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Autore: Fragmented Enigma    07/07/2017    0 recensioni
[prideshipping | seto kaiba x atem - angst]
dal testo:
"Ormai gli anni che sono passati non si possono contare, io non riesco e non voglio contarli... Ogni attimo che vivo mi fanno pensare solo a te..."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Seto Kaiba
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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                                            SLIVERS OF TIME

 

Ormai gli anni che sono passati non si possono contare, io non riesco e non voglio contarli... Ogni attimo che vivo mi fanno pensare solo a te...

Come la fine sabbia del deserto, tu, mio raro fiore sei scivolato via dalle mie dita; da me.
Non ho mai avuto l'opportunità, anzi, il tempo per dirti quello che veramente eri per me... i sentimenti che celavo sotto la mia maschera di pura freddezza; questo mio rimpianto mi tormenterà per sempre.
Con te non mi sono mai davvero comportato come avrei dovuto, lo so, lo so... sono stato uno stupido come al solito. Yami o meglio Atem, faraone d'Egitto, da quando hai lasciato il nostro tempo non sono più lo stesso.
Sai, ho persino cercato per cinque anni il Puzzle del Millennio in cui una volta eri rinchiuso e con mio grande dispiacere alla fine, nonostante lo avessi completato tu non eri lì... non eri lì per me.

Perché sei apparso solo a Yugi? Io non ero abbastanza importante per te...?


Ora sono qui nel davanzale davanti alla vetrata della mia stanza, sto guardando il cielo. Purtroppo le stelle non sono molto visibili, tutte le luci della città illuminano il cielo quindi è raro vederle.
Heh, scommetto che da te le stelle si vedono benissimo... in fondo nel tuo tempo non esistevano tutte queste luci artificiali e tutti questi enormi palazzi. Vorrei tanto sapere se anche te, almeno ogni tanto pensi a me, se anche te hai dei rimpianti... o forse sono io l'unico idiota che non riesce a voltare pagina e andare avanti; senza di te è difficile.
Non so se riuscirò mai ad andare avanti con la mia vita, senza di te vivere è diventato pesante.
Ormai ho preso una decisione importante: io verrò da te, costi quel che costi. Anche a costo della mia stessa vita.
Non mi interessa se mi affaticherò... qualunque cosa mi succeda, so solo che non mi pentirò di questa scelta. Perché so che, in qualche modo, forse anche tu mi stai aspettando.

Dopo tutta quella faccenda con Aigami e il Plana sono riuscito a costruire un macchinario che sfrutta l'energia spirituale per viaggiare nelle dimensioni. Dopotutto quell'incontro così bizzarro non è stato così inutile.
Ora posso finalmente raggiungerti.
Lentamente mi dirigo al laboratorio della Kaiba Corporation, come al solito vengo salutato da quei ruffiani dei miei dipendenti, ma neanche gli do attenzione. In una stanza non accessibile se non per via password c'è il macchinario che mi permetterà di tornare da te, per arrivarci devo fare un piccolo viaggio verso la base situata nello spazio. Sono arrivato in alto eh?
Quando raggiungo quella maledetta stanza fisso con indecisione quella capsula, cercando di capire se tutto quello che stavo facendo era la cosa giusta, ma come si dice sempre: bisogna seguire quello che dice il cuore.
Qualche minuto dopo essere entrato nella capsula, sento mio fratello dirmi qualcosa dallo schermo olografico. Purtroppo so­­no troppo concentrato per sentire precisamente cosa dice, ma dal tono, sento che è molto preoccupato per me.
Ma come ho detto, nulla o nessuno mi fermerà.

Mi ritrovo sperduto in una landa coperta di sabbia, sono sdraiato e non ho la benché minima idea di dove sono... cerco di rialzarmi con le poche forze che ho; rendendomi conto che dal mio corpo sta lentamente fuoriuscendo la mia forza vitale, questo vuol dire che non avrò molto tempo prima di scomparire.
Essendo in piedi ora posso vedere quello che mi circonda, la prima cosa che cattura la mia attenzione è l'immensa costruzione non troppo distante a me: una piramide.
Decido di raggiungere quella costruzione anche se consumo molta della mia energia non mollerò proprio ora... finalmente vedo da lontano il tuo regno decorato da statue e geroglifici. A passo lento mi reco verso l'entrata del palazzo cercando di arrivarci integro.
Le guardie sono così numerose che neanche ho perso tempo cercando di contarle, non sembrano per nulla allarmate di farmi entrare e la cosa è molto strana... un piccolo flash però mi torna alla mente: Atem tempo fa, quando tornai indietro nel tempo insieme a tutti gli amichetti di Yugi mi raccontò di Seth, suo fidato sacerdote e quest'ultimo era anche suo cugino.
Probabilmente questa è la ragione per cui le guardie mi hanno fatto passare senza battere ciglio, io e Seth siamo come due gocce d'acqua.
Non appena entro dentro la sala principale, avanzo ancora, e finalmente vedo il  trono regale sul quale tu sei seduto, con la tua solita eleganza e bellezza esotica... quasi ne rimango affascinato come la prima volta in cui ti ho visto nel tuo vero corpo.
Scaccio via quei pensieri che stavano offuscando la mia mente per riconcentrarmi sul motivo per cui sono venuto da te, aziono il mio duel disk avanguardistico di ultima generazione pronto a sfidarti... se c'è un qualcosa che voglio da te, è sicuramente duellare. Ma allora cos'è che mi blocca dal farlo, vedendoti sorridere?
Sento la testa girare, forse è il caldo che c'è in questo luogo, in fondo sono in un deserto penso tra me e me riconoscendo la mia stupidaggine per non esserci arrivato subito... la testa comincia a farmi tremendamente male tanto che dopo averti visto camminare verso di me perdo i sensi.

­­Mi risveglio sentendo la testa ancora un poco dolorante, poco dopo sento delle mani che mi poggiano qualcosa di fresco sulla mia fronte. Apro leggermente gli occhi e mi guardo intorno, riconosco di essere in una stanza di gran lusso per l'epoca, toccando poi ciò che avevo in fronte e cercando di vedere chiaramente chi mi stava mettendo quel panno fresco e si stava occupando di me.
Come non potrei riconoscere quei bizzarri capelli che per tanto ho dovuto ricordare per avere un suo ologramma perfetto? Quello che ora si sta prendendo cura di me era Atem, il faraone. Ho aspettato tanto di vederlo vicino a me, lo ammetto, ma sinceramente, non mi aspettavo di vederlo nelle vesti di "infermiera", soprattutto curando me. Sento una piccola risata divertita provenire da lui.

«Sai, se dovevi proprio venire a farmi visita, avresti dovuto vestirti più leggero... ti sei preso un bel colpo di calore...»

Sembra persino preoccupato per me da come ne parla e forse lo è davvero. Rimango immobile per un attimo senza distogliere lo sguardo dal suo viso. Lui continua a guardarmi con quel persistente sorriso, magari è contento di vedermi dopo tutto questo tempo in cui siamo stati distanti.
Pian piano mi metto seduto finendo col ritrovarmi davanti al suo viso, lì per lì lo fisso notando che Atem spalanca gli occhi a ritrovarmi così vicino e lentamente si allontana andando a risciacquare il panno per la fronte quasi fosse ancora un po' scosso per quello che mi è successo.

«Sto bene, non ho bisogno del tuo aiuto e neanche che tu ti preoccupi tanto per me.»

Non appena lui si avvicina di nuovo a me gli tolgo dalle mani quello stupido panno, in fondo era inutile. Ora sto bene. Non appena faccio quel gesto avventato vedo il faraone sussultare facendo un passo indietro per poi alzare un sopracciglio in modo interrogativo.
Finalmente ho l’opportunità di parlare con lui, di rivelargli tutte le cose che tormentano la mia mente ormai da anni e ovviamente non sprecherei mai tutto il tempo che ho a disposizione senza neanche fare un duello con lui; sono venuto principalmente anche per questo… credo. Noto però nel suo sguardo un’aria preoccupata, molto preoccupata, probabilmente avrà capito che le mie forze non sono molte e ogni minuto che passo in questa era mi prosciuga la forza vitale.
Perché proprio lui, il mio eterno rivale si preoccupa così tanto per me? In fondo non ce n’è nessun bisogno. Nonostante questo quando gli dico di uscire per riprendere quello per cui sono venuto, alzandomi, lui continua a guardarmi con quello sguardo preoccupato e… triste.
Anche se morirò niente mi impedirà di esaudire l’unico desiderio che ormai voglio ardentemente, non mi resta più nulla… se dovesse succedere almeno morirò felice e appagato dalla vita che ho vissuto.


«Kaiba, ascoltami per favore. Ho compreso la tua situazione e non credo che tu debba sforzarti… dovresti rimanere qua a riposare; già tu non dovresti essere qua! Devi essere impazzito…»

Sento la voce di Atem non appena mi appoggio allo “stipite” della porta, credo che abbia notato che le forze mi vengono a meno man mano che sto in questo posto.
A quanto vedo lui non si fida tanto di me alla fine eh…?

«Faraone! Ti ho già detto che sto bene e in piene forze, non ho bisogno della tua pietà. Quindi, usciamo e andiamo a fare questo duello! »

Giro appena il viso giusto per godermi la sua espressione sconcertata, alla fine sospira avviandosi verso il proprio giardino privato… ovviamente io lo seguo senza perderlo d’occhio per non perdermi in quell’immenso palazzo. Non appena raggiungiamo l’esterno Atem si allontana di qualche metro azionando il suo Duel Disk; cosa che ovviamente faccio pure io con grande entusiasmo.

Dopo anni posso finalmente duellare di nuovo con te, quando ancora tu eri intrappolato nel corpo di Yugi Muto non... non ho mai avuto l’occasione per dirti davvero tutto quello che sentivo. Comportandomi ovviamente come un bambino, usando termini poco carini e fuori dal mio stile.
Il mio carattere è difficile da capire certo, sono stronzo e freddo… molto spesso non mi importa di nessuno ma da quando ti ho incontrato le cose sono cambiate.
Faraone… Atem è da tanto che…


La mia vita si annebbia, non ti vedo più mia luce, dove sei?
Mi ritrovo a terrà riesco pian piano a vedere parte del mio corpo che si sta smaterializzando, no… non ora… ho ancora tanto da dirgli! Per favore ancora poco tempo… per favore…!
Il panico sta prendendo il controllo del mio corpo, esso trema come una foglia mentre quella strana aura violacea mi sta facendo lentamente sparire, ma non appena alzo lo sguardo ti vedo.
Stai piangendo… allora perché stai sorridendo...?

Ti avvicini a me, ti metti in ginocchio tenendo il mio busto tra le braccia visto che oramai dai fianchi in giù non c’è più nulla di me… ti abbassi e mi guardi con quei bellissimi occhi ametista in cui mi perdo per l’ennesima volta… sai sempre come prendermi…
Prima che io me ne vada però ho ancora un desiderio che deve essere esaudito e tu lo vuoi tanto quando me…

Sfiorando le nostre labbra e baciandoci dolcemente il mio corpo si frammenta lasciandoti lì solo oramai…

Ti amo, Kaiba…
   
 
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