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Autore: Chiaroscura69    08/07/2017    0 recensioni
''Non puoi fare così ogni volta... tu non vuoi che ti ami, ma non mi dai nemmeno la possibilità di non amarti'' dissi senza guardarlo negli occhi.
''Tori dimmi cosa potrei fare e lo farò''rispose quasi divertito.
''Lasciami andare e sparisci dalla mia vita una volta per tutte''.
Alessandro mi guardò il polso alla ricerca del braccialetto. Me lo coprii con una mano ma lui me la afferrò e la spinse via.
''Perchè lo hai tenuto?'' disse fissandomi attentamente negli occhi.
''E' un motivo stupido, lascia stare... Senti ho un'idea: frequentiamoci assiduamente per dieci giorni e in questi giorni mi devi mostrare i tuoi dieci peggiori difetti. In questi giorni però non dovrai mai provarci con me.
Solo facendo in questo modo forse smetterò di amarti''.
''Se questo è il tuo modo di risolvere la faccenda per me va bene. Inizia a tremare Melanzana!''
'Ecco come mi sono cacciata nel peggior guaio della mia vita' pensai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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''Non ci posso credere''ripetevo senza fermarmi guardando alternativamente la faccia di Alessandro e i biglietti stretti nelle mie mani.
''Tori? Dimmi qualcosa...Ti piace l'idea?''
Lo guardai con occhi stralunati.
''Me lo stai chiedendo sul serio?! Nessuno mi aveva mai regalato biglietti per un concerto, tanto meno se stiamo parlando di Ed Sheeran''esclamai.
Lo abbracciai con slancio e per la foga gli feci perdere un po' l'equilibrio.
''Perciò suppongo che ti piacciano''ridacchiò ancora stretto a me.
Annuii senza dire nulla, ero troppo emozionata.
''Lo so che detto così all'ultimo momento può essere una seccatura però i biglietti sarebbero per venerdì''.
Sgranai gli occhi.
''Cavolo è davvero all'ultimo''mormorai fra me e me. Sarebbe stato esattamente dopo quattro giorni.
All'improvviso mi venne un'illuminazione.
''E' un caso che il concerto coincida proprio con il decimo giorno?''gli chiesi sospettosa.
''Non è un caso, ma non voglio che tu ti senta pressata o in dovere nei miei confronti per questo regalo. Te l'ho fatto perchè mi faceva piacere fartelo e anche perchè penso che te lo meriti''.
Esitai guardandolo negli occhi.
''Non so se sia una buona idea, in effetti''mormorai abbassando lo sguardo.
Sentivo il terrore addosso. In un concerto tutto sarebbe potuto succedere, soprattutto dato che sarebbe stato l'ultimo giorno in cui ci saremmo dovuti frequentare.
''Non lo so, Tori. La scelta è tua'' disse guardandomi attentamente.
'L'unico amore che dovremmo perseguire è quello che ci fa paura, che ci mette in discussione'. Le parole di mio padre riecheggiarono qualche minuto nella mia testa prima che prendessi una decisione.
''Ci sarò, Ale'' annunciai solennemente.
Lui sorrise. ''Così mi piaci''
''Oggi dove mi porti?''
''Oggi andiamo nella zona del castello''rispose imboccando una strada sempre più ripida.
''Non vado in quel posto da una vita''sussurrai sorridendo un poco.
Per la precisione l'ultima volta che ci ero andata era stato cinque anni prima, con un altro ragazzo. Mi aveva portata sul belvedere del castello e dopo aver finto di ammirare il panorama aveva proclamato di trovarsi davanti alla seconda vista più bella della città, alla mia domanda su quale fosse la prima mi aveva risposto che era la persona di fronte a lui.
Difficile farsi prendere in giro da uno così, vero? Eppure io ci ero riuscita.
''Perchè sorridi?''mi destò Alessandro.
''Ricordi''mi limitai a spiegare.
''Oddio questo non è il tuo nido d'amore con il tuo ragazzo, vero?''
''No, Ale. Con Matteo non sono mai venuta qui''ridacchiai.
''Mmm, però ci sei già venuta con un ragazzo, non scuotere la testa, lo dicono i tuoi occhi''mi prese in giro.
''D'accordo, è vero. Ma stiamo parlando di anni fa''
''Un bel ricordo?''
''Più o meno''
''Spero di lasciartene uno migliore''
Quacosa nel mio stomaco di aggrovigliò e la mia testa iniziò a proiettare una serie di immagini imbarazzanti nei miei occhi, percui mi volta verso il finestrino. Un secondo troppo tardi.
Lo sentii ridacchiare sommessamente al mio fianco.
''Cosa c'è di così divertente?''brontolai.
Lui scosse la testa ma non disse nulla.
Dopo aver parcheggiato ci facemmo tutti gli scalini per accedere al belvedere in assoluto silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
Appena facemmo l'ultimo scalino Alessandro mise un braccio sulle mie spalle e mi fece appoggiare a lui camminando.
''A che pensi?''mi chiese rompendo il silenzio.
''Nulla di particolare, tu?''
''Penso al fatto che in questo momento non vorrei essere in nessun altro posto che qui''sussurrò guardando l'orizzonte mentre ci accostavamo al belvedere.
Il cuore iniziò a martellarmi nel petto senza ritegno.
''Davvero?''mi limitai a sussurrare, incredula.
Lui annuì guardandomi con un sorriso negli occhi.
Mi strinsi di più a lui e chiusi un po' gli occhi e inspirai forte il suo profumo.
Con la mia mano gli accarezzai piano la schiena compiendo giri sempre più ampi e sentii i suoi muscoli rilassarsi al mio tocco.
''Mi droghi di coccole?''mormorò. Un'altra frase che mi diceva frequentamente quando ci frequentavamo.
All'epoca non faceva altro che dire quanto apprezzasse il fatto che gli facessi le coccole e che avrebbe voluto avermi sempre a portata di mano per averne gratis. Tutte parole, ovviamente.
Mi scostai un poco coi ricordi che mi tagliuzzavano il cuore.
Lui mi guardò allarmato.
''Che c'è?''
''Nulla, nulla''sospirai.
Alessandro provò a riavvicinarsi ma mi rispostai, in quel momento non sopportavo la sua presenza, figuriamoci la sua vicinanza.
''Hei, mi spieghi che succede?'' si preoccupò facendomi girare verso di lui e prendendomi le mani che cercavo di mettermi disperatamente in faccia.
''E' solo c-che... Quella frase... ''singhiozzai.
''No ascoltami, non puoi andare avanti così, Tori, o non andremo da nessuna parte. Il passato è passato, ora non ha senso rimurginarci sù''disse cercando di guardarmi negli occhi. Mi divincolai e mi rimisi le mani sul viso.
Lui me le afferrò e me le strinse saldamente al suo petto.
''Tori, sul serio, guardami''
Girai il volto dall'altra parte e chiusi gli occhi vergognandomi di me stessa.
''Tori, guardami, coraggio''sussurrò con più dolcezza.
Avevo paura di leggere nei suoi occhi un amore che esisteva solo nei miei e di cascarci un'altra volta.
''Tori, per favore''mormorò sempre più dolcemente. Il mio nome era sussurrato come una carezza.
Lentamente mi voltai, tenendo gli occhi chiusi.
''Non sono fiero di ciò che sono stato in passato, ma non posso cambiarlo. Il presente però l'ho cambiato e sto facendo del mio meglio per il mio futuro''
Aprii di scatto gli occhi e lo guardai scavando nei suoi alla ricerca della menzogna. Non la trovai.
''Non posso combattere questa guerra da solo, ho bisogno di te, Tori. Nel mio presente e anche nel mio futuro'' sussurrò lasciando andare lentamente le mie mani e accarezzandomi una guancia con dolcezza.
Le mie gambe sembravano gelatina, non riuscivo più a reggermi in piedi. Le sue mani scivolarono sul mio collo e poi piano sulla schiena.
Chiusi gli occhi un istante godendomi i brividi del suo tocco.
''Non mi dici nulla?''mormorò
Scossi la testa e riaprii gli occhi di scatto fissandoli di nuovo nei suoi. Iniziai ad alternare sguardi dalle sue labbra ai suoi occhi senza rendermene conto.
''Non puoi guardarmi così, non puoi''sospirò Alessandro venendomi più vicino.
''A-allora allontanati, così non ci riesco''balbettai cercando di distogliere lo sguardo.
Lui si avvicinò ancora di più.
''Non ci riesco''sussurrò ad un soffio dalle mie labbra.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa iniziai a dargli dei piccoli bacetti su tutto il viso, senza mai toccare le labbra. Lui chiuse gli occhi e continuò a massaggiarmi la schiena.
Man mano che il suo movimento si fece più lento anche i miei baci diventarono meno veloci e più sensuali.
''Dovrei allontanarmi''sussurrò.
''Perchè? Non stiamo facendo nulla di male''
''Perchè se non mi allontano faremo qualcosa di male''
Non smisi comunque di baciargli il viso.
''Tori''sussurrò con evidente sforzo.
Mi sentivo potente, come se per una volta avessi io le redini del gioco.
Mi abbassai e gli piantai le labbra sull'angolo delle sue, schiacciando leggermente.
Con le mani presi ad accarezzargli la schiena e spinsi il mio corpo contro il suo, con un grugnito Alessandro mi prese la nuca e mi schiacciò contro le sue labbra.
Dopo qualche istante mi lasciò andare guardandomi con sguardo rovente.
''Poi non prendertela con me''borbottò mentre io ripresi a respirare affannosamente.
''Scusa''sussurrai senza guardarlo.
''Torniamo in macchina'' disse con un tono brusco.
Non so nemmeno cosa mi fosse preso. Non mi sembrava nemmeno di essere stata io a farlo. Platone aveva ragione ad affermare che l'amore fosse un demone. Mi sentivo posseduta.
Per tutto il tragitto fino alla macchina ci fu un silenzio pesante, avvertivo che per qualche ragione ce l'avesse con me.
Arrivati in macchina non seppi resistere.
''Ce l'hai con me?''chiesi titubante.
''Sì''
''Scusa, i-io nonso che mi sia preso. Con te perdo il controllo, sempre''
''Non puoi pretendere che io cresca e maturi se non mi aiuti. Per me è già difficile starti vicino senza baciarti ogni momento. Ti ricordo che sei fidanzata, e ti ricordo che mi hai intimato di non provarci con te'' mi accusò.
''Lo so,lo so. Hai perfettamente ragione e non credere che io non ci provi ma non riesco fisicamente a resisterti. Non riesco neanche a guadarti negli occhi, Alessandro. E io ho Matteo, è vero, e vorrei che le cose fra noi andassero come vanno con te ma non è così e io ci sto malissimo. Vorrei davvero che lui mi facesse l'effetto che mi fai tu, vorrei veramente perdere il controllo e non pensare a nient'altro che alle sue labbra ogni volta che è ad un metro di distanza da me, ma non ci riesco. E' un dato di fatto. La questione è sempre la stessa, o smetto di frequentarti.. ''non riuscii a finire la frase perchè Alessandro mi baciò di nuovo.
Le mie mani corsero fra i suoi capelli e li strinsero delicatamente. La sua mano mi guidava la testa facendomela ondeggiare dolcemente e tutto il mio corpo vibrava disperatamente alla ricerca del suo tocco.
''Quindi non riesci a non pensare alle mie labbra?''mormorò mentre baciavo il suo collo.
''E' una tortura''sussurrai tornando a guardarlo negli occhi. Gli diedi un altro bacio e mi staccai ancora una volta per guardarlo negli occhi.
''Promettimi che mi darai di questi baci anche quando litigheremo, anche quando sarà difficile''sussurrò sfiorandomi le labbra con le sue.
''Quando vuoi''risposi allungandomi per ricevere un altro bacio.
Dopo qualche istante, con estremo sforzo, ci dividemmo e decidemmo di tornare a casa.
Le mie labbra pulsavano ancora per la forza dei nostri baci e mi ricordavano le senzazioni forti che avevo provato pochi minuti prima.
Arrivata a casa me le sfiorai piano chiudendo gli occhi e l'amore mi devastò ancora una volta senza lasciarmi il tempo di difendermi. Ottimo lavoro, Alessandro; quel ricordo del castello era stato decisamente migliore del precedente.
   
 
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