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Autore: Red_Coat    08/07/2017    2 recensioni
Genesis.
La mia vita, per te.
Infinita rapsodia d'amore
__________________________________________
DAL TESTO:
Un bagliore accecante invase la grotta, ed io capì che l'avevo raggiunta appena in tempo. Alzai gli occhi, e vidi uno splendido angelo con una sola ala, immensa, nera e maestosa, planare dolcemente su una roccia. Rimasi incantata, con gli occhi pieni di lacrime, a fissare la sua sagoma, fino a che non mi accorsi che i suoi occhi verdi come l'acqua di un oceano di dolore e speranza seguitavano a fissarmi, sorpresi e tristi.
Fissavano me, me sola, ed in quel momento mi sentii morire dal sollievo e dalla gioia
" Genesis! " mormorai, poi ripetei il suo nome correndogli incontro
C'incontrammo, ci abbracciammo. Mi baciò.
Ed io, per la prima volta dopo tanto tempo, piansi stretta a lui.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genesis Rhapsodos, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vincent Valentine, Zack Fair
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo XX


Allora, per cosa potrebbe combattere un angelo, Zack?
Cosa sognano gli angeli?!
Loro sognano una cosa soltanto … diventare umani.
 
-Angeal Hewley-

///Flashback///

Wutai.
Un piccolo continente sano e pacifico coinvolto in una guerra per l'avidità di una singola persona. Un'isola dispersa nel mare, un territorio fertile dove poter riposare e fiorire, un posto dove la gente aveva imparato ad amare e rispettare il continuo evolversi delle cose, la sacralità della vita e dei legami familiari, l'importanza di una coscienza onesta e pura e di un nome saldo, per poi assistere in un solo attimo alla fine di tutto da parte di strane belve simili a loro che dicevano di essere umani, parlavano con un accento strano e volevano portare la civiltà con la forza li, dove in realtà nessuno ne avrebbe mai avuto la necessità e neanche avvertito il bisogno.
Wutai, una terra in ribellione, disposta a tutto pur di difendere sé stessa dagli invasori e proteggere il tesoro di biodiversità che madre natura le aveva donato.
Quella, pensò Genesis Rhapsodos non appena riuscì a mettere piede sul suolo "nemico", era la terra di partenza perfetta per il suo nuovo inizio.
Non poteva esserci scenario migliore per la sua rinascita a portatore di verità e vendetta, di quella terra che con caparbietà e coraggio continuava ad ostinarsi a lottare contro la Shinra, un nemico molto più grande e avido delle sue possibilità.
Stavano morendo in molti, sui campi di battaglia. Eppure nessuno di loro si tirava mai indietro. Anzi, fino all'ultimo respiro continuavano ad opporsi per la salvezza della loro terra contro gli avidi speculatori sanguisughe di Mako, senza arretrare, temere o vacillare.
Diritti verso il proprio destino, uniti da un obiettivo comune: Proteggere la propria madre terra.
Li ammirava. E di sicuro se ci fosse stato Angeal avrebbe trovato di avere molto in comune con loro, e sarebbe stato onorato di battersi contro avversari simili.
Angeal ... per tutta la durata del viaggio continuò a pensarlo, ignorando le chiamati e sentendo intorno al cuore una morsa dolorosa al solo pensiero di doverlo lasciare così, senza una spiegazione.
Ma si consolò iniziando a cercare di trovare le parole giuste per rivelargli la verità e, poco prima che l'elicottero riuscisse ad atterrare, dando inizio alla sua diabolica operazione.
Non fu affatto difficile in realtà.
Aveva già programmato ogni cosa nei minimi dettagli, e dirottare il velivolo fu davvero uno scherzo quando il secondo pilota accedette allo scompartimento passeggeri e lo trovò colmo di sangue e cadaveri di 2nd e 3rd, alcuni di essi agonizzanti e con gli occhi pieni di terrore.
Lo stesso che si dipinse nei suoi occhi subito dopo, quando facendo per correre indietro a riferire si ritrovò davanti la lama della sua Rapier sporca di sangue e puntata contro la sua gola.
Genesis ghignò nell'osservare quanto fosse alta al tensione in quello che in fondo non era che un ragazzo, talmente tanto da ammutolirlo e spingerlo a tremare forte.

-Dove hai intenzione di andare?- lo apostrofò divertito.
-Pietà!- sussurrò quello in risposta, implorando per la sua vita.

In un'altra situazione lo avrebbe anche ascoltato forse, risparmiandolo.
Ma stava per iniziare una guerra, servivano soldati per il suo personale esercito e ad Hollander servivano cavie da ... trasformare.
Neanche lo ascoltò dunque, esibendosi in un ultimo ghigno per poi trafiggerlo al ventre e lasciando ricadere anche lui come gli altri sul pavimento ormai colmo della piccola stanza.
Non perse tempo ad ascoltare i rimorsi della sua coscienza, atroci. Un mostro non ne aveva alcun bisogno, quindi si diresse in cabina di comando e prese alle spalle il pilota che ignaro continuava a guidare senza essersi accorto di nulla.
Lo immobilizzò passando un braccio attorno al suo collo e minacciandolo con la sua lama come aveva fatto con gli altri.

-Tieni le mani sul volante e continua a guidare. Inverti la rotta.- ordinò.

Quello non si mosse, continuando a tremare, anche lui troppo terrorizzato per riuscire a dire o fare nulla.
Allora il 1st class strinse di più la presa, avvicinando di più la bocca al suo orecchio destro e ripetendo, più rabbioso e serpentino.

-Mi hai sentito? Inverti la rotta, ora comando io qui. Solo io.- sottolineò.

Finalmente quello si mosse, tornò a stringere con più convinzione la consolle e riprendendo in mano il velivolo chiese, balbettante.

- D-dove andiamo, a-allora?-

A quel punto, sapendo di averlo convinto, Genesis fremette e ghignò, staccandosi e lasciandolo libero, per poi puntare i suoi occhi verso il cielo azzurro sconfinato oltre il vetro della facciata anteriore.
Si fece serio, strinse i pugni e comandò, scuro.

-Banora.- lasciando che all'improvviso il suo sguardo si perdesse nei ricordi, vacuo, nostalgico e atono -torniamo a casa ...- bofonchiò in aggiunta.

Quindi tornò in sé, riacquistò il suo appena ghigno altero e famelico e rialzò la schiena, andandosi a sedere a gambe incrociate sulla sedia del povero secondo pilota con la Rapier macchiata di sangue ben in mostra, voltandosi verso il suo interlocutore e rivolgendogli infine un sorriso soave mentre concludeva calmo.

-Sappilo, ho studiato attentamente le mappe e se tenti di cambiare rotta me ne accorgerò. Perciò sii buono e obbedisci, va bene?-

E a quello, terrificato, non restò che annuire e rassegnarsi alla sua nuova posizione di ostaggio obbediente.
 
\\\
 
L’elicottero raggiunse la sua nuova destinazione circa tre giorni e mezzo dopo, e per volere del suo nuovo comandante planò sul villaggio proprio di fronte alla grande casa rossa dei signori Rhapsodos, i più ricchi abitanti.
Genesis ordinò al suo ostaggio di non spegnere i motori e attendere che lui fosse sceso per andare ad atterrare vicino alla fabbrica, sulla collina. Lo aveva ferito, per assicurarsi che non potesse andare tanto lontano in caso di fuga, perciò con un sorriso lo informò.
 
-Il professor Hollander ti sta già aspettando, lui potrà guarirti se lo vuoi, e poi …- il ghigno sulle sue labbra si accentuò –Potrai tornartene tranquillamente a casa.-
 
Quello, pallido e stanco, annuì senza capirci molto, stordito e sfiancato dallo sforzo e a causa del veleno che dalla lama dello stocco magico era entrato in circolo quando era stato colpito al fianco.
Ormai non aveva neanche più la forza di reggersi in piedi, perciò nonostante la gentilezza del suo aguzzino la convinzione che non sarebbe mai più tornato indietro si era fatta strada già da un po’ nella sua mente. La sua vita da SOLDIER era finita ancora prima di cominciare, sfortunatamente per lui.
Dal conto suo, il 1st class si preparò alla battaglia, affacciandosi al portellone e chiamando a gran voce i suoi genitori, fingendosi allegro.
 
-Mamma! Papà!- urlò per sovrastare il rumore delle pale elettriche –Sono Genesis! Sono tornato!-
 
“E avrò le mie risposte, che vogliate darmele o no.”
La prima ad uscire fuori, sconvolta e sorpresa di vederlo fu sua madre, una donna sulla quarantina dalla bellezza matura, travolgente, e ancora nel pieno del suo fiorire. Vestiva con un abito di fattura pregiata, di pizzo e broccato, portava i lunghi capelli mossi e rossi legati sopra la nuca in uno chignon ribelle, e ai piedi calzava un paio di stivaletti di robusto cuoio, marroncini.
Uscì dalla porta di casa e lo guardò parandosi gli occhi con una mano, quasi incredula.
 
-Genesis!- esclamò subito dopo, avanzando di appena qualche passo per evitare di urlare fino a sgolarsi.
-Che ci fai qui?- chiese allora suo padre prevenendola, spuntato dietro di lei.
 
Il rosso gli rivolse un lungo e intenso sguardo serio, osservandolo.
Alto, spalle larghe, magro e muscoloso. Era un uomo di qualche anno più grande di lei bello e abile negli affari, che non aveva mai lasciato libero sfogo ai propri sentimenti neanche davanti a suo figlio. Un uomo tutto d’un pezzo, come si soleva dire in questi casi, con i capelli brizzolati sempre tirati all’indietro e pregni di gel e i glaciali occhi azzurri puntanti oltre i loro, ai suoi prossimi progetti, alla sua prossima mossa.
La furbizia non gli mancava di certo, e ora anche lui, che nonostante tutto lo aveva sempre ammirato per questo, lo sapeva bene. E sapeva il perché … di molte cose che riguardavano il loro rapporto.
Sorrise, con una strana e nuova luce impaziente e torva negli occhi. Quindi con un salto agile scese dal portellone ed ordinò al soldato che vi era al comando di partire, mentre lui si avviava verso di loro, fino ad essere faccia a faccia coi loro occhi.
Si guardarono, nel poco tempo che intercorse fino a che il rumore dell’elicottero non svanì del tutto, lasciando posto di nuovo al silenzio della natura intorno a loro.
E lui sentì di nuovo il cuore spezzarglisi in petto, e quella rabbia cupa impossessarsi di nuovo di lui. Strinse forte i pugni, tentando di nasconderli dietro i lembi del soprabito.
“I miei genitori …” pensò soltanto.
Già …
La sua famiglia. Quanto li aveva amati.
E quanto ancora lo faceva, nonostante tutto …
Nonostante ora la loro maschera fosse caduta rompendosi miseramente a terra in mille pezzi, e ora apparissero per quello che erano davvero. Due avidi bugiardi.
Eppure … gli occhi di quel bambino che continuava a rimanere in lui non riuscivano proprio a staccarsi dall’immagine fasulla che per tutto quel tempo avevano guardato, ingenui e ingannati.

-Non dovresti essere qui.- lo apostrofò a quel punto suo padre, severo, rompendo il silenzio –E’ successo qualcosa?- chiese quindi, stringendo preoccupato la mano di sua moglie.
 
Li guardò arretrare impercettibilmente, e il dolore si acuì. Ma fece finta di nulla, tornando a sorridere e a fingere come oramai era diventato maestro nel fare.
 
-Entriamo?- chiese semplicemente.
-No.- fu la risposta secca dell’uomo, mentre la donna continuò a tacere ed osservarlo sempre più preoccupata –Non se prima non ci dici cosa sta succedendo? Ci sei solo tu?-
 
Il sorriso si trasformò in un ghigno, divertito e triste al contempo.
Li guardò entrambi, in silenzio per qualche istante.
 
-Perché, vi spiace?- chiese, poi senza aspettare una risposta aggiunse, calmo –Vi spiegherò tutto non appena saremo dentro. Fa un caldo infernale oggi.- concluse, guardandosi intorno e poi superandoli, ed accedendo senza chiedere ulteriori permessi a quella che, in fondo, era sempre stata anche casa sua.
 
Una casa di serpi, certo. Ma pur sempre tutto ciò per cui aveva sempre vissuto.
 
\\\
 
Tre ore dopo …
 
Nella fabbrica era tutto pronto, o quasi.
Hollander stava finendo di sistemare gli ultimi schemi al computer quando i passi lenti degli stivali dell’ex SOLDIER 1st class risuonarono nella stanza, inducendolo ad alzare il volto.
Lì per lì non si accorse neppure del suo sguardo sconvolto, degli occhi lucidi pieni di lacrime e talmente atoni da risultare quasi privi di espressione, assenti. Era troppo impegnato a gioire dei suoi successi.
 
-Ah, sei qui.-  esordì, staccandosi dal pc e raggiungendolo –Ho programmato i macchinari, non è stato difficile montarli. È tutto pronto al piano di sopra, quando vuoi.-
 
Poi però l’assenza di attenzione e risposte lo indusse a chiedersi cosa ci fosse che non andava, e quando guardò verso le sue mani guantate le vide macchiate di un liquido viscido e rosso cremisi scurissimo, e osservò inquieto qualche goccia di esso scivolare lentamente verso il basso per poi andare rapida a schiantarsi sulle assi in legno del pavimento.
 
-Sei ferito?- chiese, più preoccupato per la sua ricerca che per il suo effettivo stato di salute.
 
Fino a che non sarebbero riusciti a portare dalla loro parte anche Angeal, Genesis rimaneva l’unico campione ancora in suo possesso.
Il rosso chiuse gli occhi, accenno ad un sorriso impercettibile, e piano scosse il capo, più volte, senza fiatare.
Quindi respirò profondamente, si aggrappò alla sua sola speranza ancora rimastagli e al desiderio di vendetta che ora più che mai divampava dentro di lui come un fuoco inarrestabile, e riaperti gli occhi li puntò dritti davanti a sé, riprendendo a camminare.
 
-Iniziamo allora.- concluse, col suo solito tono deciso, ascoltando i passi di quel maiale grasso che era stato costretto a portarsi dietro raggiungerlo, e ingoiando ancora sempre più con fatica un altro groppo di lacrime.
 
Niente più famiglia, niente più umanità, niente più esitazione.
I mostri non erano in grado di trattenere a sé nulla di tutto questo, non ne erano degni. Stava soltanto … lui stava solo facendo ciò ch’era nella sua natura.
Almeno fino a quando la dea non avrebbe deciso di accoglierlo tra le sue braccia e regalargli una nuova vita e un nuovo scopo, trasformandolo in ciò che aveva sempre sognato di essere.
Semplicemente un uomo.


///Fine flashback///


 
***
 
Mittente: 01551367894
Destinatario: Zack <3
23/04
Ore 21.15
 
Ciao Fratellino, come stai?
Come te la stai passando a Midgar, con gli allenamenti, le missioni e tutto il resto?
Lo so che sono trascorsi solo due giorni da quando sei partito, e i tuoi genitori sono così buoni con me che mi verrebbe davvero così facile non sentire la tua mancanza, ma non è così.

Affatto.
Ma che gli hai detto, eheh? Forse pensano che io sia davvero tua sorella in qualche modo.
Mh, pensandoci bene no, non credo che lo pensino perché altrimenti non so se riuscirebbero ad usare la stessa gentilezza.
Tua madre è una cuoca splendida, sa cucire e conosce molte più cose di quante mi sarei aspettata, è una donna di grande cultura, davvero! Ed è davvero tanto piacevole parlare con lei.
Tuo padre invece mi fa ridere col suo adorabile senso dell’umorismo, siete così simili! E anche lui è un pozzo senza fondo di consigli.

Sto proprio bene qui, Zack. Davvero.
Grazie per avermici portato, non mi sentivo così in pace da molto tempo, e l’aria di campagna mi piace da matti. Sai, sono una ragazza di campagna anche io.
Di giorno aiuto tua madre con le faccende domestiche e verso sera faccio un giro nei dintorni. La natura è splendida qui.
Ma … mi manchi così tanto!
Continuo a pensare alla promessa che mi hai fatto … che non ti saresti mai dimenticato di me.
E mi chiedo con sempre maggior angoscia se sarai riuscito a mantenerla.
La notte non chiudo occhio, distesa nel tuo letto con gli occhi puntanti contro il soffitto e il fiato corto per colpa della paura.
Sigh …
Ma non volevo parlarti di questo, scusa. Scusami tanto, davvero. È che mi manchi da morire, mi mancano le nostre passeggiate e i nostri discorsi, i nostri abbracci.
Volevo spedirti una lettera ma non ero sicura che ti sarebbe arrivata, con gli sms invece vado sul sicuro e posso star certa che riuscirai a leggermi.
Immagino tu abbia molto da fare, spero che Angeal non abbia fatto storie per colpa della mia fuga. Scusami ancora, anche per questo.
Ora ti lascio, non mi va di tediarti.
Buona notte, fratellino.

Ti voglio bene. Tanto … anche troppo forse …
 
Valery
 
Mittente: 2nd class Zack Fair
Destinatario: Sorellina <3
23/04
Ore 00.47
 
Heilà, ciao sorellina! :D
Scusami tu se non ho potuto risponderti prima, ma sono stato parecchio impegnato.
Angeal mi sta mettendo sotto con gli allenamenti, dice che ho bisogno di affinare il mio istinto, la mia concentrazione e la mia tecnica, altrimenti potrei essere vulnerabile a molti attacchi, soprattutto quelli di sorpresa.
E lo sai? Mi sa che ha ragione, dannato.
Non c’è niente da fare, per quanto mi sforzi non riesco proprio a ricordarmi che quando una battaglia è finita non è mai detto che lo sia davvero.
Due giorni fa, al mio primo allenamento, stavo quasi rischiando di finire decapitato per colpa della mia fretta, meno male che c’era Angeal a guardarmi le spalle!
Sono felice che tu stia bene, comunque. Sul serio? Vieni anche tu da un villaggio? Eheh, ora capisco molte cose, allora ;)
Goditi Gongaga anche per me, sigh, io vorrei poterlo fare un po’ di più, ma non si sa mai, il direttore in uno slancio di generosità potrebbe decidere di concedermi qualche altro giorno di ferie (anche se la vedo dura). Ma ti raccomando, non andartene in giro di notte da sola, la selva è piena di animali selvatici viscidi e pericolosi, anche se sono convinto sapresti stenderli comunque anche senza il mio aiuto.
Sei una forza tu eheh.
Ma cosa dici, come posso averti dimenticata?
Anche tu mi manchi tanto, quando sono solo nella mia camerata ripenso a quello che ci siamo detti e alle nostre passeggiate sotto la luna, e riesco a sentirmi un po’ meno stanco e solo.
E’ dura la vita del soldato, ragazzi!
Lo sai, mi sento più tranquillo sapendo che ci sei tu assieme ai miei, così oltre che sapere come te la passi posso anche scriverti per chiederti qualcosa di loro. Mi mancano tanto …
Aaah, beata tecnologia!
A proposito, stamane ho visto Tseng e gli altri turks.
Sai, credo di non essergli molto simpatico eheheh.
Ma chi se ne importa! L’importante è sapere che tu sei al sicuro e che stai bene.
Spero di riuscire a ottenere al più presto qualche altro permesso, anche se non sarà facile ma ci proverò. Mi farò in quattro pur di riuscire a tornare da te, promesso!
Ora chiudo, sono distrutto.
Angeal non mi da tregua, però dai, devo ammettere che me lo merito ;)
Buona notte piccolina, vorrei essere lì con te per abbracciarti ma per ora mi devo accontentare di un semplice bacio virtuale, anzi tre  :* :* :*
E pure quattro e cinque :* :*
Eheh, a presto.
 
Zack.
 
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Hey Zack,
 
Tra meno di tre settimane compirai diciotto anni, e tua madre non fa che ripetere ch’è un traguardo importante, ed io le rispondo che è solo il primo di una lunghissima serie :)
Credi che riuscirai a venire a festeggiare con noi? Tuo padre ne sarebbe così contento …
Ieri sera a cena abbiamo parlato di te. Sai Zack, quando parlano di te i tuoi hanno gli occhi che brillano di orgoglio.
Stai inseguendo un tuo sogno e lo stai facendo con perseveranza e costanza.
Anche io sono fiera di te.
Però … non faccio che ripensare a quello che … che … avrei dovuto dirti.
Fratellino mio, non sono mai stata una ragazza coraggiosa ma … niente, scusa.
Scusami tanto, ecco che ricomincio a fare la melodrammatica.
Lascia perdere e divertiti alla tua festa, anche se non tornerai qui ^_^ :*
Ah, a proposito, hai notizie di Genesis?
Sono … sono in pensiero per come ci siamo lasciati, tutto qui.
Un grosso e soffocante abbraccio.
 
Valery.
 
Ciao sorellina,
 
Eheh, hei, hei, hei!! Non stringere troppo, che mi fai male! :P X)
Mhhh, non credo che sarò lì a festeggiare con voi, purtroppo.
Qui alla Shinra le cose si sono stranamente fatte più dure, nessuno sembra volermi dare fiducia, Angeal non fa che stressarmi con gli allenamenti e da qualche settimana sembro non esistere per nessuno.
Il reparto SOLDIER si è svuotato, comunque, io vorrei aiutare ma … nulla. Nulla di nulla, solo allenamento sfiancante e niente riposo. E sto cominciando a stancarmi, uffffff!
Ma non guastiamoci ancora di più l’umore pensando a queste cose.
Mi fa sempre piacere vedere il tuo nome in un messaggio della mia casella di posta :) ;)
Piccola, so che provieni dal futuro e che sai molte cose. Ti credo.
Ma qualsiasi cosa tu sappia, non essere mai triste. Amica mia, qualsiasi cosa accada non preoccuparti per me, e vivi come se fosse la prima volta.
Lo so che forse è difficile, ma cerca di non pensarci.
Non sai quanto mi rincuora saperti felice, sapere che sorridi e che … che con me stai bene.
Mi basta questo per non pensare al futuro che mi si prospetta davanti.
Forse è stato qualcuno, magari un Dio, a mandarti qui.
Per me sei come il regalo più bello che io abbia mai ricevuto …
Ma non voglio farti piangere, adesso, okkey?
Non ho notizie di Genesis, per il momento, ma ti prometto che cercherò di scoprire qualcosa e appena posso fartelo sapere.
Tu nel frattempo … non smettere di scrivermi, ti raccomando.
Ogni giorno, come stai facendo adesso. Ho bisogno di sentirti … più di quanto tu creda.
Ti voglio un mondo di bene.
 
Zack
 
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Ciao sorellina,
 
Come stai? Io non molto bene, a dirla tutta.
Scusami se non mi sono fatto sentire, è che … ho una notizia bella e una brutta da darti.
Quale vuoi per prima?
 
 
 
Hey, Zack! :D
 
Ciao, com’è andata la missione assieme ad Angeal? Stavo cominciando a preoccuparmi!
È vero che la guerra tra la Shinra e Wutai è finita?
Brutte notizie? :O
Mmmh non so, fai un po’ tu. Dai, dimmi la bella così mi preparo nel frattempo per la brutta.
Spero … non sia nulla di grave …
 
 
 
Okkey, Valery.
Mhhh, non so proprio se sia o meno grave, piccola.
Comunque la bella notizia è che finalmente Lazard sembra essersi accorto di me. Sono stato assegnato assieme a Tseng in una missione di recupero che a quanto pare prima di me era stata proposta a Sephiroth. Inoltre si, la guerra è finita ma …
Ecco, questo è il momento della cattiva notizia.
Sigh …
Angeal è sparito assieme a Genesis, che ha disertato, o almeno questo è quello che sono riuscito a sapere, portandosi dietro alcuni 3rd e 2nd.
Non so che pensare, Valery …
Stavo combattendo al fianco di Angeal, in Wutai, quando è scomparso. All’improvviso non l’ho più visto.
Sephiroth dice che … che anche lui si è unito a Genesis, ma … io non ci credo … non voglio crederci!
Non è possibile che Angeal abbia potuto fare una cosa simile, tradire la compagnia e me, lasciarmi qui, da solo … senza darmi nessuna spiegazione.
No, non può essere. Deve essere successo qualcosa di grave, davvero grave. Penso che tutti si stiano sbagliando a giudicarlo così!
Valery … tu mi credi?
Io … sono sconvolto, e ora più di prima vorrei averti accanto.

Sono sicuro che ci sia una spiegazione logica a tutto questo …
Deve esserci!
...
Ora più che mai spero di riabbracciarti presto, anche se non so se potrò avere ancora la possibilità di lasciare Midgar.
Mi manchi da morire sorellina.
Risolverò tutto, e non appena sarà tutto finito te lo giuro che verrò da te.
Ti abbraccio forte, ora devo andare. Cercherò di chiamarti non appena avrò capito meglio la faccenda.
Ciao sorellina, a presto (spero).
 
Zack
 
   
 
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