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Autore: hogvwartss    11/07/2017    0 recensioni
Cedric Diggory e Harry Potter non si sono mai parlati esplicitamente. Si sono visti per tre anni tra i corridoi dell'affollata Hogwarts, ma ora per la prima volta si scontreranno in una partita di Quidditch e il Tassorosso non vede l'ora di incontrare il famoso ragazzino con la cicatrice in fronte.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cedric Diggory, Harry Potter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nessuno nella scuola si aspettava che quel giorno Tassorosso avrebbe giocato contro Grifondoro. Era stata una decisione dell'ultimo minuto e sebbene la squadra giallo-nera si stesse allenando almeno due volte alla settimana, non si erano preparati per un match imminente. Sopratutto ad una partita con un tempo così pessimo.

Cedric Diggory, capitano e Cercatore della squadra, camminava nervosamente avanti e indietro per lo spogliatoio mentre il resto della squadra si cambiava senza proferire alcuna parola. Tutti quanti erano preoccupati. Non solo per la partita di Quidditch, ma anche per la situazione in generale: un carcerato molto pericoloso, alleato di Voi-Sapete-Chi, di nome Sirius Black era evaso da Azkaban, la prigione da cui nessuno poteva uscire. Da allora, attorno alla scuola, erano stati posti dei Dissennatori, figure terrificanti che possono uccidere se solo ci si avvicina.

Il capitano decise che era ora del discorso di incoraggiamento, ma poche parole gli uscivano dalla gola. Cedric non si era mai considerato un grande interlocutore ma sapeva in cuor suo che certe parole, in questo momento, avrebbero risollevato l'animo dei suoi compagni.

“E' arrivato il momento di andare ragazzi.” iniziò lui osservando gli altri. Impauriti e preoccupati. “So che avete paura, tutta questa situazione mette la pelle d'oca anche a me. Però abbiamo il professor Silente che ci protegge e sotto il suo comando niente di male potrà succedere.”

Justin Flinch-Fletchey sbuffò con ritegno ma Cedric lo ignorò. Non era questo il momento di rinvangare nel passato.

“Tutto ciò che dobbiamo fare ora è battere i Grifondoro. Il tempo non è dei migliori, lo so, ma io sono certo che possiamo farcela. Ci siamo allenati molto e siamo migliorati perciò non vedo perchè non dovremmo vincere. Siete con me?”

Tutti i suoi compagni si alzarono in piedi, anche l'incredulo Justin, e si diressero verso la porta.

Fuori un temporale stava immergendo il campo da Quidditch. Dall'altra parte del campo i Grifondoro con le loro divise scarlatte stavano uscendo con riluttanza. La pioggia scendeva fittissima dal cielo e dei fulmini si facevano sentire sempre più vicini.

Tutti i giocatori si avvicinarono a Madama Hooch, situata in mezzo al campo e zuppa di pioggia. Cedric e Oliver Wood, capitano della squadra rivale, si avvicinarono e si strinsero la mano e dopo un fischio la partita ebbe inizio.

 

La pioggia calava sempre più velocemente e mentre i compagna di squadra cercavano di segnare dopo il gol di Grifondoro, Cedric si guardava intorno in cerca dell'oggetto volante. Più in là, Harry Potter era fermo sulla sua scopa e osservava in basso la partita. All'improvviso un cerchio dorato ruotò intorno alla testa di Harry e poi volò via. I due Cercatori si guardarono per un secondo e poi con un gesto rapido iniziarono a inseguire il Boccino d'Oro il quale stava volando sempre più in alto. La pioggia scendeva sempre più fitta ma per un momento Cedric riuscì a vedere Harry da vicino per la prima volta.

I due si erano spesso incontrati nei grandi corridoi di Hogwarts ma non si erano mai rivolti la parola. Non che in questo momento riuscissero davvero a parlare, ma era già qualcosa. Per il Tassorosso, riuscire a scontrarsi con una leggenda era già un grande passo.

Harry però scomparve presto dalla sua vista e Cedric si fermò. Il cielo attorno a lui era scuro, grosse nuvole si avvicinavano sempre di più e i tuoni e lampi continuavano a rombare nel cielo. Il ragazzo decise di scendere leggermente di quota e finalmente lo vide di nuovo, scintillante e svolazzante. Accelerò velocemente, quasi superandolo, e lo prese in una mano vittoriosamente.

Scendendo verso il prato si accorse che qualcosa non andava. Tutti i giocatori non erano nelle loro solite postazioni ma bensì a terra, accerchiati a centro campo. Anche Cedric atterrò con il Boccino in mano ma nessuno badò a lui perchè a terra c'era Harry Potter, la cicatrice ben visibile sul volto, con gli occhi serrati e la sua scopa al suo fianco, rotta in mille pezzi. Il professor Silente lo stava tirando su insieme a Hagrid, il custode della scuola. Il cuore del giovane si spezzò a quella vista e per ore non riuscì a pensare a nient'altro se non a quel momento.

 

Tassorosso aveva vinto ufficialmente la partita di Quidditch ma non giustamente. Harry Potter era stato attaccato da un Dissennatore, senza un vero motivo, ed era per questo che non era riuscito a prendere il Boccino d'Oro. Cedric si considerava un bravo Cercatore, ma mai bravo quanto Harry: lui aveva una dote naturale che andava ben oltre il volersi divertire in questo gioco magico.
Così, nel secondo giorno di convalescenza di Harry ci fu una visita inaspettata: Cedric Diggory era fermo davanti al suo letto aspettando che il ragazzo riaprisse gli occhi.

Le palpebre si stavano leggermente aprendo quando il Tassorosso comprese quanto era inquietante quella situazione, ma ormai non poteva tirarsi indietro.

“Ciao Harry.” riuscì a dire con un sospiro. “Sono Cedric Diggory, Cercatore e capitano di Tassorosso. Mi dispiace disturbarti ma ho bisogno di parlarti.”

Harry sembrava confuso ma annuì. Dentro di sé, Cedric, fin da quando era entrato in infermeria, aveva iniziato a provare strane sensazioni verso l'intera situazione. Stava per incontrare la persona che considerava più coraggiosa nella scuola, che in solo due anni aveva fatto molto di più di quanto lui avesse fatto in diciassette anni.

“Mi dispiace per la tua scopa e per tutto ciò che è successo. Non sapevo fossi caduto quando ho preso il Boccino. Come saprai Tassorosso ha vinto ma io non lo trovo affatto giusto.” Le parole gli uscivano velocemente dalla bocca. “Ho intenzione di chiedere l'annullamento della partita così da poter fare un match serio e valido. Il tuo capitano ha detto che sarebbe più giusto chiedere a te, quindi eccomi qui.”

Harry si sistemò gli occhiali sul naso e Cedric trovò quel gesto estremamente dolce. I pensieri che stavano percorrendo nella mente del Tassorosso erano totalmente inapropriati e lui cercava di scacciarli senza alcuna soluzione concreta. Si sentiva emozionato a essere davanti al famoso Harry Potter e di starci realmente scambiando qualche parola, ma allo stesso tempo le sensazioni che percorrevano il suo corpo erano differenti, mai provate prima. Qualcosa gli diceva che queste erano le emozioni che si dovrebbero provare quando si è davanti a qualcuno per cui si ha una certa attrazione perchè era certo di aver provato le stesse sensazioni anni prima. Le aveva però buttate nel dimenticatoio per motivi ovvi. Nessuno poteva sapere il suo segreto e anche questa volta doveva restare tale.

“Avete vinto in modo leale e ovviamente non è stata colpa di nessuno se un Dissennatore si è avvicinato a me. Nessuno poteva prevederlo, come non si possono prevedere il tempo assurdo di ieri. Avrebbe potuto colpirmi un fulmine e probabilmente l'avresti considerato normale.” Harry si fermò un attimo e un leggero sorriso gli si formò sul volto. “Tassorosso ha vinto senza dubbio e ve lo siete meritato. Sei un bravo Cercatore e la vostra squadra ha giocato divinamente.”

Cedric si sorrise a sua volta e lo ringraziò mentre correva via dall'infermeria. Il suo respiro era affannato. Harry Potter aveva detto che lui – si proprio lui – era un bravo giocatore. Si sentiva una ragazzina di dodici anni in preda al primo amore.

Era anche lui in preda al suo primo e vero amore?

  
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