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Autore: MonAnge    12/07/2017    2 recensioni
Shanks x Makino
-Non lasciarmi più, Rosso.- disse lei tenendo il piccolo viso a un centimetro da quello di Shanks. Lui avvicinò la mano a essa al fin di accarezzare le sue meravigliose guance di color rosa. Gli angoli della sua bocca e delle sue labbra sottili si tirarono su.
-Mai, Makino.- le promise avanzando e cominciando a baciarla lentamente. Poi scese al suo collo respirandolo e coprendolo dai leggeri tocchi di labbra. Lei lasciò fare. Era il loro ennesimo incontro dopo un’ennesima e interminabile separazione.
 
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makino, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Waiting for you.

 

-Fermi qui, voi. - ordinò Shanks ai pirati, davanti a una vecchia casa di legno. Era arrivato, finalmente, quel momento che lui ormai attendeva da mesi, che sognava durante le lunghi notti d’inverno, che si immaginava sotto il cielo stellato e la luna che splendeva al massimo. Sistemò meglio la sua camicia bianca e infilò la mano tra i capelli. Si trovava nel villaggio di Foosha.

 

Nessun suo arrivo in un determinato luogo gli faceva andare il cuore in frantumi, in mille piccolissimi pezzi, o addirittura lo faceva temere. Shanks, ormai, si era scordato il significato di questo termine e le emozioni che si provavano sotto di esso. Non aveva punti deboli.
Fino a poco tempo fa. Quando uno sguardo incandescente e penetrante lo raggiunse. Quando degli occhi smarriti ma sereni e un sorriso ammaliante e sincero lo trovarono. Fino a quando una donna riuscì ad aprire il suo cuore e cominciare a fargli guardare il mondo circostante attraverso esso. Nella sua vita apparve Makino.

 

Alzò il suo braccio e lo tenne di fronte alla porta, pronto da un secondo all’altro a bussare. Sentì una goccia calargli sulla guancia. Sollevò la testa. Stava incominciando a piovere. L’unica cosa che in questo momento lo tranquillizzava. Anche il cielo, ormai scuro, piangeva. Il sole era già tramontato da ore.

 

-Non lasciarmi più, Rosso.- disse lei tenendo il piccolo viso a un centimetro da quello di Shanks. Lui avvicinò la mano a essa al fin di accarezzare le sue meravigliose guance di color rosa. Gli angoli della sua bocca e delle sue labbra sottili si tirarono su.
-Mai, Makino.- le promise avanzando e cominciando a baciarla lentamente. Poi scese al suo collo respirandolo e coprendolo dai leggeri tocchi di labbra. Lei lasciò fare. Era il loro ennesimo incontro dopo un’ennesima e interminabile separazione.

 

Un soffio di vento gli scompigliò di nuovo tutti i ricordi e i pensieri scoraggiandolo e facendogli abbassare il braccio.

 

La prese per la vita e aprì la stessa porta, davanti a cui si trovava adesso, con un forte calcio. Spinse Makino dentro la casa cominciando piano piano a spogliarla senza staccarsi da quel bacio continuo. Lei fece lo stesso. Entrambi erano desiderosi l’uno dell’altra e in quel momento volevano solamente la dimostrazione del loro affetto e della tanta passione accumulatasi nei mesi, nei giorni e ore in cui non erano insieme fisicamente e distanti chissà quanti mari e terre. La stese sul letto salendo sopra di lei regalandole e coprendo ogni centimetro del suo corpo di milioni di baci. Passarono una notte indimenticabile. Sperarono che non finisse e che il sole non sorgesse mai più perchè tutti e due sapevano cosa li aspettasse al mattino ma nessuno ne fece parola, nessuno aprì bocca.

 

Shanks si appoggiò alla ringhiera di legno tenendosi la fronte con la mano. Non sapeva se avrebbe avuto ancora il coraggio di vedere quegli occhi e di baciare quelle labbra. Non sapeva se mai avrebbe ottenuto il perdono. Non aveva mai infranto una promessa prima d’ora. E ora si ritrova letteralmente tradito da sé stesso.

 

Makino si svegliò a causa dei raggi di luce che entravano in stanza dalla finestra. Si sollevò e guardò l’altra parte del letto. Era vuota. Si alzò coprendosi con la coperta e girò per la casa. Shanks non c’era. Non c’erano i suoi vestiti. Non aveva lasciato neppure un biglietto di saluto. Se n’era andato. Di nuovo.
Cadde appoggiandosi al muro e le lacrime le cominciarono a scendere automaticamente. Non era più sicura su quando l’avrebbe rivisto. O se l’avrebbe rivisto.

 

Il Rosso fece un passo indietro e, intenzionato ad andarsene, si girò scendendo dalla verandina a malavoglia. Non si meritava di stare con lei. Non dopo averla fatta soffrire così tanto. Probabilmente se ne sarebbe andato e non si sarebbero rivisti mai più se non fosse stato per quello che dopo qualche secondo avrebbe sentito.

Il rumore proveniva dalla casa...ed era il pianto di un bambino che si svegliò nel cuore della notte. Subito dopo, dalla finestra, notò una luce che, in una stanza si accese e una figura femminile ne uscì. Era Makino. Gli occhi di Shanks si ingrandirono e sembravano esplodere dalla felicità di averla rivista un’altra volta. Dopo quasi un anno passato, gli era stata concessa un’altra possibilità di incontrarla e di vederla sorridere.

Passarono alcuni attimi e lei rientrò nella sua stanza...tenendo un bambino in braccio. Lo coccolava cercando di calmarlo e si avvicinava lentamente alla finestra. Il Rosso fece lo stesso, salendo di nuovo sulla veranda. E finalmente arrivò il momento tanto aspettato. I loro sguardi si incrociarono, quello di lei, inizialmente tranquillo e sereno posato sul bambino all’improvviso era diventato gelido e freddo.

Shanks poggiò le dita sulla finestra, Makino lo ripeté. C’era solo un dannato pezzo di vetro che ostacolava il loro tocco. Il Rosso sorrise ma la donna non cambiò d’espressione. Dalla sua faccia scese solamente una lacrima che pareva insignificante. Lo sguardo dell’uomo divenne dispiaciuto e colpevole, lui abbassò la testa. Corse verso la porta e incominciò a bussare.

-Makino! Makino, ti supplico, apri la porta!- gridò Shanks. -lo so che mi senti, so cosa provi, so anche che sono stato un idiota...ma ti prego fammi entrare!- batté un’altra volta la mano sulla porta. -Perdonami, Makino! So che per te è complicato e mi hai aspettato per molto tempo...ma posso spiegarti tutto! Makino...io ti amo. Non so come farei a vivere quello che mi rimane senza di te. Non mi immagino neanche una vita così! - finì lui abbassando la testa e appoggiandosi alla porta. In seguito vide la maniglia abbassarsi e fece un passo indietro. La porta si aprì.

-Si, Shanks.. ti ho aspettato a lungo. - cominciò Makino una volta uscita. Non aveva più il bambino tra le braccia. -Morivo ogni secondo passato senza di te e non puoi neanche immaginarti quanto male sono sta…- non terminò di parlare che il Rosso si era avvicinato velocemente e l’aveva baciata tappandole la bocca e interrompendo il suo discorso.

Entrambi desideravano questo bacio passionale da tempo, entrambi ormai si volevano ancora e ancora. Lui avanzò sbattendo la porta e chiudendola a chiave senza distogliere la sua bocca da quella di lei.

Ma furono interrotti di nuovo da quel pianto del bambino.

-Shanks…- lei si staccò da lui lanciando occhiate nella stanza a destra del corridoio in cui si trovavano. -Vieni.- lo prese per mano e lo accompagnò nel posto da dove proveniva il pianto.

Il Rosso sembrava confuso e continuava a guardare Makino non capendo più cosa stesse succedendo.

-Dopo la notte in cui te ne sei andato….io, be’, ecco vedi…- essa guardò il bambino.

-Makino?-

-Sono rimasta incinta..Te ne sei andato lasciando una parte di te sotto il mio cuore....ed è già da due mes…- cercò di spiegare la donna.

-Quello è mio figlio? - la interruppe lui avvicinandosi sorpreso alla culla.

-No, Shanks… quello è nostro figlio.- lo corresse e finalmente gli sorrise.






 
   
 
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