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Autore: Ofeliet    10/07/2017    1 recensioni
Di certo essere la costumista delle Aqours le riduceva le ore di sonno. You sapeva, sapeva benissimo, che non doveva accettare al tempo suo di occuparsi del vestiario di tutto il gruppo. Aveva avuto un brutto presentimento, quasi come una tempesta prima che si abbatta sul mare, ma poi Chika le aveva sorriso e il mondo aveva smesso di essere così tetro e minaccioso. Dovevano essere solo tre, si era detta, non era chissà quale problema.
Si era sbagliata.
Accidenti se si era sbagliata.

{ You/Yohane }
~ Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it! ~
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui per questo fandom.
Di questa storia non c'è molto da dire se non che è bello trattare un rare-pair, se non che mi sono molto divertita a scriverla e a maltrattare Dia.
L'abito di riferimento per Yohane è ovviamente questo.
E niente, vi auguro buona lettura ~


★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1389
★ Prompt: A accompagna B a scegliere lo yukata per la festa di Tanabata + Bacio rubato

Di certo essere la costumista delle Aqours le riduceva le ore di sonno. You sapeva, sapeva benissimo, che non doveva accettare al tempo suo di occuparsi del vestiario di tutto il gruppo. Aveva avuto un brutto presentimento, quasi come una tempesta prima che si abbatta sul mare, ma poi Chika le aveva sorriso e il mondo aveva smesso di essere così tetro e minaccioso. Dovevano essere solo tre, si era detta, non era chissà quale problema.
Si era sbagliata.
Accidenti se si era sbagliata. Poteva benissimo dire di aver preso un abbaglio grosso come una rete da pesca. Per primo, perché il numero delle ragazze era lievitato fino a triplicare il suo lavoro sui costumi. E per secondo perché, ormai, pareva essere lei la responsabile di qualsiasi vestiario che ognuna ragazza si metteva anche fuori dai pv, anche in occasioni banali come una fiera estiva del loro paesino.
Dia aveva urlato sconcertata nel vedere come era vestita Yohane. A lei simile vestiario non aveva fatto né caldo né freddo, era troppo presa dall’ammirare tutti quei yukata che sfilavano durante il Tanabata. Non le importava granché degli scatti isterici della senpai, soprattutto se coinvolgevano Yohane. Per lei la ragazza poteva benissimo vestirsi come più desiderava senza rendere conto a nessuno. Anzi, dimostrava di avere una buona stima di sé nel portare un abbigliamento eccentrico anche in pubblico.
Dia però non sembrava dello stesso avviso. Continuava a strepitare, sotto gli occhi esterrefatti della sorella e quelli di Hanamaru che stava giocherellando con il cellulare di questa, completamente meravigliata da esso.
Quello che You non si aspettava però era il perentorio ordine di far cambiare l’inappropriato vestiario di Yoshiko. Lei aveva battuto le ciglia, non capente, e poi aveva osservato la ragazza che era a metà tra lo shock e il vivo imbarazzo. Dia l’aveva distrutta.
Non era riuscita a sottrarsi alla situazione, di Kanan nemmeno l’ombra – sicuro era andata con Chika, tanto era la sua cocca quella ragazza – e nemmeno di Mari che aveva il pessimo vizio di arrivare in ritardo.
Non le era rimasto che sospirare e prendere per mano Yohane, rimasta ormai pietrificata dallo sfogo di Dia, in cerca di abiti più consoni per simile festività. Impresa ardua, ma più distanza metteva tra lei e quella matta meglio stava. Le era persino svanito il buonumore nell’allontanarsi da quel luogo pieno di magici abiti.
La kohai non aveva spiccicato parola, era improvvisamente ammutolita, fino alla casa di Chika. La sorella maggiore di questa, compresa la situazione, le aveva liberamente aperto la porta della stanza dell’amica in cerca di qualche yukata ma You aveva riso nervosa, offrendosi di essere lei a cercare. Conosceva la stanza di Chika e non aveva alcun problema ad orientarsi in essa.
Yoshiko era rimasta alla porta, tanto che le ci vuole un po’ per accorgersene.
« Che fai lì fuori? Entra! » le dice, armeggiando con un cassetto difficile da aprire.
La ragazza le obbedisce mesta, sedendosi accanto al tavolino. Alla luce della lampada la osserva meglio. Non era poi vestita in maniera così oscena, se proprio doveva parafrasare le parole di Dia – e doveva, eccome se doveva –. Certo qualche accessorio di quell’abito da lolita era forse un po’ stravagante, eppure lei non riusciva a trovare niente di particolarmente eclatante nella figura della ragazzina di fronte a sé.
« Non pensavo che Dia-san si arrabbiasse così tanto. » You reprime uno sbuffo.
« Si sarà svegliata male. Ultimamente è troppo stressata, non devi darle troppo peso. » non sente una replica alle sue parole, e la cosa la preoccupata. Yohane non taceva mai. « Per me non stai nemmeno vestita male, ma se la grande presidentessa ha qualcosa da ridire non possiamo fare altro che sottometterci. » mormora più a se stessa mentre fruga tra le vesti di Chika. Le cose dell’amica erano fin troppo vivaci e colorate, non sarebbero mai state bene addosso al fisico magro e pallido di Yoshiko.
Sospira, improvvisamente arresa, e si volta in direzione di Yoshiko. Questa si tocca l’orlo della gonna, improvvisamente infastidita da qualcosa. Le sembra ancora più piccola di quanto non sia in realtà.
Dia sicuramente non sapeva trattare con persone più giovani di lei. Sorride, intenerita.
« Non ti preoccupare, Yohane-chan. Ti renderò favolosa, parola mia! »
Belle parole, certo, ma povere di fatti. Di certo nel vestiario di Chika non c’era niente che poteva adattarsi ad una come Yoshiko. Sospira, cercando di fare mente locale. Non era un’impresa facile, la sua.
Poi un colpo di genio.
Chika aveva un yukata particolare. Uno che non aveva mai indossato perché eccentrico per i suoi gusti. Uno perfetto per la sua occasione.
You scatta in piedi, quasi folgorata da tale rivelazione, e si getta nell’armadio-ripostiglio alla ricerca del tesoro tanto ambito. Sente lo sguardo indagatore di Yohane su di sé, che sembra essersi finalmente ripresa da quella ridicola scenata che Dia aveva messo in piedi.
Quando la sua mano raggiunge un particolare pezzo di stoffa sorride vittoriosa, tirandolo verso di sé nel tentativo di evitare che tutti i capi di Chika le cadessero addosso come una valanga.
Era proprio quello che lei cercava.  Lo stende proprio di fronte al naso dell’angelo caduto, che lo osserva con vago cipiglio critico.
« Allora, che ne dice la creatura bandita? » la guarda, e nonostante l’espressione non troppo convinta You sa bene che l’altra ragazza ormai ha accettato quel vestiario. Lo stende sul letto, in attesa. Yohane la fissa e lei fissa Yohane.
« Non dovresti… voltarti? » You piega la testa di lato, non capente.
« Dopo aver condiviso almeno una decina di camerini sei in imbarazzo? » ridacchia, godendo del lieve rossore sulle gote di Yohane. Questa arrossisce ancora di più, cogliendo la provocazione e non esitando ad iniziare a slacciare uno dei tanti nastri che compongono il suo corpetto. You smette di ridere, decidendo di aver tirato troppo la corda, e si volta per lasciarle almeno un po’ di privacy mentre cercava un obi da accompagnare allo yukata.
Quando si gira di nuovo verso Yoshiko è lei a dover sopprimere un forte rossore. In effetti ora capiva perché l’altra non fosse desiderosa di svestirsi. Sotto all’abito portava ben poco, e riusciva a vedere chiaramente tutte le poche curve del suo fisico. Deglutisce, tastando lo yukata sul letto quasi come per imporsi un controllo.
« Do-dovresti metterlo. » mormora You, porgendoglielo. Per fortuna era della sua misura, altrimenti sarebbe stata disperata. La kohai si lascia vestire come una bambola senza protestare, e quando You termina di allacciarle l’obi con un carinissimo fiocchetto ne è soddisfatta. Se Dia si lamentava anche di quello non si sarebbe fatta alcun problema a buttarla in mare, conseguenze o non. Comunque le veniva voglia di sfidarla, tanto che dopo qualche momento prende uno degli accessori che Yohane aveva lasciato sul tavolino, e lo osserva. Le si avvicina, accostandolo al suo viso.
« Questo forse lo possiamo mettere. » dice, accarezzandole i capelli. Yoshiko la osserva felice, acconciandosi i capelli e lasciando che You le sistemi il fermaglio tra i capelli. Sono molto vicine.
Il risultato finale le piace. Forse quello è uno dei suoi lavori migliori come costumista. Con calma piegano il vestito di Yoshiko e mettono accanto gli accessori, optando per il riprenderli quando sarebbero tornate a casa.
La serata era ancora tutta alla scoperta del divertimento e del cibo delizioso che le bancarelle vendevano.
You si avvia per prima, desiderosa di tornare in quel paradiso di abiti fruscianti, tenendo di nuovo Yohane per mano. Ormai per lei era diventata un’abitudine a cui non riusciva a rinunciare.
Per questo non si rende all’improvviso conto che la sta baciando.
Certo, è un bacetto, ne ha già dati a qualche altra ragazza del club di nuoto e non è niente di strano, ma sta baciando Yoshiko. Yoshiko. La sua compagna di squadra, la sua kohai.
Dovrebbe gelarsi il sangue nelle sue vene, eppure l’altra non sembra dare segno di volersi allontanare. Era uno dei contatti più casti che aveva mai avuto, eppure le sue labbra pizzicavano dal piacere. Quando si allontanano si guardano negli occhi.
« Forse dovremmo raggiungere le altre. » mormora Yohane, stringendo a sé il piccolo little demon portachiavi fino a far sbiancare le nocche.
« ...sì, lo credo anch’io. »
Quel Tanabata era davvero destinato a rimanere impresso nella sua memoria.

   
 
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