Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: missredlights    06/07/2017    6 recensioni
Se Himawari fosse stata pugnalata in quel momento, le avrebbe fatto meno male. Era da anni che aveva una cotta per Shikadai, precisamente da quando l’aveva portata in braccio a casa dopo essersi fatta male alla caviglia. Era stato un attimo, e Shikadai si era trovato dalla friendzone alla lovezone. Da quel momento, non ci fu un solo momento che Himawari non passasse a spiare Shikadai, soprattutto quando veniva a casa sua a giocare con Boruto. In quei momenti sperava che Shikadai la notasse e giocasse con lei, con altri tipi di giochi, ma non era mai successo.
"5° posto al "Imagine your Otp" contest, indetto da Arianna.1992 e Emanuela.Emy79 sul forum di efp"
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Himawari Uzumaki, Shikadai Nara
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cao

“Ma perché è così stupido?! Eppure ha un quoziente intellettivo elevato! Ma perché? Perché?!”

Una ragazza di circa sedici anni si accasciò sul tavolino, mentre le sue due amiche sorridevano divertite. Solo Sarada e Chocho sapevano della cotta perenne di Himawari nei confronti del discendente dei Nara, e di come la Uzumaki le avesse provate davvero tutte per fargli capire i suoi sentimenti.

“Quindi, partiamo dall’inizio.”

Sarada si aggiustò gli occhiali sul naso, mentre Chocho guardava dentro il suo pacchetto di patatine ormai vuoto.

“È venuto a casa tua per giocare con tuo fratello ai videogiochi, e sono venuti anche Inojin e tutti gli altri.”

Himawari annuiva ad ogni parola che Sarada pronunciava, proprio come avevano fatto loro quando lei raccontò l’episodio appena successo.

“Si sono messi a giocare e tu sei spuntata per salutarli. Tutti si sono voltati per salutarti, dicendoti che stavi bene con questo vestito addosso, tranne lui che non ti ha completamente guardata. Dico bene?”

“Aaaaaaaah, ma perché?”

Himawari si disperò ancora di più, cominciando a dare testate sul tavolino, mentre le due ragazze cercavano di non ridere.

“L’ho comprato proprio per far colpo su di lui, e lui cosa fa? Non mi guarda, non mi saluta! Dattebayo!”

“Su su, non disperare Hima. Lo sai che gli uomini sono stupidi.”

“Che puoi dirmi, Chocho? È un tuo compagno di squadra, ti avrà anche detto qualcosa su di me, anche solo un piccolo accenno!”

Chocho finse di pensarci su per qualche istante, per poi sorriderle.

“No, mai.”

Se Himawari fosse stata pugnalata in quel momento, le avrebbe fatto meno male. Era da anni che aveva una cotta per Shikadai, precisamente da quando l’aveva portata in braccio a casa dopo essersi fatta male alla caviglia. Era stato un attimo, e Shikadai si era trovato dalla friendzone alla lovezone. Da quel momento, non ci fu un solo momento che Himawari non passasse a spiare Shikadai, soprattutto quando veniva a casa sua a giocare con Boruto. In quei momenti sperava che Shikadai la notasse e giocasse con lei, con altri tipi di giochi, ma non era mai successo.

“Basta, ci rinuncio. Non mi guarderà m-…”

“NO! NON PUOI ARRENDERTI PROPRIO ADESSO!”

Sia Sarada che Chocho sbatterono le mani sul tavolo, facendo trasalire la povera Himawari, che le guardò con uno sguardo da cucciolo bastonato, e fu forte l’impulso di dirle che in realtà Shikadai stravedeva per lei. Lo aveva scoperto Chocho qualche tempo fa, durante una missione con Shikadai e Inojin. Si era allontanata per andare a prendere della legna per il fuoco, e al suo ritorno stava quasi per farsi vedere, quando dovette fermarsi improvvisamente per quello che aveva sentito.

“Quindi ti piace Himawari.”

“Sta’ zitto, Inojin! Non lo devi dire a nessuno!”

“E non dovrei dire a nessuno nemmeno il sogno che hai fatto a luci rosse con Himawari? Certo che nel tuo sogno e nella tua fantasia è proprio bella. Non che non lo sia nella realtà, visto che è davvero bella. Forse nel tuo sogno era… più intraprendente, ecco.”

Chocho dovette stringersi al petto i rami per non farli cadere a terra, e dovette mordersi la lingua per non urlare al mondo intero che aveva avuto ragione a pensare che a Shikadai piacesse Himawari. E sarebbe anche uscita allo scoperto, facendolo mettere spalle a muro, se solo Inojin non avesse continuato a parlare.

“Comunque porta una terza abbondante.”

“E tu che ne sai?!”

“Perché l’ho vista qualche giorno fa andare a fare shopping con Sarada e Chocho e le ho viste entrare in un negozio di intimo. Ci sono entrato anche io con la scusa che dovevo prendere, da parte di mio padre, un completo per mia madre, e ho visto il completo che aveva adocchiato. Era proprio un bel modello.”

Shikadai chiuse gli occhi, cercando di non fare quella domanda che premeva di uscire dalla sua bocca, mentre Inojin sorrideva divertito.

“Se proprio lo vuoi sapere, era di un blu notte trasparente che lasciava poco spazio all’immaginazione.”

Un rivolo di sangue cominciò a uscire dal naso del discendente del clan Nara, mentre il discendente del clan Yamanaka rideva.

“Se Boruto sapesse come vedi la sua sorellina, penso che ti ucciderebbe seduta stante. No, forse ucciderebbe mezza popolazione maschile di Konoha se sapesse come la guardano i ragazzi. Dovresti darti una mossa, Shikadai, o Iwabe ne approfitterà.”

Pensando di aver sentito abbastanza, Chocho uscì, portando i rami, nascondendo un sorriso vittorioso. La sua amica aveva fatto centro nel cuore del Nara.

“Perché non dovrei arrendermi? Le ho provate tutte, seguendo i vostri consigli. Non mi guarda. Non si era nemmeno accorto di me quando ho indossato quel costume bianco che mi avevate consigliato, non si era accorto di me, quando ho messo quel tubino nero corto e scollato, e non si è accorto di me nemmeno quando Metal si è avvicinato a me per invitarmi a ballare e a bere.”

C’era da dire, in difesa di Himawari, che Shikadai era davvero astuto a non farsi notare mentre guardava la Uzumaki, perché lui non solo la guardava, ma se la mangiava addirittura con gli occhi. Nessuno sapeva dell’amore che provava il Nara per la Uzumaki, tranne Inojin grazie alla Tecnica del Capovolgimento Spirituale e Chocho con le sue incredibili e affidabilissime orecchie. Dirlo a Sarada era stato un attimo, gioendo tutte e due per l’amica e mettendo in atto un piano dietro l’altro, tutti miseramente falliti. Anche il povero Metal se l’era vista brutta contro uno Shikadai furioso che gli intimava – solo come la grande Temari sapeva fare – di non avvicinarsi a Himawari.

“Non ti devi arrendere e basta!”

Le amiche non sapevano che pesci prendere. Shikadai era astuto nel rimanere nell’ombra e non farsi scoprire, e loro avevano appena esaurito le scorte di idee per farlo uscire allo scoperto.

“Se volete, posso dare io una mano a Himawari.”

“KAKASHI SENSEI!”

Le tre ragazze saltarono in aria dallo spavento, soprattutto Himawari che, rossa in viso, aveva il terrore che Kakashi avesse sentito troppo e lo andasse a spifferare ai quattro venti. Da quel punto di vista era tale e quale a sua madre Hinata.

“Co-cosa h-ha sent-sentito Kakashi sensei?”

Anche le balbuzie erano uguali, con l’unica differenza che Himawari balbettava solo se messa alle strette o in imbarazzo, mentre Hinata balbettava solo in presenza di Naruto.

“Che a te piace un ragazzo e che le hai provate tutte, ma… Ho io quello che fa per te. Ragazze, grazie per l’aiuto, ma ci penso io a Himawari.”

Detto ciò, Himawari venne letteralmente sequestrata da Kakashi sensei, che la portò via da una Sarada e una Chocho sconvolte.

“Dovremmo fidarci del maestro?”

“No, ma Himawari ci dirà tutto non appena il maestro la lascerà andare. Invece andiamo al supermercato. Ho finito la mia scorta di patatine.”

“Sei incorreggibile, Chocho!”

E se le due amiche si dirigevano verso il supermercato più vicino, Kakashi portava una Himawari imbarazzata lontano da orecchie e occhi indiscrete/i.

“Dove stiamo andando, sensei?”

Non aveva il coraggio di dirgli che non voleva andare via dalle sue amiche, ma aveva il timore che il maestro, ad un suo rifiuto, avrebbe fatto la spia. Per questo lo seguì, fino a trovarsi in un bosco parecchio isolato e lontano da tutti.

“Ecco, qui possiamo parlare liberamente.”

Kakashi la lasciò andare e si voltò verso di lei, sorridendole.

“Quindi le hai provate davvero tutte, Himawari?”

“Ehm… sì.”

“Ti va di parlarmene?”

Fu così che Kakashi venne aggiornato su ogni cosa. Su come Himawari si fosse innamorata di Shikadai, di come provò a farsi notare da lui, dei piani – diabolici e malefici – di Chocho e Sarada per aiutarla con Shikadai. Tutto praticamente inutile. Il Nara era tanto intelligente in battaglia e negli allenamenti quanto stupido in amore. Non si rendeva conto che, così facendo, stava allontanando la Uzumaki, facendole credere di non avere nessuna possibilità.

“Bel guaio. Te ne sei scelta uno tosto, ma non temere, ho io la soluzione ai tuoi problemi.”

“Sarebbe, sensei?”

“Hai detto che Shikadai non ti guarda. Forse ti reputa ancora una bambina, oppure non sei il suo tipo, ma…”

Kakashi si era accorto che le sue parole avevano trafitto Himawari, facendola accasciare sempre di più contro un albero, togliendole la voglia di continuare a provarci.

“MA! Ho io quello che fa per te, per sapere se un uomo è interessato a te o meno.”

Himawari alzò lo sguardo – talmente triste che Kakashi sarebbe corso ad abbracciarla – e guardò Kakashi estrarre un libro. Lo guardò con interesse, avvicinandosi.

“Questo, piccola mia, è la Bibbia. Qui dentro il grande Jiraiya ha infuso tutto il suo sapere, tutto quello che ti servirà con un tipo come Shikadai.”

“Il paradiso della pomiciata?”

“Himawari, fidati di me. Con questo riuscirai a conquistare il ragazzo dei tuoi sogni. Ma non è finita qui. Dopo questo, dovrai leggere anche La violenza della pomiciata e Le tattiche della pomiciata. Quando avrai letto questi tre libri, vieni da me che ti insegnerò una mossa per stenderlo definitivamente.”

La ragazza, più confusa che persuasa, prese il libro dalle mani dell’albino, il quale poggiò una mano sulla sua testa corvina.

“Trattalo con cura e poi vieni da me. Adesso va a casa. Mi raccomando, Himawari, nessuno tranne me e te deve sapere di questa cosa. NESSUNO. Non farti scoprire a leggere questo libro, nascondilo.”

Capendo la gravità della situazione, Himawari nascose il libro e salutò il sensei, correndo verso casa. Una volta arrivata, per poco non le venne un colpo vedendo Shikadai a casa sua.

Che cavolo ci fa qui?!

Cercò di non prestargli più attenzione del dovuto, prendendo qualcosa al volo dalla tavola imbandita.

“Himawari ma che fai? È quasi pronto.”

“Mamma mangio dopo. Devo studiare per gli esami che si terranno fra qualche settimana. Non ho tempo per nulla!”

“Nemmeno per il Ramen?”

Rubò qualche altro panino, immobilizzandosi alla parola Ramen. Sua madre aveva fatto il Ramen, il piatto preferito suo e di papà. Come poteva dirgli di no?

Non posso, devo conquistare Shikadai. Poi mi farò offrire da Teuchi ciotole senza fine di Ramen.

“No, mamma. Nemmeno per il Ramen.”

Per poco Boruto non sputò la coca cola addosso a Shikadai, tanta fu la sorpresa per quell’affermazione. Se sua sorella rifiutava il Ramen, voleva dire che niente e nessuno l’avrebbe fermata nel suo proposito di studiare. Lei era sempre stata diligente e amante dello studio, ma non pensava che lo avrebbe messo davanti ad una ciotola di Ramen. La videro scappare su per le scale e sentirono la porta chiudersi a chiave.

“Deve averlo preso sul serio questo esame.”

Si sedettero a tavola, e con loro grande sorpresa si unì anche Naruto, tornato presto dal lavoro. Anche lui, come il figlio, rimase allibito dal comportamento di Himawari, ma pensò che fosse a causa dei geni materni se metteva lo studio ai primi posti.

Quello che tutti loro, invece, non si aspettavano era che Himawari studiasse un libriccino datole da Kakashi sensei. Non solo lo studiò meticolosamente, ma si segnò le cose che reputò davvero interessanti su un piccolo quaderno, finendolo nel giro di due giorni. La stessa sorte ebbero anche gli altri due volumi. Con Le tattiche della pomiciata, Himawari tastò con mano le varie tecniche di bacio, su come baciare, dove baciare e quando baciare, tanto che la sua mano divenne un succhiotto enorme e violaceo.

Forse è così che deve essere. Devo chiedere a Kakashi sensei.

Mancava solo una settimana agli esami finali, e lei aveva appena finito il terzo ed ultimo libro di quella trilogia. Quella trilogia le aveva aperto un mondo a lei sconosciuto, e non nascondeva che la cosa l’affascinava e la imbarazzava al tempo stesso.

“Quindi, ti sono piaciuti i libri?”

“Dovrei farmeli regalare per il compleanno, non si sa mai che possa prendere spunto per conquistare Shikadai. Dattebayo!”

Per poco a Kakashi non cadde il libro per terra, prontamente preso grazie ai riflessi pronti dovuti agli innumerevoli allenamenti. Non pensava che la piccola prendesse così seriamente la sfida, e la cosa lo fece sorridere di gusto. Himawari di Hinata aveva solo l’aspetto, nel carattere era tale e quale a Naruto. Era un mix letale di imbarazzo e intraprendenza.

Se davvero Shikadai non le cade ai piedi dopo questa tecnica è gay.

“Ok, iniziamo. La tecnica che ti insegnerò si chiama Hāremu no Jutsu, detta anche Tecnica dell’Erotismo.”

“E come funziona?”

“È una variante della Tecnica della Trasformazione con la quale ci si trasforma in una donna attraente nuda, in modo da attirare l’attenzione dell’avversario. Questa tecnica la inventò proprio tuo padre.”

“Che cosa?!”

Non poteva crederci che suo padre avesse creato una tecnica del genere, cominciando a ridere di gusto, con le guance che le si tingevano di rosso per l’imbarazzo. L’aveva sempre saputo che suo padre ne sapeva una più del diavolo, ma non credeva che sapeva fare – addirittura creare – questo genere di cose.

“Vuoi impararla?”

“Certo! Ma come faccio a trasformarmi in una donna se sono già una donna?”

“Beh, vedranno te nuda, ma stai tranquilla. Ci sarà del fumo a coprirti, e puoi creare la tua versione maschile, quindi perfezionare ulteriormente la tecnica di Naruto.”

Quella fu la motivazione necessaria per farle imparare la Tecnica dell’Erotismo. Si allenò senza sosta per una settimana, alternando gli allenamenti con gli studi. Nessuno aveva mai visto Himawari impegnarsi così tanto in una cosa, e tutti si aspettavano grandi cose da lei, specie quando arrivò il grande giorno.

Konohamaru era uno dei giudici di questo esame, e tutti sapevano che aveva un occhio di riguardo per Himawari. Non quanto perché fosse la figlia di Naruto, quanto perché per lei era come una sorellina piccola da proteggere da quei maniaci di ragazzi che popolavano l’Accademia. Si era alleato con Boruto per tenerli lontani da lei senza che lei se ne accorgesse, col risultato di aver minacciato di morte parecchi di loro.

Dovrebbero essere a buon punto.

La maggior parte di loro superarono egregiamente le prove, ritrovandosi alla sfida finale in cui dovevano affrontarsi in un testa a testa.

“Adesso è il turno di Shinki no Sabaku contro Himawari Uzumaki.”

Himawari inspirò e espirò a fondo, cercando di domare la paura che stava prendendo il sopravvento su di lei. Non poteva mollare proprio adesso, non quando si era allenata così tanto e con tutti quanti a guardarla.

Devo farcela! Devo conquistare Shikadai. Devo giocarmi il tutto per tutto!

“Che inizi lo scontro!”

Himawari chiuse gli occhi, svuotando la mente e pensando solamente al suo obiettivo. Quando li riaprì, guardò intensamente il suo avversario.

Hāremu no Jutsu!”

Shinki era sempre stato bravo, specie nel mantenere la calma e il sangue freddo. Era stato allenato duramente a qualsiasi tipo di scontro. Ma quando si ritrovò davanti una Himawari leggermente più grande, nuda, con della nebbia che faceva da vedo non vedo e il suo sguardo ammaliante, nonché un “Shinki-kun” sussurrato in modo talmente provocatorio che avrebbe risvegliato i morti, fu più forte di lui. Il sangue cominciò ad uscirgli dal naso, cadendo svenuto per terra.

La tecnica durò meno di un minuto, scomparendo così come era apparsa, lasciando una Himawari sorridente che veniva annunciata vincitrice da Anko, la quale cercava in tutti i modi di non ridere per la trovata dell’Uzumaki per vincere l’incontro. Shinki non fu l’unico a cui uscì il sangue dal naso. Boruto era sbiancato e si era coperto subito la faccia, mentre Konohamaru guardava con tanto d’occhi la sua “sorellina”.

“Quella è Himawari… Non posso crederci.”

Anche Inojin, Shikadai, Metal, Iwabe e tutti gli altri erano rimasti fulminati da quel jutsu di Himawari. Nessuno si aspettava una mossa del genere, nemmeno suo padre Naruto che era rimasto senza parole e che cercava di non ridere. Hinata si era coperta il viso dalla vergogna, mentre accanto a lei Temari, Ino e Sakura ridevano divertite.

“Tua figlia è la copia al femminile di Naruto.”

Hinata non poté che dare loro ragione, ritrovandosi a sorridere suo malgrado.

Quello che proprio non riusciva a sorridere era Shikadai che, asciugato il sangue che gli colava dal naso, si alzò dal suo posto e se ne andò, ben sapendo dove doveva andare.

Aveva visto con la coda dell’occhio – in un momento di lucidità – Himawari parlare con Naruto, intuendo la ramanzina che il padre le stava facendo.

Come le è saltato in mente di fare quel jutsu?! Maledetta Seccatura!

Cercava di non pensare a quello che aveva visto un momento prima, cercava di non pensare al modo sensuale con la quale aveva chiamato il suo avversario – e non lui –, vincendo l’incontro, perché se ci pensava, sentiva la rabbia cominciare a crescere dentro di lui.

Solo lui poteva chiamare in quel modo sensuale, solo con lui doveva fare quel tipo di jutsu. Fu proprio la Hāremu no Jutsu che spronò Shikadai ad andare da Himawari, prima che lo facesse qualcun altro, trovandola dentro un’aula dell’Accademia. Si sentivano in lontananza le voci di incoraggiamento per l’incontro.

Shikadai chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò a Himawari, la quale cominciò a indietreggiare fino a trovarsi spalle a muro.

“Che ci fai qui?”

“Non provare mai più a fare quel jutsu in presenza di altri che non sia io.”

Entrambi i cuori battevano veloci dentro le due casse toraciche, mentre il Nara poggiava le mani ai lati della testa della ragazza.

“E perché, scusa?”

Himawari aveva una particolare caratteristica. Quando si arrabbiava, o la facevano arrabbiare, diventava violenta come sua nonna Kushina Uzumaki, tanto che ognuno nel villaggio prese a chiamarla Red-Hot-Blooded Hanabero. E avrebbe anche colpito Shikadai, se solo non si fosse avvicinato e non l’avesse baciata.

Mi sta… baciando.

La testa le si svuotò da qualsiasi pensiero coerente e incoerente, mentre una frase gridava a più non posso che Shikadai la stava baciando.

Non fu un bacio per niente casto e puro, ma fatto di morsi, possessione di labbra e mani che si toccavano dappertutto. Quando si staccarono l’un dall’altra si ritrovarono col fiatone.

“Perché mi hai baciata?”

“Sei una seccatura, Himawari. È solo colpa tua se ho perso la ragione.”

E per farle capire il concetto, avvicinò il suo bacino a quello della ragazza, facendole sentire la voglia che aveva di lei. La vide avvampare di botto, sorridendo trionfale. Non si era mica dimenticato la Himawari più grande, nuda e con la nebbia a fare da vedo non vedo.

“Non è una buona motivazione per baciarmi.”

Il suo tono voleva essere autoritario, invece si ritrovò a sussurrarlo appena, con quella voce che Shikadai trovò maledettamente eccitante, tanto da portarlo a lasciarle una scia di baci dall’orecchio al collo, sempre tenendo le mani ancorate ai suoi fianchi.

“E se ti dicessi che mi piaci da impazzire e che ti voglio tutta per me? Questa sarebbe una buona motivazione per baciarti?”

“Ah.”

La bocca di Shikadai si posò sul lobo dell’orecchio di Himawari, succhiandolo appena. Le sue mani si posarono sul suo fondoschiena, prendendola in braccio e la spinse a parete. Spostò le sue mani fino a poggiarle sulle sue gambe, alzando lentamente la gonna della divisa da combattimento. Avvicinò il suo corpo a quello di lei, e lei avvertì la sua voglia. La sua era una lenta e dolce tortura.

Shikadai la fece camminare all’indietro, finché Himawari non si arrestò dopo aver sbattuto contro un banco e lui si mise davanti di lei. Non le diede il tempo di parlare che le sue labbra furono di nuovo sue. I suoi capelli le solleticavano la fronte ed il naso. Himawari non riusciva a ribellarsi, sia perché non poteva, ma soprattutto perché non voleva. Era da tempo che sognava una cosa del genere, e di certo poteva anche solo immaginare che anche Shikadai lo volesse.

“Ti voglio…”

Le mani di lei andarono a posarsi sulla cerniera dei pantaloni, abbassandoli appena e infilando la mano, toccando la virilità del Nara, che cominciò ad ansimare al suo orecchio.

Era la cosa più pericolosa ed eccitante che avesse mai fatto. Nemmeno i libri che aveva letto le avevano dato quella sensazione che provava nel trovarsi fra le braccia di Shikadai.

Giochiamo.

Se Shikadai iniziò quella danza erotica, Himawari la finì, sotto lo sguardo sbigottito del Nara.

Scese dal banco, si aggiustò i vestiti, i capelli e si allontanò dal moro, che non riusciva a non guardarla male. Perché ha interrotto quel momento magico?

Eppure ero convinto che lo volessi anche tu…

“Devi meritartele queste cose, Nara.”

La guardò sorridere e scappare dalla stanza.

Il sorriso compiaciuto che Himawari gli rivolse, fu il primo di una serie di sorrisi che non l’avrebbero più fatto dormire la notte.

Maledetta Seccatura!

“Himawari! Torna qui!”

Si sistemò ed uscì di fretta e furia dall’aula, cercando di acchiappare quella seccatura dai capelli blu. La sua Seccatura dai capelli blu.

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: missredlights