Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |       
Autore: _ A r i a    07/07/2017    4 recensioni
{ ultima storia su questo fandom | multipair | linguaggio esplicito, contenuti forti e tematiche delicate | street life!AU }
Jude sente il cuore battergli a mille nel petto, martellargli contro la gabbia toracica con una furia inaudita, mentre l’adrenalina corre lungo le autostrade delle sue vene e i polmoni gli ardono; i polpacci tirano e pulsano a causa dello sforzo fisico, la testa inizia a dolergli e il fiato è già corto, nonostante questo però il ragazzo è felice.
Sì, felice.
Jude sorride, è così elettrizzato che se non avesse una copertura da mantenere si metterebbe ad urlare. La verità è che in quei momenti, quando è in giro con i suoi amici a combinare casini, si sente libero come in poche altre occasioni nella sua vita.
I quattro attraversano un ponte di metallo e i loro passi rimbombano assordanti nella notte.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
You don’t know my mind
You don’t know my kind
Dark necessities are part of my design and
Tell the world that I’m
Falling from the sky
Dark necessities are part of my design
Red Hot Chili Peppers — Dark necessities


Jude non ricorda con esattezza come sia finito in quella situazione – forse anche quel ricordo è anestetizzato dai fumi che albergano i luoghi che frequenta ultimamente.
Una sera d’inverno, il vento freddo. Fuori si era fatto buio e lui, come al solito, era in ritardo per tornare a casa. Avrebbe dovuto smettere di intrattenersi in biblioteca fino a quell’ora, prima o poi.
Casa sua era dalla parte opposta della città, perciò, nel tentativo di risparmiare un po’ di tempo, aveva deciso di tagliare attraverso la zona malfamata.
Pessima scelta, se solo ci ripensa adesso.


Southwest Corridor, Boston, 12th January
h. 07:25 p.m.


Era un vicoletto secondario, dove non arrivava neanche la luce rossastra dei vecchi lampioni. Ogni cosa era avvolta dall’oscurità e nella nebbia sottile scie di fumi si alzavano dalle pattumiere di latta lì affianco. Passandoci davanti, nella mente di Jude era affiorato chiaro il desiderio di non addentrarsi mai e poi mai in un posto del genere – peccato che, in effetti, non avesse avuto nessuna possibilità di scelta.
Mentre camminava lungo il marciapiede illuminato dalle luci malandate eppure, a modo loro, così rassicuranti, aveva sentito una voce nota emergere da quelle tenebre e pronunciare il suo nome.
«Sharp?»
Jude si era stretto un po’ più a sé la tracolla della borsa, restando inchiodato sul posto. Si era guardato intorno con circospezione, quasi volendosi accertare con quanta più sicurezza possibile di non aver preso un abbaglio. In cuor suo, d’altronde, Jude sperava di essersi sbagliato.
Eppure, sapeva già di avere ragione.
Purtroppo, infatti, era proprio dal vicolo buio alla sua sinistra che era provenuta quella voce.
E Jude conosceva fin troppo bene il suo insopportabile proprietario.
Poco dopo aveva sentito un gran frastuono invadere quella viuzza senza uscita – qualcuno che inciampava, metallo che cadeva rumorosamente a terra, il miagolio di lamento di un gatto, una sequela di imprecazioni trattenute tra i denti – mentre lentamente tre figure emergevano dall’oscurità.
«Cazzo, David» aveva sbottato il ragazzo di poco prima «un po’ più di attenzione?»
David Samford era comparso sulla scena di lì a poco, con un aspetto piuttosto trafelato. Con una mano poggiata sul muro di mattoni alla sua destra, si era piegato su se stesso, il respiro affannato.
«Come se ce l’avessi messo io quel secchio, lì» aveva replicato passandosi nervosamente una mano nella chioma di capelli turchini. «Oh, ciao, Jude!»
Il ragazzo sembrava essersi illuminato alla presenza dell’amico in quel luogo. Jude, invece, si sentiva stranamente confuso: lui e David si erano parlati un paio di volte, a scuola – certo, era ben lontano dal definirlo un suo amico, d’altronde tuttavia quante persone potevano veramente definirsi suoi amici? Ah, se solo non fosse stato sempre così riservato…
Nel frattempo, una terza figura era comparsa sulla soglia del vicolo e Jude non ci aveva messo molto prima di riconoscerlo: era Joseph King, il ragazzo che era sempre in compagnia di David – anche se forse sarebbe stato più corretto dire che fosse Stanford a seguire Joe come un’ombra.
Joseph aveva tirato uno schiaffo sulla testa del primo ragazzo, ignorando le sue proteste.
«Pure tu potresti evitare di criticarlo qualsiasi cosa faccia, Caleb» aveva soggiunto Joe, osservando con aria truce il primo ragazzo.
«È colpa mia se è deficiente? Comunque potresti pure evitare di difenderlo per qualsiasi cosa, è abbastanza adulto da farlo da solo e, se proprio non ci riesce, cazzi suoi. Non è un bambino e tu non sei la sua mammina. Al massimo sarà il tuo ragazzo – ma io non mi azzarderei comunque a definirvi in questo modo, mi sembra piuttosto che siate due che si limitano a scopare insieme, ma poco importa» aveva commentato Caleb Stonewall, senza perdere la sua solita aria strafottente.
«Non è il mio ragazzo» aveva replicato Joe, afferrando il suo interlocutore per il colletto della maglietta.
«Oh, se reagisci così fai supporre tutto il contrario» gli aveva fatto notare Caleb, nello sguardo una provocazione per nulla velata.
Jude, nel frattempo, si era agitato lievemente sul posto, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Se fosse stato per lui, a quest’ora non avrebbe perso ulteriore tempo per scattare e correre via da lì il più velocemente possibile, tuttavia ormai i tre ragazzi lo avevano notato: erano in superiorità numerica, perciò non ci sarebbe voluto loro molto tempo prima di raggiungerlo e bloccarlo. Considerando anche il fatto che sembravano avere delle corporature piuttosto allenate e adatte agli sforzi fisici, fuggire era decisamente al di fuori delle sue opportunità.
Il ragazzo aveva pensato allora di richiamare la loro attenzione.
«Joe? David? Caleb? Che cavolo ci fate qui?» aveva domandato infatti. Forse con la retorica sarebbe riuscito a distrarli, assicurandosi così la fuga.
«Come che ci facciamo qui? È dove veniamo sempre, dopo le lezioni» era stata la spiegazione che gli aveva fornito David, con il fiato ancora piuttosto corto.
«La vera domanda» aveva ripreso Caleb, passandosi una mano nel ciuffo di capelli castani «è cosa ci fai tu, qui.»
Jude si era morso un labbro inferiore, muovendo di nuovo nervosamente i piedi.
«Niente di particolare, a dire la verità» aveva cominciato a spiegare, a disagio «stavo andando a casa e ho pensato che passando da qui avrei fatto prima. A tal proposito, forse adesso è arrivato il momento che io me ne vada—»
«Ohh, non così in fretta, amico» Caleb era scattato in avanti, afferrando Jude per un braccio e trascinandolo verso il vicolo «andarsene via così in fretta, d’altronde, è da maleducati, non trovi?»
Joe e David si erano limitati a lasciarsi sfuggire un lieve sogghigno, per poi inoltrarsi nelle tenebre insieme agli altri due.




Angolo autrice

Mi sono spaventata quando mi sono resa conto che ci ho messo più di quattro mesi per finire questa long. Perché sì, per la prima volta in vita mia sono riuscita a concludere qualcosa. Ne sono così entusiasta che potrei pubblicare tutti i capitoli di questa long in una volta sola... ma non lo farò, fondamentalmente perché sono una persona estremamente sadica – e credo che questo ormai lo sappiate tutti.
In totale, ve lo dico già da adesso, la storia si comporrà di sei capitoli, compresi il prologo e l'epilogo. Parliamo di 27.700 parole circa... un vero e proprio muro di parole, in effetti. Visto che pubblicarla come OS mi sarebbe sembrato fin troppo pesante, ho deciso di percorrere la via della long fiction. Magari anche per togliermi la soddisfazione di vedere una mia storia giungere al termine? Chi lo sa. In ogni caso, visto che già dal numero di parole si capisce che il 7 sarà un numero molto presente all'interno di questa storia (non è vero ma illudiamoci che sia così LOL) i capitoli verranno pubblicati ogni 7, 17 – al diavolo la scaramanzia, insomma – e 27 del mese, e beh, ho pensato che questo potesse essere un modo carino per farvi compagnia in questi caldi mesi estivi... dato però lo scarso riscontro che generalmente le mie storie ottengono su questo fandom diciamo che principalmente la pubblico per me, ahah.
Non aspettatevi fluff e cose allegre da questa storia: vengono affrontate tematiche quali l'alcol, la droga e la delinquenza, perciò diciamo che le coppie ci sono ma potrebbe trattarsi anche di rapporti disfunzionali, in taluni casi. Se sono argomenti che credete di non riuscire a sopportare in una lettura, vi consiglio caldamente di non proseguire oltre, non vorrei mai urtare la vostra sensibilità. Il linguaggio sarà spesso molto pesante, così come alcune scene... perciò sì, credetemi, se non ve la sentite vi capisco. Inazuma Eleven non è certo la patria di queste cose poco allegre... io stessa, mentre scrivevo, mi sono dovuta fermare innumerevoli volte, perché a tratti la storia diventava fin pesante o temevo di non aver approfondito a sufficienza alcune tematiche.
Altra cosa: questo è il prologo e non succede granché, credetemi però se vi dico che il terzo, quarto e quinto capitolo saranno davvero... pieni. Okay, questo non vuol dire saltate a quelli e non leggete gli altri, però insomma, dopo l'impegno che ci ho messo per finire questa storia magari date uno sguardo un po' a tutto.
A proposito... lo so, come ho detto le mie storie su questo fandom non ricevono mai molti pareri... però, visto che ci ho messo più di quattro mesi per finirla e che ci ho letteralmente sputato sopra del sangue per finirla, almeno un piccolo parere per dirmi cosa ne pensate vi andrebbe di lasciarlo? :3
Le coppie penso di non dover neanche dire quali siano... e sì, questa è l'ultima storia che pubblicherò su questo fandom. Perché? Oh, molto semplice: ormai Inazuma Eleven mi provoca soltanto dispiaceri. Ho trovato fandom in cui mi sento molto più benaccetta, per cui non vedo il motivo di restare ulteriormente qui. Per continuare a soffrire? Grazie, ma no, grazie. Ma ehi, ho concluso una long, bisogna festeggiare, no?
E niente, per questa volta ho detto tutto – e anche troppo, forse. Ringrazio come al solito Gaia per aver betato tutto ciò e ci vediamo il 17 luglio!

Aria
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _ A r i a