Non potevo saperlo per certo, ma era l'unica cosa possibile da fare. Gli raccontai tutto quello che sapevo su Bea, tutto quello che era successo da quando l'avevo conosciuta, compresi i suoi atteggiamenti strani che mi lasciavano con l'amaro in bocca

-Quindi non ti ha raccontato cosa le è successo?

-No, tu lo sai, dimmelo tu!

-Non credo sarebbe la cosa giusta da fare, mi odierebbe più di quanto già non faccia, ma potresti scoprirlo da solo, nessuno te lo impedirebbe

-Non puo' semplicemente essere tornata a Sacramento?- mi sorrise scettico

-Sacramento è l'unico posto dove Bea non metterebbe più piede, morirebbe soffocata da tutto ciò che ha lasciato lì, anche se un giorno dovrà farci comunque i conti

-Di che diavolo stai parlando??

-Bea è una ragazza molto sensibile e ultimamente non ha passato proprio dei bei momenti, ha preferito lasciare la sua città perché ormai tutti la conoscevano e non
poteva neanche fare una passeggiata tranquillamente- gli squillò il cellulare -scusami… Pronto. No, non ancora. Non penso sia stato lui, però non è qui di questo ne sono sicuro. Dovete venire

-Direi che siamo già qui- una donna mora, magra e bassa si avvicinò a noi insieme ad altri due signori: uno alto con l'aria da deficiente e l'altro più basso che doveva avere origini orientali.

-Lisbon, che piacere rivederti

-Jane, se non sei riuscito a trovarla allora abbiamo un problema!

-In che senso?- mi intromisi nel discorso senza neanche pensarci

-Abbiamo indagato e pensiamo che possa trattarsi di vendetta. Qualcuno vuole vendicarsi su Bea per quello che ha fatto suo padre-

Ero stufo del fatto che nessuno mi dicesse cosa stesse succedendo, presi il cellulare e cercai su Google "Bea Sacramento", mi accorsi solo in quel momento di non conoscere il suo cognome.

I risultati della ricerca mi dissero ciò che volevo tanto sapere…

   
 
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