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Autore: La_Moltitudine    09/07/2017    2 recensioni
Il Decantur è fra i pochi testi scritti nell’era antecedente l’Ascensione, quando ancora la razza dei Giganti dominava la Terra e non aveva spiccato il suo volo verso le lontane stelle, cavalcando aquile di fiamme e acciaio. L’autore, tale Folia-dur, ha redatto il Decantur ipotizzando che il lettore fosse un esemplare di gigante, soffermandosi quindi su particolari e dettagli quanto mai scontati per qualunque Lari dotato di una conoscenza basilare della propria cultura.
-Curatore, Osmo-var della Fortezza.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decantur
Caro amico, quante volte ti è capitato di vagare per una strada, un bosco, una spiaggia, convinto di essere completamente solo? Convinto che nessuno ti stesse osservando?
Ti svelo una verità che forse ti lascerà interdetto: raramente sei rimasto davvero solo. Il mio popolo vi osserva con frequenza e molto di rado qualcuno di voi si accorge di noi, piccoli come siamo ai vostri occhi.
Coltiviamo per il popolo dei Giganti un sano e genuino terrore.
Ma chi è che ti parla? Forse ti starai chiedendo proprio questo. Il mio nome non ha alcuna importanza, fa’ conto che io sia un sedicente ambasciatore del mio popolo: i Lari. Venuto da te per rivelare ciò che ancora non ti è noto del vasto mondo in cui vivi.

Siamo esseri molto piccoli, con un’altezza che varia dai dieci ai diciotto centimetri. Simili a voi nell’aspetto e per certi lati del carattere, ma coltiviamo alcune, fondamentali, differenze.
La Natura ci ha creati per vivere fra le sue braccia. Conosciamo la lingua degli animali e qualcuno fra noi, pochi fortunati eletti, ha appreso il complesso e variegato idioma dei “Grandi Verdi”, coloro che nella vostra lingua chiamate “alberi”.
Noi Lari siamo creature che vengono facilmente influenzate dall’ambiente esterno e il nostro aspetto può mutare radicalmente nel giro di qualche generazione. Legami intessuti con questa o quella bestia, il vivere in certe condizioni, ha fatto in modo che dal ceppo originario dei Lari si diramassero cinque differenti tribù.

Così, dai Lari delle paludi nacquero i Calibani, capaci di muoversi celermente tanto in acque limacciose quanto sulla terraferma. Il loro aspetto è quanto mai stravagante, con il loro colorito verdognolo e i vestiti fatti di fango, liane e carpaci dei più svariati insetti.

Quando i Lari giunsero nei boschi, diventarono Warg. Fra tutte le tribù questa raccoglie nelle sue fila i più temibili e coraggiosi guerrieri della nostra razza. Coprono la loro pelle con il vello che cade dal corpo di orsi e lupi. La vita in un ambiente selvaggio e ostile li ha resi forti e coriacei. Con il loro ingegno hanno imparato a fabbricare formidabili armature dai noccioli di pesca e altri frutti.

Ci sono poi gli Arak, amici dei ragni, da cui hanno appreso l’arte della tessitura e la macchinazione di inganni. Si vestono con fili di ragnatela e pelle di mosca conciata. C’è chi sostiene che sappiano padroneggiare oscuri incantesimi e maledizioni. Per questo bisogna pensarci due volte, prima di mancare di rispetto ad un Arak.

I Nomadi dei deserti, con la pelle fatta scura dal sole. Distillatori di veleno, sottratto agli scorpioni, i loro nemici di sempre. Di questa tribù si sa’ davvero poco, poiché sono riservati e diffidenti verso qualunque estraneo.

Ed ecco, infine, i Raiders, i Lari delle città, che hanno addomesticato topi, piccioni, rondinelle e pipistrelli per muoversi senza intoppo nelle terre dei Giganti. L’intero vestiario di un Raider, mio caro amico, può esser stato ricavato persino da quella brutta maglietta che hai deciso di buttare nella pattumiera. Se un giorno la vostra razza lascerà questo mondo, stai pure certo che saranno i Raiders a colmare il vuoto e il silenzio delle vostre case, a trovare uno scopo a tutto ciò che vi sarete lasciati dietro.

Dopo averti dato qualche rapido accenno delle principali tribù (anche se molto altro ancora ci sarebbe da dire), è il caso che ti descriva tre importanti eventi della nostra storia. La mia razza, a differenza della tua, adopera poco la parola scritta, preferendo tramandare gli eventi a voce, passandoli di bocca in bocca. Da questo ne deriva che il più delle volte, dalla storia vera e aderente ai fatti, si finisca per sfumare nella leggenda e nel mito.

Il primo grande evento fu la sanguinosa e cruenta guerra che da noi si suol chiamare “La guerra dei topi e delle rane”. Un tempo Calibani e Raiders erano un’unica tribù, e ci si teneva tutti ben lontani dalle terre dei giganti.
Una lotta dinastica fra i due fratelli Radolf-var, il Grigio, e Batrack-var, il Melmoso, per il Trono delle Paludi, sfociò in una battaglia che si protrasse per sette giorni e sette notti. Fino a quando Radolf, ferito e sconfitto, fu esiliato con i suoi fedeli verso le città dei Giganti, al tempo molto differenti da quelle odierne.

Il secondo grande evento, fu quello che è comunemente chiamato “Il dono di Chronus-var”. Questo dono consisteva nel primo testo scritto da parte di un esponente del popolo Lari. Chronus-var, un Warg, ebbe un fortuito incontro con un saggio eremita della vostra razza. Costui, poiché pativa la fame ed era troppo vecchio per ricercare del cibo nel bosco in cui s’era perduto, strinse un patto con il giovane Chronus: se il Warg gli avesse procacciato del cibo, lui in cambio gli avrebbe insegnato la nobile arte della parola scritta. Chronus accettò l’offerta, e il suo gigantesco amico mantenne la parola data e lo istruì con cura e dedizione.
La lingua tramandata da Chronus-var, nel libro in cui narrava di tale incontro, viene adoperata ancora oggi. Rassomiglia alla vostra ed è per questo che un Lari che ascolta un gigante, in genere capisce perfettamente di cosa sta parlando.

Il terzo e ultimo grande evento fu “Il fallimento della Rivelazione”. Un Raider, su consiglio della sua famiglia, svelò la nostra esistenza a un novellatore della vostra razza, che ci prese ad ispirazione per i personaggi d’un suo testo. Il libro è a voi noto con il nome “I viaggi di Gulliver”. Ahimè, la storia del novellatore non sortì l’effetto sperato: venne presa per l’invenzione di un uomo dalla fantasia spiccata, e noi Lari continuammo a rimanere nell’ombra, come ancora oggi facciamo.

A questo punto, non mi resta che spendere due parole su coloro che, fra tutti, sono i nostri più acerrimi nemici: gli insetti. Pur con qualche eccezione (ragni, grilli, cicale, farfalle e scarabei) queste creature sono nostre rivali da quando siamo venuti al mondo. Combattiamo instancabilmente perché non infestino il nostro territorio, non ci privino delle risorse messe da parte con tanta fatica e sacrificio. Siamo ben felici di condividere questa repulsione con voi Giganti, poiché dove voi fate eccidio di queste orride creature, noi prosperiamo in pace e serenità.
Adesso, con tutti i rispetti, mi congedo mio caro amico. Auspico e spero che le creature del piccolo mondo ti siano adesso in simpatia e che tu le conosca un po’ meglio di quando hai dato inizio alla lettura.
-Folia-dur

 
   
 
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