Chocolate's Bind
Tornare
a casa, dopo aver compiuto con successo una missione, è sempre
piacevole e gratificante.
Saltello
di ramo in ramo per tornare al mio villaggio, ma, strada facendo,
sento dei lamenti, quasi delle suppliche, delle richieste d'aiuto,
così mi fermo ad ascoltare meglio: effettivamente le voci ci
sono, ma al momento, non riesco a capire da quale direzione si
trovino.
Attivando
il Byakugan, non mi è difficile trovare il punto preciso, dal
quale provengono: vedo un'anziana signora rannicchiata ai piedi di un
albero, accerchiata da tre ninja.
Da quello che vedo non hanno delle buone intenzioni.
Senza indugio mi
affretto a raggiungere quella zona, che a dir la verità non è
molto lontana da qui. Una volta
arrivata, quei mascalzoni avvertono la mia presenza,voltandosi nella
mia direzione: mi osservano minuziosamente, si sentono minacciati e,
proprio per questo, mi attaccano immediatamente. Per loro sfortuna il
Juken e il Byakugan non perdonano, ed escono
da questo scontro amaramente sconfitti.
Dopo essere fuggiti
con la coda tra le gambe, mi avvicino alla signora che, ancora
spaventata, resta rannicchiata come un riccio. Mi accuccio accanto a
lei, dipingendo sul mio viso un sorriso, tendendole la mano per poi
rassicurarla, dicendo:
-Stia tranquilla,
ora è tutto finito. Venga che l'aiuto.-
-Grazie mille
figliuola, ho avuto tanta paura. Ti ringrazio infinitamente.- mi
conclude gentilmente la donna.
-Di niente, dovere.-
-Sei del villaggio
della Foglia?-
-Sì.-
-Sono anni che non
torno a Konoha, dev'essere molto cambiata.-
-Già! Vuole
che l'accompagni a casa?-
-Oh, come sei
gentile! Grazie infinite... oh, scusa come ti chiami piccola?-
-Hinata.-
Ed iniziamo a
percorrere la via verso il cittadina prima della mia.
Il nome di
quest'anziana signora è Nadeshiko ed una maestra nell'arte
della cucina. La convocano da ogni terra ninja per preparare
le sue pietanze, sempre nuove ed uniche, a base di un ingrediente che
conosce solo lei.
Che
sia questo il motivo per cui l'hanno attaccata
-E' possibile che
quei ninja volessero il suo ingrediente segreto, signora Nadeschiko?-
-Può darsi,
ma non gli avrei rivelato nulla.- mi risponde prontamente.
-Avrebbe rischiato
la vita...-
-Eh si, ma ci sono
abituata. Per mantenere un segreto siamo disposti a tutto. Come lo
stesso vale per l'amore.-
-Capisco
perfettamente.-
-Sei innamorata
cara?-
-Sì... ma il
mio è un amore impossibile.-
-Niente è
impossibile cara! Basta solo avere fiducia in se stessi. Pensa che
io, alla tua età, avevo un amico, proprio al villaggio della
Foglia, che mi ha sempre scoraggiato per le mie ricette. Ma quando ho
deciso di aprire il mio ristorante è stato il primo a
sostenermi e a starmi accanto... quella persona è mio marito.
Quindi mai dire mai.-
-Ha ragione.-
Neji
chissà se io e te avremo lo stesso destino di queste due
persone...
Ma
forse è meglio non farsi illusioni.
Eh,
a chi voglio darla a bere?
Mostro
a tutti che mi piace Naruto, ma in realtà amo solo Neji: è
da quando siamo bambini che non faccio altro che guardarlo da
lontano, senza fare altro.
Sono
veramente patetica.
-Qualcosa non va
cara?- mi chiede preoccupata Nadeshiko, vedendomi sovrappensiero.
-Pensavo al mio
amore... che non si realizzerà...-
-Uhm... vediamo se
posso fare qualcosa per te...-
-In che senso?-
-Appena arriviamo al
mio ristorante, vedrai.-
-D'accordo...-
Per il resto del
viaggio non abbiamo aperto bocca, la osservavo e basta: ebbe
l'aria pensierosa per tutto il tragitto, quasi fosse indecisa su
qualcosa, infatti lo era.
Al nostro arrivo al
suo ristorante, si è subito fiondata in cucina, dove le uniche
frasi che si sentivano chiaramente erano: “Questo no!”; “Questo
nemmeno!”; “Questo neppure!”; “Ma dov'è?” e alla
fine un “Eccolo!”.
Dopo questa fatidica
esclamazione eccola ritornare in sala, dove la stavo aspettando.
-Ecco cara! Per
essere stata tanto gentile con questa vecchietta.- mi dice
sorridendo.
-La ringrazio
signora Nadeshiko, ma io l'ho fatto volentieri.-
-Anche
io lo sto facendo volentieri. Questo è il nettare
dell'amore cara, vedrai che la
persona che ami cadrà immediatamente ai tuoi piedi.-
-No... non voglio
che mu... muoia...-
-Ma no! Non morirà
tranquilla. Ora vai... e vieni a trovarmi ogni tanto!-
-Certamente.-
La saluto con un sorriso sulle labbra ed un inchino mentre esco dal suo ristorante.
Ristorante “La
Perla” me ne ricorderò... e poi la signora Nadeshiko davvero
una brava persona.
Così, con
questi pensieri, ritorno sulla via di casa, pensando che, dopo tanto
tempo, potrò finalmente rivederlo e, il solo pensiero, mi
aiuta ad arrivare più velocemente a Konoha.
Una volta arrivata,
chiedo udienza all'Hokage per fare rapporto sulla missione affidatami
e, una volta terminato il colloquio, torno alla residenza degli
Hyuuga, casa mia.
Al mio rientro, mio
padre e Hanabi si stanno allenando e mi salutano appena, dicendomi
che più tardi, Neji sarebbe venuto per allenarsi con noi.
Inizialmente, non ho fatto molto caso alle loro parole perché
sono curiosa di vedere cosa mi ha dato la signora Nadeshiko.
Apro l'involucro
bianco che tiene protetto quell'oggetto e vedo una tavoletta nera
come la pece.
Ma cos'è? Carbone?
Lo annuso ed ha
un'odore forte, ma non mi sembra carbone.
Ne spezzo un
pezzetto e, ricordandomi che è un ingrediente preso da una
cucina, lo assaggio. È buono ed ha un sapore particolare, che
non ho mai sentito prima, ma ha un unico difetto: è amaro.
Come farò a conquistare Neji con questo?
Francamente non so dove mettere le mani.
Se mangiato così, non è molto gradevole e se facessi una torta? Sì, ma come? Con questo componente, non l'ho mai fatto.
Mi siedo a lato del tavolo della cucina e medito sul da farsi. Medito in continuazione su cosa utilizzare, su come procedere, ma non mi viene in mente nulla... so solo che devo addolcirlo, perché è immangiabile e poi, l'illuminazione scende dal cielo: toccando le mie dita mi accorgo, che sono velate da una piccola crema nera. Assaggiandola mi sono accorta che ha lo stesso sapore amaro di quel pezzetto di quella strana cosa che ho mangiato prima.
E se sciogliessi la tavoletta? Potrebbe essere un'idea.
Prendo due tegami,
uno con l'acqua e l'altro senza. Essendo un composto molto denso,
quando si scioglierà, sarebbe
meglio aggiungere del burro per renderlo più fluido.
Mentre questa
“cosa”si disfa io prendo farina, uova e zucchero ed inizio a
montare le uova con lo zucchero, facendoli raddoppiare. Una volta
ottenuta la “crema nera” la unisco alle uova e lo zucchero
montati e mescolo bene dall'alto verso il basso. Quando è
tutto ben amalgamato, aggiungo la farina e continuo a mescolare
sempre dall'alto verso il basso, ottenendo così, un composto
omogeneo, che metto poi in una teglia, imburrata e infarinata, e poi
in forno.
Controllo
attentamente la cottura, visto che quel dolce non l'ho mai fatto, e
non appena lo stecchino che uso per sentire la consistenza della
torta risulta secco estraggo la teglia e lascio raffreddare.
Mi sembra nero come prima... ho paura che mi dicano che è bruciato... idea!
Prendo lo zucchero a velo e lo metto su di essa.
Almeno è presentabile.
Detto questo, faccio
una doccia veloce e mi cambio, prima dell'arrivo del nii-san. Una
volta pronta, mi dirigo verso il cortile, dove trovo Neji seduto sul
cornicione.
-Bu... buona sera...
Neji nii-san. Sei in anticipo...-
-Già. Non
avevo altro da fare.- mi dice con la sua solita calma ed
impassibilità.
-Ho capito.-
-Lo zio?-
-E' uscito un attimo
con Hanabi, torneranno questa sera. Nel frattempo...-
-Nel frattempo?-
-Ti... ti andrebbe
di...-
-Di?-
-Di assaggiare un...
un dol... dolce?-
-Perché no.-
Coraggio Hinata, ce la puoi fare... almeno credo...
Taglio due fette di
quel dolce nero come il carbone, mettendole su un piatto; preparo due
tazze di latte, perché il tè non mi sembra appropriato
in questo caso e li metto sul vassoio, raggiungendo il nii-san dove
l'avevo lasciato.
Mi siedo accanto a
lui e lo osservo. Guarda con aria diffidente
quella fetta di torta, dalla faccia si direbbe addirittura
disgustato, tanto che non la tocca nemmeno con un dico.
-Senti Hinata... ma
da quando bruci il cibo?- mi chiede con un pizzico di sarcasmo.
-Beh ecco io... io
no... non...-
Non so proprio cosa rispondergli. So solo che dopo tanta fatica per realizzare qualcosa, che potesse risultare commestibile, un attimo presentabile, per poi sentirmi dire questo... mi viene da piangere. Senza che me accorga dai miei occhi cadono calde lacrime, mentre guardo Neji, che per me è sempre più irraggiungibile.
Sembro
quasi in trans ed osservo passivamente ciò che mi sta intorno.
Addirittura sogno ad occhi aperti che Neji mangi quello che ho
portato nel vassoio, come anche la sua mano che si avvicina al mio
volto.
Quando
sento il tocco, il tocco vero e proprio della sua mano a contatto con
la mia pelle, che scosta le mie lacrime e, con questo gesto, mi desto
riuscendo a sentire anche la sua voce.
-Scusa,
non volevo essere scortese.- mi dice flebilmente.
-M...
ma...-
-E'
molto buono... mi sono fatto ingannare dal colore...-
-Da...
davvero?-
-Sì.-
Vedo
il suo volto avvicinarsi al mio e le sue labbra posarsi sulle mie.
Sgrano gli occhi a questo suo inaspettato gesto.
Mi
sento impotente, imbarazzata, ma tanto felice, che alla scissione di
quel contatto, avverto come un attimo di abbandono, che però
non dura molto perché i suoi occhi mi rapiscono, come non mai.
-Ni...
nii-san...-
-Ti
amo.- pronuncia lievemente.
-Co...
come?-
-Ti
amo.-
Parole
che mi fanno sentire la persona più felice al mondo e che mi
fanno scendere di nuovo lacrime, di gioia.
-Ho
detto qualcosa di sbagliato?- chiede il nii-san, spiazzato dalla mia
reazione.
-No,
è... è che sono... sono così felice.-
Avverto
il calore delle sue braccia avvolgermi, il suono del suo cuore nelle
mie orecchie appoggiate sul suo petto, una sensazione di protezione.
-Sei
la solita... mi chiedo come ho fatto ad aspettare tutto questo tempo
per dirti che ti amo.- mi rivela imbarazzato.
-No...
non lo so.-
Alza
il mio mento con due dita, facendo unire, come prima, le sue labbra
alle mie. È una bella sensazione, che riempie il cuore di
calore e affetto... non so nemmeno io come definirla, ma è
estremamente piacevole.
Grazie
signora Nadeshiko... se non fosse stato per lei, sarei rimasta la
solita tartaruga che, in casi di paura si
richiudeva nel guscio.
Invece
ho affrontato tutto e ho scoperto che il mio amore non era poi tanto
impossibile come credevo.
Grazie...
Eccoci qui^^ c'est la fin
de l'historie.
Ok la smetto di parlare francese,
scusate ma stavo studiando ^^''
Questa fic si è
classificata 2 al contest "Lui, lei l'altro e il
cioccolato.". Francamente l'ho proposta come fosse una
favola, un po' perché ultimamente mi è capitato di
rivedere le favole Disney
con i miei cuginetti e mi sono rivista nei panni di
una bambina che sognava guardando le favole (bei tempi quelli), un po'
perché per l'amore “impossibile” di Neji e Hinata ci stava
a pennello, poi io amo gli amori impossibile.
Tra le righe della fic ho messo a grandi linee una ricetta di cui sono maestra e addirittura il mio prof di cucina mi fa i complimenti per quanto la faccio buona (anche meglio della sua e del suo collega pasticcere). Non per vantarmi ovviamente, ma voglio rendervi partecipi di questa mia soddisfazione ^^.
Ps chi volesse la ricetta mi contatti con un messaggio privato, quanto prima, appena riesco a respirare dai libri mi farò sentire.
A presto un bacione
Shurei.