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Autore: sangueoro    12/07/2017    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Che voleva dire Elena?» chiese Caroline trascinando Bonnie nella sua stanza.

«Tesoro…» rispose l’amica «non ci arrivi da sola?»

Caroline si stava innervosendo «No! Sennò non te lo chiedevo!»

«Ha visto come lo guardavi… » spiegò Bonnie sorridendo.

«Quando Elena ce lo ha raccontato, a me ed a Rebekah… beh… ha detto che era molto palese quello che stavi pensando» chiarì guardandola maliziosa «e se Tom è innamorato di te… la cosa non deve avergli fatto piacere…» continuò.

Caroline la guardò in silenzio… non sapeva che dire.

«E’ inutile che cerchi di negarlo Caroline…» disse l’amica.

«Buona notte, Tesoro» aggiunse uscendo dalla stanza lasciandola ai suoi pensieri.

 

Klaus era inquieto, ormai il tunnel era stato completato e lui non poteva neanche andare a sfogarsi con il piccone!

Non appena chiudeva gli occhi gli arrivava l’immagine di Caroline che urlava il nome di Stefan in preda all’orgasmo, con Tom che contrariato la mordeva… e lei sembrava ancora più eccitata.

Si alzò di scatto dal letto, decise che aveva bisogno di un goccio di sangue.

Non perse tempo a mettersi una maglia, uscì solo con i pantaloni e a piedi scalzi… arrivato davanti alla stanza di Caroline rallentò un poco, ma passò oltre senza fermarsi, stava per scendere le scale quando si ricordò del famoso salottino.

“Perché no?“ rifletté aprendo la porta e dirigendosi verso il frigo che le ragazze avevano fatto installare.

Udì prima il suo sospiro, poi si rese conto della sagoma che era rannicchiata sul divano. Si girò a guardarla, la flebile luce del frigorifero aperto riusciva ad illuminarla solo in parte.

«Non mi andava di scendere fino ai sotterranei» spiegò con una sacca di sangue in mano.

«Non c’è problema» rispose la ragazza «i bicchieri sono lì… se ti servono».

Klaus richiuse la porta del frigo, ora la stanza era di nuovo al buio.

Si mise a sedere nell’angolo opposto del divano con in mano il suo bicchiere e cominciò a sorseggiarlo in silenzio.

Caroline non si era mossa dalla sua posizione.

Quando l’aveva visto entrare, istintivamente aveva afferrato i lembi dello scollo della sua vestaglia. Adorava la lingerie, ed anche se dormiva da sola, quello era un piccolo piacere al quale non aveva mai rinunciato. Amava la seta, il raso, i pizzi francesi … erano anni che non indossava una camiciola di cotone per dormire ma ora a vedere Klaus vestito solo di un pantalone da jogging nero…

“Devo rivedere la mia idea di quanto possa essere sexy il jersey di puro cotone“ aveva pensato mentre lo guardava chinarsi a prendere la sacca di sangue nel frigorifero. Lui ancora non l’aveva vista, era sicura che era stato il suo sospiro a rivelare la sua presenza, ma non era riuscita a trattenersi! Quando Klaus si era piegato, la coulisse che non aveva stretto a sufficienza si era allentata e il pantalone era sceso un po' troppo giù sui fianchi…

Ritrovarsi davanti Caroline vestita in quella maniera era l’ultima cosa della quale l’Ibrido aveva bisogno, e visto il modo con il quale si stringeva la vestaglia al petto, la camicia da notte non era solo corta… ma doveva avere anche delle notevoli trasparenze…. non che la vestaglia la coprisse granché!

Klaus sorrise, Caroline se ne stava lì tutta rigida con le gambe piegate sotto di lei, il bicchiere vuoto in una mano e la vestaglia stretta nell’altra… decise che mai sarebbe uscito per primo da quella stanza. 

“Ti dovrai alzare prima o poi… “ la sfidava con lo sguardo, senza proferire parola “Ho tutto il tempo del mondo, Love…“

Ma la sua spavalderia scemò del tutto quando Caroline mosse le sue lunghe gambe e le mise a terra, alzandosi… lasciò andare i lembi della vestaglia a kimono che si aprirono rivelando una camicia da notte in raffinato pizzo trasparente, dal quale si intravedeva uno slip modello brasiliano… e nient’altro. Poi si piegò per appoggiare il bicchiere sul tavolinetto, la vestaglia che davanti era in pura seta, in realtà era coordinata con la camicia da notte e la schiena era completamente in pizzo, il tutto di un delicato ed etereo celeste cielo… sembrava un angelo, una celestiale creatura peccaminosa.

«Buonanotte…» sussurrò passandogli a fianco senza guardarlo.

 

La mise notturna di Caroline gli aveva dato il colpo di grazia, Klaus non era riuscito a chiudere occhio.

Nella sua testa le aveva tolto di dosso quella camicia da notte in mille modi diversi, che andavano dal ridurla in brandelli… a farla in mille pezzi. Ci aveva provato a immaginarsi di cominciare con delicatezza, togliendola lentamente… ma neanche il suo subconscio riusciva a trattenersi!

“Quella donna mi manderà al manicomio!“ stava riflettendo mentre controllava l’ennesima fattura dei materiali per la costruzione del centro sportivo.

Damon e Marcel si stavano avvicinando parlottando.

«Niente giro turistico in città, oggi?» chiese l’Ibrido.

Damon scosse la testa «Sono arrivati alcuni tovagliati per il matrimonio, Elena e Caroline li stanno sistemando, le ditte li hanno voluti spedire lo stesso anche se abbiamo rimandato la data… Elena sorride, ma io lo vedo che è delusa…».

«Magari in primavera la situazione si sarà risolta…» provò a dire Klaus.

«E’ quello che continua a dire Caroline… se la sento dire un’altra volta “Il matrimonio perfetto è a Giugno“ giuro che le pianto un paletto in petto!» rispose l’ex vampiro.

I due Ibridi scossero la testa divertiti.

«Però ha ragione, giugno è un bel mese per sposarsi» disse Oliver, che stava sistemando alcuni sacchi di materiale edile.

«O almeno lo è in Irlanda…» aggiunse vedendo lo sguardo perplesso dei tre uomini.

«Respira Klaus… lo so che non moriresti comunque, ma tranquillo non ho progetti matrimoniali al momento» concluse scoppiando a ridere.

«Stavo chiedendo a Damon« fece Marcel infastidito, per cambiare discorso «se ieri sera Elena gli avesse spiegato cosa intendeva con quella storia di Tom e Caroline…»

Damon negò sconsolato.

Oliver invece si allontanò con un sorrisino.

«Lui lo sa… » disse Klaus.

In tutta risposta Oliver alzò un braccio per fargli vedere che portava un bracciale con la verbena.

«Te lo potrei togliere in un attimo» minacciò l’Ibrido.

«Ma non lo farai…» rispose Oliver «in ogni caso Rebekah me lo ha confidato solo perché lo avevo praticamente capito da solo…».

Poi si avvicinò a Klaus e proseguì «Lo sai qual è il problema di voi vampiri? Che ragionate troppo nel lungo periodo e non vedete le piccole cose che vi accadono intorno quotidianamente… quanti giorni avete vissuto?» chiese rivolto a tutti ma guardando Klaus. 
«Centinaia di migliaia? E contate di viverne ancora di più… ma perdete di vista una cosa, ora… oggi… è un momento unico, che non vi ricapiterà più di vivere. Sembra che voi pensiate che non ha importanza quello che succeda in ogni singolo giorno… come se fare un errore di valutazione oggi non contasse… beh… vi sbagliate, perché non importa quanti giorni abbiate davanti per rimediare, rimane in ogni caso un’occasione persa…» poi si girò verso Marcel «ed alcune volte, non si può più tornare indietro…» finì sostenendo il suo sguardo.

 

Klaus aveva pensato molto alle parole di Oliver.
Mentre era a mensa con tutti i ragazzi era stranamente taciturno, se qualche anno prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe finito a mangiare in una mensa scolastica, come minimo gli avrebbe riso in faccia… ma con molta probabilità lo avrebbe sbranato.

Invece si divertiva ad interagire con tutti gli studenti, essere diventato padre lo aveva cambiato e poi la cuoca della scuola era bravissima ed il cibo era ottimo. Come al solito Caroline aveva scelto il meglio, non osava immaginare i colloqui di lavoro che avesse fatto per assumere il personale!

Forse la stava fissando da troppo tempo, perché Caroline si voltò a guardarlo, lui le sorrise e mormorò «Sei splendida oggi, Love… ma ti preferisco in celeste…».

Caroline si mise una ciocca di capelli dietro le orecchie e arrossì, poi lo guardò e con una strana luce negli occhi sussurrò «Perché non mi hai mai vista in rosso…»

Klaus e Caroline continuarono a fissarsi, gli altri vampiri nella stanza erano presi da altre conversazioni e sembrava proprio che non si fossero accorti del loro scambio di battute.

Care tornò a parlare con Elena interrompendo il loro contatto visivo, Klaus invece captò una conversazione tra Hope e Felicity, aveva sentito il nome di Caroline, quindi restò ad ascoltare.

«Non ti piace il tuo vestito?» chiedeva Felicity.

«Si… e poi è così simile al tuo!» rispose Hope.

«Quando oggi Elena me lo ha fatto vedere, per poco non svenivo, è stupendo! Essere una vampira ha dei vantaggi, non cresco ed il mio vestito è già pronto… tu invece dovrai andare a riprendere le misure!» rise la giovane vampira.

«E così posso chiedere a Caroline se possiamo cambiare il modello» ribatté la streghetta compiaciuta.

«E’ Elena a sposarsi! Perché continui a dire che devi parlare con Caroline?» chiese Felicity.

«Perché è lei quella che decide!» rispose Hope come se fosse ovvio.

Klaus si mise a ridere.

«Ma quest’altro vestito lo hai visto su una rivista?»

Hope si guardò intorno circospetta «No…»

«In un negozio?»

La streghetta negò di nuovo «L’ho visto in camera di Caroline… lo tiene in un baule, è bellissimo… è azzurro… con delle perline e dei brillantini qui» illustrò toccandosi il busto.

«Ma se è di Caroline, è un modello che non va bene per te!» cercò di farla ragionare Felicity.

«Si lo so… lo voglio simile, non uguale… ce n’era anche un altro! Bianco… sembra quello di una principessa, le perline e i brillantini li ha ovunque, quello è proprio da grande!» ammise Hope.

«Te li ha fatti vedere Caroline?» chiese la vampira.

Hope scosse la testa di nuovo «Li ho visti un giorno che ho portato nella sua stanza il puzzle che io e lei avevamo fatto… ci sono altre cose stranissime dentro quel baule! Libri, fermagli con le piume, c’è pure una pinza!» disse poi allargando le braccia confusa.

«E lettere…» continuò guardandosi intorno «lettere e disegni di mio padre» sussurrò all’orecchio di Felicity.

«Che ha scritto a te e Care non ti ha dato?»

«Ma no!» esclamò Hope avvicinandosi di nuovo all’orecchio dell’amica «Che ha scritto a lei…» 

«Lettere d’amore?» chiese emozionata Felicity.

«No…» rispose Hope «però sono un po' strane… e poi lei le ha conservate… c’è anche un invito ad un ballo!»

Si guardò intorno con aria circospetta «Visto che sono tutti qui… lo vuoi vedere il baule?»

Felicity annuì con vigore.

Le due ragazzine si allontanarono tranquille, facendo le vaghe…

“Ma guarda tu che attrici“ stava pensando Klaus guardandole uscire dalla sala mensa facendo le indifferenti “e che ficcanaso!”.

Non riusciva a credere che Caroline conservasse il suo disegno e le sue lettere “e Hope le ha anche lette…“ pensò scuotendo il capo. 

Però Care aveva nella stanza da letto un suo quadro, ancora non se ne capacitava… e non le aveva neanche chiesto spiegazioni.

Possibile che il vestito azzurro fosse… “Non è possibile…“ si rispose l’Ibrido, lasciando anche lui la sala mensa.

«E’ vuoto» stava mormorando Hope quando Klaus arrivò fuori dalla camera di Caroline.

«Era pieno quando l’ho visto… » sua figlia sembrava delusa e lo era anche lui.

Sentì che la ragazzine stavano uscendo ed entrò nella prima stanza che trovò.

Era la camera di Alaric, sulla scrivania c’era un diario di Stefan ed accanto degli appunti che Ric aveva scritto… Klaus iniziò a sfogliarlo, era il diario del periodo dei Viaggiatori, d’istinto lo prese ed uscì dalla stanza.

 

Incrociò Caroline e Rebekah che stavano salendo per andare a nutrirsi.

«Buon pranzo…» esclamò l’Ibrido.

La sorella e Care lo guardarono allontanarsi «Sembra di buonumore…» commentò Rebekah.

«Mi terrorizza vederlo così, chissà che ha in mente» continuò.

Passò al cantiere per dare indicazioni e consegne, poi vedendo che stava arrivando anche Oliver gli andò incontro.

«Ci pensi tu qui?» chiese.

«Vado a fare una passeggiata nei boschi» annunciò.

«Non c’è nulla di meglio che immergersi nella natura per schiarirsi le idee…» commentò Oliver ironico.

Klaus lo guardò diffidente.

«Alcune volte ve lo invidio il super udito» disse Oliver quando Klaus si era girato per andarsene, l’Ibrido si voltò.

«Quanto mi piacerebbe sapere che vi siete detti… sono curioso» aggiunse sornione l’umano.

Klaus ricominciò a camminare.

«Non mi hai neanche chiesto a chi mi riferissi» gli urlò dietro, beffardo Oliver.

«Sappiamo tutte e due che non ce ne è bisogno…» gli rispose l’Ibrido senza neanche voltarsi.

Il moro scoppiò in una risata argentina, lui non poteva vederlo ma anche Klaus stava sorridendo.

 

 

“La sensazione di panico che ti pervade è indescrivibile“. 

Iniziava così il diario scritto da Stefan, Klaus si era seduto contro un albero ed aveva iniziato a leggere.

“Annaspi e vorresti inspirare più aria possibile, vorresti tornare in superficie, invece ingoi acqua… e tossisci e nel farlo ingoi ancora più acqua, il liquido comincia a raggiungere i polmoni… piano piano subentra la calma, perché perdi conoscenza per mancanza di ossigeno… e questo per giorni, settimane… mesi“.

Stefan stava descrivendo il periodo che era stato gettato da Silas nella cassaforte, sott’acqua.

“Avevo sentito Elena dire a Damon che lo amava, che era innamorata di lui. Le sue parole sono state pugnalate al cuore, gli ha detto che vicino a lui si sentiva più viva che mai, nonostante fosse una vampira, nonostante fosse morta…

Mio fratello la rende vitale, combattiva… ed io lo devo accettare.

Con il passare dei giorni mi sono reso conto che Damon ed Elena stavano iniziando a vivere in libertà la loro storia e che credevano che io fossi partito per un lungo viaggio.

Non c’era proprio possibilità che si accorgessero che fossi sparito… almeno in tempi brevi.

Provi dolore ed angoscia non sapendo per quanto tempo durerà ancora questa agonia, hai la certezza che non passerà mai e che non puoi fare nulla per farlo cessare, vorresti arrenderti, ma è un lusso che non ti puoi permettere… non ti resta che sperare…

La mia speranza era Caroline… di certo le sarei mancato, le nostre chiacchierate, le nostre battute di caccia, la mia amica si sarebbe preoccupata dopo un po' che non davo notizie… così pensavo a lei… al suo sorriso, alla sua esuberanza, ai suoi modi eleganti ed affettuosi.

Per fortuna non sapevo che Silas si era sostituito a me.“

Klaus richiuse il diario, sapeva perfettamente di cosa stava parlando Stefan, lo aveva provato più volte anche lui nel corso della sua vita, l’ultima volta pochi anni prima quando aveva vissuto cinque anni prigioniero di Marcel, aspettando che Hayley trovasse la cura per i suoi fratelli e che lo venissero a liberare.

Anche lui non sapeva quando sarebbe finita la sua pena, il suo dolore… il conforto era pensare ai suoi fratelli, a Camille… la speranza era pensare ad Hope, il suo futuro… 

Immaginava di vivere sereno accanto alla sua bambina… e qualche volta in quei sogni faceva capolino Caroline, si aggrappava con tutto se stesso alla convinzione che pur provando sentimenti per altri… lui per Camille, Caroline per Stefan… loro erano destinati ad essere l’ultimo amore l’uno dell’altra.

Klaus continuò a leggere… su quei diari c’era la Mystic Falls che gli era mancata nei primi periodi che era a New Orleans, pensava di averla idealizzata… invece eccola lì, nero su bianco.

Stefan era un attento osservatore e gli piaceva scrivere dei suoi amici, di quello che provava e di quello che desiderava per loro, adesso capiva perché per Tom fosse stato così facile ingannare tutti!

L’Ibrido sorrideva… la Petrova ne sapeva una più del diavolo, era riuscita a viversi una quasi relazione con Stefan prima di morire e il suo amico nei suoi scritti lasciava trapelare affetto per quella donna.

Katherine era malvagia, opportunista e calcolatrice, ma nella vita dei fratelli Salvatore aveva sempre avuto un ruolo importante… e niente… neanche i suoi piani più diabolici o le sue azioni più crudeli, potevano cancellarlo del tutto.


“Katherine sta morendo… abbiamo avvertito Klaus che dovrebbe essere già arrivato da New Orleans, ma ancora non si è fatto vivo…“

«Ed invece ero arrivato… ma avevo qualcosa di più interessante da fare che “gongolare su un cadavere“» pensò Klaus sorridendo.

“E’ successo… Caroline e Klaus…“

L’ibrido si sistemò meglio a sedere.

“Era inevitabile… quando lui è partito per New Orleans in molti hanno tirato un sospiro di sollievo… ma io lo sapevo che la distanza non sarebbe bastata.

Io avevo una chiave di lettura che nessun altro possedeva.

Quando Klaus era con Caroline, tutti vedevano un uomo invaghito di una donna… io vedevo il mio amico di Chicago.

Lo stesso amico che lui mi aveva soggiogato a dimenticare e poi mi aveva fatto ricordare. Nel periodo che è stato qui ho cercato di non far trapelare quanto quei ricordi mi fossero cari, in primo luogo con lui…

Ma quelli erano stati anni felici e ironicamente a Chicago era lui che cercava di farmi rimanere il più possibile sulla retta via, non era di certo un santo ma di sicuro non era nemmeno l’uomo che qui hanno odiato tutti… tutti tranne lei.

Ed anche con Caroline… avevo una chiave di lettura che gli altri non avevano.

Perché io ho visto una donna che amavo mentre si innamorava di un uomo che tutti consideravano inadeguato per lei…

I primi tempi che Klaus era qui, lo sguardo di Caroline era identico a quello di Elena quando ha incontrato per la prima volta Damon, ne era impaurita… ma affascinata…

Al ballo dei Mikaelson, Damon ed Elena ballavano vicino a Klaus e Caroline ed erano speculari…

Mio fratello guardava Elena nello stesso modo in cui Klaus guardava Caroline e le espressioni di Elena e Caroline erano identiche…

Ero a bordo pista e li osservavo… era così palese…

Mi ricordo di quella volta che Elena e Caroline erano state rapite da Alaric, trasformato da Esther in un Originale.

Klaus era sconvolto ed è entrato in quella scuola con l’unico intento di salvare Caroline.

E’ stata la prima volta che abbiamo collaborato fianco a fianco ed ho avuto la netta sensazione che in quel momento si fosse completamente dimenticato che l’altra donna rapita era la sua formula magica per creare ibridi.

La certezza l’ho avuta quando è stata Caroline la prima ad uscire sana e salva.

E Caroline?

Mi ha ricordato Elena la prima volta che abbiamo incontrato Elijah!

Io ero corso in suo aiuto con Damon e quando l’abbiamo salvata lei ha abbracciato me… il suo fidanzato … ma non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Damon, che era in fondo alle scale…ho fatto finta di non accorgermene…

Caroline ha fatto di peggio… è corsa a casa perché Klaus le aveva ordinato di mettersi in salvo e non si è neanche accorta che c’eravamo anche io, Damon e Bonnie!

Perché quando sei coinvolto emotivamente tutto il resto del mondo sparisce, non ragioni lucidamente e fai cose che non avresti mai fatto… che vanno anche contro i tuoi interessi, come quando una strega ti mette nel corpo di un altro per salvarti la vita e invece di startene tranquillo e nascosto, te ne vai in giro a salvare una vampira che è stata arrestata…

Avrei tanto voluto esserci quando Caroline gli è saltata addosso pensando fosse Tyler, chissà se ha tentato davvero di resistere alle sue avances! Care ha detto di sì…

Quando le ho chiesto come avesse fatto ad accorgersi che era Klaus, lei mi ha risposto che l’aveva chiamata Love… ed io ho fatto finta di crederci.

Il giorno che è partito per New Orleans, quando tutti erano sollevati ad non averlo più qui a minacciare la nostra cittadina, Caroline ascoltava un suo messaggio in segreteria… non ho potuto fare a meno di tendere l’orecchio per ascoltarlo, un po' la curiosità… un po’ il suo sguardo mentre lo stava sentendo.

Si era dovuto allontanare da lei, ma non poteva evitare di pensarla, avrebbe tanto voluto mostrarle il perché amava così tanto quella città… si augurava che Care un giorno glielo avrebbe permesso e l’espressione di lei era molto eloquente, desiderava la stessa cosa.

Per non parlare del giorno del diploma, quando ci serviva il suo sangue per salvare Damon, non ho mai visto Care tanto preoccupata per mio fratello! 

Si è attaccata al telefono e lo ha bersagliato di messaggi.

E quando Klaus è arrivato salvandoci dall’attacco delle streghe che Caroline aveva ucciso… la sua entrata in scena è stata eclatante! Ma non credo che lo sguardo estasiato di Care fosse per il suo uso bizzarro dei cappelli da diplomandi! 

Quando Caroline ci ha detto che Tyler poteva tornare a Mystic Falls, il suo sorriso… 

era per la felicità di riavere accanto il suo fidanzato o perché aveva avuto la prova che Klaus Mikaelson fosse capace di grandi gesti altruistici?

Caroline stasera era sconvolta, non posso biasimarla, la reazione di Tyler e di tutti gli altri quando hanno scoperto cosa era successo con Klaus nel bosco, è stata aggressiva e piena di rancore, nessuno si dovrebbe permettere di sentenziare su un momento di passione!

Mi ha chiesto di dirle che era una brutta persona… di rimproverarla…le ho ripetuto le parole che mi suggeriva, ma entrambi sapevamo che ci stavamo prendendo in giro…

Avrei dovuto abbracciarla e dirle "Vattene… vai da lui a New Orleans, infischiatene dell’opinione che i nostri amici hanno di Klaus, perché io e te sappiamo benissimo che lui non è solo un ibrido assetato di sangue e potere". 

Lui è soprattutto un uomo ferito… che nella vita ha dovuto sempre difendersi, anche da chi avrebbe dovuto proteggerlo ed amarlo…

Avrei tanto voluto dirle che era inutile negarlo, che si vedeva chiaramente che si stava innamorando di lui e far finta che sia solo attrazione fisica… non porta da nessuna parte!

Avrei voluto dirle di imparare la lezione da Elena, negare i propri sentimenti fa solo soffrire… che posticipare l’inevitabile è solo una perdita di tempo!

Ma questa è più una speranza… spero che un giorno non troppo lontano… lei e Klaus sappiano ritrovarsi…anche se la mia dolcissima amica mi mancherà da morire…“

 

Klaus era stordito…leggere quelle pagine del diario era stato sconvolgente… ma anche illuminante.

Per fortuna che era da solo e che aveva deciso di andare nei boschi… così aveva tutto il tempo per riprendersi durante la via del ritorno.

Non ci poteva credere che mentre uccideva a destra e manca, usava Elena come una sacca di sangue… Stefan avesse la forza d’animo di intravedere in lui quell’uomo che cercava sempre di tenere nascosto.

Il suo lato debole… come amava sempre ripetergli suo padre.

Quel lato debole che ora stava prendendo il sopravvento mentre tornando a casa ripensava alle parole di Stefan.

Il suo amico era convinto che Caroline provasse dei sentimenti per lui… 

Quante volte ci aveva sperato? E quante volte invece si era convinto che quello che percepiva negli sguardi di Caroline era solo un’illusione?

Una donna come Caroline… con la sua bontà d’animo, la sua empatia… 

Poteva mai amarlo?

«Ora… ed oggi…» sussurrò Klaus.

 

 

Marcel aveva atteso che Rebekah terminasse di nutrirsi con Caroline.

In quei giorni aveva imparato la routine della scuola, aveva poco tempo prima che Rebekah uscisse insieme a Felicity per gli allenamenti.

«Becks… ho bisogno di parlarti» le disse mentre stava scendendo le scale con Caroline «Non qui… possiamo fare una passeggiata?» 

Rebekah annuì, sapeva che quel momento sarebbe arrivato, aveva fatto come gli struzzi, aveva nascosto la testa sotto la sabbia nella speranza che Marcel come era arrivato, sparisse… senza creare problemi.

Aveva creduto che fargli vedere che era felice con Oliver, valesse più di mille parole.

Ovviamente si era illusa.

Marcel si stava dirigendo verso la macchina, la ragazza lo guardò confusa.

«Andiamo a prenderci qualcosa in città!» spiegò Marcel nel vedere la sua espressione.

«Beh… devo avvertire…» cominciò a dire Rebekah.

«Lo farà Caroline» la interruppe l’Ibrido.

Care annuì «Non puoi rimandare ancora…» le sussurrò per incoraggiarla «Ci penso io a Felicity… ed a Oliver…»

La vampira rimase in silenzio per il breve viaggio che li separava dal centro di Mystic Falls, una volta parcheggiato, cominciarono a camminare.

«Questo è il liceo che frequentavi quando siete tornati qui?» chiese Marcel davanti alla scuola.

«Si… » rispose Becca.

«Mi sarebbe piaciuto vederti in divisa da cheerleader» la prese in giro.

«Beh… in effetti stavo benissimo! Ho rubato anche il posto a Caroline» si pavoneggiò.

«Tutte liceali… chissà che spettacolo che eravate nei vostri abiti del ballo di fine anno!» commentò Marcel.

«Sì, in effetti non ero affatto male neanche con il mio abito del Prom!» ribatté Rebekah compiaciuta.

«Sarai stata la Reginetta del ballo!» 

«Mi ha battuto Bonnie!» esclamò piccata «E Matt era il Re…»

«Il quarterback con il quale uscivi? Lo Sceriffo?…»

Becca annuì.

«Mystic Falls ti fa uno strano effetto… troppi umani…» commentò Marcel.

Rebekah sospirò… erano arrivati al punto.

«Per fortuna… gli umani invecchiano… muoiono…» proseguì l’uomo.

La ragazza si voltò a guardarlo.

«E’ la realtà Rebekah… lo dimenticherai ed io invece sarò ancora qui… al tuo fianco come sempre, posso aspettare».

«Sono secoli che aspetti!» gli rinfacciò la ragazza.

«E’ per questo?… E’ per questo che ti sei fiondata tra le sue braccia? Perché anche se è solo una cosa passeggera… io non ce la faccio a vedere come ti guarda, come ti tocca…» Marcel era inferocito. 

«Non è una cosa passeggera…» negò Rebekah.

«Oh si che lo è…. è solo un umano!» asserì il vampiro.

«Invece io sono il Re di New Orleans! Ho lavorato tanto per arrivare a questo punto, ho dovuto mettere da parte tante cose… ma ora ci sono! Con tuo fratello le cose vanno bene! Hai visto come stiamo lavorando tutti uniti! Ora è pronto a lasciarmi governare la città… e possiamo finalmente farlo insieme… io e te!»

Rebekah scuoteva il capo.

«Cosa ti lega a questa cittadina? Così piccola… insignificante! Quando potresti avere New Orleans ai tuoi piedi… l’ho riconquistata per te! Per noi…»

«Non avevo bisogno di un regno… non ho bisogno di una città ai miei piedi, ho sempre voluto soltanto un uomo che mi amasse, che scegliesse me… »

Marcel scosse la testa «Hai sempre saputo quanto ti amassi…»

«Ma non mi hai mai scelta… »

«Che potevo offrirti? Una vita a sfuggire da tuo fratello oltre che da tuo padre? Tu avevi bisogno che Klaus ti proteggesse da Mikael ed io avevo bisogno di diventare un uomo degno di te…»

«Degno di me?» chiese ironica Rebekah.

«Rebekah… tu sei una Mikaelson, puoi giocare quanto vuoi alla coppietta tranquilla che vive una vita semplice, ma sei un’Originale! E vicino a te ci vuole un uomo come me!»

 

Caroline era andata a cercare Oliver, lo trovò che organizzava il lavoro agli operai per il giorno successivo, visto che oramai la giornata lavorativa stava finendo.

La vampira si guardava un po' intorno.

«Non c’è… scampagnata nei boschi» disse Oliver.

Care annuì.

«E neanche tu hai bisogno che specifichi il soggetto della frase…» fece sornione il ragazzo.

Caroline lo guardò confusa.

«Niente… una considerazione mia…» rise Oliver.

«Oliver… ero venuta a dirti una cosa» fece seria la vampira «Rebekah e Marcel sono andati in città… Marcel le voleva parlare…»

Oliver annuì «Beh… doveva succedere, era doveroso chiarirsi… avrei preferito che lo avessero fatto qui… ma va bene…» il ragazzo stava tornando alle sue mansioni.

Caroline lo guardava sconsolata.

«Che è successo… Love?»

Caroline sussultò, Klaus le era arrivato alle spalle e lei non lo aveva sentito avvicinarsi.

«E’ successo che dovresti ricontrollare i turni di servizio dei tuoi rinforzi da New Orleans e depennare qualcuno… mi è simpatico ed è gentile… ma avrei preferito che non fosse venuto!» esclamò Caroline allontanandosi.

«Turni di servizio? Ma di che parli?» chiese Klaus raggiungendola.

«Andiamo… Klaus… uno parte ed uno arriva da New Orleans… davvero pensi di aver ideato un piano sicurezza segretissimo? Scommettiamo su chi è il prossimo ad arrivare!»

«Non doveva essere segreto!… e comunque perché non vuoi Marcel qui?» chiese l’Ibrido.

«Ha portato Rebekah in città… per parlare» rispose Caroline guardando Oliver.

«E’ arrivato da giorni… ha aspettato anche troppo» commentò Klaus.

«Non doveva proprio venire!» affermò la vampira.

«Ha il diritto di sapere come stanno le cose… ed è legittimo che pretenda di saperlo da Rebekah».

«Pretende? Lui ha delle pretese?» sbottò Caroline «Per cosa? Per averle preferito una città? Per aver preferito non contraddire te? Sono secoli che la mette sempre in secondo piano… ed ora viene qui a reclamare cosa? Un diritto di prelazione?»

«Marcel è innamorato di mia sorella! E lei lo ha amato per decenni! Permetti che voglia rendersi conto se ha qualche possibilità di riprendersela?» anche Klaus aveva alzato la voce ed ora si stavano fronteggiando, una davanti all’altro.

«Riprendersela? Becca non è una cosa! E’ una persona… ed è serena qui… è felice…» ribatté Care.

«E lui come faceva a capirlo? Se non venendo qui e rendersene conto di persona? Tu non hai idea di come la mente viaggi quando sei lontano dalla persona che ami! Di quanto tutto ti sembra migliore di quello che le puoi offrire tu…» 

Ora l’Ibrido parlava in maniera più tranquilla.

«Oliver è un bravo ragazzo! Vincent e Freya sicuramente potevano confermarglielo!» Caroline aveva abbassato il suo tono di voce di conseguenza.

«In confronto ad un vampiro potente come Marcel tutti sono brave persone… » asserì Klaus.

«Non serve qualcuno che te lo confermi. Quando nella tua vita ti sei comportato in un certo modo, sei il peggior giudice di te stesso, ti convinci che non meriti niente, che rovineresti qualunque cosa tocchi… che chiunque può rendere più “felice e serena“ una donna… non ha importanza quanto la ami… anzi, è proprio perché la ami che cerchi di starle il più lontano possibile… ammiro Marcel perché ha avuto il coraggio di venire qui…»

«Potrebbe rovinare tutto… potrebbe farli lasciare…» scosse la testa la vampira.

«Sono un umano e una vampira millenaria, Love… credo che nel loro futuro ci saranno prove più complicate di un ex spasimante che è tornato alla carica!» asserì l’Ibrido.

«Marcel non è un ex spasimante… lei lo ha amato per così tanto tempo… quello che sta nascendo tra Rebekah ed Oliver… è ancora troppo fragile…»

«Non esiste un amore “fragile“, Love… ne può esistere uno che non accetti, che cerchi di rinnegare, che ti spaventa, che non sei pronto a viverti… per il quale ti senti inadeguato, ma ti posso garantire Caroline… che te ne rendi subito conto di quanto è forte, a cosa può resistere… puoi decidere di non metterlo alla prova, puoi decidere di non voler lottare per lui… ma lo sai dal primo momento!
Se Rebekah è davvero innamorata di Oliver, non c’è Marcel Gerard che tenga… »

«Sembra tranquillo…» affermò Caroline guardando Oliver che lavorava.

«Non lo è… posso sentire il suo battito cardiaco da qui…» sorrise Klaus «ma punta tutto su una cattiva abitudine di noi vampiri…»

Caroline si girò a guardarlo.

«Pensiamo di aver talmente tanto tempo a nostra disposizione che tendiamo a rimandare le cose, senza affrontarle, specialmente se si tratta di rapporti interpersonali…».

Poi subito dopo aggiunse «Caroline… ho bisogno che tu faccia una cosa… ma voglio essere presente mentre la fai…»

Care lo guardò circospetta.

«Tranquilla…» sorrise l’Ibrido «non è nulla di disdicevole… »

Caroline annuì.

«Vieni…» disse Klaus incamminandosi verso le scuderie.

La vampira lo seguì.

Quando furono arrivati, l’Ibrido la fece accomodare su alcune balle di fieno, poi mise una mano dietro la schiena e dalla cintura dei pantaloni tirò fuori il diario.

Caroline lo guardò perplessa.

Klaus cominciò a sfogliarlo.

«Da qui…» disse porgendolo a Caroline, poi si allontanò e si appoggiò alla parete esterna delle stalle proprio di fronte a lei… 

Caroline aveva cominciato a leggere, ma si interruppe subito per guardarlo.

«Coraggio, Love…» la esortò Klaus.



   
 
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