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Autore: cryptoZoologist    10/07/2017    2 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
Nella notte di Tanabata le stelle sembrano essere scese dal cielo per prendere parte ai festeggiamenti. Anche un incontro casuale sembra voluto dal destino. Mentre Todoroki osserva Midoriya capisce finalmente cosa sta nascendo in lui.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1'348
★ Prompt 14: Lucciole che si confondono con le stelle.

 
Le stelle danzano per noi

Si racconta che nella notte di Tanabata la Via Lattea permetta a due amanti divisi dal destino di potersi finalmente riabbracciare, per poi essere costretti a lasciarsi e rimanere in solitudine fino all'anno successivo. Izuku non conosceva bene la leggenda, né gli piaceva molto: era una storia crudele. Se già avevano sofferto, perché nemmeno essa concedeva loro di stare assieme? Non riusciva a coglierne il romanticismo, sembrava più una punizione che altro. Però amava la festa che veniva celebrata; le bancarelle, la musica, le persone felici insieme ai propri cari, tutto era pregno di un'aria di magia che non si percepiva in nessun'altra occasione. E anche le stelle sembravano brillare più del solito. Invece di aguzzine crudeli fautrici della condanna della storia, si tramutavano in occhi benevoli che osservavano i festeggiamenti, contribuendo con la loro luce.
Gli faceva piacere che il cielo fosse limpido, così poteva fermarsi ad osservarle. Ma non era quello l'unico motivo del suo buon umore: quell'anno non era solo, non si sentiva più solo. Alla U.A. aveva trovato gli amici che aveva sempre desiderato e non si riferiva solo a Uraraka e Iida, ma anche al resto della sua classe che per la prima volta lo accettava e trattava come un suo pari, non più come uno scherzo della natura diverso da tutti gli altri. Poi c'era All Might. Il più grande eroe, quello che con le sue imprese gli aveva dato un sogno da inseguire, ora gli aveva dato la possibilità di realizzarlo. Finalmente aveva trovato il suo posto.
La volta celeste sembrava ricordarglielo e volerlo accogliere, stringendolo nell'abbraccio della sua infinita vastità.
Sentì le lacrime salirgli agli occhi e un singhiozzo morirgli in gola, ma le ricacciò indietro. Aveva ragione il suo mentore, era davvero un piagnone.
Un uomo gli diede una gomitata dritta nella schiena, sbilanciando così il poveretto che faticò a mantenere l'equilibrio. Era nel mezzo del festival e si era imbambolato per la strada, fra la gente che passava; avvampò quando realizzò di essere rimasto fermo lì per chissà quanto, fortuna che quell'urto lo aveva finalmente fatto tornare in contatto con la realtà. Doveva smettere di farsi prendere così e rimanere coi piedi per terra!
− Uah! Uraraka-san, Iida-kun, scusatemi! Mi sono distratto! − rise nervosamente − Allora, dov'è che volete andare adesso?
Si voltò verso dove aveva lasciato i suoi compagni un momento prima, per scoprire che non erano più al suo fianco. Non si dovevano essere accorti che si era fermato ed erano andati avanti senza di lui! Subito iniziò a guardarsi attorno, a farsi largo fra i passanti e cercare fra la folla, senza avere molto successo. Si diede dell'idiota, con tutta quella gente sarebbe stata davvero un'impresa ritrovarli.
Mentre zigzagava fra le bancarelle per controllare che non si fossero fermati a guardarne qualcuna, scorse una figura familiare: Todoroki. Senza nemmeno pensarci, gli corse incontro.
− Todoroki-kun! Todoroki-kun! − agitò una mano sopra la sua testa e lo chiamò. Quello lo notò e attese che lo raggiungesse. Anche lui aveva un'aria assorta e pareva essere stato interrotto nel mezzo di chissà quali pensieri.
− Anche tu alla festa? Che bello averti incontrato! − Izuku aveva un enorme sorriso stampato in faccia, non si aspettava di trovarlo lì, ma era decisamente una piacevole sorpresa. Il suo entusiasmo però svanì nel realizzare che anche lui era solo.
− Non c'è nessuno con te? − gli chiese, con un velo di preoccupazione nella voce.
L'altro sbatté le palpebre e abbassò lo sguardo, come a celare l'imbarazzo.
− No, sono uscito a fare due passi e sono capitato qui per caso...
Izuku non era convinto da quella spiegazione. Nonostante fosse sempre distaccato e non molto espressivo, riusciva a percepire ci fosse qualcosa sotto e che quella fosse solo una scusa, per altro ben poco convincente. Non poté trattenersi dal pensare a Endeavour e a quello che aveva scoperto durante il festival dello sport; lo sentiva che c'entrava lui. La sola idea di cosa potesse aver fatto lo faceva fumare di rabbia. Prese una decisione: almeno per quella sera, ci avrebbe pensato lui a tenerlo lontano dai suoi problemi e a fare in modo che potesse essere felice.
− Allora perché non stiamo un po' insieme?
Todoroki sgranò gli occhi, fin troppo sorpreso da quella proposta, e Izuku giurò di aver visto un lieve rossore colorargli le guance.
− Va... va bene. − la risposta fu incerta e a malapena sussurrata. Il ragazzo lo aveva preso alla sprovvista, festeggiare era l'ultimo dei suoi piani quella sera, ma non voleva rinunciare alla sua compagnia. Izuku sorrise di nuovo, contento che avesse accettato.
− Dove vuoi andare? Prendiamo qualcosa da mangiare? Oppure vuoi vedere lo spettacolo?
Shouto sentì l'amico contagiarlo col suo buon umore, il suo viso sembrava brillare  e illuminare anche lui.-Eppure quell'entusiasmo stonava, qualcosa gli diceva che era solo una facciata e in sé portava una nota di malinconia. Una brutta sensazione sussurrava al suo orecchio: sospettava qualcosa. Non gli aveva mentito alla fine... ma non gli aveva nemmeno detto tutta la verità. Era davvero arrivato al festival per caso, ma non sarebbe certo andato a dirgli che era uscito per stare lontano da suo padre. Lo aveva già coinvolto troppo in quella faccenda con la sua "dichiarazione di guerra" prima del loro incontro. Senza che se ne accorgessero, tanto erano presi, erano arrivati al limite della festa. Le bancarelle erano sparite già da un pezzo e lì le persone erano molte di meno, solamente qualche coppia in cerca di un po' di tranquillità. Anche la musica si sentiva a malapena, i tamburi assordanti che li costringevano a urlare erano diventati un sottofondo ovattato,sovrastato dal canto delle cicale.
Todoroki si guardò attorno, beandosi della nuova calma che avevano incontrato.
Smise di camminare quando si accorse che l'amico si era fermato qualche passo più indietro ed era intento ad osservare qualcosa.
− Tutto okay, Midoriya?
− Guarda! Una lucciola! L'avevo scambiata per una stella! − rise quello.
Gli si avvicinò e vide l'insetto ronzargli a poca distanza, quasi gli stesse danzando attorno. il ragazzo alzò una mano e cercò di sfiorarlo, ma quello schizzò via e prese a volare in alto, verso il cielo. Entrambi lo seguirono con gli occhi mentre si mescolava alle costellazioni.
Sentì Izuku tirargli lievemente la manica per richiamare la sua attenzione e indicargli il campo che avevano accanto.
− Guarda quante ce ne sono lì! Vieni, andiamo!
Non sapeva se l'avesse fatto apposta, o si fosse semplicemente fatto prendere dall'entusiasmo, ma Izuku gli prese la mano per invitarlo a correre con lui. Il contatto della sua pelle era sufficiente a farlo fremere, non aveva il coraggio di andare oltre lo sfiorarla, ma allo stesso tempo voleva stringerla e intrecciare le sue dita fra le sue. Si ritrovò a desiderare che non si fermassero mai.
Quando lasciò la presa, volle allungarsi a ristabilire quel contatto, ma non osò farlo. Si limitò a guardarlo, incapace di distogliere lo sguardo.
Le lucciole salivano dall'erba e volavano verso di loro, verso di lui, quasi provassero lo stesso desiderio di Todoroki. Le luci che portavano guizzavano veloci o si muovevano armoniche al ritmo della musica suonata in lontananza. Alcune arrivarono al punto di appoggiarsi sulle sue mani, di baciarne le cicatrici. Izuku era perso in contemplazione di quello spettacolo che si svolgeva solo per loro, il suo viso illuminato da quello sciame di fiammelle.
Tutto gli era chiaro ora. Quell'uragano di sentimenti che non gli davano tregua, quella felicità che provava nel vederlo... era amore.
Lui era stato il primo a dimostrargli che non era il mostro che aveva sempre temuto di essere, che meritava di essere amato e adesso, per la prima volta dopo così tanti anni, si scopriva in grado di amare a sua volta.
Le lucciole si allontanarono dalle mani del giovane per volare verso Shouto. Davanti ai loro occhi si formava il ponte di stelle che concedeva a Orihime di riabbracciare Hikoboshi, il firmamento era piovuto sulla terra, era sceso per celebrare il Tanabata e tutta la Via Lattea  si esibiva per loro e li conduceva l'uno all'altro.


CZ: Questa storia partecipa al contest di Fanwriter.it, che potete trovare qui.
Ecco a voi un grande ritorno del mio editing alla spanna, stavolta accompagnato dal salto del P.O.V. agonistico.
No, okay, scherzi a parte, in realtà non avevo tempo per scrivere questa fanfiction.
Ma l'ho scritta lo stesso.
Perché sono venduto allo yaoi. (Che poi è shounen-ai, ma shhh)
La verità è che la sfida proposta era davvero troppo allettante, non potevo non partecipare! Il problema è che ho avuto un'ora totale di tempo per editare e reendere la storia decente... e, credetemi, non è stata un'impresa facile.
Comunque dovete fare tutti un caloroso applauso per Fanwriter.it e soprattutto Nene, perché senza le sue challenge non scriverei niente!
As usual, criticate tutto ciò che non vi torna o che potrebbe essere migliorato! Ve ne sarò infinitamente grato!
   
 
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