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Autore: Thebravest666    08/07/2017    1 recensioni
Lottavo contro me stesso da mesi, ormai; il mio corpo respingeva ogni tipo di cibo solido o liquido, ero arrivato al punto di rottura.
"Louis, ho provato a fartelo capire, ma se continui in questo modo morirai."
Pensandoci bene, forse avrei voluto morire e non mangiare era l'unico modo per farlo senza sembrare un pazzo suicida.
La vita però mi diede un altra scelta e mi affiancò lui; entrò nella mia vita nella stessa facilità con cui poi ne uscì, la mandò a puttane, ero solo, veramente solo.
Non ebbi più paura di morire.
||Tematiche delicate|LouisxHarry|LouisxZayn|
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Osservai attentamente il piatto poggiato sul tavolo e trattenni il respiro per alcuni secondi, sperando che il pavimento mi inghiottisse.
Il bordo del piatto, all'epoca blu, oramai era di un azzurrino sbiadito che in alcuni punti faceva intravedere il bianco della ceramica. 
Il mio sguardo scivolò verso il centro del piatto e un conato di vomito raggiunse il retro della mia gola, facendomi chiudere gli occhi per una manciata di secondi.

                            
Carote: 45 Calorie.
Patate: 60 Calorie.



"Louis, amore!"
Ashley.
Alzai lo sguardo, posandolo in seguito su di lei. I suoi lunghi capelli biondi, solitamente legati con una coda, ora erano lasciati cadere sulle spalle, era così bella.
Le sorrisi dolcemente mentre con la mano cercai di spingere via il piatto, più lontano possibile da me. 
"Non mangi?" Mi domandò con dolcezza e innocenza, sedendosi sulla sedia di plastica rossa accanto alla mia. 
Scossì la testa e le dissi che avevo un leggero mal di pancia e che non mi andava di pranzare, ma ormai la sua attenzione era già passata ad altro.
Harry Styles. Patetico.
Il tipico belloccio, ignorante e capitano della squadra di football, con appresso minimo cinque ragazze tutte pompate che ridono ad ogni sua battuta-penosa.- solo per passare una serata con lui.
Ho già detto; patetico?
Ashley pobabilmente non la pensava come me, visto che i suoi occhi erano fissi su di lui, attirava le ragazze come un magnete. 
"Io vado, ho lezione di fisica." 
Non mi rispose nemmeno, quindi afferrai la mia borsa di tela e mi avviai verso l'uscita della mensa.
Due ragazzi stavano chiacchierando della partita che si sarebbe svolta la settimana prossima, uno era poggiato sull'armadietto e l'altro era difronte a lui, ad ascoltarlo. 
"Nessuno ti sta guardando, Louis." Sussurrai chiudendo gli occhi; dovevo convincermi fino in fondo altrimenti non sarei mai riuscito a passare avanti a loro.
Aumentai la velocità del passo, chinai la testa verso il pavimento e strinsi con violenza il bordo della manica della felpa con la mia stessa mano.
Grasso.
Grasso.
Grasso.
Fianchi.
Cosce.
Pancia.
Grasso.
Grasso.

Era questo che pensavano guardandomi.

Il mio cuore accelerò violentemente e ebbi seriamente paura di avere un attacco di panico nel corridoio, così senza avere dei ripensamenti mi lanciai sulla porta del bagno, entrandoci.
Mi lasciai cadere in uno dei bagni, scivolai lungo il muro, accanto al water e mi portai le mani alle tempie, stringendo gli occhi.
Feci uno sforzo enorme per prendere il cellulare e le cuffie dalla borsa e portarmi le cuffie alle orecchie.
La musica mi faceva sentire bene, era come se fossi in un altro mondo, uno bello, però.
"I'm so happy because today
I've found my friends
They're in my head
I'm so ugly, but that's okay, 'cause so are you
We've broken our mirrors
Sunday morning is everyday for all I care
And I'm not scared
Light my candles in a daze
'Cause I've found god
Hey, hey, hey."

Le mani cominciarono a tremare e con esse anche le gambe e le spalle, spalancai gli occhi e guardai la porta rossa avanti a me. Delle scritte nere erano incise su essa, ovviamente le solite cavolate da liceali. 
Dovevo concentrarmi su esse, ma ogni lettera mi sembrava essere deformata e sfuocata, mentre la musica sembrava essere lontana, quasi ovattata.
Di conseguenza al battito accelerato cominciai a respirare con foga, cercando aria.
La mia testa girava vorticosamente, rendendomi impossibile alzarmi da terra ed uscire fuori.
Il mio corpo sapeva di cosa avevo bisogno in quel momento e me lo stava richiedendo con violenza. Afferrai un elastico nero dal mio polso, mi legai il ciuffo di capelli che avevo avanti agli occhi e mi voltai in modo da avere la faccia  rivolta sul water.
Presi un respiro profondo, prima di poggiare una mano tremante sulla ceramica fredda del water; portai l'altra mano alla bocca, già aperta, e spinsi le dita in gola.
Il primo conato di vomito mi scosse il corpo e mi riempì gli occhi di lacrime, ma non uscì niente dal mio stomaco.

Tomlinson stai calmo. Sai che puoi farcela. L'hai già fatto altre volte.

Riprovai, spingendo le dita con più forza verso la gola, finchè non sentii qualcosa di liquido ritornarmi su.
Rimasi con gli occhi chiusi per alcuni minuti, testa china verso il water e mani strette sui bordi di esso; le nocche erano diventate bianche dallo sforzo. Deglutii rumorosamente prima di aprire gli occhi e alzarmi: non avevo vomitato nulla. Solo acqua.
Ero fiero di me stesso, il mio stomaco era vuoto.
Afferrai la  borsa e uscii di corsa dal bagno, ero in ritardo di 20 minuti alla lezione di fisica e sicuramente una nota non me l'avrebbe evitata nessuno.
Odiavo il liceo. 



___


"Lou, sì davvero! Mi ha chiesto di uscire e non ci posso credere. Ti giuro, mi sto sentendo male."
Ashley mi stava tenendo al telefono da più di un' ora e l'unica cosa che volevo fare era riattaccarle in faccia. Ma volevo sentirla felice prima che uno come Harry le avrebbe spezzato il cuore.
Ero steso sul letto, con un cuscino schiacciato sull'addome per reprimere i dolori. Dall'episodio in bagno avevo vomitato altre due volte. 
"Tesoro, scusami davvero, ma ora devo scendere giù che è pronta la cena. Ci sentiamo domani, va bene?"
Quando riattaccò mi sentii libero da un peso enorme. Mi sentii egoista per non essere stato felice per lei, ma non sopportavo queste frivolezze da ragazzina. 
Mia madre entrò in camera mia e posò un vassoio sul comodino accanto al mio letto, le avevo parlato dei dolori allo stomaco, così si era offerta di portarmi  la cena in camera. 
C'erano due piatti e un bicchiere. In un piatto c'era del riso con l'uovo, nell'altro piatto c'era l'insalata condita con fagioli e tonno, mentre nel bicchiere della coca cola.
450 Calorie.

Guardai mia mamma e la ringraziai, prima di vederla aprire bocca.
I nostri discorsi erano per di più insulti, o "grazie, si, okay, va bene." quindi ebbi paura di cosa potesse uscire da quelle labbra così carnose che ovviamente non avevo ereditato da lei.
"Ti vedo ingrassato ultimamente, dovresti metterti un po' a dieta, sai?"
Sperai con tutto me stesso di averlo sognato, che fosse solo un brutto incubo e che non avesse detto veramente quello.
Annuii arricciando il naso per rimandare in dietro le lacrime, per fortuna non notò   visto che uscì dalla camera, oppure semplicemente non le importava.
Quella sera non mangiai nulla, niente insalata o crackers, come le altre sere. 
Strisciai i piedi sul pavimento e raggiunsi lo specchio, barcollando, facevo fatica a reggermi in piedi.
Passai l'indice sulla carne delle mie cosce e lo feci scorrere fino all'addome.
Grasso. Grasso. Grasso.
Tutto ciò che vedevo era quello. 
Strinsi le mani in due pugni, ero arrabbiata e frustrata per non aver raggiunto il fisico che volevo.
Nella mia testa si continuava a ripetere: "Grasso, Grasso, Grasso" come una canzoncina sempre in riproduzione.
Tremai quando i vetri dello specchio si infransero contro la mia mano, le nocche erano ricoperte di sangue, mentre sul pavimento erano sparsi dei vetri.
Lanciai un urlo, non di dolore, non lo sentivo nemmeno più quello; dovevo liberarmi da tutta quella rabbia interiore. 
Nessuno venne a controllarmi, quella notte, nessuno si chiese come stavo, semplicemente perché a nessuno importava, forse nemmeno a me.






Babies, salve salve.
Allora, questo è un capitolo "Introduttivo", diciamo, i capitoli sucessivi saranno molto più lunghi e ricchi di dettagli, prometto.
Alla prossima.

xx
   
 
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