Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: yuki rain    11/07/2017    0 recensioni
(Dedicato alle favole Disney)
L'oscurità non è mai stata così luminosa ...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Qui nevica sempre?” chiese innocentemente un bambino dalla zazzera azzurra che guardava fuori dalla finestra.

“Una volta questo era un posto molto diverso, le piante erano vive e il vento cantava muovendo i loro rami, gli animali di ogni tipo abitavano questo luogo.” disse una donna dalla medesima chioma colorata.

“Cosa è successo?”

“Vedi, qui erano custoditi gli oracoli, uno a uno però hanno abbandonato questo luogo e con loro è sparita anche la magia. Da quel giorno ogni notte nevica.” raccontò la donna.

“Cos'è un oracolo?” chiese il bambino incerto su quella parola.

 

Haiden aprì gli occhi, era ancora nella grotta, seduto con la schiena appoggiata alla parete e le gambe allungate su cui stava dormendo un cucciolo di lupo.

Il ragazzo guardò fuori dove la neve bianca era illuminata dalla luce del sole, accarezzò l'animale marrone che muoveva la coda in segno d'approvazione.

“Buongiorno” sussurrò.

Sentì una forte vibrazione in parte alle sua gambe, con la mano libera andò a tastare il terreno fino a trovarlo.

“Ti sei svegliato! La prossima volta che un altro lupo mi usa come giocattolo non so cosa potrei fare” si lamentò lo Specchio.

Haiden si alzò, aiutandosi con la parte, il dolore alla testa era passato completamente, ma il corpo gli doleva ancora, la luce lo accecò quando uscì dalla tana.

Appena si suoi occhi si abituarono alla luce, iniziò a guardarsi intorno, il bosco non era ancora tranquillo, in lontananza sentiva dei rumori sconosciuti; in un giorno aveva visto per la priva volta altri essere umani come lui e per la prima volta aveva provato la paura, gli esseri umani sapevano davvero fare paura.

Haiden mise lo specchio nel cappuccio e iniziò a camminare “Cosa credi di fare ora?”

“Zitto” disse con tono freddo, incamminandosi nella neve fresca caduta la notte precedente.

Facendo attenzione a ogni suono, ogni ombra camminò lungo il sentiero delineato dagli alberi, alcuni avevano frecce incastrate nella corteccia, altri erano stato rovinati per costruirci delle strane strutture.

Era orribile, pensò senza fermarsi, gli essere umani non gli piacevano per niente.

Capiva solo ora perché sua madre non gliene avesse mai parlato, perché lo aveva rinchiuso in quella foresta. Lo aveva protetto fino a quel momento, solo ora capiva da cosa.

Si strinse il fianco sentendolo bruciare “Che succede?” chiese lo specchio sentendolo fermare. Haiden si alzò la maglia nera pesante lurida di sangue e bava di cane.

La freccia che gli aveva sfiorato il fianco gli aveva lasciato uno squarcio nel fianco, i contorni erano sporchi di sangue nero secco, mentre al centro era rosso pulsante.

“Non è messa bene”

“Tra poco guarirà” disse coprendola, gli stregoni guarivano molto in fretta. Molte volte giocando con Annah tornava a casa con le ginocchia sbucciate o qualche taglio per poi svegliarsi il mattino dopo senza un segno.

Arrivò fino a casa di Annah, al confine della barriera, ignorando il bruciare della ferita si arrampicò sull'albero.

Puntò i suoi occhi oro sulla casa, le sue orecchie si ovattarono e le voci iniziarono a farsi sentire nella sua testa.

 

“In questo momento Annah sta venendo trasferita alla Capitale, li sicuramente troveranno un modo per svegliarla” Marcus guardava fuori dalla finestra, parlando ai genitori in modo freddo.
“Quando l'ho vista, era così bianca sembrava morta” pianse la madre seduta al tavolo con un fazzoletto bianco stretto nella mano destra con l'intendo di asciugarsi le lacrime.

“Avete ucciso il soldato che ha colpito mia figlia vero?!” il padre era irato e continuava a dare pugni al tavolo facendo tremare tutto ciò che vi era appoggiato.

“Ci hanno pensato i lupi, di lui ne è rimasto poco nulla”

“Quello stregone! Che fine ha fatto?” chiese la madre stoppando i singhiozzi.

“Lo stanno ancora cercando, in compenso abbiamo trovato Grimilde una del circolo degli undici. A breve sarà messa al rogo e ci sarà un cattivo in meno a cui pensare.”

“IO VOLGIO LA TESTA DEL RAGAZZO!”

“Calmati padre, a breve avremo anche lui, le sentinella prenderanno possesso del bosco”

Jacob si alzò in piedi “Ora scusate, voglio godermi lo spettacolo della megera che brucia”

 

Haiden annullò la magia, il dolore alla ferita svanì, attendeva solo che mettesse un piede fuori dalla barriera per ucciderlo, conficcò le unghie nell'albero quando lo vide attraversare il sentiero, aveva bisogno che lo portasse da sua madre.

Guardò la sua chioma marrone chiara allontanarsi nelle neve non ancora candida, mal curante dei corpi dei compagni stesi a terra coperti da un lieve strato di neve.

Lo seguì senza fare rumore, era come andare a caccia con i lupi, doveva solo attendere il momento giusto.

Arrivò fino alla radura, era piena di umani con gli stesse vestiti, al centro esatto c'era un sacco di legna con un bastone grande quanto un fusto messo in verticale.

“Haiden … è un focolare” sussurrò lo Specchio “qui le streghe muoiono”

il bluastro trattenne il respiro avrebbe voluto scappare il più lontano possibile da quel luogo ma non poteva, non senza sua madre.

Delle urla provennero da li vicino, due uomini stavano spingendo una donna dai lunghi capelli blu vicino a Marcus facendola inginocchiare; il soldato la guardò sembrava giovanissima nonostante tutti i suoi anni, lo guardava con occhi furenti, non mostrava paura solo odio.

Tutti risero quando gli sputò in volto ma lei non mosse un muscolo, continuava a fissarlo con quegli occhi che avrebbero raggelato anche l'inferno.

“Qualcosa da dire puttana?”

“Avrei sperato di ritrovarmi davanti un bel principe, non una triglia come te” aveva la voce salda, prima di tremolii o dubbi.

“Stai per morire lo sai?”

“Non è venuta Baincaneve? Mi sarebbe piaciuta rivederla ancora una volta” disse ironica.

“APPENDETELA” urlò spostandosi il soldato.

Haiden saltò giù dall'albero nascondendosi dietro un cespuglio, i suoi occhi oro erano fissi su Marcus in attesa del momento perfetto.

Grimilde venne attaccata al fusto mentre altri soldati accendevano grandi rami, Marcus sorrise davanti a quella scena.

“Un ultima parola?” chiese prendendo il ramo incendiato.

“Si dite ad Alice … che avete perso.” iniziò a ridere, ridere in mondo incontrollato strusciando la schiena contro l'albero.

I suoi occhi si colorarono di oro brillante, stava per lanciare una maledizione.

“ORA” urlò Marcus.

I rami vennero lanciato dando fuoco al fusto, Haiden uscì dal suo nascondiglio coperto dal fumo, correndo verso il soldato, Grimilde completò la maledizione e il fuoco di cui era divenne verde.

Un ultima risata, un ultimo passo, Marcus che girava la testa accorgendosi troppo tardi dell'attacco per alcuni attimo il tempo rallentò, un fascio di luce colpì il cielo e la terra tremò in seguita a un grande esplosione.

Haiden venne scaraventato nel sentiero da dove era arrivato, battendo contro la ferita al fianco che si riaprì.

Marcus si rimise in piedi, muovendo le braccia per spostare il fumo grigiastro puzzolente di bruciato.

Corse verso il rogo, il fumo proveniva dall'incendio ancora vivo che avevano causato, il corpo non c'era, solo polvere nera che cadeva a terra dalle fessure delle corde.

Il solfato rimase immobile per un attimo per poi scoppiare un riso isterico.

“Hai visto? HAI VISTO BASTARDO! IL PROSSIMO SARAI TU!” raccolse un ramo dove la fiamma non si era consumata completamente e si incamminò per il sentiero, non lo avrebbe lasciato scappare.

 

Haiden correva stringendosi il fianco, aveva gli occhi lucidi sul punto del pianto, sua madre era morta, morta per colpa degli esseri umani e sarebbe toccato anche a lui se non avesse trovato una soluzione.

Era completamente solo, non aveva più ne Annah ne sua madre, le uniche persone che conosceva, non poteva tornare al branco dei lupi non poteva permettere che trovassero il suo unico nascondiglio.

“Te l'avevo detto che non era una buona idea!” urlò lo Specchio dal cappuccio del ragazzo.

“Puoi dirmi solo dove nascondermi?”
“Non ne ho idea … sono uno specchio io”

“Esattamente tu a cosa serviresti?”

“A niente se morirai, sei cresciuto qui conoscerai un luogo!”

Haiden cambiò direzione, correndo tra gli alberi e gli arbusti, rimaneva solo un posto dove stare, la casa sua e di Annah.

Salito su di essa spaccò il piccolo ascensore in modo che non potessero salire, sbarrò porte e finestre con la magia. Gli bastò un gesto con le mani e tutte le candele si illuminarono dando luce a quella stanza buia.

Arrivato al tavolo scavò nel cappuccio per recuperare lo Specchio e metterlo, con poca, grazia sul mobile.

Haiden rimase in silenzio col fiatone, con la mente ripassò le immagini di poco fa, sua madre era morta, non l'avrebbe mai più rivista, al pensiero gli vennero gli occhi lucidi e sentì una fitta nel petto.

Si inginocchiò a terra sbattendo i pugni sulle assi, non aveva salvato lei, non aveva salvato Annah, si sentiva completamente inutile.

I singhiozzi diedero rumore al silenzio, un silenzio insostenibile, un silenzio che non era mai esistito in quel luogo.

Si mise a sedere con le ginocchia al petto e le braccia strette intorno alle gambe, la testa posata sulle ginocchia. Cosa avrebbe potuto fare? Non poteva restare in quel luogo per sempre.

“Mi dispiace per tua madre ...” disse a un tratto lo Specchio a un tratto senza ottenere risposta.

“Era una mia cara amica … io ero presente ai tempi di Biancaneve … sapere come tirare fuori il peggio da ogni persona.”

“Buon per lei” sussurrò senza muoversi.

“Per lei è sempre stato un complimento … era molto felice quando ha visto in te i suoi poteri da strega”

“Anche se sono per metà umano … tu hai conosciuto mio padre?”
“No, io ricordo le persone cui volti si riflettono nel mio vetro … tuo padre non se mai voluto mostrare”

lo Specchiò sentì il ragazzo sospirare, aveva smesso di piangere da un po' ma non si era mosso di un millimetro.

“Se fossi stato più forte, le avrei salvate tutte e due”

“Annah non sai in che condizioni è”
“ERA COMUNQUE MORTA L'ULTIMA VOLTA CHE L'HO VISTA!”

“E quindi? In quanti libri delle Favole le principesse erano morte, in attesa che arrivasse un principe a ridarle la vita”

“Io non so-” “In nessun libro è scritto che si è principi per il sangue; Lo si è quando si ha il coraggio di lottare per chi si ama”

“Non ho questo coraggio”

“Annah ne è convinta e ti sta aspettando”

Haiden si alzò guardando verso la libreria, gli tornò alla mente la ragazza che leggeva i titoli decidendo cosa leggere, ne estrasse uno e lo guardò, non lo aveva mai letto con lui.

“L'incantesimo del lago”

“Oh è una storia bellissima, triste ma bellissima”

“Di che parla?” chiese avvicinandosi al tavolo.

“Una ragazza subisce una maledizione, ogni volta che la luna illumina il riflesso del lago ella si trasforma in un cigno, questa maledizione può essere sciolta solo dal bacio del vero amore.

Un giorno, il principe di cui era innamorata organizza un ballo e incontra una principessa.

Il principe le dichiara eterno amore e la ragazza muore per il cuore spezzato con sembianze di cigno.”

Haiden fece scorrere le pagine finché non trovò l'immagine del lago, così famigliare.

“Si quel lago è qui nel Bosco Incantato” terminò lo Specchio.

Gli occhi oro si posarono su di lei in un silenzio che sembrò durare ore.

“Riprenderò Annah” disse chiudendo il libro.

“E come hai intenzione di farlo?”
“Non è la principessa ad essere maledetta … ma il lago”

 

“Lo avete trovato?”

“No signore abbiamo anche perlustrato casa sua, non c'è” un soldato era davanti a Marcus.

“Abbiamo prelevato tutti i libri che abbiamo trovato sono su una carrozza, verranno portati alla capitale per essere studiati”

“Perfetto, di alle sentinelle di stare all'erta, lo voglio carbonizzato come la madre”

“Sissignore”

Un uomo dai capelli marroni corti e gli occhi del medesimo colore stava guardando ciò che restava dell'esplosione, aveva intorno intorno ai venticinque anni con una fetra sulla schiena e una balestra tra le mani.

Tastò la cenere nera con la mano “Cosa stai facendo?” chiese un caposquadra.

“Nulla Signore” scattò in piedi sull'attenti.

“Non siamo qui in gita cadetto! Stiamo cercando un mostro omicida”

“Lo so signore”

“Rispetta gli ordini”

“Si signore”

Gli sbatté dei documenti sul petto “Portali all'accampamento digli di spedirli al Palazzo di Cristallo”

“Si signore” disse afferrando le scartoffie.

Si allontanò dallo spiazzo verso il sentiero, appena fu abbastanza distante si nascose tra gli alberi lesse velocemente i rapporti del mago scappato e della strega appena uccisa, dalla tasca estrasse una penna e aggiunse

I soldati si sono accampati per ottenere più informazioni possibili, la data del rientro in patria non è ancora stabilita. Lui è ancora vivo

-Oliver L.

Fischiò un paio di volte prima che un grifone non atterrò su un ramo li vicino, esso era marrone con un lungo collo avvolte da delle lunghe piume alla base e la testa bianca, le grandi ali avvolgevano il corpo mentre le zampe erano conficcate nella corteccia.

Avvolse su se stessi i documenti e li legò con un laccio, si avvicinò al pennuto agganciando il laccio al collare che portava.

“Portali a Xavier” l'uccello fece un verso sbattendo le ali per riprendere il volo.

Oliver caricò la balestra e si incamminò per il sentiero davanti a lui.

“Sta calando il sole, presto sarà buio”

 

Haiden raggiunse il lago incantato “Sicuro di volerlo fare?” chiese l'oggetto, l'azzurro lo poggiò a terra insieme alla mantella nera.

“La principessa Odette si trasformò in un cigno perché esso vi era nel suo sangue, tutti i puri hanno legami con gli animali sacri. Io non ne ho, ma ho sangue umano dentro di me se dono al lago la mia magia mi trasformerò”

“Ascolta Odette si era solo riflessa nel lago, per questo si trasformava al calar del sole, se tu ti immergi il lago si prenderà parte della tua anima. E' un artefatto bianco estremamente potente.”

“Io vado” disse togliendosi le scarpe e avvicinandosi al fiume, si immerse lentamente da una parte per il bruciore alla ferita dall'altra per la tensione, il cuore iniziava a battere forte.

Guardò in alto, il cielo era limpido e ricoperto di stelle, la luna stava arrivando, appena si formò il cerchio bianco al centro del lago vi si immerse.

Illuminato sul fondo c'era un enorme fiore dalle foglie simili ad alghe verdi e i petali chiusi a bocciolo sul rosso.

Si avvicinò a esso, appena lo sfiorò un alga gli si avvolse intorno alla gamba, il ragazzo provò a liberarsi, quando un altra alga gli avvolte la caviglia spingendolo in profondità.

Le alghe lo avvolsero sempre di più e dimenandosi lasciò andare andare anche dell'aria.

I petali si aprirono rivelando quella che sembrava essere un enorme bocca con delle spine al posto dei denti, al centro vi erano dei pistilli lunghi e bianchi che come sanguisughe gli si attaccarono al petto e alla testa, iniziò a sentire delle scosse in tutte il corpo come se stessero risucchiando qualcosa dentro di lui.

Una sagoma uguale alla sua uscì dal suo corpo e venne trascinato dentro il fiore che chiuse le sue fauci un attimo dopo, Haiden venne lasciato andare gli mancava l'aria sentiva freddo, sentiva solo il silenzio del lago prima di andare verso l'oscurità della notte.

 

Oliver tornò all'accampamento dei soldati, senza farsi vedere si intrufolò nella sua tenda tutti stavano facendo il servizio di sentinella per fortuna. Prese la sua sacca per poi riuscire.

“Che fai?” si ritrovò un altro cadetto a pochi metri dalla tenda “Perché non sei in turno?”

“Sono venuto a prendere l'essenziale per fare da guardia”

“Ovvero?”
Oliver gli mostrò una fiaschetta argentata “Non è concesso alcol nelle spedizioni”

“Un goccetto andiamo, sono una persona che condivide sai? Vieni con me a formi compagnia?”

I due uomini in uniforme si addentrarono nel bosco “Dici che lo troveranno quello stregone?” iniziò l'altro.

“Chissà, magari ci sta seguendo, chi ti dice che non ti stia osservando con i suoi occhi gialli”
“Tu quanti stregoni hai visto?”

“Non mi sono mai fermato a contarli”

“Hanno tutti gli occhi gialli?”

“Oh no … no no gli occhi gialli sono normali, quelli potenti hanno gli occhi rossi come il fuoco e le fiamme gli sono immuni”

“Mostri” disse schifato.

“I veri mostri sono quelli senza occhi, due grandi perle nere senza luce, quando l'anima viene completamente divorata dall'oscurità.”

“Questa è una stupida leggenda, gli stregoni non hanno un anime.” aggiunse “Uno stregone ha ucciso mio padre, tutti quelli come loro devono morire e...”

si fermò quando si trovò la balestra puntata contro.

“Non c'è nulla di personale, saremmo anche potuti diventare compagni di bevute in altre circostanza … ma quello stregone è un bell'investimento per il mercato nero … saltami tuo padre.” gli scoccò una freccia tra gli occhi uccidendolo.

Sotterrò il corpo con la neve, non ne sarebbe rimasta traccia.

Aprì la sacca prendendo dei vestiti dal colore scuro, velocemente si cambiò togliendosi quella dannata uniforme che aveva rubato giorni prima.

Xavier non sarebbe stata felice se il suo investimento morisse per mano delle guardie reali, quel maledetto Marcus aveva rovinato i suoi piani richiamando l'esercito.

Il mercato nero lo aveva incaricato di portargli lo stregone vivo alla barriera il più presto possibile, una cavia così giovane e ricca di magia oscura i benefattori più devoti darebbero in cambio ogni cosa anche solo per un campione sangue corrotto. Uno stregone in carne ed ossa significava una fonte infinita di guadagno.

Prese la divisa e la mise nella sacca, raggiunse la riva del lago e la buttò dentro, ormai erano le prime luci dell'alba, guardandosi intorno vide una figura scusa sulla riva.

Si avvicinò trovando la mantella nera sporca di sangue, tre essa vi era uno specchio senza vetro.

Si avvicinò alla riva voltando il corpo del ragazzo col piede, aveva la pelle pallida in contrasto con i capelli corvino mentre gli occhi erano chiusi.

“Che ci fa un ragazzino come te in un posto del genere?”

Notò che sul fianco aveva una ferita aperta e diversi lividi su tutto il corpo, la osservò indeciso sul da farsi … non bisognava fidarsi di nessuno, poteva essere ciò che stava cercando sotto mentite spoglie.

Lo spostò dall'acqua sdraiandolo sulla neve, gli sollevò la mangia per vedere meglio la ferita, un bello squarcio di cui rimarrà una bella cicatrice oltre che al ricordo.

 

La testa aveva smesso di rimbombare finalmente e al suo interno vi era solo silenzio, un silenzio mai provato fino ad ora. Haiden aprì gli occhi vedendo un cielo limpido, la schiena raggelò a contatto con la neve, iniziò a chiedersi da quando era così fredda.

Si mise a sedere sentendo il corpo debole e pesante dimenticandosi della ferita una fitta al fianco lo colpì, alzando la maglia sporca di sangue vide una fasciatura intorno ai fianchi.

“Attento a muoverti o ricomincerai a sanguinare” col cuore in gola si voltò vedendo un uomo seduto su un masso, lo stava osservando una specie di specchio dal bordo oro ricco di decori.

“Chi sei? Cosa vuoi?” urlò allontanandosi fino a sbattere contro un albero provocandosi un ulteriore scossa.

“Ti ho detto di non muoverti, con un infezione del genere è già tanto che tu non sia morto.” disse distogliendo lo sguardo dallo Specchio.

“Chi sei?” chiese squadrandolo. Non era vestito come gli altri i capelli marroni corti mostravano un volto di uomo poco più grande di lui, era alto e non aveva nulla con sé tranne arco e frecce.

“Oliver Light, per gli amici solo Oliver” si presentò. “Passavo di qua e ti ho trovato svenuto nel lago e ti ho soccorso” saltò giù dal masso prendendo dalla cintura la fiaschetta e bevendo un sorso di whisky. Appoggiò lo Specchio nella neve con la sua solita nebbiolina argentata al suo interna, essa si espanse diventando uno specchio vero e proprio. Solo allora Haiden vide il suo aspetto, folti capelli neri e chiari occhi azzurri; per questo non lo aveva ucciso ma aiutato perché ora anche lui era un essere umano, uguale a loro.
“Grazie” sussurrò.

“Di nulla. Ora devo andare è stato bello” si mise la faretra in spalla e la balestra in mano.

“Tu non sei uno di loro” chiese guardando la faretra.

“Loro chi?” si voltò verso il ragazzo.

“Quelli che hanno invaso il bosco”
“No … io lavoro per i fatti mie. Sei rimasto ferito da uno di loro?”

“Una freccia”

“Non tutti hanno una buona mira immagino.” ridacchiò “E' meglio se te torni a casa” “Non ho una casa … non più ormai”

“L'anno saccheggiata i soldati?”

il ragazzo annuì.

“I soldati L'hanno rasa al suolo ma i miei genitori erano solo taglia legna.”

“I tuoi genitori che fino hanno fatto?”

“Morti”

Oliver guardò il ragazzo, i suoi occhi azzurri fissavano il lago, mentre si stringeva nelle braccia. I soldati sapevano essere senza cuore tante volte.

“Stanno cercando uno stregone … ne hanno uccisa una ma ce ne sono altri in libertà”

“Io non ne so nulla … so solo che mi hanno tolto tutto” sussurrò

“Tieni” gli passò il mantello per scaldarsi, il ragazzo lo indossò senza esitare notò che non era più sporco, probabilmente lo aveva pulito mentre dormiva.

“Quindi non hai nessuno?”

“Solo una ma non so dove sia … so solo che è alla Capitale”

Oliver sorrise “Io sto andando lì e conosco delle persone che possono aiutarti” non aveva idea di dove cercare lo stregone, tanto valeva tornare a casa prima che i soldati scoprissero il cadavere.
“Perché vuoi aiutarmi?”

“Non hai mai letto una favola? Bisogna aiutare chi è in difficoltà e poi …ho il presentimento che soldati abbiamo fatto arrabbiare qualcosa che era meglio tenere a bada” disse con un velo di preoccupazione la seconda frase.

Gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi, il ragazzo la afferrò sollevandosi dalla neve candida.

“Ci vuole un gran fegato a vivere in questo luogo, quindi non avrai problemi al di là della barriere.”

I due stavano camminando lungo il sentiero indicato dal corvino da diverso tempo, era strano stare a contatto con un altro uomo, fin dalla sua nascita a poche ore prima le uniche persone con cui aveva parlato erano Annah e sua madre.

Il suo modo di camminare, di parlare di osservare le cose … era completamente diverso.

“Comunque tu sai il mio nome ma io non so il tuo”

“Haiden”

“E chi cerchi alla Capitale?”

“Una ragazza … si chiama Annah è stata portata via dai militari”

“Come fai a saperlo?”

“Suo fratello ha voluto metterla al sicuro”

“Capisco … e dimmi è la tu compagna?” chiese ridacchiando.

“ … forse” rispose leggermente in imbarazzo.







-ANGOLO DI YUKI-
e anche il secondo capitolo è terminato ... mi sto impegnango sappiatelo ahhaha ( anche se so che sarà ricco di errori grammaticali da far sanguinare gli occhi)
spero che la storia si stia evolovendo in un modo decente 
se avete cosiglia da darmi scrivete delle recensioni o anche solo per dirmi il vostro parere.


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: yuki rain