Anime & Manga > Altro - anime/manga yaoi
Ricorda la storia  |       
Autore: fandani03    06/07/2017    1 recensioni
[Starzinger]
[Starzinger]Kitty aveva capito, da sempre. Lo lasciava stare nei suoi pensieri, o gli si rivolgeva con molta delicatezza.
Il Professor Doggert, invece, lo incalzava di continuo con delle frasi ormai ricorrenti:
- “Coogh, accidenti, prova a fare un sorriso ogni tanto! Cosa direbbe Aurora se ti vedesse così??” – e la risposta era sempre la stessa, caustica.
- “La Principessa Aurora non è qui e non può vedermi…e io sorriderò quando avrò un motivo per farlo!” –
Un breve storia per provare a immaginare cosa è successo...dopo.
Per chi, come me (ma siamo in pochi temo) ha amato questa storia, devo dire che, nonostante i messaggi positivi e i grandi valori, la grande tristezza nel finale di quasi tutti i protagonisti mi è sempre rimasta indigesta...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1 - Solitudine

Erano trascorsi ormai diversi mesi da quando Coog e gli altri cyborg si erano separati da Aurora, lasciandosi alle spalle il Grande Pianeta.
Una volta tornato sulla Terra, Coog aveva ripreso i compiti cui era stato assegnato molti anni prima. Prima di essere rinchiuso sulla Luna, prima di conoscere la Principessa Aurora, prima che la sua vita cambiasse profondamente.
Era cambiato, lo erano tutti. Era diventato certamente migliore, era rimasto taciturno ma era diventato più calmo e controllato.
In quei mesi i contatti tra il Grande Pianeta e la Base terrestre erano stati costanti. Aurora e la Dottoressa Kitty avevano a volte contatti fugaci, altre volte lunghe e rasserenanti conversazioni.
Ma ogniqualvolta Aurora chiedeva notizie di Coog, o chiedeva di poterlo salutare o parlarci, Kitty era costretta a trovare sempre nuove giustificazioni per il ragazzo che, sapeva, avrebbe certamente rifiutato ogni dialogo.
Non voleva, non poteva, non avrebbe mai parlato con lei attraverso una fredda e asettica video conversazione. Era convinto che il mezzo avrebbe contribuito solamente ad accentuare maggiormente la distanza tra loro. Preferiva continuare a pensare ad Aurora utilizzando i ricordi di lei in carne ed ossa, così come l’aveva lasciata.
La domanda era sempre la stessa: “Che mi dici di Coog? Pensi che oggi potrei salutarlo?” -  chiedeva la Principessa Aurora. 
- “Oh no, Aurora, mi dispiace, Coog è fuori per una missione…lo sai, anche oggi…” - su richiesta di Coog era costretta a mentire. Osservava lo sguardo di Aurora farsi ogni volta triste e cercava di trovare le parole giuste:
- “..per lui è molto difficile, sai quanto è sensibile…” -
- “..sì, certo, lo so….” - abbassava lo sguardo, Aurora. E lo stesso faceva Kitty, consapevole di essere lei l’artefice di quel cambiamento, di quella strada senza ritorno che tutti avevano intrapreso. E Coog aveva solo pagato le conseguenze delle scelte altrui.
Per Aurora vivere in solitudine non era certatmente stato facile, ma le aveva permesso di pensare molto. Seppure consapevole delle circostanze ineluttabili e forte del suo senso di responsabilità, motivo per cui era stata scelta per quel difficile compito, pensava a lui spesso, tanto spesso da sentire un peso sul cuore.
Pensava al loro primo incontro, al suo carattere difficile e al tempo stesso alla tenerezza con lui le si era sempre rivolto. Ma anche alla sua durezza e caparbietà, ai loro scontri e ai momenti dolorosi che li avevano separati.
Ripensava spesso al lungo viaggio verso il Grande Pianeta. Avevano attraversato innumerevoli avventure e pericoli, ne erano usciti insieme ed era consapevole che doveva loro la sua vita, perché innumerevoli volte avevano corso enormi rischi per lei.
Ma avevano vissuto molte giornate serene sulla Regina del Cosmo. Giornate durante le quali, nel tentativo di riposare, si ritirava nella sua stanza, mentre i tre cyborg si aggiravano scatenati per i corridoi, come tre bambini che cercano di ingannare il tempo e i quali alla fine, in un modo o nell’altro, le strappavano sempre un sorriso. Cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione e, non appena lei si affacciava dalla sua stanza, si fermavano con aria colpevole come volessero dire Scusaci, Principessa, ti abbiamo svegliato?!. Le risate risuonavano, il buonumore che le trasmettevano era ineguagliabile.
E ogni volta gli occhi di Coog sfuggivano furtivi lo sguardo di Aurora, evitando ogni contatto visivo che potesse far trapelare i suoi sentimenti, l’emozione che gli dava anche solo vederla.
Gorgo e Hakka facevano invece a gara per entrare nelle sue grazie e non nascondevano la loro predilezione.
Coog aveva fino alla fine tentato di celare un sentimento che, paradossalmente, era probabilmente molto più profondo e forte di quello di chiunque altro.
La Principessa, dal canto suo, aveva impiegato molto tempo per rendersene conto. Se da principio non faceva che sentirsi in colpa, osservandolo e comprendendo una tristezza mal celata, lentamente quel sentimento in lei era cresciuto ed era diventato sempre più chiaro.
Ma aveva fatto di tutto, nel tempo trascorso insieme, per non far trasparire nulla agli occhi del cyborg, per non illuderlo sulla possibilità di una vita e di un futuro che, per mille ragioni, non avrebbero mai potuto condividere.
Unicamente quella volta, dopo quei lunghi giorni di separazione in cui Coog era stato allontanato dalla Regina del Cosmo, dopo che il grosso equivoco era stato svelato, solamente in quella circostanza aveva faticato a trattenere un’emozione traboccante. La gioia di riaverlo vicino, di averlo ritrovato e vedere la felicitàe le lacrime nei suoi occhi, non ebbero eguali da quel momento in poi.
Ma la loro missione veniva prima di tutto, e ogni sentimento o sentimentalismo andava irrimediabilmente messo da parte.
Due evidenze, inoltre, li avrebbero certamente sempre allontanati: Coog era un cyborg. Lei era la Regina del Grande Pianeta. Sarebbe rimasta lì molto a lungo, probabilmente per sempre.

Coog, dal canto suo, era sempre più taciturno, distante, concentrato sulle missioni da compiere ogni giorno, ma sempre attento alle notizie che giungevano dal Grande Pianeta. Ascoltava di sfuggita le conversazioni tra la Dottoressa Kitty e il Professor Doggert, per accertarsi che lei stesse bene.
Kitty aveva capito, da sempre. Lo lasciava stare nei suoi pensieri, o gli si rivolgeva con molta delicatezza. Il Professor Doggert, invece, lo incalzava di continuo con delle frasi ormai ricorrenti:
- “Coog, accidenti, prova a fare un sorriso ogni tanto! Cosa direbbe Aurora se ti vedesse così??” – e la risposta era sempre la stessa, caustica.
- “La Principessa Aurora non è qui e non può vedermi…e io sorriderò quando avrò un motivo per farlo!” –
Le giornate trascorrevano senza intoppi, senza alcuna notizia rilevante nel mondo o dallo spazio.

Quella mattina Aurora si era svegliata in preda ad una forte agitazione, gocce di sudore le imperlavano la fronte, il cuore correva all’impazzata, immagini inquietanti le attraversavano la mente e le scorrevano davanti agli occhi. Sangue, due mani scure strette intorno al collo. Le sembrò di soffocare e non riuscì ad emettere alcun suono per parecchi istanti.
Sentì’ la paura diffondersi in tutto il suo corpo. Doveva stare calma, continuò a ripeterselo. E’ stato solo un incubo, non è niente…
Una giornata intera era passata, ma quella sensazione di angoscia, quel presentimento che qualcosa di brutto stesse per succedere, non l’aveva abbandonata.
- “Aurora, che cosa c’è? Ti vedo strana…”- la conosceva troppo bene perché quello stato le rimanesse inosservato.
- “Non preoccuparti, ho avuto solo una notte agitata…forse solo qualche incubo, ma va tutto bene.” –
Il tono squillante e il sorriso che Aurora aveva sfoderato, al massimo dello sforzo di cui era stata capace, avevano forse ancora di più impensierito Kitty.
Ma in fondo, si ripetè Aurora, non aveva mentito. Aveva avuto delle brutte sensazioni, è vero, ma come poteva spiegare ad altri qualcosa che neppure lei stessa aveva capito?
Qualche ora più tardi, passeggiando nei verdi giardini al di fuori del suo castello, notò un animale correre veloce, come stesse fuggendo da qualcosa che lo aveva spaventato. Alzando lo sguardò notò gli uccelli volare via in gruppo, uno stormo inusuale, specie in quell’orario. Ognuna di queste bestiole sembrava volersi allontanare il prima possibile da quel luogo. Uno strano presagio, un’ennesima conferma delle sensazioni avute quella mattina. Sul Grande Pianeta era sempre tutto così…pacifico.
Un’improvvisa sensazione di gelo la attraversò. La sudorazione aumentò nuovamente, insieme al battito. E allora la sentì…una presenza. Ne era certa.
Era piegata a terra e vide una lunga e inquietante ombra allungarsi che andò ad oscurare la luce proveniente dalla torre dell’energia galattica.
Si voltò di scatto, sentì il sangue gelare nelle vene, dalle labbra le uscì un solo flebile suono:
- “…Tu…” -
Poi il buio.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga yaoi / Vai alla pagina dell'autore: fandani03