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Autore: Kiin    10/07/2017    3 recensioni
Sora non vive, bensì sopravvive ogni giorno.
È passato ormai un mese da quando un velo di oscurità ha abbracciato la terra, portandola nel baratro della disperazione.
Se non fosse per questo drastico particolare, non sarebbero mai nati gli Heartless, creature dell'oscurità.
Ed ora tocca a Sora averci a che fare, che dovrà coinvolgere pure i suoi amici Riku e Kairi in una vera e propria apocalisse di heartless.

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Arrotolate la pellicola cinematografica della saga di Kingdom Hearts.
Ora c'è un solo mondo afflitto dall'oscurità e cosparso di veri e propri heartless a creare un'apocalisse.
Pochi i sopravvissuti, tanti gli edifici andati in rovina.
Questa volta, chi viene preso da uno di quei mostri, non può tornare mai più indietro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Riku, Sora, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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Storia pubblicata anche qui.
 

Salve salvino a tutti! 

Ho notato che questa sezione sta lentamente diventando deserta, ma ho pensato, perché non provare comunque?
Prima di tutto, vi riporto qualche piccola avvertenza: 

"L'ambiente sarà come quello di The Last of Us (che devo giocare, ma giusto per dare un'idea): folta vegetazione ovunque e strutture decadenti. O simili giochi alla NieR Automata e company.
Chissà poi, magari sarà presente qualche elemento steampunk o cyberpunk (credo molto di più una sorta di quest'ultimo)-

I Keyblade ci saranno, certo, ma persino personaggi come Xemnas avranno il passato di una persona qualunque, che ha avuto un lavoro, una famiglia e... una vita normale.

Uuultimissima cosa, Sora, Riku e Kairi hanno l'aspetto di KH2. Più fighi insomma. Sora potremmo dire anche del 3 a questo punto, dai.
Mentre semplici creaturine come gli shadows, ad esempio, ogni tanto hanno persino la bocca."

Ok, thanks wattpad per il copia-incolla. 
E niente, dette queste piccole avvertenze, spero che questa lettura possa essere di vostro gradimento!

See ya~  
 

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Darkside I.
<< E con oggi siamo ad un mese da quando viviamo da schifo >>.
Riku sbuffò esausto, mentre lasciava cadere della legna sul pavimento di quel grattacielo spoglio, che aveva delle enormi aperture al posto delle finestre.
Sora tentò di utilizzare un accendino, uno dei pochi oggetti che avevano a disposizione, ma finì per scottarsi un dito pateticamente.
Kairi rise quando lo vide intento nel placare quel bruciore al dito, ciucciandoselo. Riku era esausto di quelle scenate.
<< Sora, di questo passo calerà il buio e noi non avremo ancora una fonte di luce... >> si lamentò quest'ultimo.
Sarebbe bastato un minuto e oltre per rimanere stecchiti, se non si aveva con sé quel minimo di luce.
Approfittò del dolore che teneva impegnato l'amico per prendere l'accendino e pensarci lui.
Si soffocava, lì dentro. Terribili aloni di polvere si innalzavano ogni tanto, o finendo sui loro vestiti ridotti a degli stracci, quindi già rovinati di loro, o sul fuoco, spegnendolo quando era acceso da poco.
E allora Riku doveva ogni volta pensarci lui, accendendo e riaccendendo sempre quelle fiamme che rappresentavano la loro salvezza.
Sora notò tristemente che il sole stava per concludere il suo giro diurno, annunciando l'arrivo della sera: voleva che tutto ciò finisse. Specialmente, voleva che in qualche modo i suoi due e unici migliori amici fossero felici.
<< Le scorte di cibo prese oggi le abbiamo? >> domandò Riku, per nulla demoralizzato. Teneva sempre la testa alta e ci teneva a rimanere fino alla fine dei suoi giorni sano e salvo, senza un'inutile morte a dimezzargli i giorni di vita.
Una morte evitabile, come quelle di quel pezzo di popolazione spazzato via in breve tempo.
Loro erano su un'isola sperduta, una posizione un minimo più strategica rispetto alle grandi metropoli nei vari paesi. Peccato però, era un luogo così allegro un tempo e non erano riusciti a trattenere qualche lacrima.
<< Sì sì! >>.
A rispondere fu Sora, che si era finalmente ripreso ed ora lo fissava sorridente, a gambe incrociate. Dondolava leggermente sul posto, con le mani a mantenere le punte dei piedi.
Successivamente, indicò della carne fresca derivante da un cervo - tutto merito di Riku ed una lancia di sua invenzione -, che più tardi Kairi avrebbe pulito con cura e messa a cuocere. La fauna si era proprio data da fare e cresceva persino nei posti più improbabili.
Una cena soddisfacente, per la situazione in cui si trovavano.
Quel momento arrivò e, mentre la ragazza pensava al da farsi, gli altri due si erano ritrovati a discutere nel bel mezzo di un gioco con un paio di sassolini: chi li lanciava il più lontano possibile.
<< Riku... >>.
Sora improvvisamente lo chiamò, facendogli voltare lo sguardo grazie al tono improvvisamente serio. Significava che qualcosa non andava, data la rarità di quel lato del carattere del ragazzo.
<< Secondo te usciremo da questo pasticcio? Ci sarà pure una qualche soluzione, qualcosa che possiamo fare... >>.
<< No Sora. Chi poteva trovare una soluzione, se n'è andato da un pezzo. Da quelle poche notizie che abbiamo avuto modo di trovare, la maggior parte dei sopravvissuti è composta da semplici ragazzini come noi >>.
Le sue parole colpirono non poco l'amico, dispiaciuto, ma non poteva farci niente: era la pura verità.
<< Stranamente, da ragazzini. Secondo me noi abbiamo una chance! >>.
E lanciò un altro sassolino, il più lontano da quando avevano cominciato quel passatempo.
Riku fu infastidito da così tanta speranza illusoria, ma preferì non aprire bocca: sapeva bene quale fosse il carattere del suo amico, ormai: perennemente vivace e ottimista.
E lui non avrebbe spezzato quell'incantesimo, essendo Sora l'unico a portare allegria in quel gruppetto disperato.
Kairi si limitava a sorridere per rassicurarli e nascondere il fatto che fosse stanca di quella situazione.
Proprio in quel momento li richiamò: la cena era pronta per essere servita.
I due, ammettendo a loro stessi di avere un certo languorino, si precipitarono a prendere la fetta di carne che spettava a loro.
Il pasto proseguì in tranquillità assoluta, finché non fu Sora, ingoiato l'ultimo boccone, a interromperla: << Secondo me, dovremmo fuggire da qui >>.
Gli altri due giurarono di non aver sentito bene. Non potevano andare da nessuna parte, senza alcun mezzo di trasporto.
<< Intendo, via mare >>.
Precisato ciò, Kairi ci pensò un po' su: effettivamente, se avessero fatto poco a poco ogni giorno, sarebbero riusciti a costruire una magnifica zattera. 
Ma chissà se avrebbe sostenuto tutti e tre, oltretutto dovevano aspettarsi qualche temporale.
<< Uhm, credo che dovresti già togliertelo dalla testa, Sora. Fidati di me >>.
<< Ma Riku! Perché non provare? Non vuoi vedere il mondo esterno? >>.
Di lì a poco sarebbe incominciato una sorta di dibattito e la tensione nell'aria già la si poteva percepire. Brutto presentimento.
<< Il mondo esterno? Vuoi dire quello ricoperto da tanta oscurità e cosparso di mostri pronti a farti fuori da un momento all'altro? Cristo, Sora, ci stiamo proteggendo a vicenda e tu vuoi farci ammazzare tutti >>.
Il più grande stava letteralmente ringhiando.
Quindi, Sora cercò una mano da parte dell'elemento femminile del gruppo, guardandola con occhi lucidi e più grandi del solito. Inquietante.
<< Beh... >>.
Spostò una ciocca dei suoi capelli rossi dietro un orecchio. Il fuoco cominciava a trasmetterle fin troppo calore, portando i suoi capelli ad appiccicarsi al viso tondo.
<< Io credo che un tentativo non faccia mai male... Si può provare >>.
Sora, soddisfatto, l'abbracciò come ringraziamento per quel sostegno.
E Riku poteva solamente arrossire a quella scena dall'imbarazzo.
Era fortemente convinto che, prima o poi, quei due avrebbero avuto una chissà quale relazione amorosa e la paura che potessero metterlo in disparte lo infastidiva soltanto.
Sbuffò.
<< E sia, dato che Sora fa come al solito il cazzone che osa sfidare il pericolo, domani cominceremo questo piano di fuga >> si arrese, con le mani in alto ad indicare ciò.
<< Vaffanbrodo, almeno per una volta prendimi sul serio! >>.
Sia Riku che Kairi scoppiarono in una fragorosa risata, o almeno la ragazza tentò invano di trattenerla: le parolacce censurate di Sora rendevano una missione impossibile ascoltarlo con serietà.
Più tardi, solo loro due del gruppo, presero la loro postazione di riposo: erano due miseri mucchi di foglie che, man mano che il tempo le portava via, diventavano sempre più scomodi.
Per un attimo Riku pensò che l'idea dell'altro non fosse poi così male. Per un attimo, poi si addormentò.
Alla fine, Sora si ritrovò ad armeggiare con un bastoncino, mentre teneva a bada il fuoco.
Disegnava qualche omino stilizzato a terra, per lo più scenari di lui e i suoi due migliori amici in un luogo migliore, molto lontano da lì. Peccato che il vento gli fece ricordare di non farsi troppe illusioni, cancellando quei desideri quasi irrealizzabili fatti di cenere e polvere.
Sospirò. Ci teneva tanto di salvarli da quel macello, un giorno.
Ma la sua attenzione venne improvvisamente catturata da dei versi disumani, che le scoppiettanti scintille del fuoco riuscivano a superare in volume.
Quindi rimase immobile, cercando di scoprire la direzione dalla quale arrivava. Rabbrividì quando vide due piccoli fari gialli osservarlo.
Uno Shadow.
Pareva innocente, probabilmente impaurito da quel focolare. E quello continuava a lamentarsi, desideroso di divorarlo vivo.
Sora si strinse a sé. Aveva molta più paura di lui.
<< E-ehi... >>.
Un altro verso, questa volta straziante. Chissà se quelle creature fossero vulnerabili a qualche cosa, oltre la luce.
Provare non faceva mai male, come avevano imparato quella sera, giusto?
Si alzò gonfiando il petto. Sarebbe stato il primo a scoprirlo.
Si avvicinò di qualche passo, cercando di rimanere nella piccola area illuminata.
Quello indietreggiò, questa volta con una sottospecie di ringhio isterico.
<< Io... non ho paura di te, sappilo! >>.
Ma le sue mani tremavano, mentre con la destra ancora teneva il bastoncino in mano. Lo puntò contro di lui.
Come desiderava che Riku fosse sveglio in quel momento, a fargli ritrovare il senso della ragione con tanti insulti e inviti a tornare al suo posto per vegliare su lui e Kairi, piuttosto.
E il focolare, del quale le fiamme avevano preso ad ondeggiare pericolosamente.
Ingoiò a vuoto. Ed ecco che tirò il bastoncino contro quell'essere mostruoso.
No. Sora si ricredette. 
Più che mostruoso, era raccapricciante.
Il suo nemico spalancò una bocca, dai detti all'apparenza aguzzi, ma in realtà composti da tanta oscurità, così come il resto del corpo.
Ma fu una sorpresa per lui: ecco come avevano sterminato tutta quella gente!
<< Ti ho messo paura, eheheh- >> ironizzò Sora, ma il tono era tutt'altro che prepotente. E menomale, o sarebbe andata anche peggio di quello che successe successivamente: quello dello Shadow fu probabilmente un attacco suicida, perché lo si vide scomparire, diventato un tutt'uno col pavimento, per poi comparire di fronte a lui, nonostante la luce troppo vicina. Doveva averlo decisamente irritato.
Nemmeno la seguente mossa si aspettò: alzò quella che doveva essere una zampa, dalle dita lunghe e sottili, ma anch'esse che terminavano in punte acuminate.
Sora cadde all'indietro, strisciando fino a che non si scontrò contro la parete, mentre quello scattava in avanti, rossastro dalle ustioni che si stava procurando.
Sperò soltanto che bruciasse in tempo, prima di accorgersi che il colpo non era ancora stato spedito.
Un grido di dolore si liberò dinanzi a lui, facendogli serrare gli occhi, precedentemente tenuti chiusi dal terrore di vedere quella mossa: Riku si era parato davanti a lui per proteggerlo, procurandosi dei profondi graffi violacei, probabilmente dall'oscurità che ora aveva avuto modo di accedere al suo corpo, sul braccio sinistro.
<< Riku!!! >>. Si alzò incontro a lui per sorreggerlo, prima che potesse crollare a terra.
Lo Shadow, invece, si contorceva su sé stesso con versi striduli, angoscianti. 
Aveva ragione Sora, era troppo raccapricciante tanto che dovette chiudere gli occhi finché non si fosse dissolto nell'aria, definitivamente.
La sua concentrazione tornò sul suo amico, che si stava mantenendo in una stretta presa il braccio ferito, come volesse fermare la circolazione di tutto quel veleno. Digrignava i denti disperatamente, mentre si accasciava sulle ginocchia.
<< S-Sora... c-cosa... cosa diamine- >>.
<< R-Riku, ti prego, resisti! >>.
Ed ecco che Sora si sentì tremendamente in colpa, mentre si inginocchiava davanti a lui con occhi colmi di lacrime. Le prime di quel mese, escluso il giorno in cui scoppiò l'apocalisse.
Era stato azzardato e si era lasciato sopraffare dalla curiosità. 
Solo per tentare.
<< Mi dispiace, davvero! A-Adesso ti trovo qualcosa, seduta stante! >>.
In tutto quel casino, Kairi si svegliò di soprassalto, tirando un grido stridulo nel vedere il povero amico ferito.
<< Cosa è successo?! >>.
<< Uno Shadow! Uno di quei- >>.
<< Bastardi!!! >>.
A concludere la frase fu Riku stesso, che con la mano del lato opposto tirò un pugno di sfogo sul pavimento - oltretutto, procurandosi qualche graffietto a causa delle mantonelle sporgenti in fuori e qualche residuo di un crollo del soffitto -.
<< Che cazzo hai combinato, dannazione Sora! >>.
In altre circostante, mai si sarebbe permesso di urlargli così. Non per nulla lo aveva protetto, era tutto un segno che aveva avuto paura di vederlo scomparire.
L'interrogato ingoiò a vuoto quel poco di saliva che gli era rimasto, incerto su come giustificarsi. Ma si rese conto di quanto poco meritasse una giustificazione, sempre se ce ne fosse stata una valida sufficientemente.
<< Ho... soltanto provato ad affrontarlo >> e la voce di Sora si fece piccola piccola, mentre tirava su col naso.
<< Sora, basta provare! Smettila se non sai le conseguenze! >>.
Kairi, invece, si diede una mossa, cercando qualcosa con cui avrebbe potuto tamponare la ferita: prese un pezzo di legno come fiaccola e si avviò.
Ormai, però, chissà se Riku non fosse già diventato un recipiente di oscurità.
Nel frattempo, Sora insisteva: << Giuro che non volevo che tutto ciò accadesse... Mi farò perdonare in qualche modo, promesso! >>.
La vittima non poté che osservarlo, gemendo, più lievemente di prima, dal dolore.
Quello che sentiva nelle vene non era sangue. Sapeva solo che gli dava una sensazione strana, non piacevole, ma neanche terribile come un minuto prima.
Passò una buona mezz'ora e Kairi tornò a mani vuote, ma si sorprese nel vedere che la pelle di Riku si era emarginata autonomamente, lasciando solo delle cicatrici violacee. Era come se fosse stato marchiato.
<< È un buon segno? >> chiese Sora preoccupato, consapevole che nemmeno loro avrebbero saputo dare una risposta a quella domanda.
Si avvicinò ancor di più al suo braccio, scrutandolo attentamente. O almeno, stava cercando inutilmente di trovare un chissà quale indizio che li avrebbe portati alla verità.
<< Non saprei... Spero solo di non essere infettato o qualcosa di simile >>. Dovette ridere per sdrammatizzare la situazione, anche perché Sora sembrava sul punto di piangere di nuovo.
<< Io... propongo di dormire! È stata una nottataccia e sarebbe meglio ragionarci su con la mente fresca... >>.
Kairi sorrise a entrambi, che ricambiarono, il ferito un po' più debolmente.
Quest'ultimo protestò per avere lui il turno di veglia, terrorizzato all'idea che potesse accadere qualche altro infortunio, così gli altri due non osarono ribattere, anche se titubanti.
Peccato che, mentre i suoi occhi scrutavano le fiamme indomabili del focolare, qualcos'altro splendeva sul suo braccio ed emanavano un lieve alone dal tipico colore viola scuro.
La mattina seguente arrivò e Sora e Kairi già si svegliarono di malumore: c'era solo la legna bruciata, nient'altro. Certo, magari Riku lo aveva spento appena era spuntato il primo raggio di sole, ma non si sapeva mai.
A proposito di Riku, nemmeno lui era presente in quel momento.
Sora si alzò con un abile salto, scattando i suoi occhioni blu da una parte all'altra.
Incominciò a chiamarlo disperatamente: << Rikuuu! Riku, eeehiii!!! >>.
Arrivò a portarsi le mani ai lati della bocca, come se fosse servito a qualcosa creare un megafono sul momento.
Perché si atteggiava tanto come un tipo misterioso, quel ragazzo?!
Kairi cercò di placare quell'ansia che si era impossessata di Sora, poggiandogli una mano sulla spalla.
<< Magari lo troviamo fuori! >> propose.
Sora annuì, stringendo i pugni.
<< Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?! >>.
Quindi Kairi si voltò, pronta ad avviarsi, ma lui stava già scendendo le scale, o, almeno, quella discesa doveva esserlo un tempo.
<< EHI!!! >>.
Roteò gli occhi, seccata all'idea di doverlo inseguire.
Tirava poco vento, ma fresco, quel giorno: insomma, sarebbe stata una bella giornata per incominciare il loro piano di fuga, se non fosse stata per quell'improvvisa scomparsa.
Sora era visibilmente irritato da così tanto egoismo.
E Kairi aveva le idee ancora più confuse: << Credi che possa c'entrare con l'accaduto di questa notte? >>.
L'altro abbassò lo sguardo.
<< Spero di no... Ti prego Kairi, non prendertela anche tu! Giuro che non volevo, ci tengo così tanto a proteggervi quanto lui >>.
Era tenero mentre parlava e come le sue guance si gonfiavano automaticamente, di tanto in tanto. Se Riku fosse stato lì, già lo avrebbe stuzzicato fino a togliergli l'ultimo briciolo di felicità, solo per il gusto di farlo imbestialire.
E Kairi ridacchiò al solo pensiero: solo Riku sapeva far arrabbiare quel ragazzino.
<< Sono serio, davvero! Non vorrei che se ne fosse già andato da solo... >>.
Diventò cupo e si ritrovò a scalciare i resti di un chissà quale aggeggio, un tempo sofisticato, arrugginito nel tempo.
L'amica fu dispiaciuta e cercò di sviare il discorso: << Sarà andato a prendere risorse o avrà già preso l'iniziativa del nostro progetto, fidati di me! >>.
Con una velocità impressionante, i lati delle labbra di Sora si inclinarono in un sorriso compiaciuto.
Inquietante, ma decisamente meglio che vederlo giù di morale in un momento di così massima importanza.
<< Bene bene! Magari- >>.
Si bloccò. I suoi occhi vennero percorsi da un luccichio di gioia.
Kairi guardò quel preciso punto al quale erano rivolti, ed ecco che una chioma bianca faceva capolino fra i vari fasci d'erba alta.
Sora non ci pensò due volte a corrergli incontro, chiamando il suo nome un'ennesima volta, senza stancarsi: << Riku, eccoti! >>.

 

 

 
   
 
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